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Autore: Flofly    23/01/2023    0 recensioni
Completa. Sequel di "Quel che è Stato, quel che Sarà" Quando hanno deciso di rendere pubblica la loro storia Draco ed Hermione erano pronti ad affrontare lo sdegno dell'opinione pubblica.
Quello che non sanno però è che un pericolo ben più grande di Rita Skeeter sta per travolgere l'intera Hogwarts.
Genere: Avventura, Generale, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora, Ted/Andromeda
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Da V libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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Stupeficium

La prima cosa che aveva fatto Harry, il cervello che rimaneva un attimo indietro rispetto alla mano che si era alzata automaticamente, era stato lanciare un incantesimo offensivo contro quella donna.

Perchè lei? Non aveva senso.

Eppure era certo che dietro tutto questo dovesse esserci Voldemort. Doveva essere così: la cicatrice che bruciava, le voci nella sua testa, quell’odio profondo che gli sconquassava la mente e che sapeva essergli alieno.

Cassandra Carrow, o Nott o come diavolo si chiamava, non aveva niente da che spartire con lui. Ci mancavano solo nemici che non sapeva neanche di avere.

In ogni caso era ben intenzionato a liberarsene il prima possibile. 

Il potente fiotto di energia viaggiava veloce contro la figura della donna che lo guardava sogghignando, ben presto raggiunto da quelli di Hermione e Ron. Eppure, quando la colpi, Cassandra rimase perfettamente immobile, continuando a ridacchiare. 

Ma c’era stato qualcuno che aveva urlato, e poi c’era stato il rumore di un corpo che sbatteva contro il marmo. Una voce che aveva sentito decine, se non centinaia, di volte nel corso di cinque anni di scuola, solitamente che lo incitava durante una partita di Quidditch, o la sentiva ridere nel dormitorio.

Seamus.

«Vi prego, continuate. Sarà davvero delizioso vedervi colpire i vostri amici. O forse avete delle preferenze? Volete vendicarvi di queste tre? Ditemi, sono tutta orecchie» rise, indicando con un gesto plateale Padma, Marietta e Annah, accasciata in terra. 

«Sei solo una schifosa vigliacca… servirsi di ragazzini per il tuo scopo. Sei disgustosa» Tonks si era avvicinata retrocedendo all’indietro verso Harry, Ron ed Hermione, tenendo sotto tiro tanto Cassandra quanto gli altri studenti  schierati dietro la donna.

«Oh, ho urtato la tua delicata sensibilità da Mezzosangue? E dimmi, mia cara, chi si è fatto degli scrupoli quando si è trattato di me? Siamo tutti degli strumenti, Mutaforma. Tutti. Anche tu… non hai notato come tutti sono stati pronti ad accusarti?  Oh, guardare quello che stava accadendo è stato davvero divertente, peccato non poter osservare la reazione della tua cara mammina.» ridacchiò strappando la bacchetta dalle mani rattrappite dal dolore della Umbridge e soppensandola con fare disgustato. «Piccola e tozza come la sua proprietaria.Ma per il momento ce la faremo andare bene. D’altronde la mia non si sa che fine abbia fatto, vero Theo?Non erano però questi i patti, tesoro… perché devi sempre farmi arrabbiare?»

«E perché tu non puoi morire e liberarci della tua aberrante presenza, per una volta? Nessuno ha sentito la tua mancanza,anzi.» istintivamente Draco gli si era parato davanti,, sentendo Theo rabbrividire, subito affiancato da Blaise e Pansy, la rabbia che ancora provava pronta ad esplodere.

«Oh,angelo  mio, mi ferisci. Vuoi dire che non ti è mancato il nostro tempo speciale? Sei molto maleducato, sai? Ma non preoccuparti, avremmo tempo di parlarle... E, tu, ferma» il tono di voce dolce e mellifluo era scomparso in un attimo, quando si era girata per lanciare una Cruciatus contro Niamh che aveva tentato di avvicinarsi, colpendola in pieno.

«Vorrei tanto sapere tu chi diamine sei e da dove esci fuori. Dove diavolo è quella spostata della Trelawney?Avevo sempre pensato che fosse solo una sfigata….ed invece, stranamente, si è rivelata utile. Così come tutti questi piccoli, teneri idioti…è stato così semplice utilizzare i loro desideri e le loro paure. La fidanzatina che piangente va dal padre pazzo di dolore a portare l’ultimo regalo che le è stato fatto, la migliore amica che non riesce a sopportare quel pianto continuo, la compagna di scuola che ha perso un mentore…. Devo dire che sono stata fortunata, però, per una volta, è morto il campione giusto. Chissà se qualcuno si sarebbe presa tutta questa briga per il bulgaro. Forse tu? Già sarebbe stato davvero perfetto vederti cadere dal tuo piedistallo» ridacchiò, soddisfatta in faccia ad Hermione. «E invece, giorno dopo giorno, notte dopo notte, l’ambra si è nutrita del suo dolore, come una spugna. E io diventavo sempre più potente,iniziavo a riprendere coscienza anche se tutto intorno era avvolto dalla nebbia. Ma era così’ vuoto qui. Ma ora torniamo a questa patetica sceneggiata da finti amici. Allora, Theo, c’è niente che vuoi dire ai tuoi compagni? Sono certa che ti staranno ascoltando con interesse. Vuoi raccontare loro come sia tua la colpa di tutto questo?»

