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Autore: Justice Gundam    25/01/2023    2 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: Madness Rising

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

 

  

 

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Capitolo 28 – Viaggio sul Bo

 

 

Sulle rive del grande fiume che attraversava la zona occidentale di Tilea, in una fitta foresta soffusa di una strana atmosfera magica, un gruppetto di Abolitori provenienti dalla cittadina di Auridanio stava proseguendo con estrema attenzione, guardandosi attorno e cercando di stare attenti ad ogni cosa che stesse loro attorno. Erano ormai diversi giorni che si trovavano imprigionati in quello strano posto, ed erano convinti di essersi fatti una buona idea di cosa potevano aspettarsi da quell'ambiente strano ed ostile... ma ogni volta che sembrava loro di aver capito come funzionavano le cose, accadeva qualcosa che li smentiva.

 

E in quel momento, l'imprevisto aveva la forma di un piccolo branco di leprilopi - strane creature simili a lepri di dimensioni spropositate, con delle affilate corna da cervo che spuntavano in mezzo alle orecchie. Malgrado il loro aspetto carino, queste bizzarre creature avevano reagito all'avvicinarsi del gruppo con aggressività, e stavano formando un muro di palchi dall'aspetto letale che impediva al gruppetto di proseguire per la loro strada.

"Volete sapere una cosa, ragazzi?" affermò con fare ironico uno degli avventurieri, un mezzelfo armato di arco e frecce con i capelli castani chiari e i vestiti di colore neutro di un boscaiolo. "Ho visto molte cose da quando sono entrato negli Abolitori, ma credo che ci siano poche esperienze più umilianti che essere preso a calci nel sedere da un branco di conigli!"

 

La leprilope più vicina, un esemplare particolarmente robusto e scattante, con una maestosa pelliccia bruna e una viva luce di intelligenza negli occhi, si voltò verso il mezzelfo cacciatore e lanciò un acuto stridio, come per intimargli di andarsene. In risposta, le altre leprilopi si distanziarono appena un po' le une dalle altre, in modo che i loro palchi formassero una barriera attraverso la quale gli intrusi non potessero passare senza ferirsi sulle punte acuminate. Il mezzelfo incoccò una freccia e la scagliò in un punto dove il muro di corna ramificate sembrava un po' meno fitto, mirando alla leprilope più esposta... ma un'altra di quelle strane bestie mosse rapidamente le corna ed intercettò il dardo prima che potesse raggiungere la sua compagna. La freccia, per quanto veloce e precisa, non potè competere con la robustezza di quelle corna affilate e si spezzò come uno stuzzicadenti.

 

"Credo... che queste leprilopi ci stiano... gentilmente dicendo che non possiamo proseguire di qui. E se vuoi la mia opinione, Francesco, faremmo meglio a fare come dicono loro. Non sono sicura che possiamo affrontare così tante di queste creature..." commentò una ragazza del gruppo - anche lei una mezzelfa, aveva i capelli castani un po' più scuri dell'altro, e il suo volto, sicuramente grazioso ed attraente, era parzialmente celato da una maschera attorno alla parte inferiore del volto.

"Tch! Questa poi... si è mai visto un glorioso guerriero del clan Crodaferro ritirarsi di fronte ad un branco di arrosti ambulanti?" si lamentò un nano dai capelli rossi pettinati in una cresta, con una lunga barba dello stesso colore e diversi tatuaggi sul volto e sulle braccia muscolose. Ciò nonostante iniziò a ritirarsi assieme al resto del gruppo, tenendosi sulle retrovie e brandendo la sua arma - una strana arma  con una testa d'ascia e una punta di lancia alle estremità opposte di un lungo manico.

 

Una giovane donna dai capelli rossi ed arricciati si voltò per tenere d'occhio le leprilopi, e vide con allarme che quegli strani esseri, incoraggiati dalla ritirata degli "intrusi", stavano cominciando ad avanzare. Temendo che potessero farsi ancora più audaci e lanciarsi alla carica, Esmerelda si fece avanti e lanciò un incantesimo che servisse a distrarli.

 

"Divina Ehlonna, madre della natura, la tua umile figlia ti chiede aiuto per sfuggire al pericolo." disse la ragazza, poi mosse un braccio davanti a sè. "INTRALCIARE!"

Prima che i leprilopi potessero lanciarsi all'attacco, un cumulo di liane, erbacce ed altre piante si sollevò di colpo davanti a loro e cominciò ad avvinghiarsi attorno ai loro corpi e alle loro corna. Il leprilope più grosso emise un acuto stridio di rabbia quando una liana ricoperta di foglie e fiori gli agguantò le corna e cercò di trascinarlo a terra, e gli altri mostri simili a lepri si ritrovarono avvinghiati da ogni direzione dalla vegetazione che cresceva in maniera incontrollata. Alcuni di loro cominciarono a rosicchiare le liane e l'erba, ma la vegetazione cresceva molto più velocemente di quanto loro fossero in grado di mangiare.

 

"Ottima idea, giovane Esmerelda." disse un uomo di mezza età vestito di abiti di colore neutro. "Ma questo incantesimo non li tratterrà per sempre. Dobbiamo andarcene ora e tornare al campo base."

"Sono d'accordo." affermò la ragazza mezzelfa con la maschera sul volto. "Se non ce la filiamo adesso, rischiamo di trovarci di fronte qualcosa di ben peggio."

"Per la miseria... scappare è diventato un po' una nostra specialità, di recente." si lamentò Francesco.

 

Esmerelda sospirò e si guardò indietro, in modo da verificare che i leprilopi fossero ancora impegnati a liberarsi dalle liane. "Me ne rendo conto, Francesco. Ma quando siamo in un posto come questo, sapere quanto tagliare la corda può fare la differenza tra la vita e la morte!" affermò. Per fortuna, l'incantesimo Intralciare si stava rivelando abbastanza per trattenere le aggressive lepri-cervo, e il gruppo riuscì a seminarle senza ulteriori problemi, destreggiandosi fra gli alberi sempreverdi e la fitta vegetazione di quella foresta dall'aspetto fatato.

Una volta sicuri di essere al sicuro, il quintetto di Abolitori esordienti si fermò a prendere fiato, e l'uomo più anziano si guardò attorno per orientarsi meglio. "Huff... okay, adesso dovremmo essere... beh, non troppo lontani dal nostro campo base." affermò, per poi inginocchiarsi a terra, sul tappeto di foglie cadute, e disegnare alcuni cerchi mistici su di esso con dei lenti e precisi movimenti delle mani. Il resto del gruppo si piazzò attorno a lui e si mise in guardia, in modo da proteggerlo mentre continuava il suo rituale.

