Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Kikiletoway    26/01/2023    1 recensioni
Dal primo capitolo:
“Questo esperimento dovrebbe, si spera, provare la teoria del multiverso e io mi stavo chiedendo...Pensi che ci siano delle persone che sono destinate a stare insieme indipendentemente dall’universo in cui si trovano? Indipendentemente da quali percorsi le loro strade possano prendere?”
Coppie: Jaime/Brienne
Diverse storyline al prezzo di una! AU.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Mi scuso per l’attesa a cui vi ho costretti/e per avere questo capitolo. Spero che sia di vostro gradimento. Fatemi sapere cosa ne pensate <3

 
 
 
 
 
 
 
 
*/*/*/*/*
 
Brienne sbatte le palpebre verso gli schermi del computer di fronte a sé, e poi, lentamente e con esitazione, si volta per guardare Jaime.
 
Lui la sta osservando con del cauto divertimento. Si fissano a vicenda in silenzio, fino a quando Jaime non incarca, infine, un sopracciglio.
 
“Non sono più nemmeno sorpresa,” Brienne borbotta, abbassando lentamente la testa sulle proprie braccia.
 
*/*/*/*/*
 
Chiudono la struttura e dopo guidano per tornare a Castello Nero in un silenzio teso, ma tuttavia ancora stranamente socievole. Brienne è colpita dal fatto che Jaime non abbia detto nulla di stuzzicante o provocatorio, e lei lo osserva con sospetto mentre entrano nella suite di Jaime in hotel, venendo accolti da un Pod assonato, ma felicissimo.
 
“Vuoi un drink?” Jaime chiede mentre si incammina verso il bar.
 
“Dèi, sì,” lei geme lamentandosi e collassando sul divano. Pod le balza sul bacino, girando in tondo per tre volte prima di raggomitolarsi su se stesso e tornare a dormire. Brienne lo accarezza distrattamente, mentre prova ad evitare di osservare Jaime aprire una bottiglia di vino e versarne un po' in due bicchieri.
 
Lei inarca un sopracciglio mentre prende il bicchiere che lui le offre. “Vino?”
 
Jaime scrolla le spalle. “L’altro ieri hai detto che ti piace questa marca,” lui ribatte.
 
Brienne si acciglia. “Rosa di Alto Giardino?” lei chiede.
 
Jaime annuisce. “Non l’ho mai provato, e visto che non credo che stavolta abbiamo bisogno di ubriacarci fino a stare male, ho pensato che sarebbe stato un bel cambiamento.” Lui prende posto sul divano, accanto a lei, rivolgendole un sorriso stuzzicante. “E poi, abbiamo un matrimonio a cui brindare.”
 
Brienne grugnisce, arrossendo, e prende un veloce sorso di vino. Il sapore è buono proprio come lo ricordava.
 
Jaime ne prende un sorso, considerandolo attentamente. Lui la guarda e dice, “E’ incantevole,” e Brienne si sente catturata dallo sguardo nei suoi occhi verdi, proprio come una mosca nell’ambra.
 
Queste ultime settimane sono state così strane, lei pensa mentre si fissano. Jaime era stata una presenza costante a casa di Brienne mentre si preparavano per quest’ultima serie di esperimenti. Lui le aveva portato il suo cibo preferito; l’aveva portata nella casa che lui ancora condivide con Tyrion; l’aveva convinta ad andare al cinema un paio di sere fa, e le aveva anche portato dei fiori—dei fiori blu che si abbinavano ai suoi occhi, lui le aveva detto con un sogghigno stuzzicante—il giorno prima che partissero per Castello Nero. Brienne aveva alzato al cielo quegli stessi occhi a causa del suo stuzzicarla, e non gli aveva detto che nessuno le aveva mai regalato dei fiori in passato. Quei boccioli carini e delicati al momento sono pressati in un pesante manuale di fisica nella sua libreria, al sicuro.
 
E adesso lui ha comprato del vino che lei aveva accennato casualmente, solo una volta, commentando che le piaceva...
 
“Che sta succedendo?” Brienne sussurra, e Jaime sbatte le palpebre.
 
“Qui? O negli altri universi?”
 
“Qui.”
 
Gli occhi di Jaime si fanno più scuri. “Tu che vuoi che succeda?”
 
Brienne arrossisce. “Questo non sei tu, Jaime,” lei riesce a dire, e lui abbassa il suo sguardo sulle proprie mani, scostandosi leggermente da lei.
 
“Pensi che le mie controparti mi stiano influenzando?”
 
“Penso che abbiamo appena visto una coppia di nostre controparti innamorarsi—”
 
“Erano già innamorati,” lui dice.
 
Lei alza gli occhi al cielo per quell’interruzione, continuando, “Va bene. Abbiamo appena visto le nostre controparti ammettere di essere innamorati. Si sono addirittura sposati, per amore degli dèi! E sappiamo come gli effetti degli universi possano persistere anche quando la connessione finisce.”
 
Jaime la guarda di nuovo, accigliandosi. “E allora? Pensi che qualsiasi cosa accada qui, tra di noi, sia solo un residuo degli altri universi?”
 
“Anche solo il fatto che stiamo avendo questa conversazione è bizzarro!”
 
Pod trasalisce a causa del tono alto della voce di Brienne, alzando la sua testolina, drizzando le orecchie. Lei gli appoggia una mano calmante sulla schiena, e lui si rilassa.
 
“Perché?” Jaime domanda.
 
“Perché fino a un paio di mesi fa eri follemente innamorato di Taena!”
 
Si guardano male in un improvviso silenzio teso, fino a quando Brienne non si rende conto di ciò che ha appena detto.
 
Lei arrossisce. “N—n—non che—che—che—”
 
“Non l’ho presa nel senso sbagliato,” Jaime dice, “e hai ragione. Non è passato tanto tempo da quando io e Taena ci siamo separati.”
 
“L’hai amata per tanto tempo,” Brienne mormora, distogliendo fortunatamente lo sguardo, “e lei è bellissima.”
 
“Sì, l’ho fatto, e sì, lo è,” Jaime replica in modo calmo. Lui le rivolge un sorriso sottile. “Forse hai ragione. Gli avvocati hanno appena iniziato e potrebbero volerci degli anni per arrivare ad un accordo tra me e lei.”
 
“E chi lo sa,” Brienne borbotta, “forse troverete un modo per tornare insieme.”
 
Lei prende il rischio di lanciare un’occhiata verso Jaime, trovandolo a guardarla con un’espressione incredula, ma “Chi lo sa?” è tutto quello che lui replica.
 
*/*/*/*/*
 
Jaime richiude la porta dopo che Brienne se ne va portando in braccio un Pod assonnato, e dopo lui appoggia la sua fronte incandescente contro la porta, ringhiando per la frustrazione.
 
Lui lo comprende. Davvero.
 
Ma la convinzione di Brienne che ogni cambiamento nella loro relazione debba senz’altro essere a causa degli altri universi, gli fa venire voglia di sbattere delle cose contro un muro.
 
O forse dovrebbe semplicemente sbattere lei contro un muro, per mostrarle esattamente quanto si stia sbagliando.
 
Jaime torna in soggiorno e si versa quel poco di vino rimasto—e quel vino è davvero molto buono—nel suo bicchiere, accigliandosi. O forse lui deve soltanto essere paziente. Questa sarà la fine degli esperimenti per un lungo periodo, e forse più a lungo staranno lontani dagli altri universi, e più sarà probabile che lei accetti che le cose stanno davvero cambiando tra di loro, qui, nel loro universo.
 
Lui lo comprende. Lei ha bisogno di sapere che tutto questo è reale e che non si tratta di semplici echi degli altri universi.
 
Jaime sorseggia il suo vino mentre spegne le luci, vagando verso la camera da letto.
 
Deve avere pazienza.
 
