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Autore: Dreamer47    29/01/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hunters' Legacies
Capitolo 39.
 
 
 
Si calò silenziosamente dietro al bancone del locale abbandonato, in quella vecchia zona residenziale probabilmente radioattiva dove Sam li avesse portati mentre indagavano su un caso riguardante dei cacciatori scomparsi. 
Guardò Dean negli occhi, accovacciato a pochi passi da lei mentre teneva stretto il suo fucile; le fece segno di coprirlo mentre si alzava per colpire quei demoni, ma Abby era stanca di dove aspettare e nascondersi. 
Così scosse la testa e caricò il mitra che avesse rubato ad uno dei soldati posseduti dai demoni e sorrise, alzandosi di scatto insieme alla sua arma, iniziando a sparare un colpo dopo l'altro per stordirli quel tanto che bastasse per stenderli entrambi con dei pugni. 
Dean uscì dal suo nascondiglio guardandola in cagnesco, pugnalando uno dei due militari posseduti mentre Abby uccideva il secondo, lasciandolo cadere rovinosamente a terra; il ragazzo si voltò a guardarla in cagnesco, ma lei non ci fece caso più di tanto, piegandosi sulle ginocchia per estrarre la sua lama dal soldato per poi pulirla sui suoi vestiti verdi mimetici. "Vuoi farti ammazzare?!".
Abby fece spallucce e sbuffò aria dal naso mentre lo guardava con aria seria e distaccata: non ce l'aveva con lui. Anzi, non erano mai stati così vicini come in quel periodo. 
Ma era sempre più stufa di tutta quella vita, della caccia e del pericolo, perché aveva conosciuto la normalità e non voleva più a rinunciarci. "Abbiamo dei cacciatori da salvare, no?". 
Proprio quando Dean stesse per canzonarla in maniera arrabbiata guardandola in cagnesco, un terzo militare più grosso e più alto arrivò alle loro spalle, afferrando Abby di sorpresa e caricandosela addosso, sbattendola con forza contro la parete e facendole mancare il respiro per un paio di secondi; Dean subito gli fu addosso, afferrandolo con forza fino a farlo sbilanciare, cadendo rovinosamente a terra. 
Ma Abby gli impedì di ucciderlo con il suo coltello curdo e afferrò il bel militare dagli occhi marroni ed i capelli folti e scuri, bloccandolo sotto di lei con forza. "Hai cinque secondi per dirci quello che sai: che sta succedendo in questo posto?". 
"Spero che tu muoia presto puttana, ci rivedremo all'inferno!".
Abby fece una smorfia divertita, scuotendo la testa e afferrando la sua lama angelica, pugnalandogli il petto e sentendolo urlare e dimenarsi sotto di lei. "Risposta sbagliata. Riproviamoci: dimmi cosa sta succedendo qui o ti porterò al punto di implorare la morte!". 
Il demone respirò faticosamente e cercò di muoversi, ma Dean gli bloccò le braccia per tenerlo più fermo, e lui iniziò a ridere in maniera incontrollata, scuotendo la testa mentre guardava i due cacciatori in maniera divertita. "Fa' pure: lei vi ucciderà tutti comunque, un cacciatore dopo l'altro, finché non avrà quello che vuole". 
"E cos'è che vuole?" chiese Dean strattonandolo con rabbia, puntandogli la lama del suo pugnale al collo e sentendolo gemere. 
Il demone cercò di dimenarsi per sfuggire alla morte, ma fu tutto inutile: i due cacciatori gli erano troppo addosso per potersi liberare, nonostante la stazza del militare che stesse possedendo. 
"Crowley. Vuole che voi le diate Crowley!". 
Abby scambiò uno sguardo eloquente con Dean che annuì leggermente, e la ragazza non esitò prima di piazzargli il coltello in pieno petto e guardare la luce nei suoi occhi spegnersi progressivamente fino a scomparire totalmente, per poi lasciarsi andare privo di vita sul pavimento. "Grazie per l'informazione". 
Si alzò senza esitare e si diresse cautamente verso le finestre, chiedendosi se Sam e Irv, l'unico cacciatore superstite, se la stessero cavando meglio di loro, quando sentí una forte presa stringerle il braccio destro, facendola gemere appena per il dolore perché nonostante fossero già passato un paio di giorni, la bruciatura provocata dalla caduta di Anael tardava a sanarsi. 
Dean se ne accorse e mollò subito la presa, scusandosi e carezzandole la spalla con un gesto delicato per guardarla meglio, ed Abby sospirò rumorosamente tornando a guardare fuori. "C'è Abaddon qui fuori, hai sentito? Abbiamo la nostra occasione per ucciderla". 
Il ragazzo annuì con molta titubanza, perché conosceva bene il tono che Abby avesse usato, quello di chi fosse pronta a morire pur di portare a termine quella caccia; uscì dal taschino della sua giacca un paio di pallottole speciali, quelle che portassero la trappola per demoni incisa sulla punta, e gliene passò qualcuna ma esitò prima di lasciarle cadere sulla sua mano aperta. 
Non era decisamente il momento di parlarne, ma una volta usciti da quella situazione Abby avrebbe dovuto spiegargli molte cose. 
La ragazza afferrò le pallottole roteando gli occhi ed iniziò a caricare la sua pistola senza prestare cura al suo sguardo, mordensosi il labbro con un sospiro; uscirono dal locale in cui si fossero rifugiati facendo molta attenzione e camminando bassi, sfuggendo ad una pioggia di proiettili che i demoni avessero iniziato a sparargli contro, ed i due cacciatori ritrovarono la coordinazione che li avesse sempre contrassegnati durante le cacce. Uccisero tutti i demoni che gli si parassero davanti uno dopo l'altro senza essere sfiorati neanche da un proiettile, ma presto vennero intercettati dalla rossa demoniaca che sorrise maleficamente nella loro direzione. 
