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Autore: Pol1709    16/01/2023    1 recensioni
Ben ritrovati! Con questa storia si conclude il ciclo iniziato con "Il Cavaliere e la Strega" e proseguito con "La pietra della collana". Gli avvenimento sono ambientati ai giorni nostri (per ragioni di scorrevolezza della trama non ho considerato la pandemia Covid-19): Oscar verrà chiamata ad essere di nuovo un cavaliere e, con André al suo fianco, affronterà un'ultima battaglia per se stessa e per un mondo antico e dimenticato. Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Oscar vide una figura sopra di lei, sollevò la mano per farsi ombra e poi sorrise riconoscendo Andrew. Si alzò in piedi e lo guardò negli occhi. Lui mise un ginocchio a terra e alzò lo sguardo – Lady Oscar, sono al vostro servizio –
Lei allungò languidamente la mano destra – Com’è giusto che sia, mio cavaliere – disse solo.
Lui baciò il dorso della mano e poi si rialzò e la prese tra le braccia facendola roteare in aria. Oscar rise e, quando si fermarono, gli prese la testa tra le mani: - Quindi…Quindi hai visto André…E lui…Tu… -
Lui annuì – L’ho visto. In quella che, credo, fosse una vecchia caserma vuota. Lo sai? Mi ha convinto quasi subito…E’ come…Come se in fondo lo avessi sempre saputo che io e te eravamo una cosa sola…E mi ha anche detto che probabilmente Oscar, il colonnello Oscar, ci stava mettendo tanto tempo con te perché sei testarda e cocciuta tanto quanto lo era lei –
Oscar sospirò – Va bene! Questo lo so! – disse e gli appoggiò una mano sul petto – Quando ho visto quella macchia di sangue…Quando ti ho perso mentre mi giuravi, ancora, il tuo amore infinito…Oh! Adesso so! So di amarti. Di averti sempre amato e che ti amerò sempre –
I loro volti si avvicinarono, ma un colpo di tosse li fece girare all’unisono. Marjorie, seduta a terra con una mano sulla spalla, sorrise amabilmente – Perdonate! Ma forse voi non siete al corrente dei recenti avvenimenti…Siamo inseguiti da una banda di assassini! –
Oscar e Andrew si guardarono e lei andò a inginocchiarsi accanto alla donna dai capelli rossi. Le guardò la spalla e strinse le labbra – Fortunatamente è solo un colpo di striscio. La pelle lacerata si ricostruirà, anche se forse rimarrà una cicatrice –
L’altra sospirò – Ne ho tante di cicatrici ed una in più non mi spaventa –
Oscar sorrise – Mi fa piacere rivedervi, Lady Morgause. Vedo che la vostra bellezza non è sfiorita con il passare dei secoli –
Morgause la guardò per un attimo sorpresa e poi sorrise radiosa – Ah! Finalmente! Lo sapevo…Lo sapevo che quell’arpia di mia sorella aveva ragione –
Sentirono un’altra presenza avvicinarsi – A chi ti riferisci, sorella? – disse la donna in bianco.