Peccato che non sia esattamente la sua dote migliore.
 
*/*/*/*/*
 
Sono già a metà del loro solito allenamento mattutino prima che Jaime veda le spalle di Brienne rilassarsi, riuscendo a farle lanciare delle frecciatine di rimando, col solito umorismo pungente di Brienne.
 
A pranzo, si concentrano sugli esperimenti di quella notte.
 
“Quale universo?” lui chiede, appoggiandosi allo schienale della sua sedia e sorseggiando il suo caffè.
 
Brienne aggrotta la fronte mentre spalma del burro sul suo toast, e Jaime riesce quasi a vedere le rotelle girarle in testa, mentre lei prova a decidere in quale universo sia meno probabile che le loro controparti finiscano a letto insieme.
 
“Quello della Brienne contadina,” lei risponde. “Quello lì sembra piuttosto innocuo...giusto?”
 
Jaime nasconde la sua espressione dietro un altro sorso di caffè. “Per me va bene,” lui replica, rivolgendole un sorriso blando.
 
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Si siedono nella sala di controllo con le loro teste avvolte ancora una volta dai caschi di lattice costellati di elettrodi.
 
“Grazie agli dèi nessun altro ci sta vedendo in questo stato,” Brienne mormora.
 
“Hai un aspetto assolutamente affascinante,” Jaime dice distrattamente, mantenendo lo sguardo sullo schermo, mentre digita le impostazioni per la prima esecuzione del loro esperimento.
 
“Chiudi il becco,” lei borbotta.
 
Lui si volta, rivolgendole un sorriso da presa in giro. “Pronta, Junior?”
 
Lei lo guarda male, e lui si concede un momento per ammirare gli straordinari occhi di Brienne.
 
“Sì,” Brienne ringhia.
 
Lui le fa un occhiolino, e preme invio.
 
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Brienne chiede ai suoi vicini di casa, i Payne, di badare alla fattoria mentre lei e le sue sorelle sono via, e, a suo malgrado, due settimane dopo, vengono accolte all’aeroporto internazionale di Approdo del Re da un uomo anonimo con addosso un’uniforme da autista. Vengono portate in auto in un quartiere benestante, e la macchina si ferma davanti a una villa a tre piani relativamente modesta. Brienne guida le sue sorelle attraverso la porta principale, e si fermano nel luminoso e ampio ingresso, mentre l’autista porta dentro i loro bagagli.
 
Nemmeno la casa di Tywin Lannister è così grande, lei pensa, e di certo non è così splendente e nuova di zecca.
 
Lei sobbalza un po’ quando si apre una porta verso la fine del corridoio e Jaime ne esce fuori, seguito da un uomo alto e distinto, che ha quasi la stessa età di suo padre. Lo sconosciuto è bello, con capelli color sabbia ingrigiti alle tempie, ancora in forma, con ampie spalle e con una certa aria di serena dignità intorno a lui.
 
“L’album sarà rilasciato tra due settimane,” l’uomo sta dicendo, “e la prima tappa del tour di concerti inizierà lo stesso giorno. Quindici città in ventuno giorni.”
 
Jaime sta annuendo ma i suoi occhi sono su di lei e le sue sorelle, il viso gli si illumina con un ampio sorriso.
 
“Sarò pronto, Arthur,” Jaime replica, “ma quello è tra due settimane. Oggi ho delle ospiti.” Prende in braccio a turno sia Alysanne che Arianne stringendole in un abbraccio, e poi si volta verso Brienne, con gli occhi che gli luccicando mentre attira anche lei in un forte abbraccio. “Forse Brienne sarà il mio portafortuna, e l’album debutterà in prima posizione.”
 
Arthur assente leggermente sottovoce, i suoi occhi sono pensierosi mentre osserva Brienne e le sue sorelle. “Forse,” lui dice.
 
“Oh, non preoccuparti così tanto, Arthur. Questo non è il mio primo disco, lo sai.”
 
Arthur scuote la testa, con un sorriso affettuosamente divertito sulla faccia. “No, è il tuo secondo, e desidererei tanto essere di nuovo giovane e sicuro quanto te.” Si volta di nuovo verso Brienne e le sue sorelle. “Non vuoi presentarmi alle tue ospiti?”
 
“Arthur, questa è Brienne Tarth, e le sue sorelle, Alysanne e Arianne. Mie signore: Arthur Dayne, il mio produttore e proprietario della mia etichetta discografica, la Dayne Records.”
 
Il sorriso di Arthur è genuinamente lieto mentre stringe la mano a tutte loro. “Ah! Avevo pensato che tu avessi un’aria familiare. Tuo padre ed io siamo vecchi amici, anche se ormai sono parecchi anni che non lo vedo.”
 
Brienne apre la bocca, ma prima che lei possa parlare, Arthur guarda il proprio orologio e scuote la testa.
 
“Devo andare.” Lui guarda Jaime. “Sono contento che sei pronto per il rilascio di Udite il mio Ruggito, ma io ho ancora della pubblicità da organizzare. Ti chiamo io.” Si incammina verso la porta, la apre, per poi voltarsi di nuovo verso di loro con un sorriso ammaliante. “È stato un piacere conoscervi signorine. Per favore, portate i miei saluti a vostro padre.”
 
C’è un silenzio imbarazzante dopo che la porta si richiude dietro Arthur.
 
“Mi dispiace,” Jaime dice.
 
“Non esserlo,” Brienne lo interrompe speditamente con una veloce occhiata alle sue sorelle. “È ovvio che non lo sa.” Brienne inizia a guardarsi intorno in modo molto plateale. “La tua casa è bellissima.”
 
Jaime sorride in modo ampio. “Grazie. Vieni, te la mostro.”
 
Una giovane donna pullula fuori da un’altra stanza con un sorriso accogliente, e lo stomaco di Brienne si congela con sconforto.
 
“Questa è Pia Peckledon,” Jaime spiega. “Pia e suo marito, Jos, si prendono cura di me e di questo posto quando io non ci sono.” Lui si volta verso Pia con un sorriso. “Per favore chiedi a Jos di portare i bagagli nelle camere per gli ospiti che abbiamo riservato alle signorine. Io le porterò a fare un giro per la casa.”
 
“Sì, ser,” Pia replica.
 
Brienne è così stordita dal sollievo, che quasi non si accorge di quando Jaime le avvolge un braccio intorno alla vita e la fa girare verso la parte posteriore della casa.
 
“Venite, ragazze,” lui dice, con l’altro braccio intorno alle sue sorelle, “inizieremo dalla sala prove. È dove proviamo e scriviamo la nostra musica.”
 
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La casa è enorme e bellissima, e alle ragazze sono state date delle camere da letto al terzo piano, mentre Brienne è al secondo piano, in una stanza arredata in modo squisito, con un proprio bagno privato e una porta che conduce alla camera da letto di Jaime.
 
“Non preoccuparti, Spilungona, è saldamente chiusa,” Jaime afferma facendole l’occhiolino, e porgendole la chiave.
 
Lei alza gli occhi al cielo. “Oh, ti prego.”
 
Lui inarca un sopracciglio, con un luccichio stuzzicante negli occhi. “Quindi posso tenermi la chiave? Forse anche usarla?”
 
“Sei proprio un idiota, Jaime,” lei borbotta, prendendogli la chiave da mano.
 
Jaime ride mentre si incammina verso la porta. “Scendi di sotto in salotto quando sei pronta.”
 
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Brienne entra in una stanza arredata finemente con divani, poltrone e uno scintillante bar cromato.
 
“Che vorresti da bere?” Jaime chiede, alzandosi da uno dei divani e camminando verso il bar.
 
Lei esita, sentendosi in imbarazzo, il che è semplicemente...strano. Questo è Jaime, e lei non si è mai sentita in imbarazzo con lui in passato.
 
