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Autore: Effye90    19/01/2023    1 recensioni
E se... E se El Cid, Sisifo e altri Gold Saint fossero sopravvissuti alla guerra contro Hades? E se i sentimenti iniziassero ad avere la meglio? Il ricordo della guerra appena conclusa è ancora vivido nelle loro menti ma altri problemi stanno per insorgere.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aries Shion, Capricorn El Cid, Leo Regulus, Nuovo Personaggio, Sisifo di Sagitter
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Nei tre giorni seguenti, Cid si recò ogni sera a Rodorio per incontrarsi con Lara e, ogni volta che passava dalla nona, non chiedeva più di Sisifo.

Per quanto testardo, il capricorno capì che per parlargli anche di quanto stava succedendo tra lui e Lara, avrebbe dovuto aspettare il suo ritorno ammesso che si sarebbe reso reperibile.

Se nella decima casa regnava la serenità sebbene con qualche pensiero di troppo, alla nona regnava solo nervosismo.
Sisifo ricevette solo la visita del nipote la sera prima che la sua missione iniziasse.

“Quindi andrai da solo?”

Lo zio annuì.

“Così mi hanno ordinato Sasha e Sage.”

Regulus fece spallucce.

“E va bene ma mi sembra strano che non ti abbiano affidato un compagno. Per quanto possa essere una missione sia semplice, il pericolo è sempre dietro l’angolo!” –con tono determinato, il giovane leone strinse i pugni e si mise in posizione di difesa- “io sarei venuto volentieri con te!”

Sorrise fiero.

“Non credo che arriverò ad usare la forza o almeno, lo spero. Non avrebbero deciso di mandarmi da solo se non fosse una cosa di poco conto.”

Sospirò.
Regulus rimase in silenzio ma lo guardò perplesso.

“Sicuro che vada tutto bene? Ti conosco, zio.”

“Va tutto bene Reg!” -si alzò e gli mise una mano tra i capelli scompigliandoglieli poi guardò il soffitto in un punto imprecisato- “sono solo in pensiero per la missione; come hai detto tu, non si può mai sapere!”

Si avvicinò alla sua armatura posizionata a totem poco distante da loro e ne osservò il proprio riflesso.
Pensò a tutte le bugie da lui stesso raccontate negli ultimi giorno sia ad El Cid che a Regulus.

La frustrazione del momento, per un attimo, prese il sopravvento e coprì l'immagine del proprio viso riflessa sul totem dorato.

Regulus non gli credette ma non insistette oltre; era ovvio che, di qualunque cosa si trattasse, non aveva voglia di parlargliene.

“Allora sarà meglio che vada; buona serata e sii prudente zio!”

Gli voltò le spalle e, senza attendere risposta, uscì dalla nona per dirigersi alla quinta.

Per un attimo, mentre si trovava sulla scalinata che collegava la settima e l’ottava casa si voltò ma non in direzione della nona, bensì verso la decima.

Che Cid fosse a conoscenza di quanto gli stesse succedendo?

Pensò tra sé.

Il giorno dopo, glielo avrebbe chiesto se lo avesse incontrato all’arena.
Arrivò alla quinta in men che non si dica e andò dritto in camera chiudendo con forza la porta; si lasciò cadere sul letto, sbuffò e col braccio destro si coprì gli occhi.

"Buonanotte zio!"

Disse con tono basso immaginandosi di averlo al suo fianco.

Fu una notte lunga ed insonne per il cavaliere del sagittario; si girò e rigirò più e più volte nel proprio letto.
Nella sua mente, riviveva sempre una sola scena:

Cid accanto a Lara mentre lui si trovava molto lontano da loro e nascosto nella penombra.

Mise l’avambraccio destro sulla fronte e mugugnò.
Si addormentò quando ormai mancavano tre ore alla sua partenza.

Nonostante la mancanza di sonno, si alzò rapido dal letto, fece una colazione veloce e, con lo scrigno contenente l’armatura, si avviò alla velocità della luce verso l’antica città di Olimpia.

Da un paio di settimane, giravano strane voci a Rodorio riguardo quella cittadina; pareva infatti che fosse stata presa di mira da alcuni saccheggiatori di tesori.
Era un posto ricco di storia coi suoi antichi teatri, templi e statue nonché la sede dei giochi olimpici.
Si vociferava che alcune persone, vi si recassero negli ultimi tempi con pale e grandi sacchi di juta in cui mettere il prezioso bottino.

Era mattino presto ma Sisifo voleva essere sicuro di cogliere i malfattori sul posto; magari qualche vedetta si sarebbe palesata ai suoi occhi quanto prima.

Si sedette nel posto in cui, a quanto pare, vi era posizionata la statua di Zeus tempo addietro; lo scrigno accanto a lui.
Osservò a lungo ed in silenzio le sterpaglie che si trovavano ai suoi piedi poi si mise una mano sul volto e si piegò in avanti col busto fino ad appoggiare la fronte sulle ginocchia.

“Perché El Cid? Perché proprio quella ragazza? Perché ora?”

La rabbia prese il sopravvento; si alzò di scatto e tirò un pungo a ciò che rimaneva di una vecchissima colonna.
Colpì proprio il capitello che si frantumò.

“Accidenti a te Sisifo! Ora se qualcuno fosse nei paraggi, sicuramente se la starà dando a gambe.”

Si diede una pacca in fronte.

Sospirò nuovamente e tornò a sedersi.
Il sole era ormai alto e la giornata era limpida.
Si guardò intorno e si lasciò trasportare dalla bellezza di quel posto.

Fece un respiro profondo e poi sorrise.
Si disse tra sé:

“Questo posto profuma quasi di casa. La sede dei giochi olimpici!” –un altro sorriso gli deformò per un attimo il volto- “ricorda un po’ il santuario con tutte queste colonne… Già, il santuario!”

Abbassò la testa e la lasciò ciondoloni; lo sguardo rivolto nuovamente verso le sterpaglie.
Dopo qualche minuto, buttò indietro il busto e si appoggiò di schiena contro un piedistallo in pietra.
Vi poggiò anche la nuca e con lo sguardo puntato sull’orizzonte, si appisolò.
   
 
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