Morgause serrò i pugni – Oh! Piantala! Lo sai benissimo quello che penso di te! Ma abbiamo un’unica sorella che è una vera arpia! –
Oscar guardò l’altra e chinò la testa – Lady Viviana –
Viviana aggrottò la fronte – Dunque era vero. Avalon ha di nuovo il suo campione ed il suo cavaliere –
Anche Andrew si avvicinò e si guardò attorno. Oltre quella piccola spiaggia c’era una radura verde ed iniziava un bosco fitto. Aggrottò la fronte – Che silenzio…Raggela il sangue! Non ricordavo un ambiente così –
Morgause sospirò e abbassò il capo – E’ da anni, per non dire secoli, che è così –
Viviana si inginocchio sulla riva pietrosa accanto a sua sorella – Avalon sente i cambiamenti attorno a sé e, soprattutto, di come la nostra antica religione sia sparita dalla Britannia e dalle menti degli uomini e di come sia rimasta solo per pagliacciate senza senso di balordi che credono di vestirsi e di comportarsi come i sacri druidi…O sciocchi racconti su un mondo che non esiste più. Qui c’erano sacerdotesse e…E bambine…E sono tutte sparite. Perse nelle nebbie che sempre più hanno stretto la loro morsa sull’isola –
Morgause deglutì a vuoto – Tutte sparite…Anche la piccola…Anche la bambina a cui ero più affezionata qui. E’ uscita un giorno e non è più tornata…Come se non fosse mai esistita –
Viviana appoggiò una mano sulla spalla della sorella e quest’ultima si ritrasse digrignando i denti – Lasciami! Lasciami stare! – disse alzando la voce. L’altra rimase palesemente delusa, ma sospirò e guardò prima Andrew e poi Oscar – Anche il popolo fatato, che abitava il bosco, è scomparso e…Ora c’è solo il silenzio che è rimasto con noi tanto a lungo. Solo Morgana e noi, come sue sorelle, siamo rimaste immuni da tutto questo –
Oscar socchiuse gli occhi. Era evidente che Morgause non aveva ancora perdonato la sorella maggiore per l’inganno che aveva coinvolto lei e il loro fratello Artù. Il tempo, anche i secoli, si disse, dopotutto non era proprio la cura per tutti i mali. Guardò di lato e vide un tumulo di pietre con sopra delle piante verdi. Sorrise stancamente – Lancillotto…Siamo quindi nello stesso luogo della prima volta…Un momento! E Fersen e i suoi? Dove accidenti sono? Sono forse rimasti nell’altro mondo? –
Viviana strinse le labbra – Anche loro sono qui. Avalon sa quello che fa e immagino che li abbia portati ben lontano da noi. E noi dobbiamo raggiungere nostra sorella che si trova nel Mound in cui riposa nostro fratello Artù –
Oscar aggrottò la fronte ricordando la grande tomba a forma di collina in cui il Re era stato deposto con gli oggetti sacri all’isola, tra cui spiccavano, senza dubbio, la spada ed il calice di Giuseppe di Arimatea: - E perché Morgana non ci ha portato subito qui? –
Morgause sospirò – Secondo lei dovevate ricordare da soli, con le vostre forze e con il vostro cuore le vostre vite passate, ma, come mi pare evidente, lo avete fatto solo ora… - disse piano – La magia, per gli dei dell’Annwn, non è una scienza esatta – aggiunse e si alzò lentamente, per poi piegarsi di nuovo. Oscar si accorse che era ancora scalza e Andrew si avvicinò – Siete ferita, Lady Morgause. Leggermente, ma pur sempre ferita. Permettete… - disse e la prese tra le braccia tenendola in alto.
Il bel volto della donna dai capelli rossi si illuminò in un sorriso radioso – Credo di aver già vissuto un’esperienza del genere, bel cavaliere. Avanti, allora. Portami pure –
Oscar sentì qualcosa stringergli lo stomaco e guardò Andrew torva. Lui aggrottò la fronte – Che c’é…E’ ferita e scalza…Non lo vedi? –
Lei guardò Viviana soffiando dalle narici – Muoviamoci! – disse seccamente.
 
Alexander Fersen guardò la foresta di fronte a lui. Alzò lo sguardo: il cielo era azzurro e terso, ma il silenzio tutto intorno era raggelante. Sentì dei passi frettolosi e non si girò nemmeno riconoscendo i passi di Martine: – Quegli imbecilli hanno finito di depredare questo posto? – disse facendo una smorfia.
