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Autore: Feathers    21/01/2023    2 recensioni
Harringrove (Billy + Steve)
Tratto dal testo
« Con le ragazze era piacevole, ma quasi non gli pareva che ci fosse differenza fra avere un rapporto con loro e toccarsi da solo, e la ragione era semplicissima: non gli piacevano davvero. Steve Harrington che gli baciava e accarezzava il corpo nel più semplice dei modi gli stava provocando delle sensazioni pazzesche, che non si era mai concesso di godersi, e sulle quali probabilmente avrebbe fantasticato a vita. Cercò di tenere impresso nella sua mente ogni dettaglio, ogni minuscolo gesto, per evitare di dimenticarsene nel caso in cui non fosse riaccaduto mai più. »
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billy Hargrove, Steve Harrington
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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26 Giugno 1986

23:20

Non appena raggiunsero l'auto, Steve e Billy aprirono la portiera e si buttarono a peso morto sui sedili posteriori invece che su quelli anteriori, senza nemmeno mettersi d'accordo.
"Che cazzo di giracapo ho. Reggevo molto meglio l'alcol prima di schiattare. Ora lo reggo quanto un neonato." si lagnò il più giovane, con voce strascicata.
"Ah beh, io anche, prima di astenermi dal bere per un anno. Di cos'è che parlavamo?"
Billy rilassò le membra, con un ghigno. "Dei piatti che ci lanceremmo addosso se tu fossi gay."
"Ah già..."
"Sarebbe proprio un casino, se tu lo fossi."
"Infatti." Steve si affacciò per un istante al finestrino, e poi lo chiuse quasi del tutto. Il parcheggio sul retro del locale era semivuoto, non c'erano auto che passavano illuminandoli coi fanali a intermittenza, né gente che si drogava sulle scale, né ubriaconi che si aggiravano lì intorno.
"Eppure..." esordì Billy, attirando di nuovo la sua attenzione. "...eppure in te c'è... come dire... almeno un pizzico di curiosità. Mi sbaglio?"
"Cosa...?! Io? No..." Steve rise, nervoso.
"Sicuro?"
Steve annuì; poi, quasi senza rendersene conto, soffiò un timido "Forse", quasi sperando di non venire udito.
L'altro ragazzo emise un sospiro divertito, e strisciò sul sedile, verso di lui. Il suo bel viso tornò di nuovo sotto la luce fioca del lampione, che evidenziava lo sguardo bramoso sotto le ciglia lunghe. "Quindi... un po' di curiosità c'è."
Steve si schiarì la gola e abbassò il capo. "La dose... normale."
"Hm..." Billy posò una mano accanto al suo ginocchio, senza toccarlo. "Ho una cattiva notizia per te: la dose normale sarebbe zero." sussurrò, talmente vicino al suo viso da poter vedere il lieve panico nei suoi occhi.
"L-lo pensi...?"
"Sì, Harrington. Temo di sì."
Steve deglutì, e un fremito si propagò nel suo corpo. Un'ondata del profumo aspro di lui gli arrivò addosso quasi investendolo, come un maremoto, e avvertì un forte desiderio di toccarlo. Cercò di autoconvincersi di essere molto più ubriaco di quel che era e di non star capendo nulla, o di star provando quelle sensazioni assurde semplicemente perché era da troppo tempo che non aveva rapporti sessuali. Sì, di sicuro era quello il problema: gli mancava il contatto fisico, e al momento Billy era l'unica persona che trovava attraente nelle vicinanze. Solo che era un ragazzo, e a lui non era mai passato neppure per l'anticamera del cervello di potersi sentire attratto dai maschi. Non ci sarebbe stato niente di male, però, no? Fino a qualche minuto prima stava proprio rassicurando Billy sulla medesima cosa: perché avrebbe dovuto provare così tanto disgusto verso sé stesso? In ogni caso, non voleva pensare troppo, e a dir la verità nemmeno ci riusciva. Quella birretta aveva frantumato parte della sua voglia di reprimere gli impulsi indesiderati. La sua espressione confusa venne sostituita da un sorriso abbozzato. Afferrò il polso dell'altro, e appoggiò la sua mano sul proprio ginocchio.
"Oh..." Billy sollevò le sopracciglia, sorpreso, prima di accarezzargli la coscia con movimenti lenti, dall'alto in basso. La sua mano era pesante, forte, e soprattutto enorme rispetto a quella di Nancy o delle altre ragazze con cui Steve era stato a letto. Le dita salirono sulla cintura, e la tastarono.
"Fai pure." grugnì Steve, sconfitto da ciò che stava provando.
Billy annuì, gli slacciò la cintura e sbottonò i jeans. Non appena lo toccò dentro gli slip, rimase immobile per un istante. "Ah però. Sei anche duro... sicuro che sia solo una dose «normale» di curiosità?"
