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Autore: lmpaoli94    23/01/2023    1 recensioni
Un castello maestoso. Una scuola di magia dove alcuni di loro combatteranno per i loro ideali e cercheranno di essere i più forti agli occhi degli altri.
Alcuni di loro cercheranno di trovare l'amore.
Ma trovare il fatidico “E vissero per sempre felici e contenti”, non sarà facile.
Che cosa succederebbe se alcuni dei loro professori potessero togliere di mezzo i loro stessi alunni nel mistero più profondo dove il senso della magia verrà messo a dura prova.
Ci saranno molti protagonisti ma anche tanti antagonisti.
Un unico universo dove il destino verrà sancito grazie ad un diploma.
Chi diventerà il cavaliere della magia tra gli uomini?
E chi sarà tra le donne la principessa della magia?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il momento del natale era un toccasana per gli alunni della scuola di Agrap.
Molti di loro erano in procinto di tornare a casa loro per festeggiare il Natale assieme alle rispettive famiglie che non vedevano da molto tempo.
Ma altri decidevano di rimanere al castello per addobbare quel luogo e renderlo il più felice possibile.
Agrap era molto lontano da quelle case che ormai la solitudine non poteva mai entrare nelle loro menti.
Soprattutto in quella di Elsa che aveva davvero un rapporto molto speciale con il natale.
< Elsa! Elsa! >
Sentendo sua sorella che la chiamava a gran voce, per poco Elsa non fece cadere le numerose palle di natale che stava attaccando da sola nell'immenso albero di natale che era stato allestito nel grande salone del castello.
< Sei ancora qui? Perchè non andiamo un po' fuori? C'è una bellissima neve. Proprio come c'era ad Arendelle. >
Arendelle, il luogo che Anna non aveva mai dimenticato.
La notizia che c'era la possibilità di diventare streghe e di padroneggiare la loro magia, li aveva spinte lontane dalla loro casa che da molti anni mancava di affetto.
Dopo la morte dei loro genitori, Elsa aveva preso le redini di un regno che non era caduto nello sconforto, ma che quell'assenza si faceva sempre più sentire ogni giorno che le due ragazze non vedevano i loro genitori.
Ma la felicità e l'esplosione di sua sorella minore Anna, avevano fatto capire ad Elsa che la vita era breve e che non c'era tempo di vivere nella tristezza più profonda.
E nel sapere che le due ragazze si stavano comportando molto bene nella scuola, avevano spinto il preside Merlino a fargli un regalo che avrebbero sicuramente gradito: ornare il salone grande di spirito natalizio, uno spirito che a molti gettava nella più totale indifferenza.
< Non ti ricordi il colpito che ci ha dato il preside? Dobbiamo ornare questo salone e dobbiamo farlo prima di Natale. >
< Ma a Natale manca ancora una settimana. Non credi che abbiamo tempo per giocare un po' assieme. >
< Anna, quando capirai che non siamo più due bambine? >
< Sinceramente mai. Io non voglio essere dipinta come un adulta. >
< Fai male. Non sei mica Peter Pan. >
< E anche se fosse? Non credo che genererei problemi. >
< Questo lo dici tu. In certi casi dovresti crescere Anna, altrimenti non diventerai mai una brava strega. >
< Guarda che so padroneggiare molto la magia. Vuoi vedere? >
Tirando fuori la bacchetta, Anna tentò di far lievitare alcune palle di natale per metterle sull'albero.
Ma improvvisamente si fece prendere dalla mano, scaraventando alcune di quelle palle addosso a sua sorella che si ergeva su di una scopa.
Cercando di proteggersi, per poco Elsa non cadde di sotto, inveendo contro una sorella alquanto sconsiderata.
< Sei impazzita?! Potevi uccidermi! >

< Scusami, Elsa. Non volevo. >
< Aspettami fuori, va bene? E se avrò voglia di giocare con te, mi farò viva io. Ma adesso lasciami in pace. >
Anna soffriva molto nel vedere sua sorella così adirata e spazientita.
Ancora si ricordava quel momento in cui Elsa usava la sua magia per divertirsi insieme a lei.
Momenti spensierati che per Anna non erano così lontani ma che per Elsa era stato tutto dimenticato.
Anna era una giovane ragazza che viveva nel passato e il suo futuro di magia era un mondo a cui era difficile poter convivere.
Tutto era facile per Elsa che con la magia era riuscita ad essere quella che è: una delle migliori streghe che Agrap aveva da offrire.
Anna non poteva che essere felice per sua sorella, ma tale felicità era data da un distaccamento che non riusciva a ricolmare.
Le due sorelle non stavano più insieme come quando erano bambine e tale divisione non poteva che aumentare nel corso del tempo.
Ma anche se Elsa era tra le più dotate della scuola, l'ombra della sorella poteva pesare come un macigno, senza riuscire più a tornare indietro.

