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Autore: summerlover    20/01/2023    0 recensioni
Cosa succederebbe se Plagg si mettesse alla ricerca di tutti gli altri kwami in giro per i meandri del tempo? Cosa mai potrebbe combinare il pestifero gattino della distruzione se lasciato a piede libero con il suo amore infinito per il formaggio e la sua potenza cataclismatica?
Se volete scoprirlo, seguiteci in questa nostra piccola storia nata dal finale di "Ascolta il tuo cuore" di ladyheather83, e scritta a quattro mani in collaborazione tra l'autrice e summerlover, e dedicata ai festeggiamenti per il primo anno di attività del gruppo telegram ispirato a questa bellissima serie.
(questa storia è presente anche sulla pagina wattpad dedicata al gruppo https://www.wattpad.com/user/ContestFanfiction)
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alix Kubdel, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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PLAGG alla ricerca dei kwami perduti 

 

Capitolo 5 

 

Marinette fu dimessa dall’ospedale il giorno dopo e subito Adrien si era prodigato per non farle mancare nulla: dalla colazione a letto al pranzo preparato direttamente da lui, trattandola come se fosse stata di cristallo per settimane intere.

Ma fu quando la vide mentre puliva il bagno che s’imbestialì.

“Che cosa stai facendo? Non devi affaticarti.” Il biondo le prese dalle mani gli stracci e i detersivi che stava usando “… e questi non fanno bene. Sono veleni se li inali.”

Marinette lo guardò sconcertata “Non sono malata terminale, sono incinta.”

“Appunto.” Sottolineò lui “… e non devi far nulla che possa ledere alla tua salute e quella del nostro bambino.”

Marinette pensò che il suo fidanzato fosse così teneramente ingenuo e lo amava molto anche per questo “Non farò niente di ciò. Il medico ha detto che sto bene e che è normale avere capogiri o sentirsi stanchi, soprattutto all’inizio della gravidanza.”

“Però avresti dovuto parlarmene.”

“Lo so, e mi dispiace.” Marinette abbassò il capo che Adrien si prodigò subito ad alzare delicatamente con due dita posate sotto il mento.

“Non sai quanto sono felice e… vi amo immensamente entrambi.”

Marinette si mise a piangere involontariamente e il biondo sogghignò “Oh! No, non devi commuoverti.”

“Sono gli ormoni, mi rendono sensibile. E poi è colpa tua che sei così dolce.”

Adrien abbassò il volto per catturare le sue labbra e farle sentire tutto il suo amore.

“Che schifo!” Disse Plagg ritrovandosi a svolazzare da quelle parti.

Adrien e Marinette spalancarono gli occhi ancora con le bocche incollate.

“Si chiama amore, e si dà il caso che io ami Marinette e che presto diventeremo una famiglia.”

Plagg però interpretò quelle parole come se gli stesse dicendo che in quella famiglia, lui non fosse compreso, e se ne andò avvilito con le orecchie abbassate.

Già il kwami era triste perché sapeva che a causa della condizione di Marinette la ricerca dei suoi compagni restanti era stata rimandata a data da destinarsi, non che glielo avessero detto esplicitamente, e in più Adrien ora lo stava relegando al gradino più basso delle interazioni sociali proprio ora che erano arrivati a un passo per trarre in salvo Zuccherino.

 

****

 

La giornata trascorse tranquilla e anche il resto della settimana.

Nessuno dei due futuri sposi sembravano aver notato l’afflizione di Plagg, troppo impegnati a pensare alla cameretta del bambino e a comprare qualsiasi cosa inutile passasse loro per l’anticamera del cervello, e intanto lui rimaneva in disparte a godersi la felicità degli altri.

Non odiava Marinette per la sua condizione e nemmeno il suo portatore, ma era anche vero che nessuno pensava a come si sentisse lui.

Plagg se ne stava sopra il davanzale dove Marinette teneva i vasi con le rose rosse, osservava il cielo azzurro e le nuvolette bianche che si stavano rincorrendo, proprio come i compagni ritrovati stavano facendo nell’enorme giardino della villa, ridendo ed emettendo grida di gioia, nonostante ogni tanto si facesse sentire Adrien a cercare di ristabilire l’ordine (ed ovviamente ignorato dalle creaturine).

La corvina arrivò con una brocca piena d’acqua pronta per innaffiare i fiori quando vide quel piccolo esserino nero nascondersi tra le spine.

“Plagg!” Lo chiamò.

“Oh! Sei qui. Come stai?” biascicò di rimando il gattino.

“Bene, ma il tuo padrone deve capire che non sono un’incubatrice e che non ho bisogno di essere servita e riverita come una regina.” Rispose sbuffando.

Plagg sogghignò divertito “E’ fatto così, che ci vuoi fare. Adrien ha il cuore grande e vuole solo proteggerti, ti ama tanto... vi ama tanto.” Mormorò con una punta amara.

