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Autore: Dreamer47    24/01/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
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Hunters' legacies
Capitolo 38. 
 
 
Le scene passarono sul telo del proiettore una dopo l'altra, immagini raccapriccianti e orribili passarono davanti ai loro occhi, sentendo le urla di sofferenza delle povere vittime riprese durante i tentativi di fare un esorcismo fuori dal comune di padre Thomson, ed Abby scosse la testa decidendo che per lei fosse troppo per quella sera, scuotendo la testa ed allungandosi sul grande tavolo del bunker per prendere la birra incustodita del maggiore, che rimase a fissare con occhi attenti quel video prestando attenzione ad ogni singolo fotogramma per non perdersi neanche una scena. 
Erano passate due lunghe settimane e mezzo da quando Abby fosse tornata al bunker insieme a Dean, che venne accolta da Sam a braccia aperte, dicendole che fosse sicuro che sarebbe tornata presto perché lei e suo fratello proprio non ce la facevano a stare separati e la ragazza gli aveva risposto con una linguaccia scherzosa, osservando poi le sue spalle più curve e il viso più scavato, notando il leggero pallore delle sue guance che la spinsero a chiedersi se stesse davvero bene. 
In quel lasso di tempo erano accadute davvero una cosa più strana dietro l'altra: come il fatto che Abby si fosse trovata a trascorrere un'intera notte distesa sul letto della sua stanza insieme ad Anael, sfrattando Dean mentre silenziosamente teneva stressa a sé l'angelo fra le sue braccia. Era apparsa all'improvviso quella mattina stessa, dicendo loro che sapesse dell'esistenza di una seconda tavoletta e fecero di tutto pur di trovarla e metterla in salvo dalle grinfie di Crowley, non tenendo però in considerazione che non fossero gli unici ad avere quell'nformazione. 
Quando infatti i tre cacciatori ed Anael riuscirono a trovare la tavoletta, non avevano tenuto conto di Castiel che si presentò nella cripta iniziando a picchiare Dean sotto gli occhi increduli di Abby, che provò a fermarlo ma Castiel era troppo più forte. 
"Devo proteggere la tavoletta da tutto, compreso da voi" erano state le sue ultime parole, prima di fermare a mezz'aria l'ennesimo pugno verso il viso già sanguinante e fertio di Dean, che lo supplicava di fermarlo perché per lui era come un fratello. 
Anael non aveva preso bene la sua scomparsa, rassegnandosi al fatto che Castiel non sarebbe mai riuscito ad essere normale come gli altri angeli, com'era prima, e si era lasciata coccolare dalla sua amica Abby, che silenziosamente la mise a letto nonostante non dormisse e rimase tutta la notte al suo fianco, raccontandole sciocchezze per farla distrarre.
Ma la sua espressione vitrea mentre fissava il nulla era fin troppo chiara, mostrava un forte dolore che le spezzava l'anima e ciò fece male anche ad Abby, che cercò in tutti i modi di tirarle su il morale. Chiuse gli occhi solamente cinque minuti, ma quando li riaprì Anael era già sparita e la ragazza si era alzata di corsa correndo per il bunker e chiamandola a gran voce, facendo svegliare di soprassalto i due ragazzi che dormissero beati alle cinque e ventidue del mattino. 
"Se n'è andata" si limitò a dire Abby guardando i due cacciatori che avevano ancora il segno del cuscino sul viso.
Da quel momento in poi Abby non riuscì più a sentire Anael o comunque lei non si era più presentata quando aveva bisogno di aiuto: come quando Sam affrontò la seconda prova, passando dal Purgatorio per poi fermarsi all'inferno dove avrebbe dovuto salvare un'anima per mandarla in Paradiso. Nonostante fosse un'impresa ardua, il ragazzo riuscì a liberare un'anima meritevole, salvando Bobby da un'eternità di dolore e tortura a cui Crowley lo avesse condannato. 