«Ci ha già detto che l’hai costretto a dare una stupida pietra a Diggory e agli altri campioni, sei noiosa» l’aveva irrisa Pansy, ben attenta a tenere la bacchetta di fronte a sé. «E se credi che me ne freghi niente se qualcuno si becca una Cruciatus al posto tuo, sei davvero un’ingenua. Oltre che patetica»

Gli occhi di Cassandra per un attimo fiammeggiarono di rabbia «Patetica?Patetica io? Credi che non abbia visto i tuoi piagnucoloi quando ti è stato tolto quel ridicolo giornaletto da quattro soldi che pensi sia la tua grande occasione?Ci hai creduto davvero a quella storiella? Andiamo sei più intelligente di così’. Non hai futuro, Pansy. Tu non sei niente di più di quello che pensa di te la gente.» 

«Ehi, stupido giornaletto un corno! E ti vorrei ricordare che in teoria eri già morta e sepolta quando è uscito… ed è stato un successo..., certo se la zia psicolabile di Malfoy non avesse deciso proprio quel giorno per lanciare in aria un enorme e disgustoso Marchio Nero,rapire i genitori di Hermione, liberare un esercito di Krampus e finire ammazzata, ti posso assicurare che sarebbe stato la prima notizia sulla Gazzetta del Profeta. Certo, sarebbe stato disgustoso vedere la foto di Hermione vicino alla viziata ed arrogante madre del furetto ma…»aveva ringhiato Ron, schivando uno stupeficium.

«Ehi, che cazzo di bisogno c’è di insultare mia madre? Possiamo concentrarci su questa qui che ha appena fatto fuori Millicent e la vostra cara amichetta?Grazie, lo apprezzerei molto.»si era lagnato Draco, spingendo nuovamente Theo dietro di sé, visto che sembrava avere la strana tendenza a gravitare verso quella stronza. 

«Zitti, idioti. Quindi Bellatrix è morta? Non è ad Azkaban?» li aveva interrotti la Carrow con uno strano ghigno soddisfatto. «Questo è davvero un piacevole imprevisto. Molto bene, significherà che questa volta lui  non avrà dubbi su chi è la sua stella più splendente.»

«Per Salazar Serpeverde, ancora dietro a quel mentecatto di Lord Voldemort? Certo che ho sempre pensato che ti mancasse qualche rotella ma, sul serio, inizio a preoccuparmi della tua intelligenza. Bellatrix è il nome di una stella,razza di ignorante parvenue. Ecco perché Lord Voldemort la chiamava così. Letteralmente significa…» aveva pontificato Draco guardandola con una tale di sufficienza che per un attimo ad Hermione venne da ridere, ricordando come Narcissa adolescente fosse solita rivolgersi a praticamente chiuqnue con la stessa altezzosità. Fu un bene che lo stesse guardando attentamente e che avesse già la bacchetta pronta per lanciare il suo Protego, altrimenti la maledizione lanciata da Cassandra lo avrebbe colpito di certo in pieno, infrangendo invece contro il muro alle sue spalle, dove lasciò dei segni profondi simili a quelli di una lama o di artigli molto affilati.

«Tipico dei Black,credersi sempre i migliori.»sputò con astio, rivolgendosi poi verso Tonks. «Come tua madre, così brillante, così superiore a tutti noi…finita con un pezzente sanguemarcio che viene pagato per fare la dama di compagnia. O come Regulus,che pensava di essere l’unico a gestire un incantesimo del genere, che non sarei stata in grado di raccogliere tutte le anime. E invece…ho capito cos’è che mancava. Anche, se a dire il vero, dobbiamo ringraziare ancora una volta la stupidità e l’arroganza della nostra Narcissa Black… o scusami, caro, preferisci Lady Malfoy, immagino.»

«Per Merlino, ecco che ricomincia con mia madre. Cos’è ancora ti rode che mio padre ti abbia lasciato per lei?  E’ già stato detto che sei patetica?Si?» lagnò Draco, cercando di avvicinarsi a Daphne, tenuta sotto scacco da Crabbe e Goyle, quest’ultimo con lo sguardo spiritato che continuava a guardare la piscina, chiamando Millicent.