“Che alcolici hai?” lei domanda.
 
Il sorriso di Jaime è malizioso. “Un po’ di tutto, davvero. Che ne dici di un po' di Delizia di Myr?”
 
Lei assottiglia lo sguardo. “Quello non è un drink!”
 
Lui ride. “E’ un vino. Di Myr, come il nome suggerisce.”
 
Brienne arrossisce. “Oh,” lei borbotta.
 
“A dirti la verità, non ho idea di se sia buono o no, ma è qualcosa di diverso dalla birra.”
 
“Oh? Sei troppo superiore per la birra qui ad Approdo del Re?”
 
Lui abbassa lo sguardo, le ciglia gli appaiono incredibilmente lunghe e spesse contro le guance. “Qualcosa di nuovo per un nuovo posto,” lui dice con leggerezza, ma ha la voce tesa, e Brienne viene immediatamente consumata dal senso di colpa.
 
“Mi dispiace,” lei replica, impotente. “Non volevo insinuare niente.”
 
Lui rialza lo sguardo su di lei. “Lo so.”
 
Jaime le si avvicina e le porge un bicchiere di vino.
 
“Perché tutto questo sembra così strano?” lei chiede mentre prende il bicchiere.
 
Il sorriso di Jaime è dolceamaro. “Perché quando me n’ero andato, ero solo un ragazzo in un’auto malconcia, e quando sono tornato a casa, sembravo ancora quello stesso ragazzo, solo in un’auto migliore.”
 
Brienne aggrotta la fronte, gettando uno sguardo intorno a sé alla stanza accogliente. “Ma qui sei sempre Jaime, solo in una casa graziosa,” lei ribatte.
 
Il sorriso di Jaime è lento e dolce. “Grazie, Spilungona.” Lui la guida verso uno dei divani e ci si siedono sopra. Jaime alza il suo bicchiere per un brindisi. “Benvenuta a casa mia,” lui dice.
 
Lei alza il proprio bicchiere con un cenno imbarazzato della testa, ed entrambi sorseggiano il loro vino.
 
La reazione di Jaime è immediata. Lui fa una smorfia e commenta, “Non c’è assolutamente niente di delizioso in questa roba!”
 
Brienne, che sta ancora lottando contro quel sapore estremamente dolce, annuisce.
 
I loro sguardi si incrociano e all’improvviso scoppiano a ridere come se fossero ancora ragazzini, quando sgattaiolavano nella cantina del padre di Jaime, e in un attimo, l’imbarazzo svanisce.
 
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“Dove sono le ragazze?” Jaime chiede dopo aver rimpiazzato quel vino chiamato impropriamente Delizia di Myr con della birra.
 
“Probabilmente stanno ancora esplorando quella tua sala giochi,” lei replica in modo secco. “Non vedono un computer da più di un anno.”
 
Jaime scuote la testa. “E quello ci riporta al perché sei qui.”
 
“Sono qui per una vacanza,” Brienne dice fermamente. “Non scopriremo mai cos’ha fatto mio padre con quei soldi.”
 
“Trecentomila dragoni d’oro non spariscono così dal nulla senza lasciare traccia!”
 
Brienne si appoggia allo schienale e sospira. “D’accordo. Da dove iniziamo?”
 
“Bè, nel dubbio, meglio iniziare dal meglio,” Jaime dice sorridendo. “Ho ingaggiato lo studio di Baelish e Varys. Sono i migliori investigatori privati di Westeros. Se loro non riusciranno a scoprire dov’era andato tuo padre e che ne ha fatto di quei soldi, bè, nessuno ci riuscirà mai.”
 
Lei spalanca gli occhi. “Hai ingaggiato—?”
 
Jaime alza una mano per fermare le sue proteste. “Senti, puoi considerarlo un prestito, o puoi semplicemente considerarlo un favore, va bene? Ma in caso tu non l’abbia notato, ho un album campione di vendite. Adesso ho un paio di dragoni d’oro in più nelle mie tasche, quindi lasciami fare questo per te.”
 
Lei lo guarda storto, ma si placa. Jaime ha ragione, lei pensa. Hanno bisogno di risposte, anche se le risposte dovessero solo confermare quello che lei già sa. E questo è Jaime. Lui lo farebbe lo stesso comunque.
 
“Va bene,” lei mormora, prendendo un sorso di birra.
 
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La settimana passa fin troppo in fretta.
 
Jaime le porta a visitare tutte le mete turistiche della città storica, incluso un tour della Fortezza Rossa, visto che la famiglia reale non è nella residenza. Passano una giornata in spiaggia sulla Baia della Acque Nere, dove prende in giro Brienne riguardo al non aver indossato un bikini, fino a quando lei non lo insegue in acqua, e dopo lottano fino a quando lei riesce finalmente a sommergerlo. Lui li porta alla sua etichetta discografica per un tour dello studio di registrazione e per un’anteprima della copertina del suo nuovo album.
 
Brienne osserva la copertina. È il viso di Jaime, un primo piano, e il fotografo lo ha fatto apparire ancora più impossibilmente bello di quanto non sia in carne ed ossa, gli occhi verdi di lui fissano in avanti con uno sguardo intenso, attirando gli spettatori. Le parole ‘Udite il mio Ruggito’ sono incise in alto con delle lettere dorate e rosse.
 
“Arthur crede che questo qui potrebbe addirittura vendere più del mio primo album,” lui rivela, e Brienne riesce a vedere la sua trepidazione nervosa. “Verrà rilasciato tra dieci giorni, quindi suppongo che staremo a vedere.”
 
“Andrà alla grande,” lei dice.
 
“Sì?”
 
Il sorriso di Brienne è triste. “Te l’ho già detto in passato: sei sempre stato destinato a delle cose più grandi.”
 
“Brienne...”
 
Lei fa un rapido passo indietro per allontanarsi. “Anche la copertina è accattivante,” lei conclude, voltandosi via.
 
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Lui le porta a una prova del suo nuovo show per il suo tour imminente, e Brienne e le sue sorelle hanno il privilegio di guardare un concerto dal vivo messo in scena solo per loro.
 
“E’ davvero bravo,” Arianne commenta mentre aspettano che Jaime finisca le prove coi membri della band.
 
“Per essere un vecchio,” Alysanne aggiunge, e Brienne le copre la bocca con la mano, voltandosi per nascondere la propria risata. *
 
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Fin troppo presto è la loro ultima notte, e Jaime e Brienne sono di nuovo da soli in salotto. Le ragazze sono di sopra, presumibilmente addormentate, ma Brienne gli dice che sospetta che si stiano godendo le ultime ore che possono passare al computer e con le varie console di gioco nella sala giochi.
 
“Dovrei salire per costringerle a mettersi a letto, ma non me la sento di rattristarle,” lei dice.
 
Jaime le passa una birra e si siede sul divano opposto a lei.
 
“Domani torni a casa,” lui inizia dopo un momento di silenzio agevole.
 
“Lo so,” lei replica in modo secco. “Ho i biglietti aerei in borsa.”
 
Lui alza gli occhi al cielo. “Da chi hai preso la tua boccaccia saccente?”
 
“Lascia che ti racconti del mio migliore amico d’infanzia...”
 
Jaime sorride, e l’improvviso rossore sulle guance di Brienne gli fa vorticare del calore nello stomaco e gli fa scattare il cazzo, seguita da un’improvvisa fitta di disperazione. Questa visita è stata grandiosa, ma lui non è riuscito ad ottenere quanto aveva sperato.
 
“Non abbiamo avuto molto tempo da soli,” lui dice.
 
Lei alza un sopracciglio, ma Brienne distoglie lo sguardo dal suo.
 
“Adesso siamo soli,” lei borbotta, per poi guardarlo in modo brusco. “Hai avuto notizie dagli investigatori privati?”
 