"Taci, stronzo..."
Billy fece uno di quei suoi strabilianti sorrisi, compiaciuto. Si chinò e strusciò le labbra sul colletto della camicia di Steve, il quale socchiuse le palpebre e si godette quel minuscolo brivido. Si sbottonò l'indumento un po' alla cieca, per dargli più accesso, e subito dopo sentì la lingua di lui inumidirgli la pelle fino al pettorale destro.
"Sei diventato peloso durante la mia assenza..." commentò Billy con un sorrisetto beato, la bocca premuta contro il suo capezzolo.
"A-alle ragazze piace..."
L'altro sogghignò ancora. "Piace anche a me. Molto." Gli mordicchiò il pettorale.
Steve emise un gemito, e si irrigidì, in imbarazzo.
"Non trattenerti... è bello sentirti." sussurrò l'altro.
Il più grande gli infilò d'istinto le dita fra i capelli, mentre l'altro scendeva di nuovo giù, lungo il torace e il ventre, e apriva l'ultimo bottone della camicia. Si inginocchiò, e lo leccò sotto l'ombelico. "Lo vuoi...?" biascicò.
Steve si sentiva il viso bollente. Fissò quelle labbra umide e morbide, per poi accarezzarle con un pollice tremante. Non aveva mai osservato i tratti del viso di un uomo così attentamente.
"Sì."
Billy gli rivolse un sorriso sbilenco e carico di soddisfazione. Spostò gli slip meglio che poté e gli scoccò un'ultima occhiata, prima di prendere la punta e succhiare il liquido pre seminale, con un suono bagnato. Si chinò meglio e prese il suo sesso fino in fondo. Il corpo di Steve ebbe un sussulto piacevole. Continuò ad accarezzargli i capelli e la nuca, un gesto fin troppo tenero per una situazione del genere. Le sue labbra si muovevano in un modo perfetto: davvero non aveva mai fatto niente di simile? Gli sembrava assurdo. Non aveva nemmeno bisogno di guidarlo. «Probabilmente, un uomo sa cosa desidera un altro uomo», pensò.
Billy si scostò appena, e lo massaggiò con una mano. "Ti ho sempre desiderato."
"Davvero...?"
"Sì... Quando facevamo la doccia, a scuola... cercavo di non guardarti troppo. Di non... darlo a vedere."
"M-mi facevi i dispetti e fingevi di odiarmi... per coprire... vero?" farfugliò Steve, resistendo all'imbarazzante tentazione di spingersi in avanti, contro il suo pugno chiuso.
"Io stravedevo per te. Ti cercavo tutto il tempo, e dicevo a me stesso che era perché volevo prendere il tuo posto, diventare il re della scuola... ma non era questo. Oh no." Passò la lingua lungo tutta l'erezione, terminando con un bacio sulla punta, e continuò a masturbarlo. Entro qualche minuto, Steve sentì il sudore accumularsi in ogni angolo del corpo, mentre l'orgasmo montava dentro di lui.
"Billy... sto per... uhm. Rischio di sporcarti."
"Nah." L'altro lo sorprese. Si chinò e lo tenne inchiodato al sedile mentre risucchiava via ogni goccia, godendosi il suo lungo grugnito di piacere. Si spostò per leccarsi le labbra e ingoiare sotto i suoi occhi esterrefatti, con aria sfacciata. "Non mi hai sporcato. Visto?" Gli rimise a posto gli slip.
"Merda..." Steve si accasciò all'indietro, la fronte imperlata, col fiatone. Non disse nulla. Non riusciva più a formulare una frase di senso compiuto, o anche solo a realizzare cosa fosse appena accaduto. Billy si rimise a sedere a fatica, adagiò la tempia sulla sua spalla, e socchiuse gli occhi. Steve sollevò un braccio e lo attirò a sé, ricominciando a fargli carezze sulla testa.
I due giovani rimasero in quel modo per un po', in assoluto silenzio, ad ascoltare gli ultimi rumori della città: un lievissimo brusio che veniva dall'interno del locale, il ronzio di una moto in lontananza, il miagolio di due gatti. E i loro respiri affannosi.
Non riuscirono a dirsi altro per tutta la sera, eccetto qualche asciutta frase sussurrata durante il viaggio di ritorno: «Cambia stazione», «Abbassa il finestrino» e un rapidissimo «Ciao» quando a mezzanotte si congedarono vicino a casa Hargrove, un po' più indietro rispetto al suo portone come se all'improvviso avessero paura di essere «scoperti».
Non appena rientrò, Billy constatò con immenso sollievo che sia Neil che Susan stavano dormendo. Entrò finalmente nella sua stanza e si chiuse a chiave. Gettò i suoi vestiti su una sedia e premette il viso sul cuscino, senza riuscire a smettere di sorridere e ripercorrere ogni dettaglio di quell'uscita con la mente, per ore e ore, finché all'alba non prese sonno.