«Patetica e noiosa. Per Salazar sono passati due secoli da allora…cresci un po’» gli aveva dato manforte Pansy.

«E poi, diciamolo, a parte i soldi non credo che sia un gran affare sposarsi quell’idiota. Fossi in te festeggerei»si era intromesso Harry, scivolando lentamente a fianco di Tonks,continuando a muovere la bacchetta tra la Carrow , Marietta e Cho, indeciso su come colpire la strega senza procurare ulteriori vittime innocenti.«Pensa che razza di mostro avreste potuto avere come figlio. Già abbiamo Draco e basta avanza…ma con te come madre sarebbe stato cento volte peggio»

«Ehi, di nuovo…mi sembre un momento abbastanza drammatico senza doverlo utilizzare per insultare i miei genitori. Vi potete concentrare sulla maniaca omicida? Cazzo, Potter questa è la seconda volta che mi metti in un casino del genere, e solo nel nostro tempo».

«Oh, ma il giovane Potter ha ragione…i tuoi genitori sono quelli che mi hanno dato l’idea finale, quella che ha fatto funzionare il tutto. E a proposito Dolores, credo che sia proprio giunto il momento di utilizzare quello splendido tatuaggio che hai, così lui potrà tornare. E poi… le ultime tre, i tre punti del triangolo perfetto. Le ultime, piccole,deliziose anime. Non dirmi che sei gelosa, Dolores, in fondo anche il tuo non è male…solo che non è abbastanza» chiosò sferrando un calcio al corpo della ex Preside e Membro Anziano del ministero, puntandole poi la bacchetta addosso per trascinarla. «Di te, invece, sono certa che vorrà occuparsi Lui, Giovane Potter. Un pochino di pazienza»

«Herm, non vorrei di certo schierarmi dalla parte del rospo rosa, e Merlino solo sa lo zero che me ne freghi se schiatta ma… non dovremmo fare qualcosa? Non credo che le cose miglioreranno per noi se quella prosegue ad ammazzare gente come se nulla fosse.» aveva mormorato Ginny, la schiena contro la sua, mentre tentatavano di fronteggiare un nuovo attacco della Frobisher e di Padma,cercando al contempo di non ferirle troppo. Poi si rivolse esasperata ai fratelli ancora seduti al loro tavolo come se nulla fosse:«E voi due che ne dite di sbrigarvi con quelle rune e venire a darci una mano? »

Hermione però la stava a sentire solo parzialmente, troppo distratta da una voce nella sua testa che le rimbombava metallica. Quando aveva sentito il Legimens premerle nel cervello come uno stiletto di ghiaccio aveva deciso, contro ogni fibra del suo essere, di lasciarlo entrare. Ma l’ospite inatteso non aveva iniziato a scandagliare i suoi ricordi, se non uno, un ricordo di una sera in cui aveva avuto la certezza che avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di salvare coloro che amava. Anche eseguire rituali di magia oscura, anche…

«Te la senti? »

Hermione annuì, senza osare guardare la fonte della voce, certa che anche lei potesse vederla. 

«Ti dirò esattamente come fare. Tu aspetta solo il segnale»

«Quale segnale?» le parole si formarono mentalmente senza che neanche una lettera si formasse sulle sue labbra.

«Oh lo capirai»

«Non ti agirare, Ginny cara. Rischi di farti venire le rughe prima del tempo. C’è un tempo per ogni cosa,vero Fred?» aveva risposto George, tranquillo come se non fosse nel pieno di una battaglia fratricida. 

«E una cosa per ogni tempo, esatto George. L’importante è fare passi felpati, vero Harry?» chiosò il gemello lanciando al bambino sopravvissuto un lungo sguardo d’intesa.

Quelle parole. Le stesse della professoressa McGranitt. Cosa diavolo avevano in mente quei due?

«Ovviamente, Fred» annuì con un sorriso, consegnando la bacchetta a Ron accanto a lui, che lo guardava stralunato.

«Immagina che sia una pallina» aveva aggiunto Hermione, con un sorriso strano, osservando Cassandra che avanzava ancora, mentre la Umbridge cercava inutilmente di porre resistenza, alternando piagnucolii senza senso e minacce di ritorsioni.

«Mia cara Dolores, possibile che tu sia davvero così ottusa? Con te non mi sono neanche dovuta sforzare più di tanto… sei davvero  una piccola arrivista, sai? Posso capire il ciccione Tassorosso ma tu… sacrificare il tuo stesso fratello e il tutto per diventare più importanti agli occhi di Caramell… non so se essere ammirata o disgustata. Comunque ti capisco, anche i miei fratellastri erano degli esseri orribili»

«Deve essere di famiglia» non aveva potuto fare a meno di commentare Draco, seguendo con lo sguardo quella strana linea che sembrava unire Niamh ed Hermione, quasi tangibile. Era evidente che stessero complottando qualcosa. Il che lo attraeva e terrorizzava allo stesso tempo.