Lui si acciglia. “Cosa? No.”
 
“Oh,” lei replica. “Pensavo che fosse per quello che volevi che passassimo del tempo da soli.”
 
Jaime scuote la testa con un sospiro. “Volevo che passassimo del tempo da soli così da poterci conoscere di nuovo.”
 
Brienne sbatte le palpebre. “Non capisco che vuoi dire.”
 
Jaime si sporge in avanti. “Hai vissuto cinque anni molto difficili, Brienne. Voglio saperne di più. Voglio rimediare per il fatto che non c’ero quando avevi bisogno di me.”
 
“Jaime…”
 
“E voglio che torniamo a far parte l’una della vita dell’altro.”
 
“Lo so. È per questo che sono qui.”
 
“No! Voglio dire...” Jaime si passa una mano sul viso. Non sa come farlo, come farle sapere che lui vuole che siano più che semplici migliori amici. Lui è piuttosto sicuro che è quello che vorrebbe anche lei, ma come si può oltrepassare quella linea senza perdere tutto ciò che hanno? Jaime guarda gli occhi bellissimi ma cauti di Brienne, guarda quelle ingenue profondità blu, e mormora, “Dèi, sono una merda in queste cose.”
 
Bè, lui si dice, gli dèi odiano i codardi. Jaime abbassa con un tonfo la propria birra sul tavolino, alzandosi in piedi. “Alzati.”
 
“Cosa? Perché?”
 
“Solo...fidati di me, va bene? Alzati.”
 
Lei poggia la propria birra sul tavolino e si alza.
 
“Vieni qui.”
 
Brienne gli si avvicina con circospezione. “E’ meglio che tu non stia pianificando di farmi il solletico,” lei lo avverte. “Ho smesso di cascare in quel trabocchetto quando avevamo dieci anni.”
 
Jaime sbuffa dal naso. “Ne avevamo almeno quindici prima che tu lo capissi,” lui ribatte. Jaime le si avvicina e lei si acciglia.
 
“Che stai facendo?”
 
Jaime sospira. “Non lasciarmi lividi in faccia,” lui dice, per poi poggiare le mani sulle guance di Brienne e premendo la sua bocca contro quella di lei.
 
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Lei è morta.
 
Quella è l’unica ragione per cui le labbra di Jaime sarebbero appoggiate alle sue in questo modo—calde, morbide, e che la persuadono con gentilezza—
 
Lui pone fine al bacio, e lei riapre gli occhi per fissarlo. Brienne sa che lei deve avere un aspetto ridicolo con la sua espressione stupefatta e la sua bocca spalancata.
 
Jaime le rivolge un mezzo sorriso, i suoi occhi verdi sono scuri. “Posso farlo di nuovo?”
 
Morta, lei pensa, anche se annuisce leggermente.
 
Questa volta, non c’è niente di gentile a riguardo. Invece è rovente, profondo ed esigente, e lei gli si aggrappa addosso in modo disperato, baciandolo di rimando con tutta la brama che aveva provato per lui quando lui non c’era.
 
Decisamente morta.
 
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Brienne sbatte le palpebre quando l’esperimento termina ed è immediatamente di nuovo nella sala di controllo della Barriera insieme a Jaime.
 
Lei si tocca automaticamente le labbra, sentendo ancora i baci del Jaime cantante.
 
Si volta verso Jaime, e lui la sta fissando con occhi sgranati, il verde è quasi inghiottito dalle sue pupille. Lui sta afferrando il bordo della scrivania, col respiro veloce.
 
Si fissano a vicenda in un silenzio elettrico, e per un folle attimo Brienne desidera ardentemente allungarsi verso di lui, per riprendere da dove avevano lasciato le loro controparti. La soddisfazione indiretta durerà soltanto fino a un certo punto, lei pensa con una disperazione affranta, e Brienne può sopportare la tentazione solo fino a un certo punto prima di—
 
Jaime sbatte le palpebre e distoglie lo sguardo.
 
“Potrei avere bisogno di ripensare a quell’idea dei pannoloni,” lui dice con voce tesa.
 
Brienne spalanca la bocca, e Jaime le lancia un’occhiata con un sogghigno mestamente sofferente, e all’improvviso stanno ridendo entrambi, e ridono fino a quando non hanno delle lacrime che scendono lungo le loro guance.
 
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Gli generatori sono quasi di nuovo alla massima potenza prima che riescano finalmente a tenere sotto controllo le loro ultime risatine.
 
“Dèi,” Jaime dice con un sospiro, passandosi le mani sul viso, “Ho paura di sapere cosa troveremo quando torneremo in quell’universo.”
 
Brienne sghignazza leggermente, per poi tornare seria. “E’ per questo che...la scorsa notte...”
 
Jaime alza una mano. “Non c’è bisogno di spiegare, Brienne,” lui la interrompe, “Lo capisco. Davvero.” Lui abbassa lo sguardo sulla penna che tiene in mano e scrolla le spalle. “Forse hai ragione. Tutto ciò che potrei star pensando o provando è quasi sicuramente solo un eco dagli altri universi.” Jaime le lancia un’occhiata per valutare la sua reazione ed è soddisfatto nel vedere sul viso di Brienne un breve attimo di quello che lui spera sia delusione.
 
Lui si raddrizza con un sogghigno quando i generatori raggiungono la massima potenza.
 
“Bè,” lui dice, “speriamo che io riesca a farmi una doccia fredda alla fine di questo prossimo esperimento.”
 
Brienne arrossisce, per poi alzare il mento e rivolgergli un proprio sogghigno. “Sia tu che io,” lei conclude, e preme invio.
 
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Lei potrà anche essere morta, ma se lo è, è in uno dei sette paradisi.
 
Jaime è disteso sotto di lei sopra il divano, ed ha le braccia avvolte intorno a lei, stringendola forte. Brienne aveva interrotto il baciarsi; era troppo travolgente e troppo confusionario, ma questo...
 
Bè, anche questo è travolgente e confusionario, ma lei non si era accorta di quanto fosse bello essere semplicemente stretti...anche se ci sono ancora tante cose a cui pensare prima di—
 
“Smettila di pensare troppo,” Jaime mormora, la voce gli rimbomba nel petto, che si trova sotto di lei, e lui le passa una mano sulla schiena.
 
Brienne alza la testa e lancia un’occhiataccia al viso di lui che è compiaciuto e soddisfatto, e fin troppo bello. “E mi biasimi? Questo—cos’è questo?”
 
“Si tratta solo di due persone che stanno facendo il passo successivo nella loro relazione.”
 
“E’ così improvviso, Jaime!’
 
Sentendo quello, Jaime ride, prima di premere un bacio prolungato sulla bocca di lei. “Ci stavamo soltanto dirigendo a questo punto da tutta una vita, Spilungona, ma hai ragione: è così improvviso.”
 
Lei grugnisce e gli fa il solletico sotto le costole, e prima di accorgersene, sono nel mezzo di una lotta di solletico che finisce con entrambi che cadono sul pavimento, in un concentrato di risate, e con Jaime che adesso è sopra di lei.
 
Lui la guarda con un sorriso, gli occhi verdi gli brillano di felicità. “Non preoccuparti, Spilungona, troveremo un modo, proprio come abbiamo trovato un modo per ogni altra cosa.”
 
“Jaime—”
 
Lui ferma le parole di Brienne con un bacio. “Non preoccuparti ho detto,” lui sussurra. “Ora, dovremmo andare a letto—nei nostri letti separati!—prima che io mi dimentichi che dobbiamo fare le cose con calma.”  Lui fa per alzarsi, ma si acciglia guardandola con un pensiero improvviso. “Sei ancora vergine?” lui domanda.
 
Il volto di Brienne brucia d’imbarazzo. “Perché?”
 
