Kiyoomi non si ricorda nemmeno com’è che sia cambiato tutto. È successo e basta.

La realizzazione è arrivata un giorno e ha colpito la sua razionalità come un fulmine a ciel sereno, ma avrebbe solo sprecato tempo se avesse tentato di ripercorrere ogni minuto a ritroso alla ricerca di prove che non avrebbe nemmeno saputo riconoscere.

Gli eventi hanno solo svolto il loro corso, e adesso lui si ritrova così.

Con il corpo premuto contro un muro a caso della camera nel suo appartamento e un ulteriore peso spalmato addosso che non lo lascia muovere da quella posizione. Non che a lui dispiaccia, come sono messi.

Atsumu aderisce al busto di Kiyoomi quasi fosse stato creato apposta per questo, le mani che gli percorrono l’intera linea del costato e dei fianchi mentre la bocca esplora le labbra, le guance, ogni possibile linea della mandibola e la superficie bianca e sensibile della gola. C'è un grattare di denti e un passare di lingua su un particolare punto che fa sfuggire un gemito dalla bocca di Kiyoomi prima che questo se ne renda davvero conto.

Il biondo sorride divertito contro la sua pelle. Lo stronzo.

Ma se spera di avere il controllo assoluto dell’intera situazione si sbaglia di grosso.

Kiyoomi non avrà un gran bagaglio di esperienza nelle relazioni o nel contatto intimo come l’alzatore, ma non vuole restare senza fare niente. Spostando le mani dal viso alla vita dell’altro, è fulmineo a invertire le loro posizioni e schiacciare Atsumu tra sé e la parete.

Ritrova subito la bocca del palleggiatore e la cattura in un bacio famelico; stavolta è lui a stuzzicargli le labbra in un alternarsi di lingua e mordicchi.

Ma è colto di sorpresa quando le mani di Atsumu si infilano al di sotto della maglietta e trovano la pelle, la tastano con dita bollenti che gli conficcano le unghie nella carne nel momento in cui Kiyoomi riesce a trovare il punto preferito del biondo sulla gola e gli fa reclinare il capo all’indietro dal piacere con i suoi baci.

Kiyoomi sente che il sangue gli sta confluendo alle guance e verso il basso in una zona precisa.

Forse è per questo che il suo cervello si stupisce di sé stesso quando registra che le mani che si sono spostate sul torso di Atsumu e si stanno gradualmente spostando verso l’orlo dei pantaloni sono le proprie. È spinto da un’improvvisa fame; può vedere che anche Atsumu sta iniziando a sentire l’eccitazione e brama dalla voglia di avventurarsi oltre quel limite.

Le dita sono a un pelo dallo spostare l’elastico dei pantaloni, quando una presa sul suo polso gli ferma la mano e la allontana delicatamente.

–Woah, aspetta, Omi! Aspetta! – lo frena Atsumu, la voce affannata che tradisce una certa preoccupazione. – Ne sei sicuro?

La risposta di Sakusa è un sopracciglio inarcato e uno sguardo piuttosto eloquente. – Ti stavo letteralmente per infilare una mano nelle mutande.

Potrebbe essere solo una sua impressione, ma il rossore sulle guance del biondo sembra farsi più intenso alle sue parole così dirette. L'alzatore però è rapido a ritrovare una certa compostezza e continuare: – Voglio solo essere sicuro che tu sia sicuro. Sai che per me non ci sono problemi... ma non voglio che tu ti senta obbligato...

– Di nuovo, ti stavo per infilare una mano nelle mutande. Di mia volontà.

– Solo-

– Stammi a sentire, Atsumu, – Kiyoomi è gentile quando gli prende il viso tra le mani e gli carezza le guance con i pollici – non mi stai obbligando a fare niente. Lo voglio tanto quanto lo vuoi tu.

C'è qualcosa che si scioglie all’altezza del petto di Sakusa quando Miya lo osserva con quell’espressione: è bellissimo con i capelli scompigliati, le labbra arrossate per i baci, le guance della stessa tonalità, il respiro leggermente affannato. Kiyoomi potrebbe perdersi per sempre negli occhi che lo stanno guardando in quel momento; sono liquidi, di un colore che comprende migliaia di sfumature tra il marrone e il caramello.

– Lo voglio tanto quanto lo vuoi tu – ripete Kiyoomi. – Mi fido di te più di chiunque altro – sussurra con un sorriso, prima di chinarsi a baciarlo.

Dapprima è solo un tocco leggero, dolce e rassicurante, ma non ci vuole molto perché si trasformi di nuovo in qualcosa di più famelico e passionale, uno scontro di labbra e lingue. 

Non c’è spazio per altro, quella notte.

A tentoni trovano il letto e vi si gettano sopra ancora avvinghiati l’uno all’altro. I vestiti sono fastidiosi strati di troppo che presto vengono rimossi e gettati sul pavimento per avere più spazio di manovra, più spazio per esplorarsi.

L'aria si riempie di ansiti e gemiti, il buio che ammanta ogni cosa, mentre due ragazzi si amano e diventato un tutt’uno per la prima volta.