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Autore: luvsam    23/01/2023    2 recensioni
Per uscire da casa Brannon, John si era appoggiato a Dean lanciando occhiatacce a suo figlio minore e una volta arrivati al pronto soccorso, lo aveva fulminato costringendolo a rimanere da solo in macchina. Sam aveva aspettato il loro ritorno senza mai alzare lo sguardo e non aveva osato proferir parola quando aveva sentito dire a suo fratello che non potevano viaggiare a lungo e che si sarebbero schiantati al primo motel. Quando si erano fermati, aveva riprovato a sotterrare l’ascia di guerra, ma con un gesto stizzito della mano John gli aveva ribadito che non si sbagliava sul suo conto e che non avrebbe mai avuto le palle di un vero cacciatore.
Buffo, quella storia era iniziata proprio perché voleva dimostrargli il contrario…
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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John guardò l’orologio e vide che era arrivato il momento di agire. Tirò un profondo respiro, poi diede un calcio alla porta confidando sul fatto che Dean stesse facendo la stessa cosa sul lato posteriore della casa.
In altre circostanze sarebbero entrati in modo più discreto, ma questa volta non c’era tempo da perdere e dovevano essere un po’ meno invisibili del solito. Dopo un primo colpo per indebolire la resistenza di casa Brannon, ne assestò un secondo e il semaforo scattò sul verde. Si precipitò all'interno, ma represse sul nascere l’istintivo desiderio  di chiamare a gran voce il figlio minore. Non voleva segnalare ulteriormente a qualunque cosa fosse in casa la loro presenza e iniziò ad avanzare verso il salone con i sensi all'erta. Non appena entrò nella stanza, notò immediatamente una serie di oggetti in frantumi sparsi sul pavimento e le fiamme nel camino, che si agitavano furiose. Era evidente che c'era stata un bel po’ di azione e ispezionò con attenzione l'ambiente alla ricerca di tracce di sangue. All'inizio non ne vide nessuna e si sentì sollevato, poi ne notò una piuttosto consistente che viaggiava verso una delle due uscite laterali. Si sentì morire e dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non cedere all’immagine di suo figlio ferito, o qualcosa di molto peggio. Avanzò seguendo quel macabro sentiero dorato con i nervi a fior di pelle e lasciando il salone, si ritrovò in un corridoio ampio e abbellito da quadri enormi alle pareti. La scena gli fece tornare in mente il giorno del Ringraziamento a casa di zia Winnie e la sua mania per i pavimenti sempre puliti.
Da bambino aveva trovato divertenti le pattine e le aveva usate per scivolare in giro a tutta velocità, mentre suo padre le aveva cordialmente odiate e non aveva mai mancato di ripeterlo in macchina a lui e a sua madre all’andata e al ritorno dal Maine.
Che diavolo c’entrava quel bastardo adesso? Doveva concentrarsi su Sam e non su quel figlio di puttana che la sera gli aveva dato la buonanotte e la mattina dopo lo aveva lasciato con montagne di domande.
Cazzo, non era il padre che avrebbe voluto essere per i suoi figli, ma mai e poi mai gli avrebbe fatto una cosa del genere. Non li avrebbe fatti crescere da soli con il fastidioso senso di colpa in un angolo del cervello e soprattutto, fin quando avrebbe avuto fiato, non avrebbe mai permesso a nessuno, vivente e non, di far del male ai suoi ragazzi.  Questo includeva questo fottuto fantasma di casa Brannon, che stava giocando a nascondino con loro e teneva Sammy da qualche parte. Continuò a camminare e dopo qualche ulteriore passo riconobbe Dean, che avanzava di gran carriera.
“Hai seguito il sangue?”
“Sì, partiva dalla porta posteriore, penso che sia dell’amica di Bobby”
“Ha senso, ma non possiamo escludere che potrebbe appartenere a Sammy”
“Non dirlo nemmeno per scherzo”
“Dean, dobbiamo essere preparati a tutto, non sappiamo che cosa quest’essere ha fatto o non ha fatto a tuo fratello”
“Se gli fosse successo qualcosa di grave, lo sentirei”
“Voglio fidarmi del tuo istinto, ma atteniamoci ai fatti. È iniziata nel salone, vieni a vedere”
I due Winchester tornarono indietro e questa volta  il cacciatore più anziano tornò al centro della stanza piazzandosi davanti al camino. Accese l’EMF  e le spie del rilevatore cominciarono a lampeggiare impazzite.
“C’è stato qualcosa qui”
“Pensi che si sia manifestata e che poi abbia fatto questo macello?”