Martine deglutì e si girò verso la parete di roccia sulla quale si apriva un’alta fenditura, poi guardò di nuovo il suo capo – E’ una sorta di tempio. Ci sono stanze, depositi, persino dei bagni come nelle terme…E una grande sala senza soffitto. Ma è tutto vuoto –
Lui sospirò – Tranne l’oro. Evidentemente chi c’era qui ha lasciato una bella collezione di vasellame, piatti e monili d’oro. Tutti di squisita fattura celtica. Ognuno di quegli oggetti ha un valore estrinseco che supera di gran lunga quello del metallo di cui sono fatti…Ma non credo che ai nostri simpatici compagni di viaggio importi. Ecco, Martine, il problema dei mercenari! Non sai mai dove termina il loro senso del dovere –
La donna lo fissò stringendo le labbra – Stanno solo radunando l’oro nella grande sala e poi saranno qui…Qui…Qui, dove, signor Fersen? –
Lui sorrise debolmente – Avalon…E dove, sennò…Siamo stati portati qui da quella bianca luce, mi pare chiaro, come pure è evidente che la torre è l’accesso per l’isola, forse l’unico che è rimasto –
Martine guardò il cielo – Questo silenzio è…E’ assordante! Fa paura! –
Fersen sospirò di nuovo e poi si girò, attirato da altri rumori. I suoi mercenari, finalmente, stavano arrivando. Un uomo si levò la giacca lasciando vedere una cintura a tracolla con una fondina nella quale era inserita una grossa pistola nera. Si avvicinò e sorrise con l’angolo della bocca – E ora, capo, cosa facciamo? –
Fersen guardò ancora la foresta e poi di nuovo l’uomo – Questa è un’isola! Forse nemmeno tanto grande. Come possiamo trovarli? –
L’uomo fece un cenno e una donna si levò dalla schiena un grande zaino rigido, lo appoggiò a terra e lo aprì tirando fuori una strana struttura rettangolare con quattro piccole eliche. Fersen sorrise – Un drone! –
L’uomo mise le mani ai fianchi – Qui non c’è alcuna connessione, dovremo usare la telecamera digitale e poi vedere quello che ha registrato. Lo manderemo in linea retta, così almeno sapremo che cavolo di direzione prendere…Avanti! –
La donna armeggiò con il dispositivo che, poco dopo, si levò in aria rompendo il silenzio con il suo ronzio. Fersen sorrise di nuovo e lo guardò allontanarsi verso l’orizzonte e sopra la foresta.
 
Oscar guardò di nuovo Andrew che portava in braccio Morgause e tirò su con il naso. Poi guardò davanti a sé. Viviana camminava spedita e veloce e faticavano a stargli dietro. Si guardò attorno ed aggrottò la fronte – C’erano anche…Me lo ricordo…Le fate… -
Viviana si fermò improvvisamente e si girò verso di lei – Il piccolo popolo è quello che è sparito per primo. Ma non credo che si siano persi nelle nebbie, ma che, piuttosto, abbiano lasciato volontariamente Avalon. L’isola sta finendo il suo compito –
Oscar socchiuse gli occhi – A proposito di questo…Se l’isola sta esaurendo quello che doveva fare…Cioè salvare il Re…Cosa succederà dopo? –
Viviana la guardò preoccupata. Oscar si girò verso Morgause che non disse nulla, come sua sorella.
Oscar sospirò – Voi lo sapete che là, in quella grande tomba, c’è il primo Re di Britannia, vostro fratello. E avete passato quasi millecinquecento anni senza pensare a cosa avreste fatto una volta che lui fosse tornato? –
Morgause si strinse ad Andrew – Non è così semplice, Lady Oscar. Ognuna di noi ha qualcosa da dirgli…Mia sorella Morgana vuole ritrovare il suo fratellino che gli voleva bene e dirgli che non lo ha mai tradito; Viviana chiedere perdono al suo Re per averlo abbandonato…E non solo lui… - disse lanciando una brutta occhiata alla sorella – E io…Beh! Sai cosa ci è successo e non si è mai preparati a una cosa del genere, nemmeno dopo secoli. Ma lui, se tutto questo ha un senso, sta per tornare e troverà le sue sorelle ad attenderlo – aggiunse.