“Beh! Vuole molto bene anche a te, sai?”

“Non ne sono poi così sicuro.”

Marinette spalancò gli occhi e capì che Plagg aveva bisogno si sfogarsi “Perché dici così?”

Zuccherino… siamo a un passo per ritrovarla.” Non voleva dirglielo per non sembrare scortese o egoista, ma se c’era una cosa che avevano insegnato al kwami era di dire sempre la verità e di non tenere mai tutto dentro per non peggiorare la situazione.

“Lo so, e ne ho parlato anche ieri sera con Adrien, ma teme che viaggiare nel tempo per me sia pericoloso e non vuole ripetere l’esperienza dell’ultima volta.”

“E’ stato un’incidente.”

“Lo sappiamo bene, per questo stiamo aspettando la prossima visita e poi andremo in Egitto. Abbiamo già avvisato Alix di tenersi pronta.”

Il cuore di Plagg mancò un battito e per quanto gli fu possibile, e abbracciò di slancio Marinette per la gioia.

“Vi voglio bene.” Pianse.

“Davvero credevi che ti avremo abbandonato?” Chiese di sottecchi lei e il kwami fece spallucce volgendo lo sguardo da finto offeso dalla parte opposta, fiondandosi poi a fauci spalancate sopra un enorme pezzo di camambert.

 

****

 

La prima visita ufficiale era fissata per la settimana successiva e dopo essere ritornati dal medico, Adrien e Marinette decisero di parlare con Plagg.

Stava andato tutto bene e il fagottino cresceva divinamente ed era in perfetta salute, proprio come la sua mamma.

Il pancino di Marinette iniziava a farsi vedere e lei non si era mai sentita così viva e piena di energie, tranne che per la sera, quando alle nove crollava in un sonno profondo fino a mattina facendosi cullare nel mondo dei sogni dalle braccia di Morfeo.

“Che ha detto il medico?” Chiese curioso Plagg.

“Che Adrien deve smettere di sprimacciarmi il cuscino ogni volta.”

“Non lo faccio.” Ribadì il giovane.

“Sì che lo fai, solo che non te ne rendi conto.”

“Uffa…”

“Sto bene e posso fare tutto quello che voglio.”

“Non devi affaticarti, però” Sottolineò Adrien.

“Non lo faccio.”

“Sono contento che stiate bene.” Sorrise, Plagg, interrompendo il battibecco tra i due umani.

“Grazie, Plagg. E con l’occasione ti volevamo ricordare che Alix ci sta aspettando per andare in Egitto.” dichiarò raggiante Marinette.

Il kwami spalancò gli occhi al massimo, proprio come le fauci. “Dite sul serio, ora? Davvero?” Ancora poco tempo e avrebbe rivisto la sua dolce Tikki.

“Sì” Annuì Adrien.

“Verrò anch’io, eh!” Intervenne Marinette, anche se il suo futuro sposo non era affatto d’accordo “… inutile che mi guardi così, voglio venire anch’io… non so perché, ma sento che Tikki è speciale, come se noi due avessimo una qualche sorta di legame mistico.”

Non a caso una volta Plagg le aveva detto che sarebbe stata perfetta come portatrice del Miraculous della Coccinella.

“Allora non perdiamo tempo e andiamo.” Disse Adrien non molto d’accordo che Marinette intraprendesse quel viaggio, ma per quieto vivere era meglio assecondarla, sperando di non usare la frase ‘te lo avevo detto’ in caso le cose si fossero messe male.

 

****

 

Bunnix li catapultò nell’antico Egitto, dove l’eroina del tempo si raccomandò con gli amici di evitare di dare contro alla regina, scappandose alla velocità della luce, borbottando qualcosa sul fatto che la faraona volesse ancora le sue orecchie solo perché l’aveva definita permalosa.

Il sole scaldava più delle fiamme dell’inferno e Marinette si maledì per essere andata con loro. Ora che era incinta, tutte le sue sensazioni erano amplificate e la vampate di calore diventavano veri e propri incendi.

Il segreto era quello di cercare di mascherare tutto per non destare preoccupazione in Adrien, il quale continuava a fissarla per percepire qualunque movimento strano, captato invece da Plagg all’interno di una piramide poco distante.

Entrarono e vennero investiti subito da un piacevole fresco, oltre che dal buio.

Le torce di fuoco s’illuminarono dopo aver individuato la loro presenza, rilevando così il percorso che avrebbero dovuto effettuare per arrivare a destinazione.

In realtà, a Plagg, non serviva guardare o seguire il percorso, nell’aria tutto intorno e camuffato dall’odore di chiuso, svolazzava un profumo dolce, divina, che arrivò alle narici di Plagg investendolo come un fiume in piena. Era l’essenza della sua Zuccherino.