“Probabile, ma questo ancora non ci dice dov’è Sammy”
Fece un giro di 180° su se stesso e tornò ad osservare la stanza in disordine. Da quella visuale un numero consistente di cocci attirò la sua attenzione e ipotizzò che il lancio fosse avvenuto in quella direzione. Si avvicinò al divano e lo giudicò un possibile nascondiglio. Ci girò intorno e sul pavimento riconobbe il portafogli di suo figlio.
“Deve essersi riparato qui dietro e sappiamo che non aveva armi con sé, quindi avrà dovuto improvvisare”
“Con questo?”
Dean si chinò verso il pavimento, poi si tirò su e mostrò l'attizzatoio al padre.
“Ferro, allora non mi fa parlare al vento“
“Ti prego, papà, non ora. Potrai punirlo per tutta la vita quando lo avremo trovato, ma adesso…"
“Hai ragione, scusa”
John si guardò intorno e cercò di immaginare i possibili scenari: se Sam si era rifugiato dietro al divano e poi aveva respinto lo spirito con l’attizzatoio, che cosa aveva provato a fare dopo?
La cosa più logica sarebbe stata cercare una via di fuga, ma non vi era traccia di lui né nella zona della porta anteriore, né in quella del retro.
Aveva  cercato riparo da qualche altra parte prima che il fantasma tornasse alla carica realizzando di essere bloccato fra quelle mura?
Il cacciatore si rese conto di avere una montagna di domande e nessuna risposta e la cosa lo rendeva molto nervoso, così concluse che non avevano scelta: dovevano dividersi.
“Dean, tu prendi il piano superiore, io quello inferiore. Ci rivediamo qui tra cinque e il segnale di pericolo è sempre lo stesso”
“D’accordo”
“Chiunque di noi due lo trova, si mette in sicurezza e chiama l’altro, mi sono spiegato?”
“Forte e chiaro”
“Andiamo”
I due Winchester si divisero scambiandosi con uno sguardo la muta promessa che avrebbero fatto di tutto per riprendersi Sammy e il più giovane si diresse immediatamente verso le scale. Cominciò a salire i gradini con le orecchie tese sperando di intercettare un rumore, un lamento, qualsiasi cosa gli segnalasse la presenza di suo fratello, ma per molti minuti la casa restò in silenzio. Ad un certo punto gli sembrò di aver perso il conto delle porte che aveva aperto e delle stanze che aveva ispezionato, quella casa sembrava dilatarsi ad ogni passo, ma in nessuna di essa vi era traccia di Sam.
Dean cominciò ad avere seriamente paura e la mente gli si riempì di immagini terribili.
Papà gli aveva detto di muoversi in silenzio, ma, se suo fratello era nascosto, o peggio ancora ferito da qualche parte, come avrebbe potuto sapere che lo stavano cercando e farsi sentire?
A volte gli ordini di papà gli sembravano davvero assurdi , ma continuò a camminare con passo felpato e in breve ispezionò la zona che gli era stata assegnata collezionando un gigantesco niente di fatto. Decise così di tornare al piano inferiore e man mano che scendeva i gradini, sentiva il cuore andargli più forte.
Pochi secondi dopo anche John fece capolino e in breve condivisero l'esito fallimentare delle ricerche.
“Che facciamo?”
“La donna è stata chiara, tuo fratello è qui in casa"
“Papà, guarda"
Dean indicò la porta attraversata da Sam poco prima e disse:
“Non l’avevo vista”
“Nemmeno io”
John avanzò deciso e in breve lui e suo figlio maggiore si trovarono davanti alla rampa di scale.
“Potrebbe essere passato di qui? “
“Non ci resta altro che scoprirlo! Mentre io me ne accerto, tu controlla il piano terra”
“Non ti lascio scendere da solo”
“ Uno, non ho bisogno della balia e due, ti ho dato un ordine”
“Lo so, ma ho una brutta sensazione”
“Dean, muoviti”
L’uomo accese la torcia e iniziò a scendere senza voltarsi indietro. Sapeva che suo figlio maggiore era rimasto a fissarlo, ma poi sentì il cigolio delle ante della porta e sorrise: il suo ragazzo non lo aveva deluso neanche questa volta. Arrivò in breve alla fine della scalinata e prima di affacciarsi nelle cucine, rimase nascosto in un angolo per studiare la situazione. Tutto sembrava tranquillo, anche troppo per i suoi gusti e la quiete fu presto interrotta da un tintinnio. Si affacciò e vide oscillare pericolosamente dei forchettoni appesi a dei ganci. Era evidente che non era solo e la cosa era di per sé spaventosa, ma lo divenne ancora di più quando vide partire a razzo uno degli utensili verso una porta. All’inizio non aveva bene messo a fuoco la scena, poi tutto divenne chiaro e urlò forte:
“Duck”
Per puro istinto la figura in lontananza si abbassò e il forchettone, seguito a raffica da alcuni suoi gemelli, si andò a conficcare nel legno.