Abby sparò due dei quattro proiettili che Dean le avesse dato precedentemente, sicura di aver finalmente intrappolato Abaddon, che però mostrò loro il giubbotto di protezione che avesse indossato, colpendo la ragazza con un forte pugno al viso e bloccando Dean in una presa ferrea facendolo inginocchiare. 
La ragazza si alzò di soppiatto per raggiungere la pistola che il dmeone le avesse fatto cadere da terra, mentre ascoltava la lunga lista di proposte oscene che stesse facendo a Dean da cui si sentisse attratta come mai prima d'ora, ma proprio nel momento in cui la stesse per afferrare, Abaddon abbandonò il ragazzo al suolo con forza per dirigersi verso di lei; la intrappolò sotto di sé, afferrandola dalla giacca e sollevandola da terra senza sforzo, guardandola con un grande sorriso divertito per poi colpirla dritta al viso con un pugno.
Abby voltò nuovamente il viso verso il suo, sentendo lo zigomo sinistro iniziare a far davvero male mentre del sangue le colò sulla guancia, e tornò a guardarla con lo stesso disprezzo di prima. "Tu non molli mai, eh?". 
"Non finché non ti vedrò morta" rispose Abby tra i denti, dandole una forte testata sulla fronte e facendola barcollare all'indietro. 
Si voltò di scatto sul terreno, cercando di allungarsi quel tanto che bastasse per afferrare la sua pistola, ma Abaddon le fu di nuovo addosso e si mise a cavalcioni sulla sua schiena, afferrandole il collo e facendole inarcare la schiena in maniera innaturale. 
La risata malefica arrivò al suo orecchio in maniera molto vicina, sentendo poi la lingua di Abaddon leccarle velocemente il collo e lasciandole una scia umida, per poi udirla ridere ancora. "Mi piaci proprio da morire, sai? Mi piacerebbe tagliarti a fette, pezzo dopo pezzo, e sentirti urlare fino a non avere più voce, mentre il tuo sangue mi cola dalle labbra. Magari lo farò. E magari potrei indossare il corpo del tuo ragazzo mentre ti dilanio". 
Abby provò a colpirla con una testa all'indietro alla cieca, ma Abaddon le passò un braccio attorno al collo stringendola di più per farle mancare l'aria e farle venire meno le forze; per un momento Abby pensò che non sarebbe riuscita a divincolarsi a meno che Dean non si fosse ripreso e l'avesse salvata, però proprio nel momento in cui l'ossigenazione iniziò a scarseggiare e le forze iniziarono ad affievolirsi dentro di sé si ricordò la tipica frase di suo padre, quella che le ripetesse sempre durante gli allenamenti della sua adolescenza. C'è sempre un modo per ribaltare la posizione, devi solamente trovarlo
Fece scivolare le mani dalle braccia esili di Abaddon fino ad afferrarle saldamente la testa, stringendola forte tanto quanto lei, e riuscì a sollevarla di peso facendo un grande sforzo, fino a farla cadere rovinosamente con le spalle a terra facendo leva con le gambe sul terrenno; in un attimo le fu addosso e si mise a cavalcioni su di lei, sorridendo di gusto e bloccandole le braccia con forza. "Scusa tesoro, non sono sul menù". 
Le diede un sono pugno sul viso, ricambiando il favore e spaccandole lo zigomo sinistro, ma Abaddon iniziò a ridere divertita. "Sei migliorata rispetto all'ultima volta, Syria". 
"Quante volte devo dirtelo per fartelo capire? Io non sono Syria!" esclamò Abby sollevando il pugno a mezz'aria per colpirla nuovamente, ma il demone la bloccò e la colpí dritto al fianco, facendole mancare l'aria e facendola accasciare.
Subito dopo Abaddon si alzò, notando come anche Dean stesse lentamente riprendendo conoscenza iniziando ad alzarsi lentamente; proprio quando il demone stesse per ucciderli entrambi per prendere poi possesso del corpo di Dean, una luce intensa e angelica provenne dal casolare poco distante da loro in quella città fantasma, ed Abaddon sgranò gli occhi impaurita. 
"Avete portato un Angelo con voi?!" chiese sgranando gli occhi e indietreggiando mentre ancora guardava quella luce intensa affievolirsi sempre di più; decise che avrebbe mollato, ma che li avrebbe rintracciati presti per sterminarli uno dopo l'altro, ma prima di andare su voltò verso Abby sorridendo nella sua direzione con aria divertita. "Ho dimenticato di dirti che Anael ti saluta: me l'ha detto mentre le strappavo via le sue viscere umane". 
I due cacciatori la videro svanire nel nulla e sgranarono gli occhi, mentre Abby fece uno scatto avanti per cercarla e fermarla, mentre Dean si rimetteva in piedi per seguirla; la persuase di prendere Sam e ritirarsi, perché in quel luogo erano ancora troppo esposti e sarebbero potuti morire, e presto tutti e tre tornarono nel bunker per mettersi in salvo e curare le proprio ferite. 
 
 
 
 
Avvicinò la bottiglia di Whisky ad Abby che senza esitare la prese velocemente dalle sue mani e se la portò alle labbra chiudendo gli occhi e strizzandoli per il dolore: Sam le stava curando la ferita al braccio sinistro per l'ennesima volta, osservando la bruciatura sull'avambraccio ancora in bella vista e che non accennava a chiudersi, che però le facesse un male cane. 
Il ragazzo sollevò un sopracciglio e  cercò di disinfettare la ferita nella giusta maniera, sentendola però gemere di dolore e mandare giù una cospicua quantità di alcol, stringendo il pugno libero e chiudendo forte gli occhi; Sam si sentí dispiaciuto di non poterla aiutare più di così, pensando che a quel punto la ferita si sarebbe dovuta rimarginare almeno in parte. 
"Hai.. Hai pensato che è molto strana?".
Abby si sforzò di ignorare il dolore e si voltò a guardare il suo sguardo preoccupato, che ancora guardasse il suo avambraccio con le labbra strette ed un'espressione che sembrasse un grande punto interrogativo. "Che vuol dire?".