Andrew socchiuse gli occhi – Non ha più un Regno, non ha più i suoi cavalieri, non ha più la sua Camelot e la sua Regina…E ha ucciso suo figlio Mordred. Temo, Vostra Grazia, che gli servirà più della presenza di voi sorelle –
Oscar sorrise debolmente – In tutto questo tempo, come avete visto anche voi, sono mutate tante cose: gli usi, i costumi, le stesse relazioni sociali non sono più quelle in cui siete nate e cresciute…Voi avete visto tutte queste cose gradualmente, nella vostra parziale immortalità, vivendo in questo posto. Non pretenderete certo che possa riconquistare la Britannia con la forza –
Morgause la guardò sprezzante – E sarebbe comunque meglio dell’attuale famiglia che ci regna! –
Viviana sospirò – Una volta, forse, lo credevamo, ma di certo non ora. Io…Io, come Morgana e Morgause…Noi crediamo che, finalmente, lui possa essere un uomo libero. Fin da piccolo il suo destino era stato segnato dall’ombra di quel trono. Non ha potuto amare chi voleva – disse guardando Morgause – E ha dovuto compiere il suo dovere facendo quello che nessun padre dovrebbe mai essere obbligato a fare. In fondo, Avalon sta dando a noi e a lui, come pure a voi, un’altra occasione e non lasceremo che vada sprecata –
Morgause strinse con una mano il collo di Andrew – Guardami, sir André – disse quasi gridando. Oscar rimase a bocca aperta. Lo sguardo della donna era quello di una guerriera, di una Regina. L’antica sovrana di Lothian strinse le labbra – E’ stato un Re migliore di molti altri in questa cavolo di Nazione. Ha cercato di essere un marito devoto e, ne sono sicura, anche un buon padre, alla fine. Quello che ha fatto rieccheggia nell’eternità con il fragore di mille battaglie e nella forma della sua tavola rotonda. Per me è stato più di un fratello; è stato un amante, un amore…Ma alla fine tutto questo è destinato a perdersi perché lui vivrà, sir André, vivrà libero come non mai in vita sua e con noi al suo fianco…Accidenti! Se vorrà riprendersi quest’isola, che se la riprenda! Con la forza oppure no! E’ di Re Artù che stiamo parlando, non di un…Come di chiamava quello della vostra epoca? Non un Giorgio III qualsiasi! –
Dopo un attimo di silenzio, Oscar sorrise – E così sia, Lady Morgause. Ma ora siamo vicini, non è vero? –
Viviana indicò un punto davanti a sé – Si. Si, ci siamo –
Poco dopo sbucarono nella radura al centro dell’isola e videro di nuovo la grande struttura circolare con le pareti in pietre bianche e sormontata da una collina verde. Oscar sorrise debolmente. La sua mente antica ricordava la sorpresa nel vedere quella primitiva, anche se maestosa, costruzione e anche la sua mente moderna l’aveva riconosciuta. Andrew, con ancora Morgause in braccio, si avvicinò – Newgrange! Questo Mound è la copia, anche se più grande, di quello irlandese nella contea di Meath –
Morgause si strinse a lui – Vero! In uno strano impeto a viaggiare ho raggiunto l’Irlanda…Una terra barbara, lo ammetto, ma anche affascinante –
Oscar tentennò – L’Irlanda non è una terra barbara…Oh! Dimenticavo che per voi britanni i sassoni e gli irlandesi sono nemici! Beh! Ora siamo qui –
Il gruppo arrivò davanti al monumentale ingresso e si fermò. Oscar fissò il pozzo oscuro che portava alla camera dove riposava il Re e ci si mise davanti, come in attesa di qualcosa o di qualcuno. Strinse le labbra e girò la testa – Sua Grazia può camminare, ora, puoi anche metterla giù, se ti pare –
Andrew sbatté le palpebre e fece scendere dolcemente Morgause che sorrise amabilmente. In quel momento si sentirono dei passi pesanti provenire dal corridoio e nella penombra apparve una figura. Oscar sorrise con l’angolo della bocca, del resto sapeva già chi era o, forse, cosa era: in testa portava una corona in metallo che sulla fronte si unica formando il simbolo della croce celtica racchiuso in un cerchio, quella stessa corona che aveva già visto altrove, in un castello perso nella campagna inglese. I suoi abiti erano completamente neri con alti stivali che le fasciavano i polpacci e sulle spalle indossava un cappotto dello stesso colore senza maniche che le faceva da mantello e che ondeggiava come le ali di un uccello. La sua stessa postura, con le braccia leggermente allargate e piegate, era come le ali di un rapace pronto a colpire. La pelle del suo viso, come quella delle mani, era di un bianco innaturale e alla cintura portava una grande spada dal fodero e dell’elsa nera, tranne che per la guardia ed il pomolo, in metallo lucente e decorato come un uccello ad ali spiegate.