E non sbagliò, la trovò accanto a Cleopatra che se ne stava seduta sul suo trono ricoperto d’oro zecchino attorniata dalle sue guardie e dai suoi tesori che consistevano in monete, preziosi e gioielli di qualunque tipo.

Tikki guardò Plagg.

Plagg guardò Tikki che partì nella sua direzione, ma che per qualche strana ragione non riuscì a muoversi di un millimetro, ricordando solo in un secondo momento della maledizione non riuscì ad avvertire Plagg che venne scagliato lontano quando sbatté il muso addosso alla sua protezione immaginaria.

“Ma che cavolo!” Berciò il piccolo dio della distruzione.

“E voi chi siete?” Chiese Cleopatra alzandosi scendendo i tre scalini, seguita da Tikki.

“Maestà…” Fece un inchino Adrien rivolgendosi a lei con assoluto rispetto, aveva letto di Cleopatra in molti libri di storia, ma mai si sarebbe immaginato un giorno al suo cospetto, le statue e i dipinti in suo onore non rendevano affatto giustizia alla sua naturale bellezza “… veniamo da molto lontano e credo abbiate qualcosa che appartiene a noi, ovvero la nostra kwami Tikki.”

“Tikki è venuta da me grazie a un varco che si aprì molto tempo fa sulla mia testa.”

“E’ stato il nulla! Non è venuta da te di sua spontanea volontà!” Ringhiò Plagg iracondo e pronto a distruggere tutto per liberare Tikki dalla sua prigionia, era chiaro che quelle mummie avevano scagliato una maledizione. Del resto era la loro specialità, no?

“Come osi rivolgerti a me in quella maniera? Sai chi sono io?” S’impose la sovrana sopra di lui.

“Chi sono io, non tu.” Le fece una linguaccia e Adrien cercò di zittirlo mentre Marinette per poco non svenne.

“GUARDIE!!” Chiamò a gran voce Cleopatra, fermata poi da Tikki.

“No, vi prego. E’ un mio amico, non ha fatto nulla di male.”

“Mi ha mancato di rispetto.”

“E’ uno zuccone, lo so, ma non voleva ferirvi oppure offendervi, mia regina. Dovete credermi.”

Adrien fece un passo in avanti “La piccola creatura rossa ha ragione, Sua Altezza, vogliamo solo prenderla e portarla via. Ci appartiene.”

Cleopatra squadrò dalla testa ai piedi il giovane davanti a lei, nei suoi occhi non c’era alcuna menzogna, ma fatto sta che Tikki non si poteva portare via così facilmente, a meno che non avrebbe dimostrato che diceva il vero.

“Mi dispiace. Non è possibile, a meno che non riusciate a rompere la barriera.” Spiegò l’egiziana con sguardo truce e giudicatore.

“Presto detto, presto fatto… Catac…” Plagg si fermò di colpo a causa della risata sadica di lei che risuonò per tutta la stanza.

“No, non è quello il modo… la barriera può essere infranta solo con l’ausilio di tutti i kwami, non potevo permettere che Tikki mi venisse portata via così facilmente e lei mi ha raccontato che ognuno di voi è finito in epoche diverse, quindi sarebbe stato difficile che qualcuno riuscisse a prenderla.”

“Ti sbagli!” Esclamò Plagg, riducendo gli occhi a due fessure minacciose. “… noi abbiamo il potere di viaggiare nel tempo e presto troveremo anche i compagni mancanti e torneremo!”

L’aria iniziò a farsi rarefatta e la stanza riempirsi di fumo nero e denso che impedì persino di respirare, facendo crollare i viaggiatori del tempo a terra.

Quando si svegliarono, Adrien, Marinette e Plagg si ritrovarono nel retrobottega di Alix, la quale iniziò a rimproverare il piccolo dio della distruzione per aver rivelato a Cleopatra che stavano piano piano recuperando i kwami perduti.

“E allora? Non vedo il problema!” Disse Plagg altezzoso.

“Cleopatra è pericolosa e troverà un modo per impedirvi di portare via Tikki.”

 

****

continua

 

 

 

angoletto autrici:

Eccoci arrivati alla fine di un altro capitolo del nostro viaggio nel tempo, e sicuramente il kwami più distruttivo ed amato di tutta Parigi ha trovato un ostacolo per poter recuperare Zuccherino. Cosa mai sarà in grado di fare Cleopatra per tenere prigioniera la nostra Tikki?

A breve lo scopriremo nella prossima (dis)avventura nelle ere passate.

Un abbraccio, LadyHeather83 & Summerlover 

P.S.

I crediti di questo capitolo vanno tutti a LadyHeather83, che come sempre è un vulcano di idee e ha scritto tutto in meno di due giorni.

 

 

   
 
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