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Autore: TsukikageShawn    23/01/2023    0 recensioni
Fase 1 - Ambientato dopo la sconfitta di Faker, non tiene contro degli avvenimenti successivi.
Cosa sarebbe successo se Rio si fosse svegliata dal coma come Merag, dimenticandosi la sua vita umana?
Tre anni fa mi sono posta questa domanda, da cui è nata questa fanfiction.
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, per Yuma e Astral sembra ci sia il via libera per recuperare le carte numero restanti. Ma i bariani tramano nell'ombra per ottenere il loro potere, e il destino ha giocato loro un brutto scherzo facendo ritornare Merag dalla parte opposta. Cosa farà l'ex bariana, tornerà alle sue origini o troverà negli umani la sua nuova famiglia? E soprattutto, come affronteranno questa nuova minaccia Yuma e Astral?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il segreto della Luna Rossa'
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- Judgements arc / Arco delle decisioni

Capitolo 44

 

Dopo lo strano malore di Rio, le sue condizioni migliorarono miracolosamente. E anche il suo corpo subì dei cambiamenti, in quei tre giorni di letargo le sue forme si accentuarono, tanto che dovette allargare nei giorni successivi tutti i suoi abiti e comprare nuovi reggiseni. Ma quello che sorprese di più zia Mariko e Ryoga fu che una ciocca dei suoi capelli si schiarì fino a diventare completamente bianca.

Jessica decise di rifare i test sul suo corpo e i risultati furono ancora più stupefacenti. Il suo DNA aveva subito una mutazione inspiegabile, in parole povere la descrisse come una fusione tra le caratteristiche umane e quelle bariane. Più il tempo passava, più la sua persona stava ritornando al suo 'splendore antico', come si auto-definiva Merag quando parlava della se stessa bariana.

Questi nuovi cambiamenti la portarono a dubitare della sua possibile morte da lì a quattro mesi circa, mentre stava passeggiando nel parco con Brumi quella mattina. Inoltre quella visione mistica della sua mentore non riusciva proprio a spiegarsela.

«Buongiorno principessa tra le nuvole» disse una voce alle sue spalle.

Merag saltò dallo spavento, sentendo la voce di Thomas chiamarla da dietro. Si voltò dandogli un abbraccio a sorpresa.

«Mi piace questo tocco glaciale» aggiunse il giovane indicando la ciocca bianca.

«Grazie. Però non so ancora spiegarmelo, si è schiarita da sola.»

«L'ho sempre detto che sei una ragazza ricca di sorprese.»

«Non la smetterai mai di corteggiarmi?»

«Solamente quando il mio fascino ti conquisterà.»

Merag non rispose, non voleva dargli quella soddisfazione. Per molto anni, nessuno l'aveva attratta come Four dal giorno in cui si incontrarono sul tetto dell'ospedale. E dare conferma a quei sentimenti avrebbe significato che aveva fallito il suo obiettivo di non innamorarsi. Sarebbe stato più facile evitare quel che provava, invece di affrontarlo.

«Quei baffi finti non ti donano per niente, sembri un idiota.»

«Grazie, e io stavo per chiederti quanto hai pagato l'intervento di ampliamento del balconcino» rispose Thomas calandosi leggermente gli occhiali da sole per farle l'occhiolino.

Merag non gradì affatto quel messaggio sottinteso, e per vendicarsi fece comparire nei suoi pantaloni un cubetto di ghiaccio. Guardarlo saltellare e smanettare con le mani nei suoi indumenti era uno spettacolo indimenticabile.

Four riuscì a liberarsi da quella sensazione glaciale e ricambiò il gesto, strofinando lentamente il cubetto sulla schiena scoperta di Rio. E la ragazza reagì nel modo in cui si aspettava il giovane.

«Che fresco, perché non ci ho pensato prima?» disse sorridendo.

«Posso farlo tutte le volte che vuoi.»

«Non montarti la testa.»

Dopo un numeroso scambio di punzecchiate, si sedettero ai piedi di un grande ciliegio per ripararsi tra sua ombra. Merag prese dal suo zaino una ciotola che riempì con dell'acqua gelata con i suoi poteri. Brumi vi si fiondò con la testa, bevendo avidamente. Thomas lo osservò attentamente, sospettoso. Da quando aveva scoperto che la sua gatta era una donna aliena, dubitava di qualsiasi animale che incrociava. Rio notò quell'atteggiamento guardingo e gli confermò che il cane fosse realmente un animale innoquo. Il cucciolo fece un paio di giravolte su se stesso poi si stese, poggiando la sua testa sulla gamba della padrona per schiacciare un pisolino. La ragazza passò la sua mano nel pelo morbido, con le stesse movenze con cui aveva coccolato in precedenza Thomas. Quel momento era ancora vivido nella mente del giovane, insieme alla bellissima sensazione che gli avevano trasmesso quelle dita. Senza rendersene conto, si era steso anche lui come Brumi e stava ricevendo lo stesso trattamento.