Sam scosse appena la testa cercando di sforzarsi per trovare un'ipotetica soluzione e le mosse il braccio per osservare meglio la sua ferita, aggrottando le sopracciglia. "Sai Abby, credo che ci sia una spiegazione al fatto che non si rimargini e non esiste nessun unguento che possa aiutarti". 
Il maggiore che fino a quel punto fosse rimasto in silenzio davanti allo schermo per suo PC per mettersi già alla ricerca di un nuovo caso, seduto al grande tavolo della sala lettura del bunker, storse il naso e sollevò lo sguardo verso il fratello con aria curiosa. "Tradotto nella nostra lingua che cosa vuol dire?". 
Sam sollevò lo sguardo verso i due ragazzi e aggrottò le sopracciglia, mettendo un grande cerotto sulla sua ferita per coprirla ed evitare che si potesse infettare ulteriormente, e fece spallucce incrociando le braccia al petto con un sospiro. "Non lo so, ma inizio a credere che ci sia un collegamento fra te ed Anael". 
"Collegamento?" chiese Abby aggrottando le sopracciglia e sorridendo nervosamente, guardandolo con aria stranita. "Me ne sarei accorta se riuscissi a sentirla, non trovi?". 
Sam fece spallucce e si appoggiò al tavolo con entrambe le mani, mordensosi per qualche secondo il labbro inferiore. "Sei stata toccata da un angelo mentre subiva un forte incantesimo che la confinava sulla terra per sempre. Insomma, potrebbe aver lasciato un po' di magia angelica sul tuo corpo". 
La ragazza sorrise divertita scuotendo la testa, afferrando nuovamente la bottiglia e bevendone alcuni lunghi sorsi per respingere l'idea, perché avrebbe tanto voluto trovare Anael e metterla al sicuro, perché l'amava come se fosse una sorella, ma non voleva illudersi di riuscirci e poi rimanerci davvero male. 
Dean invece rimase ad osservarla per qualche istante con aria accigliata, aggrottando le sopracciglia perché sapeva che Abby non stesse per niente bene e che stesse attraversando un momento buio in quel momento, specialmente perché gli avesse ribadito almeno un paio di volte che senza Anael, Mary non sarebbe mai nata, e che quindi Abby le dovesse tutto. 
Il maggiore si schiarí la gola e si appoggiò con la schiena alla sedia di legno, serrando le braccia al petto e guardando i due ragazzi davanti a sé. "Hai degli incubi molto vividi ogni notte". 
La ragazza spostò lo sguardo su di lui per qualche secondo, sollevando un sopracciglio e ridendo nervosamente. "E quindi, Sherlock?". 
"Quindi sono certo che questi incubi riguardino Anael tutte le volte" rispose Dean guardandola con aria dura e seria, lasciandole poco spazio per poter negare l'evidenza. 
Abby cercò una risposta sagace per mandarlo al diavolo perché non aveva proprio voglia di girare il coltello nella piaga, non adesso che sapeva che Abaddon tenesse la sua amica prigioniera, e sospirò rumorosamente. "Ho solo una grande confusione in testa per ora, tutto qui". 
"Perché non vuoi ammettere che la sogni?" chiese Dean guardandola in cagnesco e assottigliando gli occhi, tornando a sporgersi dalla sedia per guardala meglio. 
Abby scosse la testa e scambiò un'occhiata con Sam, che sembrò essere confuso tanto quanto il fratello, e la invitò con lo sguardo a dire ciò che ricordasse per poter mettere insieme i pezzi del puzzle, ma la ragazza sospirò e si allontanò dal tavolo con aria furiosa, dirigendosi verso le scale con tutta l'intenzione di andare via perché si sentiva fin troppo arrabbiata. 
Dean fece un cenno al fratello, dicendogli silenziosamente che l'avrebbe seguita mentre afferrava il suo giaccone per andarle dietro, ed Abby parve spazientita quando lo vide sbucare alle sue spalle e afferrarle il polso destro, prima che lei potesse salire sulla sua auto. "Aspetta ragazzina, aspetta per favore".
Sorrise appena quando riconobbe il  soprannome che Dean le avesse dato dal primo momento in cui l'avesse vista ed Abby si voltò a guardarlo con aria più calma e pacata rispetto a prima; sentí la mano di Dean sfiorarle il braccio fino ad arrivare alla sua guancia, carezzandola con dolcezza. 
Bastò uno sguardo per farla sospirare rumorosamente e sentirsi una grande idiota, perché anche Dean stava soffrendo terribilmente ma non aveva mai assunto quell'atteggiamento arrabbiato e scontroso che lei aveva messo su ormai da un paio di giorni.
Chiuse gli occhi e si mise le mani sul viso sentendosi terribilmente stanca, lasciando scivolare la testa sul suo petto e scuotendola appena con rabbia verso se stessa. "Scusami Dean, ma sono così arrabbiata e stanca".
Le avvolse le braccia attorno alle spalle, sorridendo amaramente e stringendola a sé nel buio della notte, baciandole il capo per tranquillizzarla perché comprendeva il suo stato d'animo. 
"Faccio sempre così quando sto male, è più forte di me: ci provo a controllarmi ma poi non ci riesco e.." sussurrò Abby guardandolo negli occhi con aria dispiaciuta, mentre poggiava le mani sul suo petto. "Pensi davvero che la mia ferita possa mettermi in comunicazione con Anael?". 
Dean sospirò e scosse la testa, stringendo le labbra in una espressione eloquente, perché non poteva dire con precisione se l'ipotesi di suo fratello fosse esatta o no, ma le spostò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio con delicatezza accennando un sorriso. "Non lo so ragazzina, potremmo provare".
Abby si morse il labbro e scosse la testa, distogliendo lo sguardo ed allontanandosi dalla sua presa delicata, giungendo di fianco alla sua Hyundai ed appoggiando il braccio destro sul tettuccio, guardando il cielo scuro e dandogli le spalle. "Nei miei sogni la vedo soffrire. Chiama il mio nome e quello di Castiel, ci chiede aiuto e si, vedo anche Abaddon che la tortura. Non so perché, né cosa voglia da Anael però sembra tenerla in un magazzino o comunque un posto molto isolato, con un grosso cancello spesso di ferro ad isolarlo ed un muro di pietra molto alto". 