 

 

Mentre Elsa stava cercando di rimediare al piccolo disastro di sua sorella, la visita di Merlino non poteva mancare.
< E' davvero un albero di natale sensazionale > fece il preside con tono fiero di quella giovane ragazza < Non ne ho mai visto uno così bello. >
< La ringrazio, signor preside. Lei è troppo buono. >
Vedendo il piccolo disastro che i suoi occhi guardavano incuriositi, Merlino capì anche che quella giovane ragazza non poteva farcela da sola.
< Elsa, sei sicura che non hai bisogno d'aiuto? >
< No ce la faccio. Davvero. >
< E' un grande lavoro. E tale lavoro non dovrebbe portarti via tutte le energie. Anche se ormai le lezioni sono sospese, dovresti pensare a svagarti un po'... Fuori dal castello c'è una bellissima neve. Mi ricordo che tu la adori molto. >
< Arendelle è immersa dalla neve per quasi sei mesi l'anno. Come non potrei amarla? >
< Bene. Quindi credo che sia meglio che tu ti fermi un po'. Tua sorella ti sta aspettando. >
< Ma lei come sa che mia sorella mi sta aspettando? >
< Non per darmi delle arie giovane paladina della neve, ma riesco a comprendere i sentimenti che affiorano nelle menti di voi studenti. E poi non ho potuto fare altro che fissare tua sorella che voleva spingerti fuori da queste quattro mura. Tu hai bisogno di divertirti, cara Elsa. E non posso che dare ragione a tua sorella. >
Sentendo quelle parole, Elsa fu subito dispiaciuta per come aveva trattato sua sorella.
< Mi pento per avergli risposto male, ma certe volte mia sorella dovrebbe rimanere al suo posto. >
< Ma il suo posto è accanto a te. Per questo non fa altro che assillarti > rispose sorridente Merlino < Tu dovresti essere più accondiscendente nei suoi confronti... So molto bene che dopo la morte dei vostri genitori gli hai fatto da madre, ma per lei tutto quello che fai non è abbastanza. Anche se ti adora più della sua vita, vorrebbe sempre rimanere accanto a te. Cerca di fargli desiderare tutto ciò. Ormai siamo quasi vicino a natale. >
< Lei crede che mia sorella mi perdonerà? >
< Lo farà sicuramente. E ora prendi il tuo mantello. Tua sorella ti sta aspettando. >
Acconsentendo alla richiesta del preside, Elsa capì subito che la sua devozione nei suoi compiti e nella magia, non potevano essere importanti come l'amore di una sorella.
L'unica davvero amorevole a cui gli è rimasta sempre accanto.
E tale amore non poteva essere dimenticato in quel periodo natalizio dove la bontà doveva essere tutto.

 

 

Raggiungendo sua sorella in giardino, non poté che contemplare tutta la sua tristezza dipinta sul suo volto.
< Anna! Sono qui! >
Vedendo sua sorella che si preparava ad una battaglia di palle di neve, Anna non poté fare altro che ritrovare il sorriso.
< Finalmente sei qui! >