La figura sorrise lasciando intravedere i canini appuntiti e si fermò di fronte ad Oscar – E’ bello rivederti, Lady Oscar, per come ti ricordavo, ovviamente, ora noi… - disse, ma non finì la frase perché un pugno sul naso la fece cadere all’indietro.
La donna in nero, tenendosi una mano sul viso e sul naso, si mise seduta e guardò l’altra con glaciali occhi chiari. Oscar strinse le labbra – Anche per me è un piacere…Colpirti in pieno viso, Morgan, Lady Morgana, Fata Morgana, Dama del Lago…O qualunque accidenti di cosa tu sia! Se non altro ci stiamo avvicinando all’epilogo di questa storia che hai iniziato secoli fa! –
Morgana si alzò da terra e si avvicinò di nuovo a lei – Ah! – mugolò muovendo le mascelle – Si…Forse me lo meritavo, questo! Ma, come stavo dicendo, è un piacere rivederti, Lady Oscar –
Oscar fece un passo verso di lei e rimasero a guardarsi in silenzio, poi, come ad un segnale prestabilito, si abbracciarono. Morgana la strinse e poi si ritrasse guardandola negli occhi sorridendo – Il mio cavaliere! –
Oscar sospirò e rispose al suo sorriso – La mia strega! –
Morgause si grattò un sopracciglio – Beh! Poteva andare peggio! -
Morgana indicò l’ingresso: - Ora andiamo! –
Andrew aggrottò la fronte – Un…Un momento. Perdonatemi, Lady Morgana, ma credo che sia giusta e doverosa una spiegazione. Voglio dire: come avete fatto a sopravvivere per tutto questo tempo? E cosa… -
La donna in nero strinse le labbra in un mesto sorriso – Si! Meritate una spiegazione, dopotutto. Il nostro mondo, quello nostro e di nostro fratello è crollato miseramente sotto le invasioni dei sassoni. Ho dato alle fiamme il mio castello di Tintagel e sono venuta qui, con le mie sorelle e mio fratello, dopo che io stessa, con i miei poteri, ho portato Avalon in una dimensione senza tempo. Cosa è accaduto poi è poco chiaro anche a me, ma sta di fatto che il tempo è passato in fretta. Eravamo insieme con le altre sacerdotesse e le bambine che avevano persino smesso di crescere. Era un mondo artefatto, strano, ma aveva anche un che di benefico e tranquillizzante. No, non abbiamo mai sentito lo scorrere delle giornate fino a quando… -
Viviana incrociò le dita in grembo – Fino a quando è iniziata…Ad un certo punto io e Morgana abbiamo sentito che qualcosa nel mondo esterno era cambiato. E non in bene –
Oscar annuì ricordando che, delle tre sorelle, Morgana e Viviana possedevano i misteriosi poteri magici, anche se quelli della seconda erano molto meno potenti di quelli della prima. Morgause, donna e madre, non ne aveva, anche se, come per una sorta di compensazione, disponeva di una straordinaria bellezza eterna.