"Però! Ricordi molti dettagli per essere solamente dei sogni.." commentò Dean sorridendo nervosamente e stringendosi di più nella giacca, e facendo spallucce. 
Abby non si voltò ma abbassò il capo, sentendosi tremendamente in colpa e capendo che probabilmente se avesse iniziato da subito a cercare di capire cosa ci fosse davvero dietro i suoi incubi forse avrebbe potuto trovare Abaddon ed Anael molto prima. Si morse il labbro e sentí gli occhi pizzicare, scuotendo la testa e stringendo forte i pugni, abbassando il suo tono di voce di molto per addolcirlo di più. "Comunque non è solo per lei. So che stai male anche tu per Sam che sopravvive solamente perché ha un angelo dentro che lo sta curando, e soffri perché contavi nella chiusura simultanea di Paradiso ed Inferno, ed un po ci speravo anche io. Avere Mary con noi, vivere insieme e avere una vita normale. Probabilmente non avremo mai tutto questo, vero?". 
Dopo dei lunghi momenti di silenzio, sentí dei passi avanzare verso di lei e le braccia del ragazzo afferrarle i fianchi per avvolgerli delicatamente, mentre il suo viso si incastonava perfettamente nell'incavo del suo collo esile; Dean respirò il suo odore e le baciò la pelle scoperta del collo con dolcezza, chinandosi per tenerla stretta di più e far aderire il proprio petto contro la schiena della ragazza. "Lo avremo, solamente non adesso. Te lo prometto ragazzina".
Abby si voltò appena a guardarlo negli occhi, lasciando scivolare le sue mani su quelle del ragazzo che si stringessero attorno alla sua vita per intrecciarle alle sue, e sorrise amaramente mentre faceva spallucce per poi tornare a fissare il cielo stellato. "Sii realista per un momento, Dean: ammesso che un giorno riusciremo a trovare un po di pace, legalmente non possiamo strappare una neonata dalla sua famiglia adottiva senza le giuste ragioni. E i Thompson possono essere tante cose, ma non mancano nell'amarla e nel prendersi cura di Mary..".
Dean serrò forte la mascella e chiuse gli occhi, smettendo di respirare per qualche secondo perché sapeva che Abby avesse ragione: Molly e Jerry tenevano al sicuro Mary da quando l'avessero adottata, la stavano crescendo e l'avevano amata sin da subito. Non poteva regalare un dolore così forte a due genitori che per anni avessero provato ad avere dei figli senza successo e che adesso fossero riusciti ad avere una famiglia, adottando la loro bambina, senza contare il forte trauma psicologico che avrebbe subito Mary se fosse stata strappata dal luogo in cui fosse abituata a vivere e dai suoi genitori adottivi, gli unici che avesse sempre conosciuto. 
Sospirò rumorosamente e strinse più forte la presa su Abby, abbracciandola più forte ed affondando il viso sul suo collo sempre di più come a volersi nascondere; addolcí il suo tono, riducendolo ad un leggere sibilo. "Allora la lasceremo vivere una vita normale con i Thompson, la lasceremo vivere tranquilla e un giorno, quando sarà grande le diremo la verità se i suoi genitori saranno d'accordo..". 
Abby deglutí a fatica e si mosse dentro il suo abbraccio per voltarsi nella sua direzione, stringendogli le braccia al collo mentre sentiva gli occhi pizzicare, sentendo dentro di sé e dentro Dean mollare piano piano l'idea di poter avere davvero Mary con loro. 
 
 
 
 
"L'ho trovato!". 
Dean ed Abby avevano sentito Sam alzarsi di scatto dal tavolo più distante da loro, seduti nella sala centrale del bunker, osservando il ragazzo avvicinarsi con un sorriso nella loro direzione mentre sventolava un libro molto antico fra le mani. 
Sam aveva effettivamente trovato un rituale che si potesse applicare nel caso particolare di Abby, permettendogli di forzare la serratura che rappresentasse la ferita sul braccio della ragazza per mettere in comunicazione due anime di diversa natura mediante la traccia che una avesse lasciato sul corpo dell'altra. Dean sospirò seccato e si grattò nervosamente il naso, rimanendo seduto sulla sua sedia mentre osservava Abby alzarsi di corsa ed andare in contro al fratello, che sorridendo le mostrò ciò che avesse trovato per aiutarla. 
Il maggiore avrebbe tanto voluto sentire l'opinione del suo amico Castiel, perché lui avrebbe saputo come rintracciare Anael più velocemente e facendo correre meno rischi ad Abby, ma aveva perso ogni traccia del suo angelo da quando fosse caduto anche lui e fosse diventato umano, dato che Metatron gli avesse rubato la grazia come ultimo ingrediente per completare il suo piano contro il Paradiso. 
"Abbiamo tutti gli ingredienti, possiamo farlo subito" aveva sentito dire al fratello, che iniziò la sua ricerca su tutto ciò che fosse necessario per completare il rituale solo dopo che Abby gli diede l'ok con un'occhiata sicura di sé. 
Voleva andare fino in fondo perché non avrebbe permesso che Anael soffrisse ancora per mano di quel demone; si voltò a cercare lo sguardo di Dean, sperando che sarebbe stato d'accordo e che l'avrebbe supportata, ma si dovette scontrare con il suo sguardo seccato e insicuro, perché non aveva idea di cosa sarebbe potuto accadere ad eseguire un incantesimo che non conoscessero. 
Si alzò e si avvicinò lentamente, spostando appena il libro sul tavolo per leggere cosa ci fosse scritto e come avrebbero potuto procedere, e sollevò un sopracciglio con aria dubbiosa, per poi volgere lo sguardo arrabbiato verso Abby. "Qui c'è scritto che chi pratica questo rituale, sarà soggetto a delle conseguenze. È magia nera". 