"Messer Baldo, com'è la situazione? Dove ci troviamo in questo momento?" chiese la mezzelfa mascherata.

"E soprattutto... ci sono altre di quelle strane bestie, qui attorno?" chiese il nano dai capelli a cresta, la sua arma sollevata davanti al viso, pronto a scattare non appena ci fosse stato un pericolo.

 

"Che gli Spiriti Primevi mi ascoltino. Che il Serpente del Mondo mostri la via, e ci protegga dai nemici del mondo." intonò l'uomo, le cui mani si erano illuminate di una tenue aura verde chiaro mentre disegnava simboli mistici in aria. Per qualche secondo, un pentacolo di luce verdina apparve sotto di lui e si mosse al ritmo delle movenze magiche dell'uomo. Dopo alcuni istanti, il pentacolo cominciò a rimpicciolire, e infine si dissolse del tutto, la luce magica che lo componeva riassorbita nel corpo dell'elementalista.

Baldo tirò un sospiro di sollievo e si rialzò sgranchendosi la schiena. I suoi compagni più giovani si voltarono immediatamente verso di lui, sperando in qualche buona notizia.

 

"Allora, messer Baldo? Siete... riuscito a scoprire qualcosa di più?" chiese la mezzelfa, tenendosi vicina a Francesco.

Baldo si voltò verso i suoi compagni più giovani e fece un cenno con la testa. "Sì... qui ci troviamo in una regione di Tilea in cui i confini planari con il Feywild diventano più labili, e questo fa sì che i misteriosi influssi della dimensione degli esseri fatati si sentano di più." spiegò. "Per qualche motivo, ho l'impressione che ci sia qualcuno che vuole che noi restiamo qui, e ci sta impedendodi proseguire verso Miragliano."

 

"Maledizione! Bel momento per farci trattenere qui da qualche fata con dei grilli per la testa!" imprecò la ragazza mezzelfa.

Esmerelda decise di sdrammatizzare un po'. "Già... magari dei grilli parlanti, perchè no?" affermò. Il gruppo ci rise su, poi la ragazza dai capelli rossi si schiarì la voce e proseguì. "E... non sappiamo ancora come fare per uscire da qui? E' ormai quasi una settimana che siamo costretti a restare in questo posto..."

 

Baldo scosse la testa. "Purtroppo, i confini planari sono molto sottili in questo luogo, e questo interferisce con i miei poteri." rispose l'uomo. "Al momento, la nostra migliore possibilità è tornare al campo base, riorganizzarci e poi cercare di capire, in base alle informazioni che abbiamo, da che parte potrebbe trovarsi l'uscita."

 

"Spero che usciremo presto di qui, ragazzi... non mi piacciono questi strani boschi fatati." affermò il nano dai capelli a cresta. "Ho sempre l'impressione che qualche bestiaccia salti fuori all'improvviso e faccia di me uno spuntino."

La mezzelfa si tolse la maschera dal viso, rivelando una bocca sorridente dalle labbra sottili. "Ma come? Il valoroso guerriero Hormond Crodaferro si fa spaventare da qualche creaturina fatata?" lo prese in giro amichevolmente.

Il nano alzò gli occhi al cielo. "Vorrei vedere te al mio posto, Agnese! Per quanto ne sono, questi folletti potrebbero usare la loro magia per farmi venire le orecchie da asino o farmi cascare l'uccello soltanto perchè non mi sono inchinato comesi deve oppure ho calpestato qualche fiorellino senza accorgermene." rispose prontamente.

 

Il resto del gruppo ci rise su, ma sapevano che era un'esagerazione soltanto in parte: in effetti era vero che i folletti avevano un modo di pensare molto diverso da quello della stragrande maggioranza delle creature mortali, e quello che gli umani e i semiumani davano per assodato era per loro una novità. E viceversa. E soprattutto, la maggior parte dei folletti interagivano con le creature del mondo dei mortali senza pensare alle conseguenze delle loro azioni. Anche quelli che non erano malvagi o maliziosi potevano diventare molto pericolosi se non venivano avvicinati nella maniera giusta.

 

E in quel momento, il gruppo si trovava da quasi una settimana in quella foresta infestata di creature del Feywild...

 

Esmerelda si guardò attorno, e tenne la mano destra vicina all'elsa della spada che teneva rinfoderata al suo fianco sinistro. Era un'arma di buona fattura, con una lama fatta di ferro battuto a freddo, una delle poche armi in grado di spaventare le creature fatate. Con un sospiro, si accinse a tornare al campo base assieme ai suoi compagni.

"Che fregatura... pensare che tutto quello che dovevamo fare era arrivare a Miragliano e aspettare lì il resto degli Abolitori." disse tra sè. Alzò le spalle, come per dire che non c'era niente da fare, e rivolse una breve preghiera alla sua divinità protettrice. "Gentile Ehlonna, Madre della Natura... proteggi i tuoi figli in questo luogo in cui più che altrove si sente la tua forza e il tuo potere."

 

Per un attimo, il vento fatato che soffiava tra gli alberi si fece più intenso, comese la dea della natura avesse sentito la preghiera della sua chierica e cercasse in qualche modo di rassicurarla. Dopo essersi data un'altra occhiata attorno, Esmerelda fece un cenno con la testa, e cercò di concentrarsi sulla missione che aveva ancora davanti. In quel momento, la priorità era capire come uscire da quella foresta incantata che sembrava decisa a non lasciarli andare...

 

 

oooooooooo

 

 

Due giorni dopo...

 

Dario non potè trattenere la sua sorpresa quando vide l'imbarcazione ancorata al porto fluviale al quale lui e i suoi compagni erano riuniti. Il giorno prima, i ragazzi avevano ricevuto da Manuèl il loro nuovo obiettivo - ritrovare un gruppo di Abolitori di cui si erano perdute le tracce, e raggiungere Miragliano. Sembrava una missione abbastanza semplice, almeno per come era stata loro descritta... ma il giovane era abbastanza esperto da sapere che c'era sempre qualche complicazione in casi come questo.

 

Quella mattina, quando il sole non aveva ancora cominciato a farsi vedere all'orizzonte, lo sceriffo Urister aveva provveduto a svegliarli e aveva detto loro che era il momento di partire. Lui, Cristina e Manuèl avevano descritto ancora una volta la loro missione, per essere sicuri che tutti avessero capito, e poi li avevano condotti ad un pontile dall'aspetto usurato, al quale era ancorata una barca fluviale non troppo dissimile da quella che aveva preso per raggiungere Grisborgo.