Distraetela. La voce era risuonata cristallina nelle loro menti.

«Aspetta che l’Oscuro Signore riacquisti le forze, gli chiederò il piacere di occuparmi personalmente di te. Sono certo che, dopo la tua bravata dello scorso anno,sarà più che felice di accontentarmi. E sono altrettanto sicura che vorrà che sia molto, molto lenta e doloroso. .E’ per colpa dei Black che mi è stato portato via tutto. E quindi chiunque abbia alcun legame con loro sarà destinato a soffrire. Molto. Questo vale anche per te, piccolo Potter, Sirius è il tuo padrino, vero? »

«Si, ma veramente è stato rinnegato. Quindi, onestamente il tuo ragionamento non ha alcun senso. Vuoi prendertela con qualcuno? Hai il furetto li davanti a te. Non preoccuparti, ti capiamo. A dire il vero, fosse stato per il piccolo particolare del ritorno del folle senza naso, per noi sarebbe stato decisamente meglio se lo scorso anno aveste fatto un lavoro migliore. Dai, sul serio? Vi siete fatti fregare così?» era intervenuto Ron, scambiando appena un cenno con Harry, mentre con la coda dell’occhio osservava preoccupato Ginny duellare con Cho, mentre le urlava «Cazzo, Chang. Svegliati! Giuro che quando ti riprenderai ti prenderò a calci  per tutto il campo da Quidditch, garantito. Te lo faccio ingoiare quel dannato boccino se non ritorni subito in te.»

«Tu e mio padre avete ucciso mia madre e hai anche il coraggio di fare la vittima» Theo si era fatto strada fin quasi di fronte alle due donne, sfuggendo al tentativo di Blaise di fermarlo.

«Io l’avevo detto che dovevamo andarcene subito» sibilò il moro al compagno di casa accanto a lui, impegnato a schivare un traliccio particolarmente interessato ad azzannargli la spalla. « Ma voi no…siete diventati degli idioti Grifondoro. Giuro che, se ne usciamo, vi porto in clinica per disintossicarvi.»

«Per fortuna i Nott hanno una politica molto meno rigida dei Malfoy sullo sposarsi.Non è stato affatto complicato. E poi mi ha dato modo di provare una maledizione molto speciale, dovresti esserne orgoglioso. E’ stato così divertente vedere al funerale tutte quelle persone che si interrogavano su quella strana malattia che aveva consumato Isabella giorno dopo giorno, senza che nessuno avesse potuto fare niente. Merlino, per poco non scoppiavo a riderenel mezzo della cerimonia. Per fortuna che c’era Abraxas a trattenermi. Mi ha regalato anche una collana, sai? Una splendida collana d’ambra fatta arrivare direttamente da Haiti, in onore delle radici della famiglia di mia madre. E’ stata davvero una seccatura doverla sacrificare ma anche questa volta devo dire che Abraxas ha avuto un ottimo gusto»

«Certo come no. Soprattutto in fatto di donne, poi. E poi è volgare regalare gioielli a una donna che non sia tua moglie. Cavolo, Carrow, pensavo che almeno questo lo sapessi. Quindi non solo mio padre, puntavi anche a mio nonno? Discutibile, se mi permetti. E poi? Pensavi di ripassarti anche mio zio, prima che morisse? O era troppo sano di mente per i tuoi gusti?»

Bravi. Continuate così. Ancora un pochino, ci siamo quasi.

Cassandra era esplosa in una risata «Oh ma sei davvero così stupido? Davvero non sai nulla dell’arazzo? Perché altrimenti tuo nonno avrebbe sposato quella stupida donna, incapace persino di torturare un elfo domestico…»

«E pensare che c’è chi lo troverebbe una qualità, vero Fred?» 

«Decisamente, George. Ma a quanto pare certe raffinatezze non sono per tutti» chiosò Fred,mentre le scintille rosse della maledizione di Cassandra si rompevano sullo scudo lanciato giusto in tempo da Ginny, Luna e Neville.

Niamh aveva approfittato della confusione degli incantesimi incrociati e della disattenzione di Cassandra per avvicinarsi a Vitious, passandogli la bacchetta, senza farsi notare.

Lui annuì serio, mentre le spire si allentavano di poco.

«Voi due. Smettetela con questo teatrino. Siete insopportabili» aveva ringhiato, afferrando bruscamente la Umbridge per il braccio, e strattonandola «Aveva ragione a torturarvi. Merlino…ma guardatevi: capelli rossi, sguardo vacuo, abiti di seconda mano… non c’è dubbio di chi siete figli. Chissà se strillerete come il vostro caro zietto Fabian, quando vi torturerò a morte.»