 

Nel frattempo, nel mondo bariano, la vita trascorreva tranquilla. Le azioni di Vector sulla Terra non passarono inosservate agli occhi attenti di Durbe, che aveva preparato nei minimi dettagli un bel discorso da fargli, una volta che lo avrebbe trovato. Infatti sul pianeta rosso tornò solo Patrishka che, testarda come sempre, non ascoltò quando il padre la rimproverò per la sua complicità in quelle azioni disonorevoli. Un conto era spaventare il gruppo di umani con l'astrale, ma rapendone due avevano superato di gran lunga il limite della decenza. Il Grigio non conosceva i dettagli di quelle gesta, il modo, i complici o il suo seguito. Ma una cosa gli fu certa, doveva trovare un modo per farle capire quanto sbagliate fossero le sue azioni.

Il lato positivo di quel dramma fu che la figlia, ingenuamente, aveva chiesto al custode della biblioteca se i terrestri erano esseri magici. Questo significava che tra quel gruppo che Vector aveva mirato, c'era una persona con dei poteri mistici. Secondo la storia della magia, la Terra fu uno dei pochi pianeti abitato da mistici degli elementi, dotati di una grande conoscenza magica. Non a caso faceva parte della galassia Myra, la conoscenza fiorente secondo il Sistema Arcano. Ma con il tempo, gli umani iniziarono a temere sempre di più le arti arcane, così da ripudiare chi le praticava e sterminare tutti i mistici. Alla fine, nessun terrestre fu più nato della razza mistica verso la fine del periodo Medioevo.

Non solo la Terra subì questo trattamento, ben presto tutti i membri della Myra, compreso il mondo astrale, persero le proprie potenze magiche e conoscenze, chi per proprio volere o per cause esterne, divenendo così la galassia della conoscenza in rovina. Secondo varie dicerie, si tratterebbe di una maledizione scagliata da Spada Rosa, ma anche se fu confermato più volte che l'oracolo avresse predetto solo l'avvenimento, ancora oggi c'è chi crede a questa diceria.

Durbe quel giorno non si trovava nel suo laboratorio segreto, ma nelle sue stanze per riposare. La sua mente, però, continuava a lavorare incessantemente, soprattutto per ignorare il dolore alla sua gamba sinistra. Ma in quel momento nulla riusciva ad impegnarlo al punto di dimenticarlo. Sollevò l'orlo del pantalone, notando che l'infezione si stava diramando velocemente. Una lunga ramificazione nera si avvolgeva costantemente nelle sue carni, stritolando l'intera gamba sottopelle. L'unica cosa che poteva fare era aspettare che si espandesse fino al cuore, solo allora il suo intervento sarebbe stato davvero efficace per estirparla.

«Come va la gamba? Ti ho visto zoppicare l'ultima volta… che cos'è?» domandò Patrishka, entrata nelle stanze del padre senza avvertire.

«Un infezione, tutto qui» disse coprendola.

«Sei ancora arrabbiato con me?»

«No, sono deluso. Ti ho educata diversamente.»

«Beh, forse se avresti trascorso più tempo con tua figlia, invece che con Nash e quella lì…»

«Da un giorno all'altro non mi hai più voluto nella tua vita, cosa dovevo fare? Forzarti? Ti ho sempre detto che la mia porta è aperta per te, ma hai preferito stare dalla parte di Vector e comportarti da ignobile. Va a lamentarti da lui, visto che solo questo sai fare» rispose Durbe pacato.

La bariana, innervosita da quelle parole, uscì dalla stanza sbattendo la porta di cristallo. Non lo sopportava, non sopportava la verità, soprattutto se detta dal padre. Ma al tempo stesso, un grande senso di inquietudine la colpì dritta al cuore. Le infezioni su Barian erano tremende, dolorose e si rigeneravano incessantemente. Solamente se si era in pericolo di vita si poteva intervenire definitivamente, perché smetteva di riprodursi per evitare di uccidere l'ospite e in conseguenza se stessa. E il processo per eliminarla era lento e complicato, con grossi rischi per lo sfortunato. Inoltre le infezioni non erano visibili, a causa della pelle spessa e dura dei bariani, ma nella forma umana si notavano chiaramente.

Corse per i corridori verso la biblioteca, ignorando le indicazioni ordinatele da Vector. Dopo tanto tempo, tornò a mettere il padre al primo posto nelle sue priorità. Si fece dare tutti i libri che trattavano le infezioni, per scoprire quale ceppo avesse afflitto il Grigio e trovare un modo per prendersi cura di lui. Dopo tutto, Durbe l'aveva adottata andando contro a molti, in primis Nash che la voleva scaricare ad un paesano qualunque.

L'imperatore alato avrebbe capito, si diceva. Rallentare il piano di un po' non avrebbe avuto nessuna ripercussione.

 

 

 

 

Capitolo 44 - Patrishka che ragiona da sola per una volta

   
 
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