La ragazza sospirò e lesse bene ciò che Dean stesse indicando con il dito, ma poi scosse la testa e fece spallucce, rimanendo irremovibile sulla sua decisione. "Non mi interessa: devo salvare Anael!". 
Ma Dean strinse i pugni e la guardò più duramente, avvicinandosi di più a lei e fulminandola con lo sguardo con rabbia. "Lei non vorrebbe che tu sacrificarsi la tua vita o che pagassi con un qualsiasi prezzo per trovarla! Lo so che le sei molto legata, ma troveremo un altro modo". 
Abby sbuffò e serrò le braccia al petto, ricambiando lo sguardo di fuoco che il cacciatore non accennò ad abbassare con tutta l'intenzione di impedirle di fare una cosa così stupida. "Non c'è bisogno che ti ricordi che Mary, nostra figlia, deve la sua vita ad Anael. Senza di lei non sarebbe mai nata o peggio, sarebbe stata allevata dai demoni o dagli angeli, ed io sarei morta! Quindi lo farò".
Dean sospirò rumorosamente e piegò le labbra in una smorfia di disapprovazione, perché sapeva fino a dove si spingesse la testardaggine di Abby e che ormai non ci fosse modo di farla desistere, e si ritrovò a maledire mentalmente suo fratello per averle messo in testa quelle strane idee su quel rituale. "Quante volte ancora userai Mary per convincermi a lasciarti fare delle pazzie?". 
Abby lo guardò per un istante, sentendosi uno schifo per aver tirato in ballo Mary ancora una volta, sapendo però che quello fosse l'unico modo per far smettere Dean di opporre lamentele e giudizi gratuiti. Sia Dean che Abby si accorsero troppo tardi che Sam fosse sulla soglia dell'arco principale della sala lettura del bunker e che probabilmente avesse sentito involontariamente l'intera conversazione, dato lo sguardo confuso e gli occhi sgranati con cui li stesse guardando. 
Sam guardò suo fratello con con aria sorpresa, perché aveva finalmente messo insieme tutti i pezzi dle puzzle: aveva capito sin da subito che Abby nascondesse qualcosa, quando Dean fu di ritorno dal Purgatorio, e quando Sam si accorse di come lei e suo fratello si fossero avvicinati di nuovo sparendo addirittura per diversi giorni insieme, aveva intuito che Dean fosse stato messo a conoscenza del segreto di Abby. Non chiese mai nulla un po' perché non erano affari suoi ed un po' perché aveva notato il modo in cui entrambi i ragazzi fossero tornati ad essere quasi gli stessi, eppure non era la prima volta che lo sentisse discutere di una certa Mary. E adesso che aveva sentito anche quell'ultima conversazione, aveva finalmente capito perché Abby fosse sparita subito dopo che Dean fosse stato trascinato insieme a Castiel nel Purgatorio. 
"Ho trovato gli ingredienti" si limitò a dire Sam, avanzando con discrezione e tenendo fra le mani alcune boccette di vetro ed una piccola pirofila di alluminio. 
Abby scambiò una rapita occhiata con Dean, che sospirò e scosse la testa ancora una volta portandosi le mani alle tempie e voltandosi dalla parte opposta con disapprovazione, e si avvicinò a Sam con espressione sicura. "Bene, mettiamoci a lavoro Sammy". 
Furono molto veloci e Sam riuscì in breve tempo ad azzeccare le giuste dosi di ogni ingrediente, sotto lo sguardo attento di Dean che pregò fino all'ultimo che quel rituale non funzionasse e fosse solamente una leggenda; ma poi Abby accese il fuoco nella pirofila con un fiammifero e lesse ad alta voce la formula in latino che il minore le passò fra le mani, guardandosi attorno e sollevando lo sguardo quando non accadde nulla attorno a loro. 
Guardò brevemente Sam, che aggrottò le sopracciglia e controllò nuovamente sul libro che gli ingredienti usati fossero quelli corretti, e poi guardò Dean, che continuò a trattenere il fiato mentre la guardava e attendeva che qualcosa di grosso accadesse: il maggiore sgranò gli occhi e si sporse verso Abby per afferrarla dalle braccia, quando vide i suoi occhi azzurri chiudersi per qualche secondo, per poi riaprirsi e brillare con una luce biancastra che gli ricordasse la luce tipica degli angeli. 
Sam e Dean la videro guardarsi attorno in maniera confusa, non riuscendo a capacitarsi su come facesse a trovarsi lì, e si alzò in maniera confusa iniziando a pensare che quello fosse un altro stupido scherzo di Abaddon sul suo corpo e la sua mente ormai troppo fragili per la tortura, e scosse la testa. 
"Abby?" chiese Dean avvicinandosi cautamente e mettendo le mani avanti, mentre vedeva il modo in cui lei lo stesse guardando. 
"Sono sicura di poche cose ormai da quando mi sta torturando, ma sono certa di non essere Abby". 
Anael aggrottò le sopracciglia udendo la sua stessa voce, del tutto diversa rispetto a come se la ricordasse, realizzando solamente in un secondo momento che quella fosse proprio la voce della sua protetta Abby; sgranò i suoi occhi e frugò nella borsa che trovò appesa alla sedia, trovando uno specchietto nel punto esatto in cui lo tenesse Abby, e osservò con occhi sgranati il suo riflesso, non riuscendo più a capire cosa fosse successo. 
Lasciò cadere lo specchio che si infranse al suolo in mille pezzi e sgranò gli occhi, guardando i due ragazzi avvicinarsi nella sua direzione con confusione sul viso. "Ragazzi, che cosa diavolo avete fatto? Sono nel corpo sbagliato". 
 
 
 
 
Sbatté le palpebre un paio di volte per abituarsi alla semi oscurità che ci fosse nella stanza in cui si fosse ritrovata, rendendosi conto solamente in quel momento che quel luogo somigliasse esattamente a quello che tutte le notti vedesse nei suoi incubi; si mosse con estrema debolezza, perché si trovò improvvisamente a corto di forze e con grande rammarico di accorse di trovarsi improvvisamente distesa un tavolo d'acciaio con mani e piedi legati che tenessero bloccata. 