Fred alzò le spalle noncurante. «Battuta vecchia. Carina, ma antiquata. Se proprio vogliamo andare sul vintage ne abbiamo una migliore, vero George»

«Certo Fred. La vuoi sentire?»

«Basta!» urlò Cassandra «Vi avevo avvertito. Se ci tenete proprio tanto a morire……»

«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!» urlarono in sincronia i gemelli, alzandosi finalmente alzando in aria le bacchette, mentre l’aria si riempiva di fuochi di artificio dai mille colori , abilmente aiutati da Peeves che sfrecciava per la sala colpendo gli studenti che cercavano riparo dalle bombe stupeficium che il poltergeist faceva cadere a grappolo.

«Maledetti ragazzini» ringhiò la Carrow, girandosi per cercare di colpirli nuovamente, ma quelli erano già spariti, corsi verso la porta di ingresso insieme ad Angelina e Katie, finalmente liberatesi dopo aver resistito a diversi tentativi di strangolamento e che avevano preso di peso Luna trascinandola fuori,nonostante le sue proteste.

Fu per quello che non se ne accorse, accecata dalla rabbia. Non si rese conto che Niamh ed Hermione avevano iniziato a muovere le bacchette, prima impercettibilmente e poi sempre più velocemente. Così come non si rese subito conto dell’aura scura che sembrava provenire da quella ragazzina dai capelli troppo gonfi e lo sguardo troppo duro.

Quando finalmente lo capi tentò con unultimo sforzo di gettare quello stupido sacco vestito di rosa che le si era attaccato alle gambe nella vasca, in modo da completare il rituale. Doveva acquisire forza e dovev creare un varco per Lord Voldemort. E poi lo sentiva, il rumore delle ali che si avvicianavano. Le anime rubate stavano arrivando, non aveva più molto tempo.

E poi ci fu un urlo disumano sotto di lei, mentre veniva sbalzata indietro, appena il tempo di vedere un grosso cane nero farsi strada zigzagando per evitare i colpi. Aveva già visto quel cane, ne era certa. Sempre ad Hogwarts, in una sera d’inverno. La sera in cui avevano pensato di aver ucciso quel dannato Auror. 

Ma non era lei che puntava. Con un balzo la sorpasso, tenendo tra le mani un qualcosa rivestito di un orrendo color pervinca avariato misto a sangue. E in quell’osceno miscuglio di ossa, tendini esposti e stoffa bouclé era ben visibile il tatuaggio del fiore nero che lei stessa aveva impresso su quella flaccida pelle.

Di fronte a lei, la bacchetta ancora tesa e un sorriso troppo soddisfatto per una Grifondoro, c’era la maledetta sanguesporco che aveva rovinato tutto.

«Spero che quello non fosse proprio il pezzo essenziale» la scherni mentre Draco la trascinava fuori, la loro fuga coperta dalla ritirata dell’Auror e di quella strana professoressa dal ghigno troppo simile a quello di Arael Malfoy che lanciavano bombarbe maxime e stupeficum arretrando, il rumore che tuttavia non riusciva a coprire le urla di dolore della Umbridge.

«Lo spettacolo è offerto dai Tiri Vispi Weasley, se sopravvivete venite a trovarci» si inchinò George facendo capolino dalla sala, schivando la Cruciatus di Gregory Goyle. «E spero che abbiate vestiti adatti al fango».

«Fermateli!» urlò mentre cercava di strisciare per rimettersi in piedi, le gambe ancora bloccate dall’incantesimo che le era stato lanciato alle spalle.

Strisciò sino alla bacchetta, mentre quegli idioti di ragazzini non riuscivano ad ammazzare più di un paio di elfi domestici. Poco male, ci avrebbe dovuto pensare da sola,come sempre.

«Non così in fretta, signorina Carrow»

Cassandra alzò gli occhi, con un sorriso malevolo. Davvero quello sciocco ometto pensava di poterla fermare.

«Professor Flitwick, ha davvero tutta questa voglia di morire oggi? » ghignò mentre l’uomo le restituiva uno sguardo impassibile.

«Isabella era una studentessa della mia casa, una ragazza dolce ed intelligente. Non ho potuto fare nulla quando l’hanno costretta a sposare quel mostro, così come non ho potuto salvare Lisa Turpin. O Lavanda Brown. O Millicent Bulstrode. O, il povero Cedric Diggory. Ma, per Helena Corvonero, non starò qui a guardarti trucidare uno studente dopo l’altro. Ho sempre pensato che ci fosse un fondo di bontà in ognuno degli studenti di Hogwarts, e che sia stato un nostro fallimento se siete diventati degli assassini. Ma, evidentemente, sono stato troppo duro con questa Scuola.» le disse serio mettendosi in guardia.