John smise di respirare per qualche secondo perché , se aveva l’assoluta certezza di chi aveva a pochi metri di distanza, non poteva essere altrettanto sicuro che fosse stato abbastanza veloce da schivare tutti i colpi. Non aveva sentito urla, o lamenti, quindi presumibilmente stava bene, ma non lo vedeva muoversi ed era spaventato come raramente gli era successo in vita sua. Non ebbe che pochi attimi di stand by perché la figura di una donna si materializzò davanti a lui con aria furente.
“Cosa ci fai in casa mia?”
Fece un veloce gesto con la mano destra e il cacciatore si sentì sollevare da terra.
“Nessuno mi porterà via la mia casa”
“Non voglio la tua casa, voglio solo mio figlio”
“Sei il cacciatore? Winchester? Mi aveva detto che sareste venuti a cercarlo e a questo punto immagino che ci sia anche il fratello maggiore. Dov’è il ragazzone? Non vuole partecipare alla festa?”
“Lasciami riprendere mio figlio e ce ne andremo subito”
“Troppo tardi! Ho provato ad allontanare le persone da casa mia con le buone, ma non è servito a nulla, quindi adesso passerò alle cattive. Immagino che nessuno vorrà venire a vivere in un posto dove sono morti…”
“Lascia andare mio padre”
Una manciata di sale investì John in pieno volto e istintivamente chiuse gli occhi prima di piombare sul pavimento. Quando li riaprì, Sara Brannon era sparita e al suo posto c’era Sam, che lo fissava tremando.
Avrebbe voluto urlargli di tutto e chiedergli come cazzo gli fosse passata per la testa un’idea tanto stupida, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu rimettersi in piedi e stringerlo forte.
Dal canto suo il ragazzino rimase prima impietrito, quasi scioccato dalla reazione del padre, poi si lasciò andare e gli avvolse la vita con le braccia. Rimase ancorato a lui versando anche qualche lacrime fino a quando l’uomo non lo staccò con energia da sé e chiese:
“Stai bene, Sammy? Sei ferito?”
Il giovane Winchester scosse la testa e John tornò a respirare regolarmente.
“Sei sicuro?”
“Sì”
“Okay, allora recuperiamo Dean e andiamo via da qui, è proprio incazzata”
“La porta non si apre”
“Usciremo dal piano di sopra”
“Papà, io…”
“Non è il momento, dobbiamo andare”
John afferrò forte la mano di Sam e lo trascinò verso la rampa di scale. I due iniziarono a salire e in breve si ritrovarono nei pressi del salone.
“Dean, l’ho trovato, ci ritiriamo”- urlò.
Il giovane arrivò velocemente e dopo aver valutato al volo lo stato di salute del fratello, chiese:
“Dov’è la stronza?”
“Non è una stronza”
John e Dean si voltarono a guardare Sam e il capofamiglia chiese:
“Stai difendendo un fantasma?”
“Non sto difendendo nessuno, sto solo dicendo che Sara non sta facendo altro che difendere casa sua”
“Cosa sei posseduto?-chiese Dean.
“No, io le ho parlato e non era una persona cattiva. Il marito l’ha uccisa per gelosia, ha ucciso lei e suo figlio, e non è colpa sua se è bloccata qui”
“Sarà stata anche Madre Teresa di Calcutta, ma il trapano è sempre lo stesso: saliamo, bruciamo e bye bye Casper”
“Non se lo merita!”
“Stai parlando di uno spirito, Sam, non di una persona reale. E la tua ghost friend, per la cronaca, ha conciato molto male l’amica di Bobby e non sanno se ce la farà”
“Se le potessi parlare di nuovo, io…”
“Adesso basta, ragazzino, ne hai già combinate abbastanza e ne ho fin sopra i capelli dei tuoi discorsi strampalati! Noi siamo cacciatori e i cacciatori annientano tutto ciò che di soprannaturale striscia su questa terra. Adesso usciamo di qui, porti il culo nell’Impala e poi io e Dean verremo a risolvere questo bel casino”
John afferrò Sam per un braccio e avanzò a grandi falcate verso la porta d’ingresso preceduto da suo figlio maggiore. Erano quasi giunti a destinazione quando una forza enorme attraversò il corridoio e i tre Winchester furono scagliati contro un muro.
   
 
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