Dedicata
al nostro piccolo Shun per il suo compleanno, sperando che un così piccolo dono
possa essergli gradito.
Charlie
AMMIRANDO
UN CARDELLINO…
SEI ANNI FA
“NIISAN! NIISAN! Guarda che bell’uccellino! Guardalo, non è
bello?”
La voce allegra e cristallina di un bambino risuonò a lungo nel
grande parco dell’austero Kido Manor e lontane risate infantili accompagnavano
il lento scorrere del tempo, attutite all’udito; l’erba rada si muoveva piano
sotto il tocco della fredda brezza profumata di terra bagnata, gli ultimi
insetti si affollavano attorno alle poche corolle floreali ancora aperte,
impegnate assiduamente nelle ultime faccende prima del grande letargo invernale,
eleganti farfalle dalle ali colorate di caldo marrone e tenue ocra, così simile
alla natura circostante, si mimetizzavano tra le foglie, ed era uno spettacolo
vedere con quanto amore e impegno la Natura aveva creato vere e proprie opere
d’arte su quei leggeri veli
brillanti.
Un bambino, di appena sette anni, dai folti riccioli rossicci,
indicava con aria sognante qualcosa, appollaiato su uno dei rami del grande
albero che si ergeva maestoso dinanzi a
lui.
Agosto era ormai passato e i primi venti freddi cominciavano a
soffiare, impetuosi, portando via con sé il caldo che aveva regnato per mesi; le
foglie, che durante l’estate avevano colorato di verde intenso il giardino,
cadevano a poco a poco, ormai tinte di rame, lasciando deserti i rami, simili a
scheletriche mani tese in direzione della volta
celeste.
Un vermiglio tappeto di foglie ricopriva i sentieri deserti,
tourbillon di polvere, dorata alla luce del sole ormai morente, si alzavano in
leggiadro volo, una danza perfetta e colma di eterea grazia, come se l’Autunno
in persona fosse giunto a porgere i suoi umili omaggi all’anziano re del
cielo.
Un ragazzo di qualche anno più grande, dai corti capelli neri, lo
fissava con aria bonaria a qualche passo di distanza, sorridendo divertito
nell’assistere agli sforzi del più piccolo per arrampicarsi lungo il tronco,
impresa impossibile per un bimbo della sua età.
Con un gesto repentino, il moretto si avvicinò alla sagoma agile
del bimbo, afferrandolo tra le braccia: “Sei troppo piccolo per questi giochi,
otooto-kun” lo rimproverò dolcemente, facendogli fare una mezza giravolta su sé
stesso.
Il piccolo scoppiò a ridere allegro, puntando su di lui i suoi
dolci occhioni color smeraldo: “Ma niisan, l’hai visto? Era un cardellino col
suo nido.” sorrise, indicando il ramo davanti a se, le spalle completamente
affossate contro il caldo corpo del fratello maggiore.
Ikki alzò lo sguardo, seguendo la linea immaginaria che partiva dal
dito paffuto del piccolo, un dolce pigolio gli giunse alle
orecchie.
Una nidiata di tre pulcini, ancora implumi e rannicchiati
all’interno del comodo ricovero, cinguettava rumorosamente, aspettando con
impazienza qualcosa dalla mamma, appollaiata sul bordo, probabilmente del cibo:
“Hai visto che carini, niisan?” ripeté il bambino, gli occhi splendenti, “Devono
essere davvero morbidi da accarezzare…” sospirò il piccolo, stringendosi nel
bavero della giacca che indossava e rabbuiandosi subito in
viso.
Il moro si inginocchiò davanti al suo piccolo compagno,
sollevandogli con delicatezza il mento: “Ecco perché ti stavi arrampicando a
quel modo.” interloquì Ikki, scompigliandogli la sbarazzina chioma, “Già..
Volevo solo accarezzarli..” ammise in un sospiro il piccolo, strascicando i
piedi, “So che non vuoi, ma…”.
Shun non ebbe il tempo di
proseguire.
Perché si ritrovò improvvisamente sollevato da terra, il corpo
poggiato su qualcosa di incredibilmente
caldo.
E i pulcini davanti a sé, a poca distanza dalla sua manina tremante
per lo stupore.
“Forza, dovresti arrivarci così.” la voce benevola del fratello
maggiore gli strappò un tenero sorriso di gratitudine, mentre si sporgeva il più
possibile per raggiungere con le sue corte braccia il tanto agognato nido;
timidamente, quasi temesse di far del male a quei piccoli, sfiorò con i
polpastrelli le testoline piumate, le dita affondarono in una soffice peluria
fulva, accarezzandola dolcemente.
I pulcini cinguettarono felici, tentando di mordicchiare le unghie
del bimbo, completamente assorbito dall’esperienza stupenda che stava
vivendo.
“Grazie niisan!” esclamò felice dopo qualche minuto, gettando le
braccia al collo di Ikki con affetto.
Con delicatezza, il piccolo si sporse verso il ramo e prese tra le
dita fragili un pulcino; gli occhi dei due cuccioli si incrociarono, un pigolio
tenero crepò letteralmente il cuore del brunetto dagli occhi smeraldini, che si
riempirono di calde lacrime di commozione; con attenzione infinita, Shun, sempre
aggrappato saldamente alle spalle del maggiore, si asciugò gli occhi con la
manica, dopodiché ripose il pulcinotto al sicuro nel nido, che si affrettò a
rifugiarsi sotto la calda ala protettrice della
mamma.
Lentamente, ben attento a non farlo cadere, Ikki pose a terra il
fratellino che non attese nemmeno di poggiare i piedi per terra che lo abbracciò
forte, nascondendo il visetto sul maglione che il moro indossava; questi,
intenerito, si chinò dinanzi a lui, fino a incrociarne il viso, arrossato e
luminoso.
Con la mano destra, gli scompigliò i capelli già arruffati, poi gli
diede un leggero bacio sulla fronte: “Buon compleanno otooto-kun…” sussurrò,
abbracciandolo a sua
volta.