«Voi! Portatemi qui quelli che sono scappati. Potete ucciderli tutti tranne le ragazze con il tatuaggio.Ed Harry Potter. Che nessuno lo tocchi» abbaiò a quel che restava del suo piccolo esercito personale. Poi si inchinò con irriverenza. «Che il gioco abbia inizio, allora.Sono certa che l’Oscuro Signore apprezzarà di trovare il cadavere di uno dei professori della Scuola al suo arrivo»


***

 

«Si può sapere dove sono andati tutti?L’intera Hogsmeade sembra deserta» Narcissa camminava accanto a sua sorella, l’unico elemento famigliare in quel gruppo con cui l’unica cosa che condivideva era la volontàà di entrare ad Hogwarts. Lucius era rimasto alla casa di Cassandra, dicendo che avrebbe tentato di contattare Caramell e li avrebbe raggiunti appena possibile. Ma, se gli altri se l’erano bevuta, lei, ancora una volta si era trovata di fronte all’ennesima bugia di suo marito. Cosa lo tratteneva in quella casa? Perché non la voleva li?

Ma non c’era tempo per quello, l’aria si era fatta satura di acqua stagnante e catrame bruciato, un odore viscido che sembrava strisciare nei polmoni risucchiando tutte le energie.

E poi quel serpente. Era fin troppo simile ad un altro, uno che aveva sempre atteso con gioia.

Il serpente di Imbolc. Il segno della rinascita, dell’arrivo della primavera, dell’eterno avvicendarsi delle stagioni. Ora, invece, sembrava essere messaggero di morte e di dolore.Era possibile? Che qualcosa di così amato e famigliare si trasformasse nel suo peggior incubo?

Beh, peggiore fino al momento in cui era entrata nella casetta modesta proprio dietro Madame Più di Burro. Si fermò un attimo di fronte alla vetrina, i dolci ancora in esposizione ma dentro sembrava che non entrasse nessuno da secoli, lo stesso arredamento pacchiano e antiquato che ricordava lei. Erano anni che non metteva piedi in quel posto… da quando…

l’immagine di Selwyn dalla mente stravolta le balenò in mente, per essere subito ricacciata in fondo al buco nero che erano stati quei mesi.Eppure tutto doveva essere iniziato li… anche grazie alla sua infida sorella che aveva deciso di rimandare suo figlio nel passato.

Era stato quello a portare a quella situazione? Andromeda era stata fin troppo vaga ma era chiaro che quella sera, quando era stata salvata, c’entrasse anche quello strano viaggio nel tempo che non le avrebbe mai perdonato.

E il marchio nero? Cos’era davvero successo? Andromeda non aveva spiegazioni,  e Lucius non ricordava nulla. Eppure l’aveva visto sfiorarsi l’avambraccio, prima di uscire. Un gesto che per gli altri non sifgnificava niente ma che lei aveva visto tante, troppe volte per non darci peso: Lord Voldemort stava chiamando.

E Severus? Stava bene? Aveva sentito anche lui la chiamata? Perchè non aveva fatto nulla per mettersi in contatto con lei? E ora? Lord Voldemort era davvero vivo dopo lo scorso anno, sebbene privato di tutti i suoi seguaci? E se Lucius non lo avesse tradito realmente e avesse fatto solo finta? Era questo il motivo per cui non era venuto con loro? Doveva parlare con il suo padrone? Che ancora una volta avesse deciso di mettere le sue false promesse di fronte alla sua famiglia? Di certo questa volta non avrebbe potuto perdonarlo. Era passata sopra tante, troppe cose. Ma un nuovo tradimento di quel genere….no, davvero, non avrebbe mai potuto superarlo né come donna, né come madre. E in quel momento era tutto ciò che le importava essere.

Qualunque fosse il motivo, l’aveva lasciata da sola, in una casa estranea, circondata da stupidi che la guardavano come se le fossero appena spuntate tre teste. Non bastava il panciuto Tassorosso che le aveva portato via sua sorella, il Lupo Mannaro o quell’idiota egoreferito di Sirius. No, quando erano entrati avevano trovato quell’emerito imbecille di Silente, anche noto come colui che avrebbe dovuto vigilare sui loro figli ed invece ora era intento a bere il té in una stupida cucina troppo angusta e troppo piena di cianfrusaglie.

Accanto a lui, non uno ma ben tre ragazzi dai capelli rosso fuoco dei Weasley, sebbene diversissimi tra loro. E, sorpresa ulteriore, l’elegante figura di Fleur Delacour, la campionessa di BeauxBarton. In pratici pantaloni e top bianco aveva fatto fatica a riconoscerla, ma poi i loro sguardi si erano incrociati, e ancora una volta si era rispecchiata in quella ragazza che tutti sembravano considerare solo un bel soprammobile. Beh, non tutti a quanto pareva.