Solo dopo percepí il dolore delle ferite da taglio che riportasse sul suo corpo, sentendo quelle sul collo e sul viso iniziare a bruciare di più rispetto alle altre per le lacrime le stavano rigando le guance scivolando giù.
Improvvisamente le parole di Dean riecheggiarono nella sua mente, sorridendo amaramente quando pensò che lui aveva provato ad avvertirla e a farla desistere dal commettere un'azione tanto stupida come quella; ma Abby sospirò rumorosamente mentre sentiva il freddo dell'acciaio toccarle il corpo nudo, coperto solamente da due fasce di cuio a coprirle il seno e la zona inguinale con su inciso dei simboli enocchiani che avessero confinato Anael dentro quel corpo per impedirle di fuggire. 
Abby si guardò attorno con la convinzione che, se lei si trovasse nel corpo del suo angelo, allora Anael doveva trovarsi nel suo, ed iniziò a ridere di gusto lasciando andare la testa all'indietro per il sollievo: Sam e Dean sarebbero arrivati presto a salvarla ed Anael sarebbe stata al sicuro, a casa. 
Sentí dei passi avanzare dall'ombra e poi una grossa luce accendersi proprio sul suo viso, che la costrinse a chiudere gli occhi e sbattere le palpebre svariate volte per abituarsi a tutta quella luce, e  poi vide una donna con una folta chioma rossa avanzare verso di sé. "Che hai da ridere, schifoso angelo?". 
Abby sollevò lo sguardo verso di lei e sorrise di gusto, sostenendo i suoi occhi chiari e sicuri di sé con aria di sfida, perché Abaddon non aveva la minima idea che dentro quel corpo non ci fosse più Anael; decise allora di approfittarne e si morse un labbro mentre decideva in che modo avrebbe potuto recitare al meglio la sua parte. "Cos'è che vuoi sapere?". 
Abaddon sorrise soddisfatto, abbassando il bisturi che avesse sollevato a mezz'aria per usarlo nuovamente sul suo ventre perfettamente piatto, e si avvicinò guardandola con aria accigliata. "Meno di dieci minuti fa mi hai detto che non mi avresti raccontato nulla e non avresti tradito nessuno dei tuoi amici: vuoi prendermi in giro angioletto?". 
"No, voglio solamente che tutto questo finisca.." sussurrò Abby recitando attraverso il corpo di Anael ed abbassando lo sguardo sottomesso solamente per compiacerla. "Chiedi qualsiasi cosa e ti dirò la verità". 
Abaddon rise di gusto sentendosi soddisfatta e la guardò per qualche istante, chiedendosi se fosse davvero pronta a lasciarla entrare dentro da sua anima per raccogliere tutte le informazioni necessarie, e lentamente avvicinò il volto al suo piegabdosi su quel tavolo chirurgico; Abby fece per allontanarsi e sfuggire alla sua persa, perché non aveva la minima idea di cosa il demone stesse cercando di fare, e la sentí afferrare il volto sanguinante fra le mani. 
La guardò negli occhi con un ghigno malefico e sorrise divertita, lasciando uscire dalla sua bocca una piccola nuvola chiara che entrò a forza dentro quella di Abby, risalendole in gola fino ad accedere ad i suoi ultimi ricordi, mentre gli occhi del demone si girarono al contrario divenendo completamente bianchi; Abaddon scavò sempre più in fondo mentre la ragazza non aveva la più pallida idea di cose stesse succedendo, ed in lampo la nuvoletta uscì nuovamente dalla sua bocca per tornare in quella del demone. 
Gli occhi del demone divennero nuovamente normali, guardando la ragazza sotto di sé con un sorriso compiaciuto per averle passato tutte le informazioni di cui avesse avuto bisogno sin dal momento in cuia l'avesse catturata. 
"Questa non me l'aspettavo. Ma non era così difficile dopo tutto, no?". 
Abaddon rise ancora e afferrò la sua lama angelica con forza, piantandola al centro dello stomaco con una grossa risata, facendola urlare per il dolore e lasciando la lama al suo interno, allontanandosi poi dalla stanza spegnendo pure la luce, lasciando la ragazza morente nuda e al buio su quel tavolo d'acciaio mentre la linfa vitale si andava esaurendo istante dopo istante. 
 
 
 
"Shh, fa' silenzio: dobbiamo fare piano, ragazzina". 
Sbatté le palpebre lentamente con quell'ultimo filo di forze che le fossero rimaste, sentendo la voce calda e preoccupata di Dean, che mentre la slegava e tagliava le corde che la tenessero ancorata a quel tavolo freddo iniziò a pensare che prima o poi gli sarebbe venuto un infarto fulminante per tutti quegli spaventi che Abby gli facesse prendere. 
Abby non lo sentí esprimere quel pensiero ad alta voce, eppure lo sentí ugualmente nella sua mente, tant'è che rise debolmente, per poi gemere di dolore quando Dean estrasse la lama dal suo ventre; sentí il calore proveniente dal giaccone del ragazzo che le stesse coprendo le spalle ed Abby aprì gli occhi, incrociando quelli verdi del ragazzo. "Sto bene, non preoccuparti". 
Dean la fulminò con lo sguardo, pensando che se fossero riusciti a sopravvivere tutti a quella situazione avrebbe seriamente fatto una grande ramanzina ad Abby, perché non era più disposto a vederla lanciarsi in piani suicidi; la prese fra le braccia, coprendola al meglio, e subito sentí la mano di Anael nel corpo di Abby sulla sua spalla e su quella di Sam, sporco di sangue per aver ucciso qualche dmeone che fosse sfuggito alle bombe demoniache che avessero usato sotto consiglio di Kevin e che a quanto pare avessero effetto anche su Abaddon. 