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27 Giugno 1986

10:45

"Hai una faccia... sembra che non dormi da un mese." commentò Robin.
Steve occhieggiò l'orologio con aria risentita, in una muta richiesta di sbrigarsi a segnare le sedici. Aveva un sonno incredibile. "Beh, ho fatto le ore piccole... non avrei dovuto."
"In effetti, considerando che ti sei dovuto alzare alle sette..." La ragazza ridacchiò. "Qualche tipa...?"
"Hm?"
"Dico... sei uscito con una tipa?"
"Ah, sì sì!" Steve forzò un sorriso, e continuò a mettere in ordine il reparto di cassette. "Sì. Bionda. Occhi chiari. Molto bella, ma non penso che ci rivedremo, sai, è stata una cosa... occassionale." Il giovane scacciò via il senso di colpa nei confronti della sua migliore amica, cercando di convincere sé stesso di non starle mentendo del tutto. Ciò che era accaduto in auto non aveva alcuna importanza; era stato un momento di debolezza, soprattutto perché a ripensarci da sobrio gli sembrava ancora più insensato. Lui non era attratto dagli uomini, e di certo non poteva esserlo diventato all'improvviso, dunque doveva essere stato solo uno sfizio, un qualcosa che non si sarebbe mai più ripetuto e che avrebbero presto dimenticato. "Stasera che combini?" chiese a Robin.
"Vado a casa di Vickie. Forse sua madre non ci sarà."
"...quindi... ci darete dentro."
Lei si premette le guance. "Piantala, cafone! Ancora non ci siamo baciate."
"Beh, manca poco secondo me." disse lui, felicissimo che l'argomento di conversazione si fosse spostato su di lei.
"Non ho ancora nemmeno capito se le piaccio veramente..."
Steve ridusse gli occhi a due fessure, a mo' di presa in giro. "Emh, Robin... ti ha fatto una cassetta mista di canzoni d'amore, ti ha salutata con un bacio volante l'altro ieri e come se non bastasse ti ha invitato in un locale gay lo scorso sabato. È. Pazza. Di te."
"Ma i baci volanti me li mandi anche tu."
"Sì, ma in modo scherzoso. Non guardandoti così." Steve assunse un'espressione innamorata in modo esagerato, sbattendo le ciglia, e Robin scoppiò a ridere.
"Sei un imbecille!"
"Ma è così! Ti guarda come Dustin guarda le torte di sua madre!"
Robin si tappò la bocca nel tentativo di smettere di sghignazzare quando dei clienti entrarono nella videoteca. Si precipitò fuori dal bancone e aiutò un ragazzo a trovare un film horror da vedere con i suoi amici, mentre Steve metteva in ordine alfabetico delle cassette. Aspettò con pazienza che i clienti uscissero, poi si riavvicinò a Robin.
"Uh, Rob?"
"Sì?"
Esitò, inspirando. Doveva suonare più naturale possibile. "Uh... tu quando hai... cioè... quando ti sei resa conto che ti piacevano le ragazze?"
La ragazza incrociò le braccia. "Hm... oddio... sai che credo di averlo sempre saputo? Non sono mai riuscita a immaginarmi con un maschio. Zero. Quando mia mamma da bambina mi diceva che mi sarei sposata con uno ero proprio devastata." Ridacchiò.
"Cavoli... okay." Steve annuì, alquanto sollevato, e si voltò verso il reparto, felice di non aver destato sospetti in lei ma soprattutto di aver trovato un'altra ragione per cui non poteva assolutamente essere gay. Erano cose che si sapevano sin da bambini, quindi non era il suo caso. Poteva stare tranquillo.

