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Autore: Francyzago77    27/01/2023    4 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Non farmela mettere! – supplicò Ted mentre la mamma lo inseguiva attorno al tavolo della cucina con una giacca scura in mano – Sembro un pagliaccio con quella addosso!

-Vieni qui e piantala di fare storie – ordinò la donna già esausta – ormai sei grande e in un’occasione come questa una giacca devi indossarla.

-Non potrò muovermi bene, mi sento le braccia imbrigliate – continuò a piagnucolare ma la mamma intanto lo aveva bloccato e gli infilava con forza la prima manica. 

Ted guardò con una punta d’invidia il fratellino che, seduto accanto a Nat, si gustava tutta la scena. Matt aveva soltanto nove anni e poteva permettersi di andare a pranzo a villa Price in pantaloni e t shirt bianca. Lui invece di anni ne aveva tredici e, secondo le teorie della mamma, doveva assolutamente mettere una giacca.

-Così stai molto meglio – esclamò la signora Lenders sistemandogli il colletto – ricorda di camminare con la schiena diritta e non buttare in avanti le spalle. 

Il ragazzino sbuffò per poi andare vicino alla sorella che esordì sorridendo:

-Non ci siamo mai vestiti così eleganti, io ho addirittura le scarpe con un mezzo tacco!

E sollevò il piede roteandolo attorno alla caviglia. 

La mamma intanto ripeteva loro per l’ennesima volta le raccomandazioni.

-Nat, quando saremo lì, non parlare troppo e soprattutto non parlare a vanvera. Non fare commenti inappropriati e non ridacchiare senza senso. Matt non avventarti sul cibo a tavola, mastica a bocca chiusa e ringrazia sempre chiunque ti offra qualcosa. Salutate con gentilezza sia l’autista che ci verrà a prendere sia le cameriere che serviranno il pranzo. E siate educati e gentili con i signori Price, portate rispetto e comportatevi bene.

-Il papà di Chris ci è molto simpatico – affermò la ragazzina – ma la mamma credo non sia tanto  cordiale!

-Questi apprezzamenti non vanno fatti Nat! – la rimproverò subito la madre – Non puoi giudicare una persona che non conosci e non hai mai visto. E comunque, qualunque cosa accada, non fate commenti a voce alta e non replicate fra di voi. Chiaro? Ci tengo che i miei figli facciano una buona impressione in casa d’altri, oggi ci tengo ancora di più. Stiamo andando a un incontro molto molto importante.

-Io vado, a dopo! – Mark era sceso velocemente e si dirigeva verso la porta pronto a uscire, tutti si voltarono.

-Dove vuoi andare così! – urlò la mamma fermandolo sulla soglia.

-A prendere la macchina – rispose il ragazzo con naturalezza.

-Non ti presenterai vestito in quel modo a villa Price?- domandò la donna con fare minaccioso. 

Mark indossava infatti sopra a dei pantaloni scuri una maglietta sportiva con le maniche arrotolate, Ted subito asserì a gran voce:

-Se neppure Mark ha la giacca non vedo perché debba metterla io!

-Non preoccuparti mamma – la rassicurò il ragazzo con aria però contrariata – camicia, cravatta e giacca sono in macchina, non voglio sciuparle. Prima di arrivare mi cambierò, tranquilla non ti farò fare una pessima figura!

-La pessima figura sarai tu a farla Mark! – lo rimproverò la madre – Giurami che ti sistemerai per bene e che non varcherai quel cancello in queste condizioni! E soprattutto vedi di toglierti di dosso quell’umore nero che ti porti dietro da diversi giorni, non puoi entrare lì seccato e scontroso.

-Devo pure essere felice e sorridente? – fece ironia lui – Sto andando da una donna che non mi sopporta, che farebbe del tutto per mandarmi via il più lontano possibile da sua figlia e da un uomo che crede di essere onnipotente solo perché può comprare qualunque cosa sia in vendita sulla faccia della terra! Devo gioire?

La mamma scosse la testa tentando di replicare ma Mark era un fiume in piena.

