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Autore: TsukikageShawn    26/01/2023    0 recensioni
Fase 1 - Ambientato dopo la sconfitta di Faker, non tiene contro degli avvenimenti successivi.
Cosa sarebbe successo se Rio si fosse svegliata dal coma come Merag, dimenticandosi la sua vita umana?
Tre anni fa mi sono posta questa domanda, da cui è nata questa fanfiction.
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, per Yuma e Astral sembra ci sia il via libera per recuperare le carte numero restanti. Ma i bariani tramano nell'ombra per ottenere il loro potere, e il destino ha giocato loro un brutto scherzo facendo ritornare Merag dalla parte opposta. Cosa farà l'ex bariana, tornerà alle sue origini o troverà negli umani la sua nuova famiglia? E soprattutto, come affronteranno questa nuova minaccia Yuma e Astral?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Il segreto della Luna Rossa'
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Capitolo 45

 

Assorta nella lettura, Patrishka impiegò un paio di minuti per notare la presenza di Arito e Girag. Non si rese conto che l'intera giornata l'aveva trascorsa con il capo sui libri. Rabbrividì all'immaginane di diventare proprio come suo padre.

«Hai un infezione?» domandò l'imperatore rosso preoccupato.

«No, papà» rispose sospirando.

«Ecco perché sta male.»

«Si è espansa su tutta la gamba, per questo zoppica. Ma sotto ci sta anche altro sicuramente. Questo tipo di infezione è aggressiva, si allarga velocemente, ma non causa tutto il dolore che sta provando.»

«Forse Mizael sa qualcosa, sono più in confidenza» disse Girag speranzoso.

«Ci ho già parlato, sa quanto noi» mentì.

«Allora vediamo cosa possiamo fare per aiutarlo» concluse Arito, prendendo posto accanto alla ragazza.

 

Vector tornò sul pianeta rosso in quel preciso istante, sicuro di trovare Durbe sveglio. Il palazzo reale di notte si privava della vitalità mattutina, quindi diventava il momento perfetto per attuare i propri piani indisturbati. Vagava silenziosamente tra i corridori di cristallo, sussurrando parole poco belle nei confronti degli umani e progettando finti modi per ottenere le carte numero, il richiamo perfetto per un nobile d'animo. Infatti, passando davanti alle sue stanze, lo trovò in piedi appoggiato con la schiena alla porta di cristallo.

«Durbe, che piacere vederti. Come va con la gamba? Spero niente di grave» disse fermandosi a poca distanza.

«Nulla di cui preoccuparsi. Ho saputo delle tue azioni sulla Terra, immagino che sei fiero del tuo operato.»

«Si, gli umani sono davvero interessanti.»

«Che mi dici di Patrishka, qual è il suo ruolo in questa pagliacciata?»

«Sei geloso di me?»

«Voglio solo sapere che intenzioni hai.»

«Eccolo, il prediletto di Nash che mostra le cornicelle. Ti devo forse ricordare cosa è successo a Merag quando il tuo adorato amico è diventato troppo overprottettivo? Che riposi in pace, la poveretta.»

«Ricordati solo che Patrishka è una persona, non una tua proprietà» rispose il Grigio, chiudendosi nelle sue stanze.

Zoppicò fino al suo letto, ripendendo la sua forma umana. Sul morbido materasso dormiva tranquillo Mizael, che qualche ora prima si impuntò per fargli compagnia durante la notte per evitare spiacevoli inconvenienti. Ma il biondo si appisolò subito dopo aver messo piede nelle stanze dell'amante. Appena l'imperatore prese posto al suo fianco, si svegliò di soprassalto, preoccupato.

«Non volevo svegliarti, va tutto bene.»

«Non stavo dormendo.»

«Si, ci credo proprio» rispose ridendo, «non hai bisogno di trovare scuse con me».

«Abitudine... Pensi mai al giorno in cui siamo stati nominati imperatori?»

«Il giorno in cui ci siamo fidanzati.»

«Non ho ancora capito perché quell'idiot… Nash mi ha scelto. Credi che sapesse?»

«Merag ti ha scelto, ci ha scelto tutti. Nash aveva parecchi difetti, ma le voleva bene in fondo e all'inizio la sua opinione era la numero uno. Poi è diventato un idiota. Nessuno sa oltre noi due quello che vi lega.»

«E Patrishka?»

«Domani la troveremo fuori la porta. Il custode della biblioteca mi ha informato che sta facendo delle ricerche per l'infezione. Sono stato troppo duro con lei, è anche colpa mia se si sta allontanando, ma posso ancora rimediare.»

I due amanti si scambiarono effusioni amorose e si addormentarono abbracciati. Trascorrere le notti insieme era rischioso, chiunque li avrebbe potuti vedere.