 

"Pensare che immaginavo di fare qualche ricerca e poi di andarmene da quella città per conto mio. Incontrare Pandora e gli altri è stato davvero un imprevisto... ma non posso certo lamentarmene. Anche con tutte le complicazioni che ci sono state, sono contento di aver conosciuto i miei compagni. E poi, chi può dirlo... magari, quando arriviamo a Miragliano, potrò cercare meglio le informazioni che cerco." pensò il ragazzo biondo tra sè. "E' una grande città, ci saranno migliori possibilità di trovare quello che cerco."

 

"Una volta che avremo trovato questi nostri compagni Abolitori... andremo a Miragliano, la più grande città della regione di Bramoldia." pensò tra sè Pandora, tenendo in braccio Sotero e riavviandosi i capelli con un gesto della mano. "Cavolo devo ammettere che sono eccitata. Antenoria è stata la più grande città che io abbia visto in vita mia, ma Miragliano è ancora più grande e misteriosa. Non credevo che io, Nisa e Gunter saremmo arrivati così lontani... e se è per questo, non credevo neanche che saremmo finiti a far parte di un'organizzazione segreta che si occupa di tenere sotto controllo le influenze soprannaturali a Tilea. Cosa ci aspetterà in questo viaggio... non riesco neanche ad immaginarlo."

 

Da parte sua, Maria non si sentiva altrettanto ottimista. L'idea di andare a Miragliano non le dispiaceva, di per sè... ma trovarsi così vicina ad una grande città la inquietava un po'. Grisborgo era abbastanza piccola ed appartata da non darle preoccupazioni... ma in un posto come Miragliano, c'erano maggiori possibilità che qualcuno la riconoscesse. Se non altro, riflettè tra sè, c'erano un po' meno possibilità di attirare l'attenzione facendo parte di un gruppo di avventurieri. Meno possibilità che qualcuno facesse caso a lei.

"Maria? Tutto ok?" chiese Iaco, con quella sua vocetta aspra e vivace al tempo stesso. "Tu mi sei sembrata un po' strana... da quando Manuèl ha detto che noi andare a Miragliano."

 

Come sempre, Iaco non mancava di risollevarle un po' il morale. A volte Maria si chiedeva se era stata lei a salvare il piccolo coboldo... o lui a salvare lei. "Va tutto bene, Iaco. Devo solo... prepararmi a questo viaggio. Non abbiamo idea di cosa ci aspetti... magari qualche altra di quelle mostruosità abissali, o qualcuno di quei cosi pieni di catene."

Iaco rabbrividì al pensiero. In effetti, non poteva dire di essersi ancora ripreso del tutto dalla sensazone di orrore ed impotenza che aveva provato davanti all'Ostiario Vulnera e ai suoi kyton evangelisti... "Iaco spera che no, niente più mostri con le catene..." affermò, parlando un Tileano decisamente più fluente rispetto a pochi giorni prima. "Comunque... stavolta Iaco è pronto e sa come affrontare kyton... velstrac... o come si chiamano!"

 

"Spero anch'io che non si vedranno altri di quei cosi... non riesco più a guarrdare un insetto senza che mi tornino in mente quei dannati kli... qli... insomma, quei cosi con troppe zampe e troppe membra!" rispose Matilde, un po' frustrata dal fatto che non riusciva a ricordare quei nomi. Erano un po' troppo difficili, e sentiva che nel suo cervello c'era posto soltanto per un certo quantitativo di nuove informazioni alla volta.

"Beh, meglio discuterne dopo." rispose Gunter, indicando con lo sguardo Urister che siera fermato accanto al pontile dissestato, lo sgardo fisso verso l'imbarcazione, il cui equipaggio era composto da individui di varie razze: il nano aveva riconosciuto un paio di suoi simili, due umani, un elfo... e addirittura un minotauro ed un orco! "Adesso... è meglio ascoltare quello che il signor Urister ha in serbo per noi."

Matilde e Bastiano annuirono prontamente, e Nisa fece loro un affettuoso cenno di assenso. L'elfa druida aveva portato con sè il suo compagno animale, il canguro che avevano salvato dai bracconieri ad Antenoria, e adesso il bizzarro animale restava in piedi accanto alla sua compagna umana, e sembrava voler ascoltare con altrettanta attenzione.

 

"Molto bene..." esordì il veterano halfling. "La vostra destinazione è Miragliano, e per raggiungerla vi muoverete verso sud, risalendo il fiume Bo. Non preoccupatevi, i nostri uomini sanno dove andare per evitare le correnti più forti. Passerete oltre Miragliano, e raggiungerete il luogo dove il gruppo di Auridanio è stato visto per l'ultima volta. Da quel momento, avrete a disposizione due settimane per confermare la loro sorte. Abbiamo già contattato una nostra alleata, Lady Eudora, e le abbiamo spiegato la situazione. Lei stessa si è messa alla ricerca dei nostri compagni, e vi potrà aiutare in questo senso... ma se non riuscirete a scoprire che fine hanno fatto entro quel tempo limite, riprenderete la vostra missione e tornerete indietro verso Miragliano."

Fece una pausa e diede un'occhiata al gruppo per verificare che non ci fossero espressioni dubbiose o rammaricate. Non vedendone nessuna, annuì soddisfatto e proseguì. "Lì, dovrete contattare i nostri rappresentanti - Padre Ezechiele e Sorella Shera, due importanti chierici di Heironeous, facenti parte dell'Ordine di Topazio."

 

"L'Ordine di Topazio?" fece eco Nisa. "Sì, ne ho sentito parlare. Si tratta di un ordine di cavalieri, inquisitori e sacerdoti devoti ad Heironeous, il cui scopo è proteggere il mondo materiale dalle influenze delle aberrazioni.”

 

“Precisamente.” Rispose Urister. “È stato anche grazie a loro se gli Abolitori si sono diffusi un po' ovunque a Tilea. O meglio, quasi ovunque. Fino ad adesso, non siamo mai riusciti a stabilire una presenza permanente a Miragliano. Questo anche a causa del governatore di quella città, il famigerato barone Guglielmo Altamura.”

 

Un altro nome che molti di loro avevano già sentito prima. Il governatore di Miragliano, tale Guglielmo Altamura, era un uomo dalla fama sinistra, colpevole di numerosi rapimenti e di una spietata repressione contro coloro che si opponevano al suo governo oppressivo. Tra l'altro, il suo nome era tra quelli di coloro che gli Abolitori avevano scoperto essere sul libro paga dei Malformatori. Certo non poteva essere una coincidenza…

 

“Il nostro scopo secondario, dopo che avrete scoperto cosa è successo alla squadra di Auridanio, sarà di cercare per l'appunto si stabilire una sede permanente della nostra organizzazione a Miragliano, nei limiti delle vostre possibilità.” Affermò l'halfling. “Certamente, troverete dei nostri alleati che vi daranno una mano in questo compito… ma vi sarebbe senza dubbio molto più utile se riusciste a rivelare le losche alleanze del barone Altamura e renderle pubbliche. Questo permetterebbe a delle autorità più legittime di rimuoverlo dalla sua posizione, e di svolgere il vostro compito più facilmente.”

