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Autore: Giuda_Ballerino    18/01/2023    0 recensioni
Salve a tutti, è da un po' che non aggiornavo questa storia. Il tempo non mi è amico. Ho apportato delle modifiche a tutti i capitoli, sia per ragioni di sintassi che di contenuto. La storia ora è completa, ma nel caso la gradiste, fatemi sapere se avreste piacere ad un possibile continuo.
"...lo avrebbe distrutto, spogliandolo di tutto ciò di cui fosse certo. Gli avrebbe dimostrato che neanche lui era in grado di amare nessuno...", "...Cuore e mente. Di Edward non doveva restare più nulla."
Ciao a tutti! Sono una vecchissima lettrice di fanfiction ma è la prima volta che mi cimento nello scriverne una. Anzi è la prima volta che scrivo una storia in generale. I primi capitoli saranno incentrati su quanto accaduto nella serie sviluppando la parte introspettiva dei personaggi. Dal terzo capitolo parte l'idea partorita da me. Chiedo a tutti i lettori, gentilmente, di lasciare commenti che possano aiutarmi a capire se c'è qualcosa che non funziona, se la storia è noiosa o qualsiasi altro suggerimento.
Vi ringrazio in anticipo e vi auguro una buona lettura!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Nygma, Oswald Cobblepot
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Faceva freddo quella notte, un fottuto gelo.
 
Era terminato da poco il temporale lampo che aveva inabissato tutta Gotham in un diluvio universale.
 
Pinguino camminava nervosamente avanti ed indietro lungo il molo da circa un quarto d’ora. Si strinse nelle braccia ed iniziò a frizionarsi vigorosamente le spalle nell’intento di recuperare un po’ di calore. Il naso prese ad arrossarsi relegandogli l’immagine buffa di un piccolo pennuto spaventato.
 
Si sentiva stranamente emozionato. Inconsciamente, prese ad aggiustarsi il colletto della camicia ed a fissare più stretta la cravatta. Stirò la giacca con entrambe le mani e spolverò le spalline con un tocco rapido. Si posizionò al centro del molo e tronfio si mise ad aspettare per circa due minuti.
 
Niente.
 
Si strinse nuovamente nelle braccia e prese ad andare su e giù, di lungo ed in largo, a girare in tondo.
 
Ma che diavolo mi prende?” Si interrogò “e perché ci sta impiegando tutto questo tempo?” si chiese stizzito.
 
Quel tempo dava al povero corvino l’occasione di farsi mille paturnie, di dare sfogo a tutte le sue insicurezze.
 
Sì, doveva ammetterlo, era emozionato. In fondo, sarebbe stato il primo incontro con Edward, dopo il misfatto. E quest’ultimo nemmeno sapeva che lui fosse vivo.
 
Come avrebbe reagito? Oswald non poteva evitare di domandarselo. Che cosa avrebbe detto o fatto? Chissà se si era mai pentito di averlo ucciso? Chissà se aveva pianto…
 
Forse non era stata una buona idea andare da solo al molo. E se Edward non si fosse fatto vivo? Se tutto quanto pianificato fosse andato storto? Si sarebbe ritrovato lì, da solo sul molo. Al buio. Privato della sua vendetta. Ci si sarebbe potuto buttare lui stesso nell’acqua stavolta.
 
<< Ahhrrghhhh, adesso basta! >> si innervosì malamente << non ho nessuna intenzione di continuare in questo modo! >> iniziò ad urlare agitando per aria il dito indice della sua mano destra << Quel patetico mollusco rinsecchito deve strisciare come il verme che è! Io della pietà non me ne faccio un bel niente! Perirà! Quello che ha compiuto oggi sarà stato il suo ultimo omicidio! Che nessuno abbia mai a dire che il Pinguino, il Re di Gotham, abbia avuto pietà di una nullità del gen… >>
 
Mentre proferiva con aria trionfale le sue parole, due bagliori spuntarono da lontano rompendo il buio che lo circondava. Sgranò gli occhi perdendo qualche battito.
 
<< E’…è lui >> disse con un filo di voce che solo lui avrebbe potuto udire.
 
La macchina avanzava rapida verso la fine del molo e Pinguino si trovò costretto ad alzare un braccio davanti ai propri occhi per ripararsi dagli abbaglianti che puntavano dritti sul suo volto.
 
“Ma che diavolo sta facendo? Se non frena subito finirà in acqua!” rifletté sbalordito Oswald.
 
Ma la vettura non accennava a rallentare.
 
Fece un balzo sul lato per non finire travolto e cadde dritto per terra. Rapidamente, girò la testa per seguire il tragitto dell’automobile che, fuori da ogni previsione, si lanciò nel vuoto cadendo in acqua.
 
<< Nooooooooooorgh! >> Un urlo disumano e disperato fuoriuscì dalla bocca del corvino. Si alzò di scatto e, ignorando completamente il dolore alla caviglia che aveva preso a pulsare a causa della caduta, si diresse claudicante sul ciglio del molo. Si inginocchiò e, poggiando entrambe le mani al bordo della strada, si affacciò sul canale d’acqua.
 
Con occhi sbarrati, osservò l’automobile inglobare acqua al suo interno, mentre bolle e cerchi concentrici iniziarono a disegnarsi intorno alla vettura che lentamente scendeva verso il fondale.
 
Un’ultima bolla e di Edward e della falsa Isabella non rimase più nulla.
 
Le acque del canale tornarono serene, come se nulla fosse mai accaduto ed a Pinguino non rimase che osservare il suo riflesso in quel freddo specchio liquido.
 
Restò paralizzato col corpo e con la mente per un istante indefinito. Non riusciva ad elaborare quanto accaduto. Non lo aveva previsto.
 
L’aria calda, in contrasto con il freddo di quella notte, guizzava dalla sua bocca, tradendo il battito accelerato del suo cuore.
 
<< Vigliacco, torna a galla! È il mio turno ora! Sono io che devo ucciderti! >> Iniziò ad imprecare Oswald.
 
Non sapeva da cosa fossero dettate quelle parole pregne di rancore e delusione. Era sicuramente frustrato di non aver potuto compiere la sua vendetta, ma si dovette riscoprire anche amaramente deluso di non averlo visto. Almeno per l’ultima volta. Un ultimo confronto. La soddisfazione di fargli vedere che lui fosse ancora vivo.
 
Ancora in ginocchio, prese a battere istericamente i pugni sull’asfalto procurandosi delle abrasioni ai lati delle mani. Afferrò furibondo la mazza da baseball che poco prima era rotolata per terra ed iniziò a spaccarla violentemente contro i margini della banchina, lanciandone i brandelli nell’acqua.
 
<< Maledetto vigliacco, non sei altro che un codardo! Questa è la grande mente dell’Enigmista? Non hai avuto nemmeno il coraggio di affro… >>
 
ll resto della frase gli morì in gola non appena sentì il tocco metallico della canna di una pistola puntato dritto sulla sua nuca.
 
<<  Ciao Oswald!  >> pronunciò rocamente l’uomo alle sue spalle.
 
Il volto di Pinguino cambiò mille sfumature di colori e il cuore parve liquefarsi scivolando nelle viscere.
 
Alzò cautamente le mani all’altezza del capo in segno di resa e lentamente tentò di girare il capo per fissare negli occhi il suo interlocutore.
 
<< Non voltarti! Fai un solo movimento e il tuo cervello diverrà uno squisito buffet per pesci. >> minacciò l’altro con tono basso e pacato.
  
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