< Avanti, vedi di difenderti sorellina. Non sarò così buona con te. >
Dopo aver fatto un muro di neve per difendersi dagli attacchi della sorella, Anna era stata soprassaltata.
< Non ti andrà sempre bene, Elsa. Preparati a ricevere la mia vendetta. >
Me nel mentre le due sorelle erano impegnate a divertirsi come due bambine, qualcosa attirò l'attenzione di Anna.
La giovane ragazza vide un piccolo uomo che stava maneggiando la sua bacchetta sulle rive del lago mentre la neve cominciò a ricadere copiosamente.
< Anna, che succede? > domandò sua sorella.
Ma la ragazza era troppo distratta dal volteggiare di quella bacchetta per rispondere a sua sorella, mentre un buio oscuro stava per avvolgere il cielo circostante.
< Elsa, chi è quell'uomo? >
La ragazza non aveva riconosciuto che l'individuo in questione non era altro che il loro insegnate di difesa contro le arti oscure.
< E' il professor Tremotino. Chissà cosa sta facendo sulla riva del lago. >
Intenzionate a scoprire cosa stava accadendo, i guai erano solo il principio.
Tremotino era un misterioso professore dove non dava confidenza a nessuno e rimaneva riservato.
Considerato uno dei maghi più potenti e meno capiti che la storia poteva adottare, quella forma di oscurità mise in allarme le due sorelle che interruppero subito il mago.
< Professor Tremotino. Professore. >
Sentendosi chiamare, il mago si girò di scatto guardando interdetto le due sorelle.
< E voi che cosa ci fate qui? È freddo e buio. Dovreste essere all'interno del castello o addirittura dalla vostra famiglia. >
< Abbiamo deciso di rimanere qui, professore. Non c'è nessuno che ci aspetta a casa. >
Elsa non aveva mai visto il suo professore così spaventato e nervoso prima d'ora, cosa che la sospettò molto.
< Possiamo fare qualcosa per lei, professore? >
< No. Anzi, gradirei di rimanere da solo. Sto preparando la prossima lezione e gradirei che non mi vedesse nessuno. >
Ma elsa non riusciva a fidarsi delle parole del mago, mettendola di nuovo ancora in allarme.
< Va bene. Io e mia sorella Anna ce ne stavamo giusto andando. >
< Ma Elsa, perchè? >
< Evita di discutere, avanti. E poi sì è fatto inspiegabilmente buio. Torniamo dentro. >
L'intelligenza e l'accortezza di Elsa avevano salvato sua sorella dal misterioso mago dallo sguardo enigmatico e misterioso.
Se fosse stata abbastanza capace di padroneggiare le sue arti magiche, Elsa lo avrebbe sfidato senza problemi.
Ma trattandosi di un professore dalla forza misteriosa e dal suo sapere anche infinita, decise di tornare all0interno del castello per avvertire subito il preside.
Ma Merlino si era proprio smaterializzato di fronte a Tremotino, facendolo sobbalzare dallo spavento.
< Hai visto il preside, Elsa? È un vero portento quel mago! >
< Non per altro è il più potente tra tutti... Meglio però se rientriamo al castello. >
< Aspetta un attimo. Voglio vedere come andrà a finire. >
Elsa non riusciva a comprendere tale curiosità da parte di sua sorella, ma alla fine nemmeno lei poteva tirarsi indietro.
< Sempre in disparte voi professori. >
> A chi ti riferisci, Merlino? >
< Dopo Quasimodo, anche tu decidi di rimanere lontano dalla scuola. E per cosa? Per aumentare e studiare le tue arti magiche. Ma la mia domanda è: per fare cosa. >
< Niente, preside. Stavo solo preparando la prossima lezione. >
< Tremotino, credi che io sia uno stupido? Non pensi davvero che stai evocando le tue arti oscure nascoste? Ma quello che non capisco è: per fare cosa? >
Tremotino non sapeva cosa rispondere e dopo aver interrotto il suo sortilegio, il cielo scuro fece spazio ai tiepidi raggi solari di quel pomeriggio d'inverno.
< Meglio se torno dentro. Non c'è motivo che io rimanga qui. >
Ma Tremotino non aveva ancora risposto alla domanda del preside, facendolo alquanto indispettire.
< Tremotino? >
< Mi dica, Merlino. Posso fare qualcosa per lei? >
< Oltre che rispondere alla mia domanda? Non saprei... C'è magari qualcosa di cui mi devo preoccupare? >
Nel sentire quella domanda, Tremotino si guardò intorno con sguardo truce e allo stesso tempo spaventato.
Sapeva molto bene che non poteva fare niente contro quel mago, talmente potente da conoscere ogni forma di magia.
< No, Preside. Perchè mi domanda questo? >
< Allora vedi di mostrare tutta la lealtà che io ho mostrato nei tuoi confronti. E se avrai continuamente qualche sotterfugio di cui non mi potrai confessare, sappi che io lo saprò. Non vorrei avere delle brutte sorprese, caro Tremotino. Soprattutto in questo periodo di Natale. Dovremmo essere tutti più buoni. Non lo credi anche tu? >
Ma Tremotino continuava a non rispondere, lasciando trapelare tutte le sue preoccupazioni.
Merlino però sapeva bene che il suo passato oscuro non l'avrebbe lasciato in pace per il resto dei suoi giorni.
E se aiutare il male lo avrebbero lasciato in totale libertà, Merlino avrebbe avuto bisogno d'aiuto per fronteggiare un pericolo che non era ancora stato distrutto.
< Certo, preside. Farò il bravo. Come lo sto facendo da quando mi ha assunto come professore di difesa contro le arti oscure. >
< Bene. Mi fa' piacere saperlo. Anche tu rimarrai qui al castello? >
< Sì, preside. Ho ancora molte cose da fare. >
E nel dire ciò, Tremotino non poteva dimenticarsi di una promessa fatta anni fa' al suo mentore.
Una promessa a cui non si poteva tirare indietro.

   
 
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