"Immagino che non sarà un'impresa da poco... ma se si tratta di mettere i bastoni tra le ruote a qualche signorotto prepotente, potete contare su di me." rispose Dario alzando le spalle. "Ci sono altre cose che dovremmo tenere a mente?"

 

Urister annuì lentamente. "Ecco... in effetti sì, c'è un elemento molto importante che dovete tenere a mente. E che credo potrebbe essere più pericoloso di qualsiasi insidia vi attenda a Miragliano." rispose. "Il luogo in cui il gruppo di Auridanio è scomparso... sembra che lì, i confini planari con il Feywild, ovvero la dimensione delle creature fatate, siano più labili, e che sia popolato da una quantità considerevole di creature di questo tipo. Purtroppo non posso essere sicuro che sia così, vista la mancanza di informazioni... ma è meglio assumere sempre il caso peggiore, in situazioni del genere. State molto attenti. Credo che sappiate anche voi che non è facile avvicinare le creature fatate."

 

Iaco disse di sì con la testa, senza nascondere la sua preoccupazione. Se davvero quegli Abolitori erano perduti in un luogo infestato dai folletti, allora cercarli e liberarli avrebbe potuto diventare una vera impresa. Nessuno poteva sapere come i folletti avrebbero reagito alle loro azioni...

"Va bene. Faremo tutto il possibile per ritrovare il gruppo disperso." rispose Maria, guardando poi  il resto del gruppo. Nessuno di loro dava l'impressione di avere dubbi o esitazioni, anche se Sebastiano dava l'impressione di essere un po' meno entusiasta rispetto agli altri. Beh, non era necessariamente una cosa sbagliata, decise la giovane donna. Magari non era sullo stesso piano suo e dei suoi compagni in quanto a convinzioni, ma questo non voleva dire che non potevano andare d'accordo e collaborare. In fondo, lo avevano fatto fino a quel momento.

 

Urister fece un cenno di assenso e sorrise leggermente. "D'accordo, ragazzi. Se è così, allora non credo di avere nient'altro da dire. Tra l'equipaggiamento che ho fatto caricare troverete anche delle armi in ferro battuto a freddo. Se doveste incappare in qualche creatura fatata animata da cattive intenzioni, ricordatevi che quelle armi sono particolarmente efficaci contro di loro. Comunque, spero che non avrete bisogno di utilizzarle. Ancora una volta... vi auguro in bocca al lupo, e spero che farete buon viaggio." affermò.

 

Bastiano si stiracchiò e si sgranchì le spalle. "Okay... una missione di salvataggio in un luogo che potrebbe essere infestato di folletti, eh? Rispetto a quel covo di kyton che abbiamo visto, mi sembra abbastanza tranquillo." rispose. "Va bene. In quanto tempo dovremmo arrivare sul posto?"

Urister ci pensò su per un attimo. "Beh... direi quattro o cinque giorni... massimo una settimana, se la corrente vi è contraria." rispose l'halfling. "Sfruttate al meglio il tempo che avete per prepararvi... e mi raccomando, cercate di fare amicizia con il resto dell'equipaggio! Sono sicuro che li troverete di buona compagnia! Detto questo... ancora buona fortuna, e state attenti ad ogni passo che fate."

 

Pandora e Sotero annuirono e si guardarono in segno di intesa. A quanto pareva, la loro prossima avventura sarebbe stata... alquanto inusuale.

 

"Va bene. Allora, se non c'è altro da dire..." disse Gunter, per poi occhieggiare la barca con un po' di esitazione. "Avviamoci pure. Prima arriviamo in questa selva fatata e poi a Miragliano, prima sbrighiamo questa faccenda."

Nisa fece una risatina a bocca chiusa e guardò verso il suo compagno animale, che scosse la testa e sbattè le orecchie, come se fosse d'accordo con la ragazza. "Che ne dici, Canga? Io ho come l'impressione che al nostro Gunter non piacciano granchè le barche!"

 

Lo strano marsupiale mosse la testa su e giù, come se volesse dire di sì, e Gunter alzò gli occhi al cielo, pregando silenziosamente Moradin - la divinità principale del pantheon dei nani - di dargli la pazienza di sopportare certe elfe sventate...

 

"Hai chiamato il tuo canguro... Canga?" chiese Pandora. "Beh, che dire... Originale, non c'è che dire." 

 

 

oooooooooo

 

Pochi minuti dopo, il gruppo era salito sulla nave, che poi aveva levato gli ormeggi e si era avviata verso la sua destinazione. Ognuno dei ragazzi si era adoperato per fare la sua parte e aiutare il resto della ciurma durante il viaggio, affiancandoli durante i lavori, remando assieme a loro o facendo qualche altro lavoro.

 

Dario si era offerto volontario per la posizione di cuoco, mentre Pandora si occupava di usare la sua magia per fare riparazioni e dare una mano con la navigazione. Iaco e Nisa facevano da vedetta, il primo di notte e la seconda di giorno... mentre Maria e Gunter si erano incaricati di fare dei lavori più pesanti, e Sebastiano teneva d'occhio la traiettoria e faceva in modo che i navigatori sapessero sempre in che posizione si trovasse la nave e a quanta distanza fosse dal suo obiettivo. Anche i piccoli Matilde e Bastiano stavano facendo la loro parte, facendo dei lavoretti che non richiedevano particolari sforzi, anche se Matilde di tanto in tanto insisteva che avrebbe voluto fare qualcosa di più serio. Bastiano, da parte sua, aveva messo i suoi poteri curativi al servizio dell'equipaggio.

Per qualche giorno, il gruppo aveva viaggiato senza eccessivi problemi... ma quel mattino, non appena i primi raggi di sole si erano fatti vedere, l'equipaggio si era accorto che c'era qualcosa di diverso dal solito. Il panorama che li circondava era cambiato... la vegetazione sembrava più rigogliosa, le fronde degli alberi più folte, la corrente del fiume più veloce...

 

E fu proprio di fronte a questo spettacolo inusuale che si trovarono Dario, Pandora e i loro compagni. La giovanissima fattucchiera era stata la prima a rendersi conto che c'era qualcosa di strano... e il suo famiglio stava tenendo la testa alta, le orecchie dritte e le vibrisse puntate in avanti, sentendo una strana energia che aleggiava nell'aria.