«Signora Malfoy, sgiusto? E’ un piacere riveduerla?» disse, senza che il sorriso le arrivasse agli occhi. Era evidente che la stesse squadrando, chiendosi se poteva fidarsi.

«Esatto, signorina Delacour. La trovo bene, anche se mi chiedo cosa ci faccia qui. E’ con il Signor Weasley, presumo. Interessante», aggiunse per poi rivolgersi al mago seduto al tavolo, come se nulla fosse «Vorrei dire che sono stupita di trovarla a fare merenda mentre i nostri figli sono in pericolo, ma, onestamente, non lo sono più di tanto. Pensavo fosse rinchiuso ad Azkaban per quello che è successo alla ragazzina…e, invece, come al solito è superiore a tutto, persino alla legge»

Il mago la squadrò da dietro le lenti a mezzaluna, quasi con curiosità «Narcissa, che piacevole sorpresa.. Tu ed Andromeda siete le uniche che mi possiate confermare o meno una teoria. Dov’è Lucius?»

«Le hanno detto quello che sta succedendo? Hogwarts è isolata, mio figlio è li dentro e c’è un enorme serpente fatto di maledette anime rapite che ha appena deciso di tuffarsi dentro la scuola. Il che direi che non è un buon segno. Possibile che non le importi assolutamente nulla? Anche i suoi preziosi studenti Grifondoro sono li dentro… eppure se ne sta qui in panciolle» ringhiò facendo volare via la tazza in porcellana bianca e blu con smaltati dei piccoli cardi. Non finì in terra in mille pezzi solo per i riflessi allenati di Charlie, poco accanto a Silente, che istintivamente la recupererò come se si trattasse del boccino d’oro.

«Ehi,stia calma. Io non lo dico alla McGranitt che le ha distrutto il servizio da tè. Pensa che urlare e fare la folle serva a qualcosa?  Anche i nostri fratelli sono li dentro, e a quanto ci ha raccontato Percy le posso assicurare che il suo spocchioso figlio è molto più al sicuro di Harry, o dei nostri fratelli. A quanto pare la Umbridge ha deciso di dimostare al mondo che Sirius è solo un bugiardo e che la colpa della morte di Cedric Diggory è di Harry.» rispose Bill di rimando, fulminando la strega con lo sguardo.

Narcissa si avvicinò ancora, quasi ad arrivare di fronte al ragazzo, che, tuttavia, continuò a guardarla con sfida, senza arretrare minimamente o abbassare lo sguardo.

«Basta. Tuttti e due. Non fatemelo ripetere di nuovo.» ordinò Andromeda sbarrando il passo alla sorella, per poi girarsi ad ammonire Bill. «Vi ricordo che io non ho notizie di mia figlia da mesi, quindi vi consiglio fortenemente di non abusare della mia già esaurita pazienza. Percy, sono fiera di te. Stai facendo la cosa giusta.» aggiunse poi con un sorriso, rivolta verso il ragazzo più giovane, che continuava a guardare in terra.

« Nymphadora sta bene. Cockey non avrebbe mai permesso che le accadesse nulla. Sono certo che lei e Niamh l’abbiano nascosta dentro la scuola da qualche parte, è per questo che non stata mai trovata. Possiamo tornare al serpente, per favore? » rispose unendo le mani a triangolo di fronte a lui, poggiandole sul grande tavolo di legno grezzo che dominava la cucina.

«Perché il mio elfo dovrebbe unirsi ad una strega sconosciuta?» sbuffò Narcissa, ma le sue rimostranze vennero assorbite dal tono addolorato di Remus.

«E quando pensava di dircelo? E’ sempre stata li? Ha lasciato che la credessi morta? Non osare guardarmi con quella faccia Sirius, voglio vedere cosa faresti se fosse successo ad Harry». 

Silente lo guardò a lungo, chinando lievemente la testa «Comprendo il tuo dolore, ma era l’unico modo di tenerla davvero al sicuro. E poi io ero ospite del Ministro, mettermi in contatto con voi avrebbe significato farla arrestare e condannare Niamh e Severus per favoreggiamento. Minerva sarebbe rimasta sola a guardia della scuola. E non potevo permetterlo. E ora, sperando che possiate comprendere le mie azioni, vorrei saperne di più del Serpente che avete visto.»

Andromeda scambiò uno sguardo con la sorella, prima di avvicinarsi nuovamente a Ted che stringeva i pugni al punto che le nocche erano diventate bianche: era evidente che neanche lui, al pari di Remus, aveva gradito il comportamento di Silente. Eppure lui, come lei, ben sapeva quanto il Preside fosse sempre stato il primo ad offrire loro supporto e sostegno. Era stato il primo a credere in lei, mostrandole che non doveva essere solo quello che si aspettavano da una Black. E aveva fatto lo stesso con Nymphadora, spronandola ad accettare ogni parte di sé, persino quelle che considerava sbagliate. E se invece avesse avuto ragione Narcissa?Che Silente avesse sempre avuto ben altro in mente? Un piano più ampio, una visione più generale. Prima di sparire Nymphadora si era fatta sfuggire un accenno ad una conversazione che aveva sentito, senza però scendere nel dettaglio, ma era evidente che riguardasse il Preside.