Il lento sorriso di Jaime è malizioso mentre lui ruota lentamente i fianchi contro di lei, e lei sente il suo—
 
Dèi, Brienne finirà per scoppiare letteralmente in fiamme ad ogni momento.
 
“Bè,” lui dice con voce strascicata e con un’altra lenta e sensuale rotazione dei suoi fianchi, “mi dice come approcciare la nostra prima volta.”
 
Lei gli schiaffeggia la spalla, per poi lenire quel piccolo dolore. “Stai dando per scontato un botto di cose, non pensi?”
 
Jaime ride guardandola. “Non mi hai preso a pugni in faccia e non mi hai rotto un qualche arto.” Lui le dà un bacio veloce. “Anche solo quello mi dà una piccola speranza che ci sarà una prima volta.”
 
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Quella notte i sogni di Brienne sono un miscuglio di incubi ed immagini erotiche, e si sveglia alle tre di mattina accaldata e desiderosa di lui.
 
Lui è dall’altra parte della porta, il corpo bramante di Brienne le sussurra, ed hai la chiave.
 
Lei si mette a sedere ma poi si ferma. È che la situazione è così complicata: una fattoria in fallimento, due ragazzine da crescere, una nascente carriera di cantante e la risultante fama che inghiottirebbe lei e le sue sorelle per poi risputarle fuori.
 
Si ristende.
 
La situazione è troppo complicata. Qualsiasi cosa questo sia...non durerebbe. È meglio non iniziare nemmeno.
 
Brienne glielo dirà in mattinata.
 
*/*/*/*/*
 
La decisione di Brienne si dissolve come rugiada alle luci del sole quando si trova di fronte il sorriso radioso di Jaime e il suo ovvio piacere nel vederla. Quando se ne vanno, lui abbraccia le sue sorelle per salutarle con del vero dispiacere, e dopo la bacia—con dell’ovvio entusiasmo—quando sono in piedi sui gradini dell’ingresso, in piena vista delle sue sorelle, di Pia e Jos, dell’uomo che guida la limousine, e di chiunque altro potrebbe star guardando.
 
Quando lui alla fine la lascia andare, le ci vuole tutta la sua forza di volontà per voltarsi e salire in macchina.
 
Tutte e tre lo salutano con la mano in modo frenetico mentre l’auto le allontana dalla villa, e dopo Brienne si prepara per le domande delle sue sorelle.
 
Con sua sorpresa, loro non sembrano per niente sorprese, ma solo tristi di doversi lasciare alle spalle Jaime, Pia e Jos, i computer, la sala giochi e tutte le comodità di Approdo del Re.
 
“Non vi state domandando perché Jaime mi ha baciata?” Brienne chiede timidamente quando arrivano in aeroporto.
 
Alysanne e Arianne si scambiano uno sguardo perplesso, per poi scuotere entrambe la testa.
 
“Quindi non siete sorprese?” Brienne preme per sapere.
 
Entrambe scuotono di nuovo la testa. “Ho sempre saputo che Jaime ti si voleva fare,” Alysanne dice dandosi un’aria da ragazza di mondo.
 
Alysanne! Hai solo quattordici anni!”
 
Lei scrolla le spalle per poi rivolgere un sorriso dolce a Brienne. “A casa, lui ti guardava come se tu fossi la perfezione fatta persona, perciò non sono sicura del perché tu sia sorpresa.”
 
Brienne arrossisce, attenuandosi in un silenzio imbarazzato, mentre le sue sorelle chiacchierano con entusiasmo di tutto quello che hanno visto e fatto ad Approdo del Re.
 
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Nei giorni successivi lei ha difficoltà a prendere in mano le responsabilità della fattoria, anche se il caldo si è finalmente attenuato, e ha anche piovuto nella settimana in cui Brienne e le sue sorelle non ci sono state.
 
Pod ha fatto davvero un buon lavoro nel prendersi cura del bestiame, e Brienne gli dà la t-shirt che gli hanno portato da Approdo del Re, che lui accetta arrossendo e con dei ringraziamenti balbettati mentre lancia delle occhiate ad Alysanne con un qualcosa che si avvicina all’incanto. Lui ha più o meno la stessa età di sua sorella, e Brienne alza mentalmente un sopracciglio mentre li osserva. Quei due sono ancora troppo piccoli, lei pensa, ma forse tra un anno o due...
 
Brienne sospira, facendo tornando i suoi pensieri a cosa deve fare per mettere da parte la somma necessaria per pagare la prossima rata sulla fattoria.
 
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Quel fine settimana, Brienne e le sue sorelle vanno in biblioteca, facendo login negli account delle loro e-mail prima che le ragazze scorrazzino via verso gli scaffali e la sala giochi. Per quanto riguarda Brienne, il cuore le sobbalza quando trova ad aspettarla diverse e-mail di Jaime.
 
Mentre le legge, non riesce a tenere lontano un sorriso dalle sue labbra e del rossore dalle sue guance.
 
Gli risponde, anche se le sue parole non sono nemmeno lontanamente infuocate come quelle di Jaime, e lei rifiuta l’offerta di Jaime di comprare a tutte loro dei cellulari così che lui possa chiamarle. Gli augura buona fortuna per il suo nuovo tour e per il rilascio di Udite il mio Ruggito, visto che entrambe le cose partiranno l’indomani, e gli domanda se ha sentito qualcosa da Baelish e Varys.
 
Sulla via di ritorno alla fattoria, Brienne cammina al settimo cielo e con le stelle negli occhi, con le e-mail di Jaime stampate e riposte con cura nella sua borsa.
 
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Le loro vite tornano alla solita routine di duro lavoro ogni giorno, e l’ultima giornata di ogni fine settimana, Brienne e le sue sorelle vanno a piedi in città fino alla biblioteca. Ad attenderla ci sono sempre diverse e-mail di Jaime, di cui almeno una la implora di permettergli di comprare dei cellulari per lei e le sue sorelle.
 
Brienne rifiuta ogni volta, e spera di star diventando più brava nel dirgli quanto lui le manchi. Lei stampa le e-mail di Jaime, condividendo quello che può con le sue sorelle e tenendo il resto per il suo cuore.
 
Lui è impegnato con le prime tappe del suo tour di concerti, e Brienne cerca ogni fine settimana delle notizie e delle recensioni. Lei impara che la stella di Jaime si sta alzando sempre più velocemente e brilla più che mai. E’ così orgogliosa e felice per lui, anche se sa che più lui diventerà famoso, più sarà improbabile che lei abbia un qualche ruolo nel suo futuro.
 
Durante i suoi momenti peggiori, al sicuro nella sua camera da letto, Brienne piange un po’ a quel pensiero, ma una notte, mentre si asciuga le lacrime dagli occhi, decide che la prossima volta che si vedranno lei correrà il rischio. Si ricorda i baci di Jaime, la sensazione delle sue braccia intorno a lei e la forza del petto muscoloso di lui sotto le proprie mani. Lei correrà il rischio, perché se ne pentirebbe per sempre se non lo facesse…e perché qualsiasi cosa ci sia tra lei e Jaime è destinata ad appassire e morire nella calda luce della celebrità. Almeno potrà allontanarsi con dei ricordi migliori di quello che è riuscita a collezionare fino ad ora.
 
Poco più di due settimane dopo il suo ritorno da Approdo del Re, Brienne va dal suo medico e ha una conversazione lunga ed imbarazzante su quale sia il miglior metodo contraccettivo per lei, domandandosi se avrà mai l’opportunità di usarlo.
 
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Quel fine settimana le e-mail sono più o meno le solite: storie su quello che Jaime fa in tour, di quanto lui voglia sentire la sua voce, di quanto lui non veda l’ora di vederla e baciarla di nuovo.
 
La sua ultima e-mail, però, è intitolata semplicemente “Chiamami” e nel corpo della e-mail c’è il numero di cellulare di Jaime, insieme a degli orari in cui lui sarà libero quella settimana successiva.
 