Sentí la mano del ragazzo sfiorarle la coscia ed intercettare la sua riportandola al presente, mentre gli occhi di Dean rimanevano fissi sullo schermo per non perdersi neanche una mossa di quei filmati che avrebbero spiegato loro come curare un demone per chiudere per sempre le porte dell'inferno, ed Abby ricambiò la stretta con delicatezza, accennando un sorriso. 
Non glielo aveva detto apertamente, ma Abby lo conosceva bene e non aveva bisogno che lui parlasse, ma lei sapeva che per Dean quell'ultima prova fosse fondamentale non solo per sbarazzarsi dei demoni una volta per tutte, ma anche per portare Mary via con sé per sempre; il week end precedente erano di nuovo stati a casa dei genitori adottivi della piccola ed Abby aveva visto il sorriso sul volto di Dean, il modo in cui stringeva Mary e come la guardasse con gioia e felicità anche quando faceva i capricci.
La sorreggeva quando cercava di fare i primi passi, tenendole le manine e sedendosi a terra insieme a lei e tirando giù con sé anche Abby, che rise di gusto insieme a loro, avvicinando la piccola a sé mentre la sentiva gorgogliare qualcosa con tutta l'intenzione di iniziare a parlare.
E fu in quel momento, mentre giocavano seduti sul tappeto di gomma della piccola Mary, che rideva e metteva in bocca tutto ciò che trovasse, che entrambi i ragazzi si sentirono una vera famiglia insieme alla loro piccola. 
Ma poi Abby aveva visto nuovamente la tristezza nello sguardo di Dean, quando la mezzanotte scoccò e, come nelle favole, la magia finí: i Thompson tornarono a casa e i due ragazzi furono costretti ad andare via, fingendo che andasse tutto bene e che quella volta il fatto di dover lasciare Mary non li avesse feriti e che non pensasse più di tanto. Riuscirono a fingere almeno fin quando arrivarono al bunker e dopo aver scambiato due chiacchiere con Sam, si ritirarono nella loro stanza per riposare.
Ma quella notte nessuno dei due chiuse occhio, continuando a pensare agli occhioni di Mary che diventavano sempre più verdi come quelli di Dean mano a mano che crescesse e a come stesse iniziando a muovere i primi passi, o al fatto che da lì a breve avrebbe sicuramente detto la sua prima parola e che loro se lo sarebbero persi. 
Abby quella notte gli aveva dato le spalle, sdraiata sul letto mentre fissava il muro mentre sentiva il dolore dentro il suo petto, ma poi aveva sentito la stretta del ragazzo sulla sua vita e le sue labbra baciarle la spalla sinistra con delicatezza, voltandola verso di lei e trasformando il dolore in desiderio bruciante; sapevano che dopo non sarebbe cambiato nulla e che Mary gli sarebbe mancata in egual modo, eppure il fatto di stringersi di più e di aversi l'un l'altra mentre si scambiavano un bacio che di casto non avesse niente e Dean si metteva sopra di lei li fece sentire un po' meno soli e meno addolorati. 
Sam si schiarí la voce e spense il proiettore, rabbrividendo appena perché non si sentiva proprio bene ma cercando di non darlo a vedere ai due ragazzi, così sospirò e si sforzò di sorridere. "Abbiamo capito come fare, ci serve solamente un demone su cui testare il rituale".
"Calmati Rambo, prima devi riposare e mangiare qualcosa" rispose Dean alzandosi dalla sedia e guardando il fratello con aria preoccupata, sospirando brevemente. 
Ma Sam scosse la testa con la sua testardaggine e disse loro di prepararsi perché avevano un cadavere da dissotterrare per iniziare la terza ed ultima prova; in poche ore si trovarono nello stesso magazzino in cui Abaddon avesse ucciso il loro nonno paterno per salvare il proprio nipote, e Dean iniziò a cucire la testa del demone direttamente sul suo collo, sollevando un sopracciglio e sorridendo orgoglioso quando vide la donna sbattere gli occhi e mostrargli la sua vera natura demoniaca. "Lo sapevo! Ha funzionato, mi devi una birra tesoro!". 