-Sono giorni – continuò il ragazzo – che ti stai affannando per preparare i vestiti per oggi e per il matrimonio. Hai fatto il lavaggio del cervello a tre bambini su come devono comportarsi e quello che non devono dire, hai speso soldi inutilmente per il parrucchiere e altre sciocchezze simili quando sai benissimo che tanto non andremo a genio a quelle persone anche se andassimo lì ricoperti d’oro. Lo sanno che siamo poveri, che siamo diversi da loro e non saremo mai come loro.

Il tono di Mark era aggressivo, pieno di rabbia e la mamma, affranta, riuscì soltanto a dire sottovoce:

-Stai sbagliando Mark, non è come pensi. 

Lui aprì la porta e uscendo le comunicò:

-Vado, voi aspettate la macchina che vi manderà il signor Price.

Dopo pochi passi sentì la mamma dirgli:

-Fallo per Chris, almeno fallo per lei.

Andò via mentre la donna, rientrata in casa, corse di sopra per non farsi vedere in lacrime dai tre ragazzini che, attoniti, avevano assistito a tutta la scena. 

Ted, nel silenzio più assoluto, si sistemò meglio il bavero della giacca mentre Nat col capo chino si guardava la punta delle scarpe lucide e nuove.

-Ehi – la chiamò Matt – ma in quei telefilm sciocchi che vedi sempre in Tv quando qualcuno si sposa non sono tutti felici e contenti?

-Sono appunto sciocchezze – rispose Nat seria – la realtà è diversa.

E, alzandosi, andò alla finestra ad attendere l’auto mandata dal signor Price.






 

Si ritrovò nuovamente davanti a quel cancello imponente, come quella sera.

Aveva parcheggiato un po’ distante, si era cambiato in macchina ed era arrivato a piedi. Non aveva più la moto, l’aveva venduta per comprarsi quell’auto usata, con un bambino in arrivo era stata la decisione più ovvia. Era un modello vecchio ma almeno era sua e non un qualcosa ottenuto per gentile concessione del signor Price.

Suonò e nell’attendere si aggiustò quell’odioso nodo alla cravatta. Era stato Ed ad insegnargli a farlo durante un ritiro della Nazionale. Warner era uno che ci teneva all’abbigliamento e nelle grandi occasioni amava vestirsi con stile. Mark invece avrebbe indossato la stessa maglietta e un paio di jeans in ogni circostanza.

-Fallo per Chris – la voce della mamma  riecheggiava nella sua testa in continuazione.

Se stava lì, davanti a quel cancello, era solo per Chris, soltanto per lei.

Gli aprirono, percorse il vialetto proprio come allora ma questa volta non c’era il simpatico Lucky a gironzolargli attorno. Vide invece Benji intento ad armeggiare con alcuni vasi di fiori accanto al portico. Si avvicinò, l’altro sollevò lo sguardo e con stupore esclamò schernendolo:

-Caspita che eleganza! Devi per caso sposarti?

Poi divertito lo salutò con calore.

-Benarrivato! – e fece per stringergli la mano.

Mark, con una stretta decisa, rispose con sarcasmo:

-Da quando ti hanno declassato a giardiniere?

-Mi piace occuparmi delle piante – specificò Benji – quando ho tempo mi diverto così, è un hobby come un altro.

-Non lo avrei mai detto – proseguì Lenders – di vederti un giorno coltivare rose e tulipani sotto il portico di casa tua.

-Ed io non avrei mai immaginato – disse allora Price – di riceverti qui in grande stile perché stai per diventare il marito di mia sorella! Comunque questi sono gerani, sei abbastanza ignorante in materia.

Indicò i fiori nei vasi mentre Mark gli replicò immediatamente:

-Che fai? Sfotti?

Benji fece di no col capo rispondendo:

-Scherzavo! Da dopo la finale ho ormai seppellito l’ascia di guerra.

I due si guardarono senza rancore, anzi sul volto di Mark quasi s’intravedeva un mezzo sorriso. Benji quindi continuò ironizzando:

-Non pensare però di diventare mio amico! Mi chiederesti troppo!