Morgana sospirò – Le sacerdotesse hanno iniziato a sparire, così come le bambine, inghiottite dalla nebbia. Non capivamo cosa stava succedendo, fino a quando…Sentimmo una sorta di presenza magica vicino all’isola, nei pressi del portale che avete attraversato: la torre costruita sulla grande collina del Tor – si fermò per un attimo e poi guardò Oscar – Questa persona, un uomo, si trovò qui inaspettatamente. Era salito fino alla cima per, parole, sue, prendere ispirazione su quale strategia prendere. Evidentemente possedeva una certa dose di magia, forse un’eredità dell’Antico Popolo, chissà…Ma ce lo trovammo davanti nella seconda metà di quell’anno che voi chiamate 1942. Il suo nome era Edward Alexander Crowley, ma preferiva essere chiamato Aleister –
Andrew rimase a bocca aperta – Aleister Crowley? Quel…Quel Aleister Crowley? –
Oscar aggrottò la fronte – Il nome non mi è del tutto nuovo, ma chi…Chi era? –
Andrew fece un gesto con la mano – Crowley è considerato il fondatore del moderno occultismo, per alcuni anche una fonte di ispirazione per il cosiddetto culto di Satana o Lucifero, anche se non è mai stato provato. Si faceva chiamare “La Bestia 666” e ha fondato una religione tutta sua, la Thelema, che faceva riferimento ad antichi dei egizi e praticava la cabala, lo yoga e la cosiddetta magia sessuale (n.d.a.: storico) –
Oscar inarcò un sopracciglio e guardò di nuovo Morgana. Quest’ultima sorrise tristemente – Quel poveretto, una volta calmato, ci ha detto che era stato reclutato dal Primo Ministro in persona, Churchill, per contrastare i nemici della Nazione sul piano occulto –
Oscar sorrise e poi rise apertamente – Ma stai scherzando, non è vero? Il Primo Ministro di allora, Churchill, era famoso per essere una persona pragmatica, uno con i piedi per terra e non un credulone –
Viviana si portò una mano sotto il mento – Eppure tu, in un’altra vita, hai viaggiato nel tempo, hai conosciuto la magia e adesso sei di nuovo qui in una terra che, a rigore di logica, non dovrebbe esistere…Curioso come va il mondo, alle volte, vero? –
Oscar fece una smorfia e Andrew nascose un sorriso con una mano per poi ridiventare subito serio – Alcuni hanno ipotizzato che il Governo, all’epoca, si sia servito anche di occultisti e pseudo maghi per contrastare i nazisti. E del resto è risaputa l’ossessione dei vertici del III Reich per le pratiche non ortodosse. Hitler in persona e il suo vice, Rudolph Hess, erano iscritti ad una società esoterica chiamata Thule e il capo delle SS, Himmler, era famoso per aver introdotto molti riti, che potremmo definire magici, nel suo Ordine Nero –
Morgana gli puntò un bianco dito contro – E’ proprio questo il punto! Crowley aveva aperto, a sua insaputa, un passaggio verso Avalon e, con lui, ci ritrovammo nella Gran Bretagna in piena Seconda Guerra Mondiale. La prima cosa di cui mi accorsi era che sulla nostra terra, l’antica Britannia e su tutta l’Europa, per non dire sul mondo intero, aleggiava una cappa di malvagità che stava crescendo lentamente, ma inesorabilmente. Qualunque cosa facessero i nemici dei nazisti era inutile, stavano perdendo su tutti i fronti, come se una forza soprannaturale spingesse gli eserciti di Hitler alla vittoria. E’ stato solo per disperazione che Churchill ha chiesto l’aiuto di quel patetico furfante. Era un uomo astuto e furbo, davvero, ma non era certo un mago attrezzato per quello che stava accadendo. C’è voluto un bel po' di tempo per abituarci alla nostra nuova condizione in quel futuro strano, ma una cosa per me era chiara: i nazisti avevano creato una sorta di nuova religione occulta, avevano