Abby sorrise, ma non riuscì a ridere come lui, osservando quel demone che fosse un po raccapricciante, e quando Abaddon sollevò lo sguardo verso di loro sorrise nella loro direzione; presto i loro sguardi si incrociarono ed Abby rabbrividí appena, perché era come se il demone potesse leggerle dentro con il suo sguardo così penetrante. 
Il demone mosse il collo un paio di volte in tutte le direzioni per stiracchiarsi, sentendo il le osse scricchiolare, e poi iniziò a guardare i tre cacciatori uno dopo l'altro. "Ciao". 
Dean sorrise già vittorioso, avvicinandosi a lei e chinandosi appena per guardarla meglio e parlarle con serenità, usando un tono pacato e rilassato. "Ok, le cose stanno così: consacriamo questo posto, ti curiamo, tu torni ad  essere un'umana e finirai in un manicomio perché non riuscirai a gestire tutto il sangue che hai sulle mani mentre noi ci godremo le spiagge di Miami dove andremo in pensione, dopo che avremo chiuso le porte dell'inferno una volta per tutte e confinato voi demoni bastardi al piano di sotto senza speranza di uscire!". 
Abaddon accennò una smorfia fintamente impressionata, annuendo e stringendo le labbra piegate in un sorriso divertito, fingendosi colpita dal suo discorso, ma dopo qualche secondo rise di gusto scuotendo la testa. "Cosa ti fa pensare che ad un demone del mio livello possa importare di una cura? Non avrà effetto su di me". 
"Oh sappiamo tutto di padre Thomson e dei suoi esperimenti: ti cureremo e tu non potrai far nulla per impedircerlo" sussurrò Sam avanzando ed annuendo sicuro di sé, guardando il demone con sicurezza ed astio. 
Abaddon spostò lo sguardo divertito su di lui, mordendosi un labbro e ridendo di gusto, accettando quella sfida silenziosa per poi tornare a guardare il viso del maggiore che ancora la studiava e la guardava come se fosse la sua unica alternativa ad un'eternità di sofferenza. "Se mi stai così vicino Dean, inizierò a pensare che mi desideri". 
Ma il ragazzo scosse la testa spazientito perché non vedeva l'ora di iniziare quel rituale e finirla una volta per tutte, e si allontanò di qualche passo raggiungendo il fianco del fratello per guardarlo negli occhi brevemente e assicurarsi che fosse davvero pronto per tutto ciò: prima che Sam potesse anche solo iniziare l'opera di consacramento del luogo, il cellulare di Dean iniziò a squillare e subito il maggiore glielo mostrò perché la chiamata proveniva proprio da Crowley. 
Abby fece segno ai due ragazzi di uscire pure a parlare e che sarebbe rimasta lei con Abaddon, a cui non sfuggì l'occhiata di preoccupazione che il maggiore lanciò alla ragazza ed il modo in cui le avesse sfiorato il fianco per poi dirle che avrebbero impiegato solamente pochi minuti e che sarebbe tornato presto. Sorrise di rimando mentre lo guardò allontanarsi ed uscire fuori con Sam  per parlare con il Re dell'inferno, e po si voltò a guardare il demone legato alla sedia, che la guardava con aria soddisfatta. 
Abaddon studiò il suo viso e capí che, nonostante Abby tenesse il suo sguardo sicuro di sé fisso sul suo per dimostrarle che non la tenesse, la donna avesse una grande paura dentro di sé; il demone rise e distolse lo sguardo, guardandosi attorno per il magazzino adocchiando una grande scatola metallica adagiata sul tavolo a fianco a sé, percependo le mani del suo involucro di carne essere contenute proprio lì e che i tre cacciatori le avessero tagliato via per evitare che riuscisse a scappare. "Non temere piccola: ucciderei i due ragazzi a sangue freddo fra atroci sofferenze, ma a te non torcerei mai un capello". 
Abby aggrottò le sopracciglia serrando anche le braccia al petto mentre la guardava con aria divertita, ridendo di gusto e scuotendo la testa. "E perché non dovresti?". 