Il giorno dopo lei lascia le sue sorelle a casa da sole per andare in paese a cercare un telefono.
 
“Brienne,” lui sussurra, e la felicità che gli scalda la voce le manda dei brividi lungo la schiena.
 
Lei si morde il labbro, guardando intorno al tutt’altro che privato telefono pubblico della biblioteca, sperando che nessuno le domandi perché è così rossa.
 
“Jaime,” lei dice, ed è quasi un grugnito di brama.
 
“Dèi, mi sei mancata,” lui le mormora nell’orecchio.
 
“Anche—anche tu mi sei mancato.”
 
“Bene. Credo che dovresti permettermi di comprarti un cellulare.” Il tono di voce di Jaime è basso e rauco, scivolando allusivamente sulle terminazioni nervose di Brienne. “Potremmo parlare ogni notte. In privato.”
 
“Jaime—”
 
“Che stai indossando?”
 
Brienne scoppia a ridere. “Smettila,” lei replica. “Sono in biblioteca e la tua e-mail mi aveva fatto intendere che fosse urgente che io mi mettessi in contatto con te. Se mi dici che era solo per fare in modo che tu potessi stuzzicarmi in tempo reale—”
 
La risata di Jaime è quasi peccaminosa. “Bè, quello era senz’altro parte della ragione, non lo nascondo. Ma purtroppo, no. Ho ricevuto una chiamata da Petyr Baelish. Sono pronti a darci il loro resoconto.”
 
È come essere immersa nell’acqua gelata. “Resoconto.”
 
“Già,” Jaime dice. “Puoi trovare qualcuno che si prenda cura delle ragazze per un paio di giorni? Sarò di nuovo ad Approdo del Re per questo fine settimana, ma poi dovrò partire di nuovo tre giorni dopo per le prossime date del tour.”
 
Brienne aggrotta la fronte, pensando ai suoi vicini di casa. “Posso mettere Pod ad occuparsi del bestiame,” lei borbotta, “e Selyse Baratheon mi deve un favore.”
 
“Dèi, non infliggere Selyse a quelle povere ragazze!”
 
Brienne ride. “Selyse è a posto,” lei ribatte, “e le ragazze sono amiche di Shireen, quindi non è che non conoscono Selyse.”
 
“Bè, sono le tue sorelle,” Jaime commenta, “anche se forse dovrai portare a casa tua dei souvenir davvero speciali per farti perdonare. Ad ogni modo, troverò qualcuno che provveda a farti arrivare ad Approdo del Re.”
 
“Va bene,” lei dice, con lo stomaco annodato dalla paura per quello che gli investigatori privati potrebbero aver scoperto.
 
“E Brienne...”
 
“Sì?”
 
“Non vedo l’ora di rivederti.”
 
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Jaime guarda Brienne e inarca un sopracciglio.
 
“Credi che avrai bisogno di quel pannolone?” lei chiede, inarcando un proprio sopracciglio.
 
Lei ha un aspetto ridicolo con in testa quel casco in lattice da cui fuoriescono elettrodi e fili, e tutto ciò che lui vuole fare è sporgersi in avanti per baciarla fino a farle perdere i sensi. Distrattamente, lui si chiede cosa farebbe quell’azione ai risultati delle loro scansioni celebrali.
 
Jaime si accontenta di farle un sorriso beffardo. “Speriamo di no, ma lo sai cosa finiranno per fare quei due, vero?”
 
Lei grugnisce, coprendosi la faccia con le mani.
 
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Trenta minuti dopo, il computer fa un bip che li informa che i generatori sono tornati alla massima potenza.
 
Jaime guarda Brienne e dice, “Non devi restare per forza, sai. Se sei troppo imbarazzata, posso aspettare fino a quando non sarai fuori dalla barriera elettromagnetica, e posso eseguire l’esperimento per conto mio.”
 
Lei sbatte quei suoi occhi straordinari, replicando, “Alterando i dati? Mai.”
 
Jaime le rivolge un lento sorriso. “D’accordo, Junior, ma non dire che non ti ho dato scelta.”
 
Lei alza gli occhi al cielo e preme invio.
 
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Brienne diventa sempre più nervosa più si avvicina ad Approdo del Re. Una volta che la limousine si ferma davanti alla villa di Jaime, i palmi delle mani le stanno sudando e non sa le ginocchia saranno in grado di mantenerla in piedi abbastanza da farla entrare in casa.
 
Ma lei ha affrontato così tante cose negli ultimi cinque anni, e questo è Jaime.
 
Brienne scende dalla macchina con in mano la sua valigia e, facendo un profondo respiro, si incammina verso la casa.
 
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Jaime apre la porta e l’espressione sul viso di lui quando la tira gentilmente dentro, e tra le sue braccia, le fa svanire tutte le paure come neve in primavera.
 
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Quando sono nel letto di Jaime e lui si sta muovendo dentro di lei, l’ultimo pensiero coerente di Brienne è che non sa perché fosse così spaventata.
 
Finalmente, lei è a casa.
 
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Brienne ha la testa appoggiata sul petto di Jaime e gli sta praticamente facendo le fusa, mentre la mano di lui le accarezza pigramente la sua schiena nuda. Non sa se si sia mai sentita così fisicamente rilassata prima d’ora.
 
“Abbiamo un appuntamento con Petyr Baelish domani mattina,” Jaime mormora, per poi sbadigliare.
 
“Hmm.”
 
La risatina di lui le rimbomba contro l’orecchio. “Stai dormendo?”
 
“Hmmm...no.”
 
“Bene.” Lui fissa il soffitto, il braccio di Jaime le si stringe intorno ancora di più. “Possiamo parlare di noi?”
 
Brienne si blocca, per poi alzare la testa per fissarlo.
 
“Che c’è da dire?” lei chiede.
 
Il sorriso di Jaime è tirato e sembra quasi nervoso. “Non fare la finta tonta, Brienne,” lui ribatte.
 
Brienne sospira. “Non so se ci sia un ‘noi’,” lei replica. Riabbassa la testa sul petto di Jaime, ascoltando il battito fin troppo rapido di lui contro il suo orecchio. “Non posso chiederti di farti carico di una fattoria in fallimento e di crescere due ragazzine. Quello rovinerebbe la tua immagine nel mondo della musica.” Improvvisamente, lei sbuffa una risatina sofferente. “Io rovinerei la tua immagine nel mondo della musica. Non sono il tipo di donna che un uomo come te dovrebbe avere al suo fianco nel mezzo di una vita sotto i riflettori.”
 
“Non ci sono uomini come me, Brienne, ci sono solo io—ed io avrò qualsiasi cazzo di donna che vorrò al mio fianco, e chiunque non sia d’accordo può andare a farsi fottere.”
 
Lei si mette a sedere, fissandolo per via della rabbia nella sua voce.
 
Jaime la guarda male e continua, “Io ti trovo assolutamente e straordinariamente bella—l’ho sempre fatto—ed è per questo che ero così arrabbiato quando avevo scoperto che ti eri innamorata di quel coglione di Renly fottuto Baratheon! So anche che quello stupido stronzo di Connington e i suoi amichetti hanno distrutto la tua autostima quando non c’ero, e la prossima volta che li vedrò, li prenderò a calci in culo fino al prossimo secolo, lo giuro sugli dèi!”
 
Lei spalanca la bocca mentre lui sorride, con un sorriso fulgido e tagliente come un coltello.
 
“D’altro canto,” lui aggiunge, la sua voce è un sussurro pericoloso, “non mi hai detto l’unica cosa che mi allontanerebbe da questo letto.”
 
Lei si acciglia. “Quale sarebbe?”
 
“Non mi hai detto che non sei innamorata di me.”
 