A quel punto si misero a ridere per poi voltarsi sentendo la voce di Chris che li chiamava.

La ragazza veniva verso di loro insieme a Lucky, era raggiante, si percepiva perfino da lontano. Indossava un abitino color verde pastello, le scarpe basse e aveva i capelli raccolti in una mezza coda.

-Che mai ci troverà in te – esclamò Benji osservando la sorella che si avvicinava – proprio non l’ho capito!

-Vedi che continui a sfottere! – lo redarguì Mark però un poco teso.

Era la prima volta quella che tutti e tre si trovavano insieme, faceva un certo effetto ad ognuno di loro.

Chris si gettò tranquillamente fra le braccia di Mark cercando le sue labbra per un casto bacio che però mise in imbarazzo il giovane, restio ad effusioni in pubblico. Baciare Chris davanti a Benji poi, era abbastanza particolare e forse strano.

-Mi sei mancato, non puoi capire quanto! – esordì Chris invece decisa e sicura di sé.

Scansandosi un poco dai due, Benji disse a Lucky:

-Andiamo a fare un giro amico mio, qua siamo di troppo!

Lo stava incitando a muoversi ma dalla porta principale uscirono i signori Price. Il ragazzo allora pensò fosse giusto rimanere.

-Carissimo Mark – iniziò l’uomo salutando a gran voce – ti stavamo aspettando. Vieni, entra in casa sei il benvenuto!

Lo raggiunse per poi accompagnarlo personalmente all’entrata facendogli strada assieme a Chris mentre la signora Price era rimasta sull’uscio.

Si trovò faccia a faccia con la donna che, con espressione contrita, cominciò il suo discorso di scuse:

-Ti prego di perdonarmi Mark, vorrei non aver mai detto certe parole quella sera e spero tu possa dimenticare il mio comportamento a dir poco spregevole. Ero solo confusa, amareggiata e prevenuta nei tuoi confronti. Sappi che sono e sarò sempre lieta di accoglierti in casa mia. Sono felice tu sia qui.

Chiosò con un sorriso mentre Mark si ripeteva nella mente la frase della mamma:

-Fallo per Chris, almeno fallo per lei.

Alzò la testa e stringendo la ragazza a sé rispose:

-Se oggi sono qua è perché ho già perdonato.

La signora Price ringraziò, poi i due giovani entrarono in casa seguiti da Benji che aveva lasciato Lucky correre in giardino.

Rimasta sola sulla soglia la donna esitò un poco, attese di essere affiancata dal marito per dirgli:

-Allora, come sono andata? Ti sono piaciuta?

Lui, senza scomporsi, rispose di getto:

-I corsi di recitazione che hai frequentato da ragazza ti sono serviti a qualcosa!

-Mi prendi anche in giro? – replicò stizzita – Sto facendo del mio meglio ma devi sapere che mi costa un’immensa fatica! Sai benissimo anche te che Chris meritava molto ma molto di più. Si è comportata da irresponsabile e ne pagherà tutte le conseguenze. Non potrà mai essere un matrimonio felice questo!

-Sicuramente sarà migliore del nostro! – esclamò il marito divertito.

-Sei odioso! – gli urlò in faccia la donna indispettita e seccata.

-Fai silenzio – continuò il signor Price – e ora vedi di ricevere come si deve anche la mamma e i fratelli di Mark. Non voglio tu metta in difficoltà quella donna quindi evita commenti inappropriati e ridicoli discorsi classisti. Sono stato chiaro?

-Di cosa mai potrò parlare con una persona lontana da me anni luce! – sentenziò la moglie – Di sicuro non m’intratterrò con lei a lungo come faccio con le mie amiche.

Sospirò per poi chiedergli in tono provocatorio:

-Ci tieni davvero tanto a questo incontro?

-Sì ci tengo – affermò l’uomo con decisione – la signora Lenders vale più di te e tutte le tue stupide amiche messe insieme. E ora sbrigati, entra in casa con me.

Questa volta fece silenzio e seguì il marito, la giornata era ancora molto molto lunga. 







 
   
 
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