No, non poteva iniziare a dubitare proprio ora.

«Cosa vuole sapere? C’erano anche loro comunque» chiese, indicando con la testa tanto Remus quanto Sirius, appoggiato allo stipite laccato della porta, scuro in volto. Era evidente che per una volta anche lui condivideva le sue stesse paure.

«Era un serpente?»

Andromeda annuì.

«Composto di falene»

«Cosi sembrava. Anche nell’ambra c’erano delle falene, vero Remus?» continuò.

Silente si grattò la barba, pensieroso. «Avevate già visto un serpente simile, vero?»

«Oh, la pianti. Sa benissimo la risposta: era il serpente di Imbolc. Quello che ogni anno si getta nel fuoco. E sappiamo benissimo anche noi che il fratello della Umbridge si è ucciso proprio ad Imbolc, quest’anno» sbuffò Narcissa, rivolgendosi poi con acrimonia verso la sorella «Ti do altri dieci minuti, dopo di che io tento di entrare da sola. Sono stanca di stare qui a guardare.»

«Per una volta do ragione alla stronza » borbottò Sirius.

«Oh, non credo che sarà necessario. C’è un modo per entrare comunque ad Hogwarts, peccato che dovremmo chiedere il permesso a qualcuno. Oh, quanto è difficile la famiglia a volte, ma voi lo sapete meglio di me» aggiunse serafico, alzandosi. Poi , fermandosi un attimo, rivolse un’ultima domanda a Narcissa «Hai sentito una sensazione di oppressione? Un’aura malvagia?»

Di nuovo le sorelle si scambiarono un’occhiata.

«Ma certo che era un’aura malvagia. E disgustosa, aggiungerei» si esasperò nuovamente Sirius. «Andiamo?»

«Narcissa?» continuò Silente, ignorando lo sguardo offeso del giovane Black,

La strega scosse la testa bionda, impercettibilmente, lottando contro la parte di lei che non voleva rispondere a nessuna domanda di quell’uomo inutile. «No. A dire il vero, no. Anzi…»

«E’ stato molto simile alla cerimonia di Imbolc.»

SIlente si concesse un sorriso. «La perfetta chiusura del cerchio, direi. E, infine, prima di andare.. ancora non mi hai risposto: dov’è Lucius?»

Narcissa si morse il labbro, incapace di trovare una spiegazione plausibile che non sembrasse sciocca persino alle sue orecchie.

 

«Eccomi, Silente. Sono stranamente lusingato di essere nei suoi pensieri.» Lucius aveva sempre avuto un ottimo tempistmo e una particolare predilezione per le entrate ad effetto, pensò Narcissa sorridendo dentro di sé. «A proposito, carino qui. Rustico ma… accogliente»aggiunse l’uomo con un ghigno di scherno mentre lo sguardo si posava sul piccolo ambiente, ricolmo dei cimeli di famiglia del marito degli Urqhuart.

Fingendo distrazione, Narcissa gli si strinse addosso, passandogli una mano sull’avambraccio.. Non si era sbagliata: il marchio nero aveva iniziato a bruciare, poteva sentirlo distintamente sotto la stoffa sottile e morbida della giacca.

Non c’era nessun segno nell’aria, però. Quindi o si trattava di una coincidenza, cosa poco probabile, o chi di dovere aveva già risposto alla sua chiamata.

E credeva di sapere esattamente di sapere chi fosse.

«Dobbiamo parlare» Lucius si era chinato appena per bisbigliarle le parole nell’orecchio, talmente impercettibili da avere il dubbio che le avesse mai dette.

O forse non così tanto, visto lo sguardo che le aveva rivolto Andromeda prima di uscire nella strada deserta.


 

Eccoci qui, quasi alla fine. So che ho detto che questo sarebbe stato il penultimo capitolo, ma è la terza volta che riscrivo l'ultimo e non sono ancora soddisfatta. Quindi metto le mani avanti e dico che potrebbe essere o un capitolo finale molto lungo, oppure dividersi in un capitolo di lungezza media ed un epilogo più corto.

Spero di riuscire a concludere il tutto entro lunedi prossimo, ma potrebbe esserci qualche giorno di ritardo. In ogni caso, prima di fine gennaio il capitolo XXXVI arriverà, in un modo o nell'altro.
Intanto, grazie di essere arrivat3 fin qui!

   
 
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