 

"Va tutto bene, Sotero?" stava chiedendo in quel momento Pandora, in piedi vicino alla prua dell'imbarcazione, circondata da alcuni membri dell'equipaggio. La sua espressione era tesa e concentrata - anche se non aveva gli stessi sensi magici del suo famiglio, era anche lei abbastanza percettiva da sentire l'aura fatata che permeava quel luogo. Certo, non assomigliava a nulla che lei avesse mai sentito prima di allora. Non aveva un sentore oppressivo, come forse ci si sarebbe potuti aspettare da un'aura magica... piuttosto, la ragazzina si sentiva come se si fosse trovata all'improvviso in un'immensa foresta nella quale non si era mai vista traccia di civiltà. Sentiva il profumo dei fiori e della resina nelle narici, e l'aria fresca che soffiava tutt'attorno a lei...

 

"Lo senti anche tu, Pandora, miao?" chiese il gatto nero. Tutto quello che la sua padroncina percepiva, lui lo sentiva con ancora maggiore intensità. E per lui non era certo un problema percepire quelle peculiari energie che aleggiavano tutt'attorno.

"Che sta succedendo, Pandora?" chiese Maria arriando in quel momento. Il piccolo Iaco e i due bambini erano dietro di lei, e il coboldo stava annusando l'aria attorno a lui, come se cercasse un odore in particolare... ma si rese subito conto che la traccia che stava cercando era qualcosa di metafisico, che non poteva essere individuato con i sensi fisici. "Cos'è questo posto in cui ci troviamo?"

 

"Sembra quasi di essere in un altro mondo..." disse la piccola Matilde, la cui attenzione venne attirata da uno strano albero dal tronco nodoso con i rami stranamente bassi e delle foglie larghe e piatte, ricoperte di una strana rugiada luccicante. La bambina allungò una mano per toccare la foglia gigantesca... e la ritirò subito dopo con un verso di disgusto, ritrovandosela imbattata di una resina semitrasparente e luccicante! "Ah! Cazzo, e questo cos'è?"

 

"Non ne ho idea, Mati..." disse Bastiano, guardando la sua amica per assicurarsi che quella sostanza non fosse tossica o comunque non avesse qualche effetto dannoso su di lei. Quando la vide scrollarsi quella roba appiccicosa dalla mano come niente fosse, il piccolo oracolo si sentì sollevato e si concentrò di nuovo su ciò che circondava l'imbarcazione. Decisamente, non assomigliava a niente che avesse percepito prima d'allora... Evidentemente, era questo che si sentiva quando ci si trovava nel bel mezzo di un luogo in cui era così forte l'influenza del Feywild...

 

"Ma se quello che abbiamo sentito è giusto, adesso dovremmo essere nel luogo in cui è scomparsa la squadra di Abolitori di Auridanio." continuò Bastiano. I suoi sensi soprannaturali percepirono una forte concentrazione di magia in un punto in mezzo agli alberi.

"Ma secondo le carte di navigazione, non avremmo dovuto arrivare lì prima di domani." affermò Sebastiano con un po' di apprensione. "Che diamine significa? Non ci siamo spostati dalla traiettoria prevista, vero?"

 

"No, non si tratta di questo..." disse Pandora sfregandosi il mento. "Hai proprio ragione... in teoria non avremmo dovuto raggiungere quel punto prima di domani. Questo può significare solo una cosa... che l'influenza del Feywild si sta espandendo."

Alcuni marinai cominciarono a parlottare tra loro, senza nascondere la loro ansia... e Nisa serrò gli occhi, accarezzando Canga su un fianco. Il canguro sembrava anche lui percepire qualcosa di strano, anche se chiaramente non sarebbe stato capace di esprimere con esattezza di cosa si trattasse.

 

"L'influenza del Feywild... si sta espandendo?" chiese Dario. "E' possibile che accada una cosa del genere?"

Iaco annuì rapidamente. "Sì, quando confini planari sono deboli... difficile che area di influenza resta sempre la stessa." rispose. "Iaco sente che l'energia magica non è stabile. Forse mentre noi viaggiare, c'è stata impennata di energia da confini planari, e magia del Feywild è entrata nel nostro mondo. Questo ha allargato area di influenza di Feywild."

 

"Detto in soldoni, è come se su di noi avesse cominciato a soffiare un vento più forte, che ha cambiato il clima." affermò Pandora, cercando di essere più chiara possibile. "Ovviamente... in questo caso, gli effetti del Feywild sul Piano Materiale sono ben più visibili e drammatici di quelli di una zona climatica."

"Pensate che verremo attaccati?" chiese Matilde afferrando con una mano l'elsa del suo spadone.

 

"Non qui. Non adesso." disse Maria, ponendo la mano libera sulla spalla della piccola guerriera per dirle di restare calma. La bambina sembrò distendersi un po', m lasua mano restò stretta sull'elsa della sua arma, pronta a sfoderarla se ci fossero stati dei problemi. "Non sarò un'esperta, ma i folletti, anche se diventano ostili, tendono a non sferrare degli attacchi diretti. Piuttosto, cercheranno di sabotarci in maniera più sottile... danneggiando il nostro equipaggiamento, ostacolando la navigazione, e magari lasciandoci anche qualche messaggio intimidatorio. Almeno finchè non penseranno che siamo una minaccia seria."

"Ma... che male potrebbero farci, dei folletti?" chiese Gunter.

 

"Un bel po', in effetti. Con tutto il dovuto rispetto, Gunter, non pensare che i folletti siano soltanto omini con le ali da libellula... quelli sono soltanto una delle numerose creature che popolano le selve fatate." rispose Nisa, contenta di poter dare un po' sfoggio della sua conoscenza. "Le ninfe e le driadi sono folletti per lo più benevoli, ma non è il caso di farle arrabbiare... e in ogni caso, esistono altri tipi di folletti che non sono per niente benevoli. Dobbiamo starci attenti, potremmo incontrarne un bel po' da queste parti."

 

"Sicuramente è questo il luogo in cui l'altra squadra si è dispersa." disse Pandora con espressione seria. "Dobbiamo andare a cercarli... ma ci servirebbe un piano."

"Se non altro, noi qui avere sempre una base a cui tornare." rispose Iaco, pensandoci rapidamente su. "Iaco dice che la prima cosa da fare è cercare posto a cui approdare, e poi cercare di esplorare in giro. Sperando che questo luogo non troppo grande, altrimenti noi non trova più agenti scomparsi..."

 

"Che cosa facciamo, allora? Troviamo un posto a cui gettare gli ormeggi?" chiese uno dei marinai, un uomo dai radi capelli rossi e dal volto sfregiato.