I quattro scomparvero in un battito di ali di Anael, che li portò in fretta al bunker dove Dean posizionò il corpo martoriato dell'angelo sul grande tavolo vicino alle scale della sala lettura ancora coperto dalla sua giacca, e il ragazzo le strinse forte la mano cercando di dare coraggio ad Abby che però respirasse a fatica; velocemente Sam replicò lo stesso incantesimo che avessero fatto precedentemente e presto Anael ed Abby chiusero entrambe gli occhi, e la ragazza cadde rovinosamente sulla sedia posta dietro di lei mentre una grande luce si fece largo sul tavolo proveniente dal corpo di Anael, che iniziò a guarire in maniera molto più veloce per via del fatto che avesse riacquistato gran parte delle forze dal momento in cui si fosse trovata nel corpo di Abby, ricaricandosi.
La ragazza si riprese e si rimise in piedi, sentendo le grosse mani di Dean sorreggerla dalle braccia, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Abby che si liberò in fretta perché era in grado di reggersi anche da sola: ormai stava bene, era tornata nel suo corpo ed aveva salvato il suo angelo. 
Presto si recò accanto ad Anael, che si sedette tenendosi stretta la giacca del ragazzo contro il petto, provando un forte imbarazzo nell'essere completamente nuda in una stanza piena di uomini, e cercò lo sguardo della sua amica in cerca di aiuto; Abby annuí e guardò i due Winchester ed il profeta, facendogli segno di voltarsi, mentre l'aiutava ad alzarsi per recarsi fino alla stanza che condividesse con Dean. 
Diede ad Anael un paio di jeans e un maglione scuro e si voltò anche lei in maniera tale da farla sentire meno in imbarazzo, ma l'angelo non si era mai sentito in quel modo con lei; si vestì in fretta e si sedette sul bordo del letto richiamando Abby, che le passò anche un paio di sneakers e si sedette dietro di lei per darle una sistemata alla sua folta chioma bionda, passando la spazzola per districare i nodi che si erano venuti a creare. 
Quando la vide in piedi e senza più quegli orrendi tagli sul corpo e sul viso, Abby non riuscì a trattenersi: scese dal letto e le andò incontro, abbracciandola forte e tenendola stretta, chiudendo gli occhi mentre sentiva anche le braccia dell'angelo stringersi attorno a lei. "Ho avuto così paura di perderti, ma sentivo che non eri morta dopo la caduta! Ti ho cercata per così tanto tempo, ma non ti trovavo". 
Anael sorrise e le carezzò i capelli, perché anche lei aveva avuto paura di non rivedere più la sua amica e di morire fra le mani di Abaddon, ma doveva capire che Abby non avrebbe mai perso la speranza su di lei. "Grazie Abby, sei una buona amica. Lo sei sempre stata". 
Abby sciolse l'abbraccio, asciugando le lacrime che avessero preso a scivolare sul viso e le sorrise teneramente, stringendole forte la mano; non c'era nulla che non avrebbe fatto per Anael, da quando si fosse palesata a lei, l'angelo non aveva fatto altro che guidarla ed esserle d'aiuto in ogni circostanza. L'aveva salvata così tante volte da perdere il conto e adesso, per un volta, era stata Abby a salvare Anael. 
"Lo so che probabilmente vorrai riposare, ma abbiamo tanto lavoro da fare: abbiamo il Re dell'inferno in cantina, dobbiamo fermare Abaddon, trovare Castiel, aiutare gli angeli.." sussurrò Abby sospirando rumorosamente, allontanandosi appena per sedersi sul bordo del suo letto e facendo spallucce. 
Anael aggrottò le sopracciglia e la guardò con espressione stranita, facendo qualche passo nella sua direzione mentre la guardava con la sua solita aria solenne, soffermandosi in particolare su una delle cose che avesse elencato la ragazza. "Io non percepisco più la presenza di Castiel, credo che sia morto quando gli angeli sono caduti". 
"No tesoro, è vivo. Ma non è più un angelo, è diventato umano quando Metatron gli ha rubato la grazia.." sussurrò la ragazza sospirando e facendo spallucce, guardandola però con un sorriso sul viso perché era pur sempre una bella notizia. 
Anael però dischiuse le labbra per la sorpresa e sollevò un sopracciglio, rimanendo completamente sconvolta dalla verità che la donna le avesse rilevato: non poteva credere che Castiel fosse caduto fino a quel punto e che fosse diventato umano. Non poteva credere che adesso finalmente avrebbe capito gli umani come faceva lei, come aveva sempre fatto lei. 
Annuí in silenzio e si mosse per la stanza lentamente con nervosismo, dando un'occhiata al grande armadio che decorasse la stanza ancora aperto e l'arredamento spartano di quella stanza, che nulla aveva a che vedere con la casa che Abby e Dean condivisero a Louisville quando Sam era finito nella gabbia. "Lo andrò a cercare, ti terrò aggiornata". 
La donna annuí vedendo lo sguardo dell'angelo un po accigliato e dispiaciuto per il suo fratello angelico, e presto Abby si affrettò a scattare in piedi per fermarla, mentre una domanda iniziò a rieccheggiarle per la mente come qualche ore prima, mentre si trovava ancora legata al tavolo d'acciaio. "Ma cosa voleva sapere Abaddon da te?". 
Anael si irrigidí appena ma cercò di mantenere il suo sguardo sereno e privo di nuvole nere, perché l'ultima cosa che avrebbe voluto era proprio allarmare la sua amica che, se avesse davvero saputo cosa cercasse il demone nella sua mente, avrebbe sicuramente perso le staffe e sarebbe fuggita in Texas in maniera molto veloce. L'angelo scrollò le spalle perché sapeva di non aver dato quell'informazione ad Abaddon - ignara del fatto che il demone fosse tornato da lei quando Abby fosse nel corpo di Anael e fosse riuscito a carpire ciò che volesse davvero sapere direttamente dalla mente di Abby - e sospirò, accennando però un sorriso nella sua direzione. "Voleva scoprire alcuni segreti angelici, la posizione di alcune armi celesti per avere più potere".