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4 Luglio 1986

16:10

Ovviamente, l'ospedale era molto più deserto del solito quel pomeriggio di festa. In qualche modo, gli allegri disegnini appesi alle pareti bianche lo rendevano ancora meno rassicurante, ma forse era solo la sua percezione distorta a causa della delusione cocente che lo stava attanagliando. Quella settimana era iniziata benissimo, ma non aveva fatto altro che peggiorare man mano che i giorni passavano. L'aspetto di sua sorella appariva più smorto che mai, suo padre lo trattava da schifo ogni volta che osava varcare la porta di casa e rimanerci per più di due ore diurne, e Steve Harrington sembrava starlo evitando in tutti i modi possibili e immaginabili. Nonostante l'aspetto inquietante dell'ospedale, in fondo era l'unico luogo in cui Billy non si sentiva come se qualcuno volesse cacciarlo via da un momento all'altro.
Si recò al solito piano, fiacco come chi non si nutre a sufficienza da avere energia per salire le scale, ma si arrestò di botto dietro la porta della stanza, dopo aver udito una versione deformata dal pianto della voce di Lucas Sinclair. Era la prima volta che lo trovava lì da quando era tornato in vita. Aveva il sospetto che il ragazzino avesse memorizzato con cura tutti gli orari in cui lui andava a trovare Maxine pur di non incontrarlo, e non lo biasimava affatto. Rimase in ascolto.
"...e ti prometto che quando ti sveglierai ti porterò anche al cinema. Abbiamo ancora un film da vedere insieme, ricordi? Io il tuo disegno lo tengo ancora nel mio comodino. Quello che hai fatto tu, in cui ci siamo noi coi popcorn." Tirò su col naso. "Lo riguardo... ogni volta che rientro. E so che te lo dico sempre ma... mi manchi così tanto."
Billy si ritrovò a sorridere appena, gli occhi umidi. Per diversi minuti non sentì altro, nemmeno un singhiozzo, quindi gli parve il momento giusto. Picchiettò con le unghie corte sulla porta, e fece capolino.
Lucas quasi sobbalzò nel vederlo, ma poi cercò di ricomporsi. "Ciao." Si asciugò le guance rigate di lacrime con una manica.
"Ciao Lucas." Billy constatò che era cresciuto di botto, ed era diventato molto più alto di come se lo ricordava.
"Me ne sto per andare..." Il ragazzino afferrò un borsone.
"No, no... puoi rimanere." borbottò l'altro, un po' teso.
Lucas reclinò la testa da un lato. "Grazie, ma... ora devo proprio andare." Uscì dalla stanza, con una certa premura nei passi. "Ciao."
"Lucas."
Il ragazzino si fermò, ma continuò a dargli le spalle. "...sì?"
"Io..." Billy guardò la sorellina, e si tormentò l'orlo della giacca di jeans. "So che questo non cambierà il passato. Cioè, so che non serve a un cazzo. E se non vuoi perdonarmi, lo capisco. Ma... sappi che mi dispiace. Davvero." Strinse le labbra in una linea sottile.
Lucas si girò piano piano, e lo guardò. "È tutto apposto. Ti ho... perdonato già da tanto tempo. Da quando hai... salvato la vita a El, esattamente un anno fa." mormorò.
Billy annuì. "Grazie."
"E poi... di fronte a cose così... " Lucas indicò il lettino di Max con un gesto appena accennato. "...qualunque problema che c'è stato fra noi passa comunque in secondo piano."
"Hai ragione..." Billy allungò un braccio verso Lucas, il quale fissò il suo palmo, esitante, e poi gli strinse la mano con forza.

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Note dell'autrice: prima che qualcuno pensi che io sia un'ignorante, io lo so che esiste la bisessualità (e lo sono io stessa hahaha); Steve invece ancora non sa nemmeno cosa significhi!
   
 
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