"Sì, ma non subito. Se fosse possibile, dovremmo prima trovare una rada, o comunque un posto in cui la nostra imbarcazione non sia tanto visibile. Dopodichè... ci penseremo noi a dare un'occhiata in giro. Uno di noi, magari, potrebbe restare qui a fare la guardia all'imbarcazione." affermò Dario.

 

Maria fece un cenno affermativo. "Sì, non mi sembra male come idea." affermò. "C'è qualcuno che si offre volontario per restare a fare la guardia qui?"

"Mi offro io." disse la voce calma e stentorea di Sebastiano. L'ex-fuorilegge alzò una mano e si fece avanti, mettendo bene in mostra lo stocco di ottima fattura che teneva rinfoderato al suo fianco. “Ovviamente, sempre che vi fidiate di me.”

 

Dario restò a pensarci su per un po'. Il passato criminale dell'uomo era ben noto, e Dario, abituato a non fidarsi, non era sicuro se la sua offerta fosse sincera: poteva essere un trucco per distogliere l'attenzione del gruppo e fuggire al momento giusto. Detto questo… c'era anche il fatto che si trovava nel bel mezzo di un luogo sconosciuto ed infido, e se avesse cercato di scappare, si sarebbe ritrovato da solo tra una moltitudine di creature fatate che probabilmente non avevano intenzioni amichevoli.

“Dario, sei sicuro… che sia una buona idea?” chiese Matilde corrugando la fronte. Non aveva certo dimenticato che era stato Sebastiano a dare la caccia a lei, a Bastiano e ai loro due salvatori quando erano fuggiti dalla Casa della Pietà. “Io… se devo essere sincera, non mi fido di questo tipo.”

“Nemmeno io.” Ammise candidamente Bastiano. “Ho l'impressione che potrebbe approfittarne.”

 

“Beh, se dovesse provarci… non avrebbe vita facile.” Affermò Holger con un sorriso arguto. “E comunque, nulla ci obbliga a lasciare uno solo di noi a bordo. Che ne dite se anche io e la mia compagna restiamo qui a fare la guardia, e nel frattempo teniamo d'occhio il signorino qui presente? Così anche il vostro gruppo potrà muoversi con più furtività e avrà vita più facile.”

Nisa ci pensò su. In effetti, un gruppo meno numeroso aveva migliori possibilità di muoversi senza attirare attenzioni indesiderate… e in quel posto sconosciuto, effettivamente era meglio così. E di Holger ed Endlinn, almeno potevano fidarsi molto di più.

 

“Hmm… in effetti, sarebbe una soluzione accettabile. Credo che noi sei più Matilde e Bastiano saremmo più che sufficienti a dare un'occhiata nei dintorni.” Affermò infine Maria. “Con tre di noi a fare la guardia, la nave sarà più al sicuro. Va bene, facciamo così. Siete d'accordo, ragazzi?”

 

“Hmm… per me va bene. Non so esattamente quanto ci vorrà per esplorare quest'area, quindi… meglio se lasciamo qualcuno in più a fare la guardia alla nostra imbarcazione.” Rispose Gunter. “Okay, amico… allora tu e la tua compagna state attenti a quello che fa il nostro amichetto Sansovino. Noi torneremo quanto prima. Ma se entro quattro giorni non sentite notizie di noi… allora assumete che sia accaduto il peggio, e lasciate perdere questa missione. Partite per Miragliano… e poi vedete se si può fare qualcosa per rimediare. Ordini dello sceriffo Urister.”

 

“D'accordo… buona fortuna in ogni caso. E speriamo che non si debba giungere a questo.” Rispose Endlinn.

Gli avventurieri restarono ancora un po' sul ponte per controllare il loro equipaggiamento ed essere sicuri di avere tutto quello che poteva servire. Poi, uno alla volta, scesero dal battello e si incamminarono sul terreno ricoperto di muschio di quella strana foresta. Maria si mise alla testa del gruppo, imbracciando con decisione la sua ascia, e iniziò a guidare il gruppo attraverso quell'ambiente umido ed infido, sentendo su di sè gli sguardi ansiosi dei membri dell'equipaggio, di Holger ed Endlinn…   

 

E chissà, pensò Gunter... forse anche Sebastiano era almeno un po' preoccupato per loro, in quel momento?

 

 

oooooooooo

 

 

"Attenti! Al vostro fianco!" esclamò Dario. Il giovane si gettò di lato appena in tempo prima che un lungo collo sinuoso, attaccato ad un enorme e muscoloso corpo da rettile, gli passasse vicino, e il ragazzo sentì un'ondata di fiato nauseabondo che lo colpiva in piena faccia. Un paio di enormi mandibole armate di denti aguzzi lunghi come dita umane si chiuse a mò di tagliola a poca distanza dalla sua testa... e l'orrendo collo si sollevò contorcendosi freneticamente... come anche gli altri quattro colli attaccati al corpo del mostro!

 

Il gruppo aveva iniziato l'esplorazione soltanto da poco quando una massa enorme e squamosa era emersa all'improvviso dalla fitta vegetazione di quella palude fatata, avventandosi su di loro. Una mostruosa creatura, simile ad una imponente lucertola con cinque teste dall'aspetto famelico, ognuna posta alla fine di un lungo collo serpentino, si era lanciata all'attacco famelica, e malgrado i ragazzi cercassero di attaccarla da vari lati, le numerose teste rendevano difficile coglierla alla sprovvista. Un'idra, senza ombra di dubbio. Un rettile dalle numerose teste, imparentato alla lontana con i draghi... e un predatore formidabile!

 

Bastiano si tenne indietro, chinato su Nisa che giaceva a terra dolorante e sanguinante a causa di due morsi alla spalla detra e al fianco sinistro. Il piccolo oracolo cercava in qualche modo di sfuggire alle fauci di una delle teste dell'idra, mentre Canga si piazzava davanti alla sua compagna e cercava come poteva di difenderla. Il canguro sferrò un poderoso calcio con entrambe le zampe posteriori, spezzando una delle zanne di quella testa, che si ritirò con un ringhiò di dolore... e un istante dopo, Matilde lanciò un grido di battaglia e abbattè la sua spada sul collo che aveva provato ad attaccare Bastiano! Si sentì un orrendo rumore di carne lacerata... e un istante dopo il collo dell'idra, separato dal resto del corpo, cadde nell'acqua stagnante e si agitò per qualche istante prima di immobilizzarsi del tutto. Con un collettivo ringhio di dolore dalle quattro teste che le restavano, la bestia si ritirò, dando a Pandora la possibilità di lanciare un incantesimo.