Abby annuí ricmabiando il sorriso, osservando poi la sua amica volare via in un battito di ali, e una volta rimasta sola sospirò rumorosamente, facendosi coraggio ed uscendo dalla sua stanza con un sospiro; attraversò il corridoio, passando davanti alla cucina, fino ad arrivare nella grande sala dove trovò Dean con le braccia incrociate al petto ad aspettarla, appoggiato al grande tavolo con un'espressione che non raccontava nulla di buono. Gli si avvicinò e si fermò al suo fianco accennando un sorriso imbarazzato, per poi riempire i due bicchieri che Dean avesse preparato alle sue spalle con dello Scotch che le piaceva tanto, porgendogliene uno pieno mentre lo guardava con aria quasi divertita. 
Si appoggiò con un fianco al tavolo, bevendo qualche sorso della sua bevanda e si morse il labbro inferiore, sospirando. "Vai con la sfuriata: inizia a urlarmi quanto sono stata irresponsabile e stupida a fare una cosa del genere, che ti ho fatto morire di paura e che hai pensato di non rivedermi più". 
Dean la guardò per qualche altro secondo con aria arrabbiata e scocciata, abbassando lo sguardo sul suo bicchiere e bevendone qualche sorso, ma poi tornò a guardarla con aria più rilassata; era ancora davvero arrabbiato, eppure la rabbia passava in secondo piano ogni qualvolta la sua dolce metà lo guardasse con quello sguardo da cerbiatta, che gli facesse sempre lo sgambetto fino a farlo cadere per lei. "Avrei fatto lo stesso. Se si fosse trattato di Castiel o di Sam o di te, e io mi fossi trovato al tuo posto, avrei fatto lo stesso senza pensare alle conseguenze". 
Abby aggrottò le sopracciglia e lo guardò con un sorriso sul volto, vedendo poi come Dean le tolse il bicchiere dalle mani per posarlo insieme al suo sul tavolo, e poi l'afferrò con forza dai fianchi per attirarla a sé e darle un lento e casto bacio sulle labbra, mentre le stringeva le mani sulle guance ed appoggiava la fronte. 
Abby aprí lentamente gli occhi mentre il suo cuore batteva ancora forte nel petto per quel bacio così dolce, stringendo le mani attorno alle braccia e leccandosi distrattamente le labbra. 
Restava sempre un mistero come, dopo tutti quegli anni, Dean riuscisse a farla emozionare ancora così tanto con un solo sguardo o con un semplice e delicato tocco delle labbra come quello, facendola anche arrossire in quel modo. 
Lo guardò negli occhi, perdendosi come sempre dentro quei pozzi verdi e sentendo l'amore scalpitarle nel petto, così come Dean fece con lei fissando i suoi occhi azzurri e stringendola di più dai fianchi; ma proprio quando il ragazzo stava per annullare nuovamente la distanza fra di loro baciandola con trasporto e avidità, Abby abbassò il capo e lo sguardo, parlando con velocità per evitare di rimangiarsi ciò che avesse da dirgli. "Mi hanno chiamato i Thompson stamattina: hanno bisogno dei babysitter per Mary mentre loro vanno ad una serata di gala di beneficenza o qualcosa del genere domani". 
Dean la guardò negli occhi, sorridendo ed afferrandole una mano per farsi seguire per andare a preparare le loro cose e partire immediatamente, perché Mary gli mancava così tanto che si sarebbero presentati a casa loro anche ore prima rispetto all'inizio del loro orario di lavoro, escluso dal pagamento. Ma Abby rimase ferma, non lasciandosi trascinare e guardandolo con aria più seria, facendolo voltare nuovamente e guardarla con aria confusa. "Non credo che dovremo più andare da loro: ci fa male e la mettiamo in pericolo. Potrebbero trovarla presto se non la lasciamo andare, Dean: demoni, angeli o chiunque si voglia vendicare di noi e dei nostri amici".
Dean divenne serio o mollò istintivamente la presa su di lei, trasformando il suo sguardo dolce ed elettrizzato in uno sguardo arrabbiato e deluso, solamente perché Abby era stata l'unica ad avere il coraggio di dire alta voce ciò che sotto sotto pensasse anche lui ma che respingesse con tutte le sue forze per non accettarlo. 
La guardò in cagnesco e le puntò un dito contro con rabbia avvicinandosi di scatto, ma Abby rimase immobile ed osservarlo senza indietreggiare o lasciarsi intimidire. "Io devo vederla: devo vedere Mary. Aspetto questo momento ogni settimana per stare con lei, mi accontento degli avanzi, ma è l'unico modo per starle vicino. Non posso, non posso lasciarla andare, non pos-..".
Guardò nei suoi occhi verdi che divennero improvvisamente arrossati e gonfi, ed Abby non riuscì a pensare che fossero uno specchio dei suoi: avanzò e afferrò il suo dito ancora a mezz'aria, stringendogli la mano con la sua e sforzandosi di sorridergli, mentre annuiva e lo guardava con un piccolo sorriso amaro. 
Erano rarissime le occasioni in cui Abby lo avesse visto così sconvolto e vide il modo in cui Dean strinse la presa su di lei per aggrapparsi a lei. "Mi dispiace, non avrei dovuto dirlo. Domani saremo da Mary, ok? La rivedremo, te lo prometto". 
Dean abbassò la testa ed annuì sentendo gli occhi pizzicare, mentre percepiva le mani di Abby risalire il suo corpo e stringerlo forte a sé in un abbraccio: sapeva che avesse ragione, che fosse controproducente per loro andare a trovare Mary e che straziasse i loro cuori ogni volta che dovessero andare via ed aspettare fino al fine settimana seguente, eppure Dean non riusciva proprio a fare a meno di partire ogni qualvolta i Thompson avessero bisogno di loro. 
Abby cercò di tranquillizzarlo, ma Dean non si accorse di come le sue guance si fossero rigate di lacrime perché faceva troppo male anche a lei il pensiero di non rivederla, nonostante continuassero a perderla ogni qualvolta che la lasciassero in casa con la sua nuova famiglia.
  
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