Tornò a guardarla spostando il suo sguardo velocemente su di lei e aggrottò appena le sopracciglia, mordendosi il labbro inferiore con i denti perfetti, per poi allargare la sua espressione in un grosso sorriso divertito. "Tu, piccola, sei esattamente uguale a lei: hai la stessa espressione, lo stesso aspetto e decisamente la stessa anima. Tu sei lei, Syria". 
Abby divenne appena più seria ed aggrottò le sopracciglia, facendo istintivamente un passo indietro per cercare di sfuggire a quello sguardo penetrante con cui il demone stesse scavando dentro di lei, ma la udì ridere di gusto e mordersi un labbro, scuotendo la testa con un sorriso divertito. "Come sai di Syria?". 
"Come ti ho già detto prima, la vostra cura su di me non avrà effetto perché sono un demone molto vecchio: ero presente quando hai fatto litigare il tuo più grande amore Micheal con il tuo amante, Lucifer". 
Abby non apprezzò particolarmente il suo modo di guardarla come se la conoscesse e il modo saccente in cui rispondesse, così si avvicinò a lei guardandola dritta negli occhi e in quel momento Abaddon capì che la paura che avesse visto in lei non avesse a che fare con la sua stessa incolumità o con quella dei due ragazzi che si fossero allontanati da qualche minuto; Abby non prestò caso al modo in cui la guardò e le sorrise audacemente, con aria del tutto divertita dalle sue parole prendendola in giro. "E scommetto che eravamo migliori amiche, vero?". 
Il demone rise nuovamente e fece spallucce, pensando che non le avrebbe mai creduto se le avesse raccontato la pura verità, e scosse la testa; la porta del magazzino si aprì ed i due cacciatori si avvicinarono a grandi passi verso le due donne che ancora si lanciassero sguardi di fuoco. Il maggiore la richiamò ed Abby impiegò molti secondi prima di voltarsi verso di lui e distogliere lo sguardo da Abaddon. 
"Abbiamo un problema, Abby".
 
 
 
Avevano osservato il corpo senza vita di Sarah Black cadere a terra senza vita senza che loro avessero potuto salvarla, e Sam aveva smesso di cercare qualsiasi oggetto per maledizioni che Crowley avesse nascosto dentro la sua stanza d'hotel per osservare gli occhi scuri della ragazza provare paura: Sam aveva visto in lei la paura di morire, paura di non rivedere più suo marito e sua figlia, non vederla crescere e di mancare per sempre dalla loro vita. 
E Sam non poté farci assolutamente nulla, limitandosi a carezzarle il viso mentre le lacrime gli solcavano gli occhi, pensando che quella vita non avrebbe mai finito di strappargli le persone a cui teneva una dopo l'altra: Sarah non era una persona qualunque per lui. 
Sam e suo fratello l'aveva salvata molti anni prima da una bambina fantasma che aveva l'intenzione di ucciderla, e subito il minore si era sentito attratto da lei. Ma non era solamente una questione fisica, perché Sam aveva visto in lei qualcosa di più: qualcuno con cui passare la sua vita. E quando l'aveva rincontrata e aveva scoperto della vita fantastica che si fosse costruita nel corso della vita, Sam non riuscì a far altro che esserne un po' geloso. 
Era stata la prima donna dopo Jessica di cui gli fosse davvero importato qualcosa, la prima a farlo dubitare sulla sua scelta di mollare l'università e tornare a caccia per il paese con Dean e con suo padre. 
Si ripeteva sempre che salvasse più persone di quante ne avesse perse o fatto soffrire, eppure Sam dovette distogliere lo sguardo da quello ormai senza vita di Sarah; Dean lo afferrò dalle spalle, trascinandolo via di peso dal corpo della ragazza, ed Abby lo aiutò sentendo la rabbia dentro di sé per non essere riusciti a salvarla. 
Ma in quel momento gli si presentò una scelta: piangersi addosso per non esser riusciti a salvare gli innocenti che Crowley stesse uccidendo per avere l'altra metà della tavoletta demoniaca, oppure reagire e contrattaccare in maniera più forte e più aggressiva rispetto al Re. 