 

"Ruat Fulmen!" esclamò la fattucchiera bionda. Incrociò le braccia davanti a sè, poi le puntò in avanti,verso l'idea, e scagliò una crepitante scarica elettrica che investì in pieno la mostruosa bestia. Un terrificante odore di pelle bruciata ed ozono permeò l'aria mentre l'idra ruggiva di nuovo per il dolore, e le sue zampe posteriori cedettero, lasciandola parzialmente sepolta nell'acqua limacciosa.

 

"Bel colpo! Adesso la sistemiamo!" esclamò Maria, pronta a colpire con la sua ascia. "Iaco, usa un incantesimo per supportarmi a distanza!"

"Nessun problema..." cominciò a dire il coboldo azzurro... ma non riuscì a concludere la frase prima che accadesse qualcosa di agghiacciante! Il moncone del collo che Matilde aveva tagliato cominciò a ribollire... e due bolle di carne emersero da quel punto, trasformandosi in due secondi in altrettanti colli con tanto di teste armate di fauci mortali! L'idra ringhiò di nuovo, questa volta di rabbia, e si scagliò di nuovo contro il gruppo!

 

"Aaaah!" Matilde lanciò un grido di paura e di dolore quando l'idra la ferì ad un braccio. Con un movimento frenetico, Matilde riuscì ad allontanare le teste della bestia e afferrò Nisa, portandola fuori dalla portata del mostro e permettendo a Bastiano di lanciare qualche incantesimo curativo senza esporsi ad ulteriori attacchi. "Ugh... presto, Basti! Non credo che la tratterremo a lungo, quella lucertolona!"

"Ma che diavolo... sono spuntate altre due teste?" esclamò Gunter, muovendosi verso Nisa con espressione preoccupata mentre cercava di puntare il suo moschetto contro la bestia. Un'esplosione assordante riecheggiò tutt'attorno, e un proiettile colpì una delle teste dell'idra, passandola da parte a parte ed uccidendola all'istante.

 

"Ogni volta che ad un'idra viene mozzata una testa, altre due ne ricrescono al suo posto!" spiegò Dario. Il ragazzo era riuscito a spostarsi sul fianco destro dell'idra e l'aveva attaccata ad un fianco, piantandole un pugnale nel torace... ma la ferita fu meno grave del previsto, e anzi cominciò a rimarginarsi con rapidità innaturale nel momento stesso in cui il ragazzo estrasse la lama. La coda del mostro saettò improvvisa, e la sua punta acuminata ferì Dario ad una guancia, facendo uscire uno schizzo di sangue.

 

Con un ringhio di dolore, il giovane si ritirò mentre la ferita comincia a bruciare come se fose stata una marchiatura a fuoco! Dario si portò una mano alla zona colpita mentre Maria si avvicinava per attaccare l'idra con la sua ascia... e nello stesso momento, una delle teste dell'idra morse il collo della testa morta e lo rose fino a staccarlo dal corpo! La stessa cosa che era successa prima si ripetè, due colli e due teste spuntarono dove prima ce n'era uno solo, e in pochi secondi l'idra si ritrovò con sette teste invece che cinque!       

 

"Ma questo non vale!" si lamentò Matilde, tamponandosi il taglio sul braccio destro, poco sopra il gomito.

"Non credo a che quella bestiaccia importi tanto delle regole..." commentò Bastiano, per poi lanciare un incantesimo curativo su Nisa. "Moderata Vulnera Curare!"

 

Immediatamente, un impulso di energia positiva uscì dalle mani del ragazzino e penetrò nel corpo di Nisa, le cui ferite smisero di sanguinare e si rimarginarono a vista d'occhio, finchè di esse non rimase che qualche graffio. L'elfa sbattè gli occhi sbalordita, poi scosse la testa e si rialzò, affiancata rapidamente dal suo compagno animale.

"Uff... grazie, Bastiano. E' stato... un incontro sgradevole." rispose Nisa rivolgendo un sorriso al piccolo oracolo. Ma l'idra richiamò immediatamente la loro attenzione - diverse delle sue teste scattarono verso i membri del gruppo, costringendo Maria, Matilde, Gunter e Dario a ritirarsi sotto una tempesta di zanne fameliche. Peggio ancora, le bruciature che l'incantesimo Fulmine di Pandora aveva inflitto al mostro stavano a loro volta guarendo con estrema rapidità. L'idra restava forte come e anche più di prima, mentre i suoi avversari si stancavano...

 

"Proviamo con magia! Maria, tu attacca punto in cui colpisco!" esclamò Iaco, con l'aria di chi aveva avuto un'idea geniale. "Uvelucal Vaess!"

 

Il coboldo stregone lanciò il suo incantesimo Freccia Acida, scagliando un proiettile magico a forma di freccia, composto di caustico acido gialastro che raggiunse la base di uno dei colli dell'idra! La testa colpita ringhiò di dolore quando il proiettile acido si infranse sul suo collo... e Maria si scagliò all'attacco, vibrando un potente colpo con la sua ascia nel punto in cui la Freccia Acida era andata a segno. Il fendente ebbe l'effetto sperato e tagliò il collo dell'idra... ma il resto del gruppo si aspettava, da un momento all'altro, che sarebbero cresciute altre due teste.

 

Invece niente. Il moncone, ancora inondato di acido, avvizzì e smise di contorcersi, per poi ridursi ad un moncherino annerito! La bestia dalle numerose teste lanciò un ruggito di dolore e sorpresa, abbassando la guardia quel tanto che bastava a Maria per sferrare un altro attacco, conficcando la lama della sua ascia nel torace della bestia!

"Che cosa? Adesso non ricrescono più le teste?" esclamò sorpreso Dario.

 

"Le idre temono fuoco... o acido!" esclamò il piccolo coboldo, mentre Maria si allontanava per non essere morsa da due delle teste dell'idra. "Dovete tagliare sue teste e bruciare moncherino, o due teste cresce al posto di una!"

"Cosa? Accidenti, a questo non avevo pensato!" esclamò Dario, guardando i pugnali nelle sue mani. Due armi troppo piccole per tagliare le teste dell'idra... ma questo non voleva dire che non potessero essere utili in ogni caso. Il taglio sulla guancia aveva cominciato a bruciare, e il ragazzo temette che la coda dell'idra fosse velenosa, ma strinse i denti e cercò di concentrarsi sul pericolo più immediato.

 

L'idra, furiosa per aver perso una testa, avanzò verso il gruppo, sferrando una raffica di morsi con le altre sei teste. Alcuni dei colpi andarono a segno - Gunter, Maria e Pandora si ritirarono sanguinanti, mentre Nisa riuscì appena in tempo ad evitare un morso e scagliare un paio di frecce contro altrettante teste dell'idra. La prima andò a segno, colpendo uno dei colli del famelico rettile, ma l'altra si spuntò sulla sua corazza.