preso antichi simboli, come le rune o la sacra svastica, corrompendoli. La svastica è sempre stato un simbolo benefico e gentile, la rappresentazione del sole e dei suoi dolci raggi e quei…Quei cani ne hanno fatto un oggetto empio! La magia non è una scienza esatta, è vero, ma non per questo la si può usare a casaccio. Nei loro deliranti rituali, nelle loro aberranti liturgie, pur senza volerlo o nemmeno saperlo, hanno risvegliato la parte più oscura dell’Annwn, gli inferi della nostra religione. Demoni potenti oltre ogni immaginazione si stavano risvegliando e non solo, venivano nutriti quotidianamente con il massacro di vite innocenti –
Oscar rimase a bocca aperta ricordando la visione che aveva avuto dell’antenato di Fersen in uniforme da ufficiale delle SS in un campo di sterminio. Fissò Morgana negli occhi – Vuoi dire…Vuoi forse dire che…Lo sterminio degli ebrei e di tanti altri… -
Morgana annuì – Sacrifici umani! I demoni dell’Annwn assorbivano la loro energia acquistando forza e potere e in cambio davano la vittoria all’esercito di quei pazzi in modo che il sacrificio continuasse. Ma una volta che quelle creature si fossero liberate nel mondo, tutta l’umanità sarebbe stata in pericolo e alla mercé di forze oltre ogni immaginazione –
Viviana annuì lentamente – Crowley fu chiamato proprio per contrastare sul piano magico i nazisti. Fu scelto perché era il più famoso ed era inglese, ma non sapeva che fare – disse e mise una mano sul braccio di Morgana – E fu nostra sorella che agì al suo posto –
Morgana abbassò la testa, si girò e appoggiò una mano sulla parete di pietra del Mound: - Nessuno poteva fermare le forze oscure dell’Annwn. Solamente Avalon e la sua Dama del Lago potevano opporsi a esse –
Andrew aggrottò la fronte – E quindi…Quindi se gli Alleati hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale… -
Morgana si girò di nuovo e sorrise – Mio caro sir André. Ricordo bene i nostri discorsi sulla politica e soprattutto le tue idee sulla figura dei re. Lo ammetto, io e le mie sorelle avevamo dei limiti mentali dovuti principalmente all’epoca in cui siamo vissute, anche se, personalmente, non trovo nulla di così profondamente cambiato in questo Nuovo Mondo, come lo hai chiamato tu. Vedo corruzione, sopraffazione, violenza e guerre esattamente come se non più di prima –
Andrew sorrise debolmente e socchiuse gli occhi – E’ di certo vero, Milady, ma è giusto che un popolo sbagli nel prendere le proprie decisioni, da solo, anche quando sono totalmente nefaste, come è accaduto agli italiani per il fascismo e ai tedeschi per il nazismo o, dal lato opposto, ai russi per il comunismo. Voi stessa dicevate che il popolo è come un bambino smarrito, se non sbaglio. Ebbene: i bambini imparano dai propri errori ad essere dei buoni adulti e la Guerra, pur con tutta la sua morte e la sua distruzione, ha portato a una maggiore consapevolezza per tutto il mondo –
Morgana si mise di fronte a lui, allargò le braccia e chinò leggermente il capo. Poi lo fissò – Non ho aiutato gli Alleati, ma ho sconfitto i demoni che stavano rendendo invincibili i nazisti. E’ stato un lungo e duro rituale, eseguito qui, ad Avalon, alla presenza delle mie sorelle, di Crowley e dei suoi adepti. Ho dovuto scendere con la mia mente negli inferi, ma, alla fine, sono riuscita a chiudere le porte che imprigionavano quegli esseri. Ho creduto di aver passato giorni, mesi e persino anni in quelle profondità infernali, ma, quando la mia mente tornò nel mio corpo, erano trascorsi solo pochi minuti. In un altro luogo, intanto, in una lontana città orientale chiamata Stalingrado, era iniziata la fine per l’esercito del male. Privati del sostegno dei demoni dell’Annwn i nazisti dovettero fronteggiare i loro nemici ad armi pari e, come previsto, furono schiacciati, anche se solo due anni dopo –