Ci misero poco ad elaborare un piano ed a catturare Crowley con l'inganno, legandolo ad una sedia come avessero fatto precedentemente con Abaddon che avesse trovato il modo di scappare una volta che i tre ragazzi si fossero allontanati un attimo per elaborare un piano per fermare il Re; lo portarono in una vecchia chiesa abbandonata poco distanti da dove si trovassero, dove Sam iniziò a somministrargli una dose dopo l'altra del suo stesso sangue purificata tramite il rito della Confessione. 
Dopo tre o quattro ore, cioè quando Sam si trovasse quasi a metà dal portare a termine la sua terza ed ultima prova, Castiel si presentò loro palesandosi alle loro spalle con un tipo battito di ali, chiedendo loro aiuto per portare a termine la sua seconda prova, quella per chiudere le porte anche del Paradiso. Inizialmente i tre ragazzi furono molto dubbiosi, ma poi Dean accettò di seguirlo pregando Abby di rimanere con suo fratello, perché quella rappresentava proprio la rara opportunità che stessero aspettando: tutto ciò che Dean avesse fatto ultimamente ruotava attorno a Mary. Voleva lasciarle un mondo meno pericoloso dove vivere, e chiudere i cancelli dell'inferno e del Paradiso nello stesso momento rappresentava proprio il mezzo per raggiungere tale obiettivo. 
Abby lo lasciò andare dopo avergli dato un veloce bacio di in bocca al lupo e Dean la pregò con lo sguardo di proteggere Sam e di aiutarlo, costi quel che costi. I due ragazzi continuarono con altre tre dosi di sangue, osservando con aria scettica il modo in cui Crowley sembrò lentamente diventare quasi umano ed esternare dei veri sentimenti, pregandoli di portare a termine quella prova per renderlo di nuovo un uomo. 
Proprio quando Sam ed Abby ascoltarono i deliri più assurdi di Crowley che implorasse il loro perdono, i due ragazzi sobbalzarono quando davanti a loro comparve Anael cosparsa di sangue e di ferite su ogni punto del corpo, soprattutto attorno alle testa dove vi fossero dei buchi molto profondi e sanguinanti; Abby l'aiutò ad alzarsi sentendo quanto il suo angelo fosse debole e per la prima volta la vide piangere come una normale donna ferita mortalmente, e ciò la spaventò terribilmente. 
"Anael, che ti è successo? Chi ti ha fatto questo?". 
"La stessa che lo ha fatto anche a Castiel: Naomi" rispose l'angelo con fatica, appoggiandosi alle spalle di Abby che l'aiutò a sedersi sul pavimento legnoso della chiesa, mentre pressava le ferite sullo stomaco e lanciava uno sguardo di dissenso al demone legato alla sedia con delle corde inzuppate di acqua santa. "Mi è entrata nella testa, perché pensava che io fossi in combutta con Castiel: Metatron lo ha convinto ad eseguire delle prove per lui". 
Abby e Sam si scambiarono una rapida occhiata, annuendo perché ne fossero già a conoscenza, ma poi la ragazza sfiorò i capelli dell'angelo per vedere le condizioni delle sue ferite, chiedendosi perché ci mettesse così tanto a guarire. "Si, per chiudere i cancelli del Paradiso e ristabilire l'equilibrio sulla terra: Dean lo sta aiutando proprio ora". 
Anael scosse la testa mentre le lacrime scivolarono sul suo viso, piangendo e stringendo più forte la mano della ragazza per aggrapparsi come se fosse un salvagente; tirò su col naso e tornò a guardarla con aria sconvolta. "Non vuole chiudere i cancelli: Metatron vuole che tutti gli angeli paghino per averlo costretto a lasciare il Paradiso". 
Sam fece un passo avanti tenendosi il braccio che prese a pulsargli come monito di dover portare a termine la sua prova, ma deglutí a fatica e guardò ancora una volta l'angelo ferito davanti a sé. "Paghino come?".