Le camere degli imperatori si trovavano sul piano più popolato di sera, dato che anche gli inservienti e le guardie avevano lì le proprie stanze. Nash architettò personalmente la struttura del palazzo per rimarcare che gli imperatori dovevano venir considerati al pari dei sudditi, per questo motivo si faceva chiamare leader e non capo dai suoi colleghi. Un leader è colui che agisce insieme al gruppo, invece di comandare dall'alto. Ma qualcosa cambiò di punto in bianco, Nash si allontanò sempre di più dai suoi valori, così tanto che nessuno al palazzo lo riconobbe più come il begnamino del popolo. Ma per evitare di compromettere gli sviluppi positivi in seguito ai Secoli di Terrore, non trapelò nessuna notizia in merito a questo sconvolgimento e, alla scomparsa del leader, il popolo festeggiò ad un grande uomo. Ma si sa, dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna. Durbe ne era fortemente convinto, il suo amico non sarebbe arrivato fin lì senza l'aiuto e il supporto di Merag. Questo pensiero lo accompagnò per tutta la notte e gli diede degli spunti per la sua ricerca. Concentrato com'era sul possibile presente della donna, non si accorse che le sue azioni molto prima della sua scomparsa narravano una storia ben diversa, che solo lui sarebbe stato in grado di leggere.

Il mattino seguente, come previsto, Patrishka si appostò dietro la porta della stanza, questa volta in attesa di ricevere l'autorizzazione ad entrare. Mizael, ben noto all'amante come dormiglione, non si svegliava in alcun modo. Ronfava placidamente sotto le fresche coperte cremisi, intessute con fibre di cristallo per proteggere il corpo dalle alte temperature serali.

«Per quanto vuoi farmi aspettare qui fuori?» domandò Patrishka con una calma non comune al suo temperamento.

«Non sono presentabile» rispose Durbe, squotendo con forza il compagno.

Alla fine il biondo si destò dal sonno come un lampo. Sentendo la voce della ragazza fuori la porta, si mosse lentamente per non fare rumore ed appena il Grigio la fece accomodare all'interno, sgattaiolò in punta di piedi senza essere visto. Si infilò subito nella sua camera accanto, e pigramente si riaddormentò.

 

«Non dovresti essere sempre nella tua vera forma? E perché sei mezzo nudo?» domandò cercando di non guardargli i pettorali, era suo padre dopo tutto.

«Non mi piace, è scomoda. E senza i vestiti vedo l'infezione.»

«Stai peggio di ieri. Ho fatto delle ricerche con Arito e Girag, sono molto preoccupati per te… Anche io.»

Il Grigio stese le gambe sul letto, ormai diventate due ammassi di carne avvolti di nero. L'infezione si espanse su tutto il lato inferiore del corpo e risaliva sempre più aggressiva, provocando forti fitte di dolore.

«Sto bene, non dovete preoccuparvi.»

«Ho pensato molto a quello che mi hai detto ieri. Sei troppo duro con Vector, sta facendo del suo meglio per Barian. Gli astrali sono nostri eterni nemici, non possiamo permettegli di riconquistare terreno e farsi degli alleati!»

«Ma ti senti quando parli? Eterni nemici? Intendi dire che Don Thousand li considerava nemici, non hai idea di cosa ha comportato quella inutile guerra a entrambi i pianeti. Barian si stava autodistruggendo finché Nash non intervenne, potete odiarlo quanto vi pare qui dentro, ma ha fatto molte scelte giuste.»

«Lo vedi? Metti sempre in mezzo quei due! Scusami tanto se non sono come mi volevi, ma ho dei sentimenti anche io e te ne sei fregato da quando Merag ti ha circuito!»

«Sei tu che mi hai respinto, ogni volta che ti parlavo mi cacciavi via in malo modo. Caso mai sono io che mi devo scusare, sono un pessimo padre per aver cresciuto una figlia egoista favorevole alla guerra.»

«È questo che pensi allora? Egocentrico all'ennesima potenza!»

Patrishka corse verso la porta per uscire dalla stanza, ma venne fermata da Durbe che le si parò davanti ad una velocità allucinante, considerata la situazione del suo corpo.

«Spostati!»

«Aspetta, ti prego. Possiamo parlare come due persone civili, senza urla.»

«Ti è mai veramente importato di me? Da bambina eri tutto per me, tutto quello di cui avevo bisogno, sempre gentile e disponibile. Ora non fai altro che rimproverarmi e disapprovare le mie scelte.»

«Sei mia figlia, sei più importante di chiunque altro. Ma non sono infallibile, non so come farti da padre in questo periodo della tua vita. Si è messo tutto insieme, il ruolo da imperatore, la scomparsa di Nash, l'infezione, le mie ricerche, il rimorso di non aver saputo aiutare Merag, la Cerchia dei Mille che si è riforgiata, tenere a bada Vector. Non ce la faccio più, ho bisogno di una tregua, ma se mi faccio da parte non ci sarà più un posto che potrai chiamare casa. Non voglio perdere anche te, sei l'unica rimasta della mia famiglia.»

Il Grigio strinse in un forte ed inaspettato abbraccio Patrishka, che a quelle rivelazioni rimase come pietrificata. Troppo concentrata sulla sua missione con Vector, non si era resa conto di tutto lo stress che pesava sulle spalle del padre. E lei, invece di aiutarlo e supportarlo, non aveva fatto altro che fargli pesare di più il fatto di non poterle dedicare più il tempo di una volta. Per la prima volta vide il suo lato più fragile, vide le lacrime bagnargli il volto.

La ragazza ricambiò la stretta, sentendo una grande leggerezza in corpo. Capì quanto avesse sbagliato e, dopo tanto tempo, ritrovò il suo amore per il padre.

 

 

 

 

Capitolo 45 - Un finale buono ogni tanto fa bene

   
 
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