Viviana sospirò – Crowley era raggiante! Morgana lasciò a lui l’onore e l’onore di intestarsi la vittoria magica, anche se nessuno, ancora oggi, gliel’ha mai riconosciuta ufficialmente. In cambio lui ci portò nel mondo esterno –
Morgause sorrise – Erano passati secoli, ma il nostro aspetto non è mai mutato e non cambia nemmeno ora. Siamo legate indissolubilmente ad Avalon, in virtù del nostro sangue e finché l’isola esiste, anche noi non invecchiamo –
Morgana mise le mani ai fianchi – Beh! Non è stato facile! Ma, da che mondo è mondo, il denaro smuove tutto o quasi. Quest’isola è piena di manufatti d’oro, portati dall’antico popolo e dalla gente di Britannia in anni e anni di venerazione. Del resto ad Avalon non servivano e a noi…Viviana ha voluto rimanere accanto al Tor con quella struttura alberghiera, vicino all’Isola Sacra, come sempre. Morgause, invece, ha scelto di diventare una maestra per bambine d’asilo, coma la madre che, purtroppo, non è mai stata quando era Regina –
La donna dai capelli rossi annuì – Mi vogliono bene. Le bambine, intendo. E, come quando stavo ad Avalon, non ho mai sentito il bisogno di cercare l’amore, o il sesso, nelle braccia di ogni uomo – disse guardando di sottecchi Andrew. Morgana sorrise debolmente – E di certo quella scuola non ha mai visto tanti padri accompagnare le proprie figlie a scuola… -
Oscar notò lo sguardo di Andrew e provò di nuovo una fitta allo stomaco, poi guardò di nuovo Morgana: - E tu strega nera, fammi indovinare…Hai usato quei soldi per crearti un nuovo regno nel mondo; molto più grande della piccola Cornovaglia e del minuscolo Galles, perlomeno dal punto di vista economico. Con il nome di Morgan Drakehead…Morgana Pendragon –
Morgana sorrise di nuovo – Il mio nuovo regno è più grande di quello che pensi, Lady Oscar. Si, molte cose non sono mai cambiate dalla mia epoca…O dalla tua –
Andrew tentennò e poi sorrise – Accidenti! – disse e poi aggrottò la fronte – Ma…Un momento…Il Re…Re Artù…Come…Voglio dire…E’ già… -
Morgause lo guardò – Non ancora. Ma…Credo che voi dobbiate vedere con i vostri occhi –
Morgana si fece di lato e alzò un braccio indicando l’ingresso del Mound. Oscar si avvicinò a lei – E ti ha aiutato anche la magia, immagino –
L’altra abbassò il capo – La magia? Non proprio…Nella mia lotta contro i demoni ho sentito le mie forze svuotarsi ed ora sono quasi una persona normale, a parte la mia bella pelle candida. L’unica magia che possiedo è quella in grado di spostare piccoli oggetti, che si rivela utile, in un ufficio…E la capacità di vedere alcune profezie…Come quella che ci ha riportato il campione di Avalon ed il suo cavaliere…O per giocare in borsa, ovviamente –
Oscar rimase sorpresa – Sei…Sei senza magia? Ma… -
Viviana fece un passo verso di loro – L’unica magia ancora attiva, qui, è quella di Avalon, che, una volta guarito il Re nostro fratello, si esaurirà per sempre –
Oscar deglutì e guardò l’ingresso dell’immensa tomba che gli appariva come la bocca di un grande mostro ed entrò seguita dagli altri.
 
Se, in quel momento, Oscar, Andrew e le tre sorelle avessero guardato sopra le loro teste, prima di entrare, avrebbero visto un oggetto particolare volare su di loro. Il drone emise un lento e quasi impercettibile ronzio e, velocemente, tornò nella stessa direzione dalla quale era arrivato.
   
 
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