Anael prese un lungo respiro e tirò su con il naso, scuotendo la testa e piegando le labbra all'ingiú con dolore. "Vuole farci cadere. Vuole chiudere il Paradiso con tutti noi angeli fuori e causare la fine per la mia razza". 
 
 
 
"Dobbiamo andarcene da qui, subito!". 
La voce di Dean giunse alle sue orecchie in maniera ovattata riconoscendo che probabilmente si trovasse in un forte stato di shock, e ad Abby sembrò di muoversi in maniera estremamente lenta, come se il tempo attorno a sé scorresse a rallentatore; forse perché si era immaginata di concludere la giornata in una maniera diversa dal solito sangue e sconfitte. 
Forse aveva creduto un po troppo all'idea fin troppo irraggiungibile e romantica di Dean, che aveva sperato fino all'ultimo di poter chiudere l'inferno ed il paradiso una volta per tutte. 
Ma Dean era riapparso nella chiesa urlando a Sam di fermarsi e che sarebbe morto se avesse continuato quelle prove, impedendogli di concludere ciò che avesse iniziato; confermò le parole di Anael, perché Naomi era sincera quando si fosse presentata a lui e Castiel per informarlo che le prove che l'angelo stesse affrontarlo non fossero per spedire tutti gli angeli in Paradiso chiudendogli la porta alle spalle. 
Abby aveva afferrato Anael con forza per portarla via da quella cripta, mentre Dean teneva stretto il suo fratellino che stesse tutt'altro che bene, faticando persino a reggersi in piedi; l'angelo non fece altro che chiedere di Castiel fra le lacrime, chiedendo a Dean se stesse bene e dove fosse finito, ma ebbero solamente il tempo di arrivare fino all'Impala, dove Abby venne trascinata rovinosamente a terra da Anael, che cadde iniziando ad urlare e ad emanare una luce intensa. 
Dean si allarmò non poco quando sentí anche la ragazza urlare, lasciando il fratello e raggiungendola alla svelta, notando il modo in cui Anael avesse accidentalmente ustionato il braccio di Abby, perforando la giacca di pelle ed il maglione che avesse sotto fino a bruciarle la pelle mentre anche Anael stesse brucindo con tutta quella luce. 
Il ragazzo la trascinò via per ripararsi dietro alla fiancata opposta della sua auto dove avesse lasciato anche Sam, proteggendo anche lui da quella luce fin troppo forte di Anael e solo in quel momento i tre ragazzi alzarono il viso al cielo, rendendosi conto solamente in quel momento di ciò che stesse accadendo: videro il buio della notte illuminarsi da migliaia di luci, come se fossero delle meteore accese che brillassero nel cielo, e solo dopo capirono che si trattasse degli angeli che stessero cadendo uno dopo l'altro. 
Metatron aveva dunque riunito gli ingredienti delle sue tre prove ed aveva lanciato l'incantesimo per vendicarsi sul resto degli angeli, osservandoli cadere e riempiendo il suo ego. 
"State bene?". Dean spezzò quel momento, facendo sì che i due ragazzi abbassassero lo sguardo dal cielo brillante fino a lui, controllando che entrambi fossero coscienti. 
Sam annuì debolmente e prendendo a tossire rumorosamente, ma Abby cercò di rialzarsi gemendo forte, sentendo ancora il suo braccio destro ardere come se stesse andando a fuoco, ma cercò di ignorarlo e di rimettersi in piedi reggendosi alla fiancata della sua auto. "Dov'è Anael?".
"Sta ferma, fammi controllare la tua ferita" rispose Dean tenendola giù dalle spalle con forza, sentendola però dimenarsi e spingerlo appena per liberarsi dalla sua prese. 
"Dopo. Dov'è Anael?!". 
Abby si sollevò e Dean non poté far altro che aiutarla ad alzarsi, fino a raggiungere la fiancata opposta ed osservando il solco e la bruciatura che vi fosse sul terreno con aria incredula, cercando subito l'angelo nelle immediate vicinanze; la ragazza si tenne al maggiore, sentendo venir meno le forte e provando una grande paura per la sua amica. "È sparita. Anael è sparita..". 
  
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