Un lento rossore le si insinua sulle guance. “Tu non mi hai detto di esserlo!” lei balbetta, sentendosi improvvisamente ridicola per il fatto di stare avendo questa conversazione mentre i loro corpi nudi sono ancora pressati l’uno all’altro.
 
“Certo che lo sono, Brienne.” Lui le accarezza la schiena con le mani, fino ai fianchi, attirandola a sé per un bacio. “Certo che lo sono,” lui ripete, più dolcemente, e la bacia di nuovo. “Dèi, ti amo,” lui grugnisce, “e non so come ho resistito a stare lontano da te così a lungo.”
 
Brienne si inarca contro di lui, stringendolo a se’, e quando lui allontana la bocca dalla sua per iniziare a baciarle il collo e farle dei succhiotti, lei può soltanto gemere, “Ti amo,” ad ogni bacio.
 
E dopo non parlano più.
 
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Jaime tiene la porta aperta per Brienne mentre entrano negli uffici di Baelish e Varys. Petyr Baelish stringe le loro mani e Jaime lo esamina, trovando l’uomo gracile e con la faccia da furetto abbastanza gradevole, anche se Jaime non è sicuro di fidarsi di lui del tutto.
 
Comunque.
 
E’ metà del miglior duo di investigatori privati di Westeros, e si spera che quella reputazione non sia sbagliata.
 
“Congratulazioni per il tuo nuovo album, signor Lannister,” Petyr dice, e c’è una certa dose di ossequiosità nel suo sorriso che fa irritare Jaime.
 
“Ti ringrazio,” è tutto ciò che gli risponde. Jaime sa che Udite il mio Ruggito ha debuttato alla posizione numero uno delle classifiche, le recensioni sono state positive, il tour Udite il mio Ruggito ha fatto sold out in tutte le location, e Arthur si è mostrato cautamente soddisfatto ogni volta che hanno parlato. Ma non ha ancora saputo i dettagli. È stato troppo incentrato nel tour e nei pensieri su Brienne per chiedere quante copie sono state vendute fino ad ora.
 
“Tutti dicono che questo è l’album che ti farà sfondare,” Petyr continua. “Potresti addirittura battere il record di Aerys Targaryen per il maggior numero di album venduto nel minor lasso di tempo.”
 
Il sorriso di Jaime è sottile. “Ne dubito,” lui replica, per poi lanciare un’occhiata a Brienne prima di voltarsi di nuovo verso Petyr. “Hai delle novità per noi?”
 
“Sì,” Petyr risponde, immediatamente professionale, mentre tira fuori un documento e mettendoglielo davanti. “Siamo riusciti a rintracciare i movimenti di Selwyn Tarth quattro anni e mezzo fa, durante il periodo di tempo in cui era stato lontano dalla vostra cittadina.”
 
“Dov’era andato?” Brienne domanda, quasi tremando mentre si sporge in avanti, con i suoi occhi magnifici fissi sul volto di Petyr Baelish.
 
“Era venuto qui. Ad Approdo del Re.”
 
“E hai rintracciato i soldi?”
 
“Oh, sì, signorina Tarth.” Lui le rivolge un sorriso sottile. “Erano stati trasferiti alla Dayne Records.”
 
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Arthur Dayne li accoglie sulla soglia del suo ufficio, stringendo le loro mani e facendoli accomodare su delle sedie di fronte alla sua scrivania.
 
“Sembravi molto misterioso al telefono, Jaime,” lui inizia con un sorriso perplesso.
 
“Conoscevi mio padre,” Brienne dice, e Jaime riesce a vedere quanto sono tesi i muscoli delle spalle di lei.
 
“Sì, io—”  Arthur sbatte le palpebre, preso alla sprovvista. “Conoscevo?”
 
“Mio padre è morto in un incidente agricolo quattro anni e mezzo fa,” Brienne spiega.
 
“Dèi, mi dispiace. Non ne avevo idea.”
 
“Quell’uomo aveva investito trecentomila dragoni nella tua etichetta discografica, e poi non avevi più avuto notizie di lui. Non ti era parso strano?” Brienne domanda, con voce tesa.
 
Arthur fa spallucce. “Non davvero. Gli mandavo dei report trimestrali e avevo semplicemente dato per scontato che non avesse domande da fare. L’accordo avrà scadenza solo tra sei mesi, dopo tutto, quindi non mi ero mai davvero aspettato che mi avrebbe contattato prima di allora.” Il sorriso di Arthur è impeccabile e professionale. “E’ per questo che è un socio silenzioso.” Il sorriso svanisce. “Era.”
 
“Dove gli mandavi i report trimestrali?” Brienne gli chiede con sospetto.
 
Arthur tira fuori il suo tablet e ci digita sopra, per poi scarabocchiare qualcosa su un pezzo di carta, porgendolo a Brienne.  “Tieni.”
 
Brienne lo prende con un cipiglio, e a quel punto Jaime chiede, “Perché tu?”
 
Arthur incarca un sopracciglio. “Scusa?”
 
“Perché lui aveva scelto di investire su di te?”
 
“Lui non aveva scelto me, Jaime,” Arthur risponde con una risatina. “Aveva scelto te. Lui ha aiutato a finanziare la tua carriera musicale.”
 
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La storia, una volta spiegata, è abbastanza semplice.
 
Poco meno di cinque anni fa, Selwyn Tarth era arrivato sull’uscio del suo vecchio amico. Arthur non lo vedeva da anni, ma aveva lo stesso aspetto di sempre, anche se c’era delle tristezza depositatasi pesantemente sulle spalle di Selwyn.
 
Aveva una proposta per Arthur: questo ragazzo che lui conosceva, Jaime Lannister, si trovava da qualche parte ad Approdo del Re, cercando di farcela nel mondo della musica. Selwyn aveva chiesto ad Arthur di andare a trovare questo ragazzo e di dargli un ascolto.
 
Così lui l’aveva fatto.
 
“Suonavi per strada nell’angolo di Drogon e Balerion, ricordi?” Dayne dici con un mezzo sorriso.
 
Jaime annuisce. “E vivevo nella mia macchina,” lui racconta a Brienne.
 
Arthur continua, “Anche allora, potevo vedere che quel ragazzo aveva qualcosa di speciale.” Si appoggia allo schienale della sua sedia e sorride. “Diedi a Jaime il mio biglietto da visita; gli dissi di venire da me l’indomani mattina. Poi tornai da Selwyn e gli dissi che avevamo un accordo.”
 
Brienne sbatte le palpebre mentre passa lo sguardo da Arthur a Jaime e poi di nuovo. “Che tipo di accordo? Esattamente?”
 
“Trecentomila dragoni per il quindici percento dei profitti dal primo contratto discografico di Jaime. Quello include profitti dalle vendite dei dischi, dai concerti, dalle apparizioni pubbliche, etc., etc., etc. In pratica, qualsiasi profitto da una qualsiasi cosa che lui fa e che rientra nel nostro contratto con lui, Selwyn—o tu, adesso, suppongo—ne ottiene il quindici percento.”
 
“Aspetta un attimo,” Jaime dice, assottigliando lo sguardo. “Io prendo solo il dieci percento!”
 
“Abbiamo fatto un totale investimento iniziale di più di due milioni di dragoni per gli ultimi quattro anni e mezzo del tuo lavoro, Jaime. Il quindici percento è la porzione di Selwyn di quell’investimento iniziale di due milioni di dragoni.” Lui scrolla le spalle e sorride in modo ampio. “Benvenuto nel mondo della musica.”
 
Brienne aggrotta la fronte. “Quindi, di quanti soldi stiamo parlando?”
 