Tuttavia, l'elfa era riuscita a guadagnare il tempo che le serviva. Bastiano lanciò un incantesimo di supporto, toccando la schiena di Matilde, che si sentì di colpo più forte.

"Vis Tauri!" esclamò il piccolo oracolo.

Matilde afferrò saldamente la sua spada e si avvicinò coraggiosamente all'idra. "Grazie, Basti! Ora la sistemo io questa bestiaccia! Hah!"

 

Con un fendente poderoso, la ragazzina prese di mira una delle teste dell'idra... ma quest'ultima si ritirò all'ultimo momento e riuscì ad evitare di essere mozzata. Con rapidità incredibile, la testa scattò e azzannò Matilde alla gamba destra, strappandole un grido di dolore, mentre Dario scagliava uno dei suoi coltelli contro un'altra testa, trafiggendole un occhio... e Gunter, dopo aver ripreso fiato, sfoderò la sua ascia da battaglia e colpì la base di un altro collo, evitando di pochissimo il morso di un'altra testa.

"Maledizione, devo fare presto..." esclamò Nisa, per poi chiudere gli occhi, rivolgere i palmi delle mani verso il cielo e concentrarsi. "Spiriti del fuoco, rispondete alla mia chiamata! Che le mie mani emettano il fuoco che purifica la terra!"

 

Si sentì il suono di una vampata... e due fiammate scaturirono dai palmi delle mani dell'elfa, che annuì con decisione e si avvicinò con decisione all'idra... proprio mentre Matilde, ripresasi in fretta, trafiggeva il collo che l'aveva morsa con tutte le sue forze! La testa dell'idra mollò la presa sulla gamba di Matilde, e la ferita cominciò immediatamente a sanguinare, ma la piccola spadaccina represse un brivido e sferrò un brutale fendente che tagliò la testa! Il collo decapitato si contorse orribilmente, spargendo sangue ovunque... e Nisa si avvicinò di colpo e puntò una delle sue mani infuocate contro il moncone, per poi scagliare la fiamma come se fosse stata una qualsiasi arma a distanza. La sua mira non fallì, e la fiammata colpì il collo decapitato e lo cauterizzò, evitando che altre teste ricrescessero.

 

"Meno due!" esclamò Matilde, ritirandosi per riprendere fiato. "Bel colpo, Nisa!"

 

L'idra era tornata alle sue cinque teste iniziali, e la frustrazione la spingeva a lottare con furia sempre crescente. Con un ringhio collettivo, la bestia caricò verso il gruppo e costrinse Dario e Pandora a spostarsi per non essere travolti. Una delle teste morse Canga al fianco, mentre un'altra scattò verso Bastiano solo per essere intercettata dall'ascia di Maria e poi colpita da una raffica di Missili Magici scagliata da Iaco. Il coboldo lanciò subito un altro incantesimo, e scagliò una raffica di raggi di gelo dalle punte delle dita artigliate, colpendo due delle teste dell'idra e fermando il suo attacco. Un'altra delle teste ringhiò e cercò di azzannare la gola di Pandora... ma la fattucchiera reagì prontamente e si gettò di lato nel terreno fangoso, evitando il colpo. Un'altra testa si sollevò e puntò alla gola della ragazzina... ma prima che potesse attaccare, Dario si lanciò su quel collo mostruoso e gli affondò uno dei suoi pugnali nella gola!

Il collo si contorse spasmodicamente e costrinse il ragazzo a mollare la presa... e Gunter approfittò del momento per farsi avanti con la sua ascia e tagliare anche quel collo!

 

"Adesso, ragazza!" esclamò il nano.

 

"Bel colpo, vecchio mio!" si complimentò Nisa, per poi scagliare un'altra fiammata contro il collo morente, che prese fuoco e bruciò spargendo attorno a sè un repellente odore di carne bruciata. L'idra stridette rabbiosamente... e questa volta, rendendosi conto che stava perdendo teste e che i suoi avversari ora sapevano come affrontarla, la bestia iniziò a ritirarsi, sibilando e ringhiando con le quattro teste che le rimanevano. Il collo incenerito si staccò, lasciandosi dietro solo un moncone annerito... e l'idra si ritirò tra la vegetazione più fitta, mentre il gruppo si mettava in guardia come per intimarle di non tentare un altro attacco.

 

Finalmente, l'idra scomparve del tutto tra le fronde... e una volta che non si sentì più nulla, il gruppo tirò un sospiro di sollievo, anche se non abbassarono del tutto la guardia.  

"Uff... mamma mia, questo sì che era un avversario tosto..." sospirò Pandora, sedensosi per terra e poi tracannando tutto d'un fiato una pozione curativa che rimarginò in parte le sue ferite. Sotero salì in grembo alla sua padrona, che gli sorrise e lo grattò dietro un orecchio. "Beh, è andata bene, se non altro! Non sono molti gli avventurieri della nostra statura che possono vantarsi di aver fatto scappare un'idra!"

"Certo, non è stata un'impresa facile..." mormorò Dario, per poi strizzare un occhio e portarsi una mano alla guancia ferita. Il taglio aveva smesso di sanguinare, ma la pelle attorno aveva assunto un colore paonazzo, come un enorme livido che si espandeva lentamente. "Ugh... maledizione... mi sa che la sua coda era avvelenata..."

 

"Cosa? Fammi vedere..." esclamò preoccupato Bastiano, trascinandosi quando più rapidamente possibile verso Dario. Il piccolo oracolo strizzò un occhio nel vedere la ferita e lanciò un semplice incantesimo di recupero, che fece in parte ritornare normale la pelle del ragazzo biondo. "Ugh... sì, temo che sia proprio un veleno. Ne ho indebolito gli effetti, ma è meglio se ci fermiamo un po' a riposare. Questo posto è pericoloso... e non possiamo permetterci di restare qui a lungo."

"Giusto... potrebbe arrivare qualche altra bestiaccia da un momento all'altro!" disse Maria, guardandosi rapidamente intorno. La radura era ripiombata in un silenzio inquietante, quasi aspettandosi che da un momento all'altro l'idra sarebbe tornata all'attacco. "Per adesso, comincimo a tornare indietro e riavvicinamoci alla nostra imbarcazione. Prendiamoci un po' di tempo per riprendere le forze... Soprattutto tu, Dario... e tu, Nisa."

 

"Non mi sembra che questo veleno sia troppo potente, ma... hai ragione, meglio essere prudenti." rispose il ragazzo. "Per adesso torniamo indietro. Riprenderemo dopo l'esplorazione."

Nisa e Canga annuirono all'unisono, sperando che non ci fosse qualche altro predatore ad attenderli...  

 

 

        

oooooooooo

 

 

CONTINUA...   

   

      

 

       

 

  
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