“Bè,” Dayne replica, “è un po’ troppo presto per dirlo con certezza. Abbiamo rilasciato due album sotto l’attuale contratto, e Jaime è nel mezzo del suo secondo tour importante. E oggi abbiamo anche ricevuto i primi resoconti di vendita di Udite il mio Ruggito, e...” Lui emette un sospiro, rivolgendo a Jaime un’espressione triste.
 
Jaime spalanca gli occhi. “Oh, dèi,” lui grugnisce, “è stato un fiasco.”
 
L’espressione di Arthur si fa ancora più triste. “Un fiasco...bè potresti dire che...è stato proprio il contrario. È andato una bomba. Ha già venduto quasi due milioni di copie, e sono passate solo quattro settimane.”
 
Le loro bocche si spalancano lentamente.
 
“Milioni, Brienne,” Arthur dice, con gli occhi che gli brillano. “La tua porzione del contratto vale milioni.”
 
 
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Il tratto di spiaggia sulle Acque Nere è deserto, e si siedono sulla sabbia, appoggiando i menti sulle loro ginocchia.
 
“Perché ha fatto una cosa del genere?” Brienne sussurra.
 
Jaime si limita a scuotere la testa. “Forse si sentiva in colpa per averti tenuto con lui. Forse...forse lui aveva sperato che se io ce l’avessi fatta, allora...” Lui sospira.
 
“Allora ce l’avrei fatta anch’io, anche se non nel modo in cui tu avevi sperato.”
 
Jaime si gira e le rivolge un sorriso dolceamaro. “Lui ti voleva bene, lo sai. Voleva bene a tutte voi.”
 
Brienne chiude gli occhi, incapace di guardarlo. “Lo so,” lei sussurra.
 
 
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Il giorno dopo, Jaime la saluta con un bacio, in modo riluttante.
 
“Vorrei che tu potessi venire con me,” lui le mormora nell’orecchio.
 
“Devo tornare a casa,” lei sussurra di rimando. “Le ragazze hanno bisogno di me.”
 
“Lo so.” Lui la bacia di nuovo, per poi dire con un sorriso, “Adesso mi permetterai di comprarvi dei cellulari? Potrai ripagarmi tra sei mesi.”
 
“Jaime…”
 
“Dai,” lui la stuzzica, “non dimenticarlo: alla fine di tutto sarai più ricca di me.”
 
Lei sbuffa col naso. “Farai altri album, Jaime, ed io non avrò una percentuale in quelli lì.”
 
“No?” Lui inarca un sopracciglio. “Bè, penso che finirai per avere una percentuale del cinquanta percento in tutto quello che farò. Se lo vorrai.” **
 
Lei arrossisce, e lui ride e la bacia.
 
“Non stare troppo a tuo agio senza di me,” Jaime le mormora nell’orecchio.
 
“Non lo farò,” lei sospira. “Ti amo, Jaime.”
 
“Anch’io ti amo,” lui replica, “e una volta che il tour sarà terminato, penseremo a tutto il resto. Le ragazze potranno volere restare nella fattoria fino a quando non avranno finito la scuola, e quello mi sta bene. Potrebbe essere un buon posto per noi, che potremo usare per scappare dai riflettori.”
 
Brienne gli rivolge un sorriso incredulo. “Davvero?”
 
“Davvero.” Lui se la porta più vicino. “Basta che stiamo insieme. Giusto?”
 
Lei sorride lentamente. “Giusto.”
 
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* Il Jaime cantante ha solo 25 anni, ma siccome Alysanne ne ha 14, per lei Jaime è un “vecchio”. Lol.
 
** Sì, lì Jaime stava “velatamente” facendo intendere che vuole sposare Brienne dicendo che lei potrebbe un giorno avere il cinquanta percento dei beni di Jaime. Adoro.
 
 
 
 
 
- Piccola curiosità che mi è venuta in mente grazie alla mia ossessione per House of the Dragon. Non è dimostrato con certezza ma… praticamente tutta la dinastia Targaryen è….bastarda. Tutti i Targ millantano di discendere da Aegon il Conquistatore, e bla bla bla…ma in realtà non è vero, in modo piuttosto palese. Infatti è quasi del tutto ovvio che il buon Aegon I fosse sterile, lol.
 
Vi spiego. Aegon il Conquistatore era sposato con le sue due sorelle: Visenya, che lui sposò per dovere e che fu la prima cavalcatrice di Vhagar (e da cui quasi sicuramente deriva la cattiveria malata di alcuni Targ successivi…hanno preso tutto dalla zietta Visenya, lol), e Rhaenys, che Aegon sposò perché la amava profondamente.
 
Il fatto è che, per moltiiiiiissimi anni, ‘ste due sorelle/mogli non rimasero incinte, nonostante Aegon passasse quasi tutte le sue notti con Rhaenys e qualcuna con Visenya. Ma ad un certo punto, dopo più di un decennio di matrimonio…Rhaenys rimase incinta, si ebbe il tanto desiderato erede di Aegon. Il problema è…che quando Aegon passava le notti con Visenya, Rhaenys passava le notti in compagnia di suoi “””amici””” musicisti. E infatti, crescendo, il bambino di Rhaenys presentò uno spiccato amore per la musica…ma guarda un po', come gli “””amichetti””” della mamma.
 
Ebbene, è da quel bambino bastardo che discendono tutti i Targaryen conosciuti, inclusi Jon Snow e Dany. Il suo nome era Aenys. E salì al trono dopo Aegon. Aegon ne era solo lo zio, non il padre, essendo Aegon palesemente sterile (per questo Rhaenys si rivolse ad altri uomini pur di avere un erede), ma ovviamente il buon Aegon non sospettava minimamente di avere le corna, e non ebbe mai modo di capire che Aenys non fosse davvero suo figlio.
 
Ma anche Visenya, successivamente, rimase incinta, pur di provare ad avere un qualche erede con cui usurpare il trono al figlio di Rhaenys…ma Visenya usò la magia nera per farlo, non un qualche amante. E infatti, dal suo grembo uscì fuori una specie di anticristo assetato di potere, che divenne l’esempio lampante della figura dello “Zio crudele che vuole rubare il trono al nipotino”, ovvero Maegor, che combinò una guerra terribile contro i figli di Aenys, che ammazzò brutalmente due dei suoi nipotini eredi al trono, e che ebbe un regno macchiato di sangue. Grazie agli dèi, quando crepò salì sul trono un altro dei suoi nipotini buoni figli di Aenys, ovvero Jaehaerys I…che sarebbe il nonno di Viserys I e Daemon di HOTD, per intenderci. Il figlio bastardo di Rhaenys spacciato per figlio di Aegon il Conquistatore era il bisnonno di Viserys e Daemon. (E parlando di bastardi...il capostipite della casata Baratheon era il fratellino bastardo di Aegon il Conquistatore, non scordiamolo, lol).
 
 
 
 
 
- Questo era il finale dell’universo cantante/contadina! Ora vi lascerò le note dell’autrice, dove lei ha spiegato le sue idee ed ispirazioni per questo universo.

 
Nota dell’autrice: Cantante/Contadina aka Migliori amici:
 
Theme Song:  Long Time Gone delle Dixie Chicks
   Been a long time gone
   No, I ain’t hoed a row since I don’t know when
   Long time gone
   And it ain’t coming back again
 
Quest’universo mi è venuto in mente perché volevo mettere Jaime/Brienne in un universo davvero ordinario. Alla fine si è rivelato essere un po’ meno ordinario di quanto avessi originariamente pianificato—LOL—ma era iniziato dall’idea di esplorare chi sarebbero e come si comporterebbero l’una con l’altro se stessero semplicemente vivendo delle vite ordinarie.
 
Questo è uno dei miei universi ‘tranquilli’, dove non c’è molto dramma e non ci sono molte cose che potrebbero potenzialmente andare molto molto male. Era stato davvero inteso per essere uno “slice-of-life”…ma alla fine sono comunque finiti per essere dei milionari—LOL.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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