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Autore: desigra2005    01/02/2023    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano passate le tre di notte, seduti in sala d’aspetto attendevamo con ansia notizie sulle condizioni di salute della piccola Caterina. Lucia non sembrava darsi pace, continuava a guardare il marito e a chiedersi dove avessero sbagliato; Edoardo ed Andrea invece si erano chiusi in un doloroso silenzio; mio padre continuava a percorrere i pochi metri a disposizione nervosamente e velocemente: ogni tanto si fermava come se avesse avuto un’illuminazione sull’accaduto, lanciava un’occhiata ad Aurora e ammonito dallo sguardo gelido di Anastasia proseguiva nella sua maratona interiore. E’ buffo sentirsi sospesi mentre la vita attorno a te prosegue incessantemente ed ignara dei demoni che ti logorano interiormente; sulla finestra rivoli d’acqua attraversavano gli aloni lasciati dal mio respiro: da qualche ora l’afa estiva aveva lasciato il posto ad una pioggia rigenerativa. “Non capisco, se il suo malessere fosse riconducibile al suo problema alimentare perché questa volta i medici ci impiegano tutto questo tempo a darci notizie? La psicologa ci ha anche riferito di recenti progressi, speravo davvero di vedere la luce infondo al tunnel!”. Il perfetto autocontrollo di Lucia si stava velocemente sgretolando mostrando a tutti per la prima volta un lato di lei che nessuno aveva mai visto. Vittorio provato al suo fianco cercava di tranquillizzarla massaggiandole le spalle. “Probabilmente staranno solo facendo degli accertamenti più approfonditi. Vedrai che tra poco verranno a dirci che possiamo tornare tutti a casa”. La porta si aprì e fu Riccardo accompagnato da altri due medici a venirci incontro. “Scusate per l’attesa. Ho preferito venire io a parlare con voi piuttosto che mandare qualcuno che non conoscevate”. Il suo tono era stranamente serio e professionale, il ragazzo ironico quasi fastidioso a volte, aveva lasciato il posto al medico scrupoloso. Lucia si alzò come una saetta e si avvicinò al ragazzo. “Cosa succede? C’è qualcosa che non va?”. Riccardo la guardò e poi rivolse uno sguardo generale, Vittorio fu il primo a cogliere il motivo di tutta quell’indecisione. “Dottore non si faccia problemi, parli pure. Siamo come una grande famiglia e non abbiamo segreti l’uno per l’altro”. Ci avvicinammo a lui in una sorta di grande abbraccio. “Terremo Caterina ricoverata per qualche giorno, ha ingerito delle sostanze tossiche. Abbiamo provveduto a fare tutti gli accertamenti del caso ed avremmo dei risultati tra qualche giorno, nel frattempo monitoreremo le sue condizioni. Non possiamo ancora dichiararla fuori pericolo”. Un lungo brivido mi attraversò la schiena. “Mio Dio! La mia bambina!”. Lucia ebbe un mancamento, Vittorio la prese al volo, l’adagiò sulla prima sedia disponibile e come una furia prese Andrea per il bavero della camicia. “E’ colpa tua anche questa volta? Hai lasciato in giro la tua merda? Sii uomo per una volta ed assumiti le tue responsabilità! Vuoi ucciderci tutti?”. Mio padre intervenne per separarli e cercò di calmare le acque. “Vittorio, stai calmo! Lasciamo che il ragazzo ci dia la sua versione dei fatti; trarre delle conclusioni sbagliate ora non farebbero altro che peggiorare la situazione oltre che essere fuorviante per i medici!”. Io ero allibita, guardavo tutto quello che mi stava accadendo intorno come se stessi assistendo ad un film; non poteva essere vero! Una profonda espressione di dolore segnò lo sguardo di Andrea: i profondi e bellissimi occhi sembravano completamente svuotati della loro linfa vitale. “Mi dispiace per tutto questo e se solo sapessi qualcosa avrei parlato ore fa, non sono più un ragazzino spaventato e soprattutto ho sempre mantenuto la promessa che vi feci tanti anni fa”. Vittorio non sembrava convinto continuava a riversare sul figlio occhiate accusatorie. “Credo che sia meglio che andiate a casa, vi terremo aggiornati qualora ci fossero degli sviluppi. Rimanere qui a logorarvi per capire cosa sia successo complicherà solamente il tutto, quando Caterina si sveglierà sarà lei stessa in grado di raccontarci cosa sia accaduto davvero”. Mio padre annuì e ci disse di radunare le nostre cose, offrì ospitalità anche ad Edoardo ed Andrea in modo che così i loro genitori erano liberi di rimanere in ospedale. Il viaggio di ritorno fu molto silenzioso, nemmeno la bellezza dell’alba distrasse le anime tormentate dei due fratelli De Barbieri. Arrivati alla fattoria mia nonna, ancora sveglia, ci disse di andare in cucina perché aveva preparato una tazza di latte per tutti con dei biscotti appena sfornati: andare a letto con lo stomaco pieno e rilassato aiutava a scacciare gli incubi e a prendere sonno più velocemente, almeno lei ne era convinta. “Loredana, aspetta. Ho bisogno di darti delle spiegazioni”. La voce tremolante di Andrea mi colpì nel profondo, gli misi una mano sul braccio e cercai di trasmettergli tutto il mio sostegno per la difficile situazione che stava attraversando la sua famiglia. “Non devi giustificarti, non con me e non adesso. Sei visibilmente scosso da tutto quello che è successo, ne riparleremo quando si sarà tutto sistemato e tutto questo sarà solo un brutto ricordo”. Andrea mi guardò poco convinto ma annuì ed insieme mano nella mano entrammo in casa. Non riuscii a dormire molto quella notte, per quanto avessi cercato di rimanere obiettiva il più possibile molti dubbi avevano assalito la mia mente ed improvvisamente le spiegazioni di Andrea che mi erano sembrate inutili sul momento erano diventate necessarie. La nonna era già in cucina, seduta davanti la finestra beveva un caffè; era perfettamente in ordine e visto l’ora immaginai che anche lei non avesse chiuso occhio. “Mattiniera anche tu nonna?”. Si girò lentamente e il suo sorriso scacciò via ogni mio pensiero. “Come sempre bambina mia, con l’età che avanza purtroppo si dorme sempre meno. Come ti senti?”. Come stavo? Bella domanda! Cosa potevo rispondere senza aggiungerle delle preoccupazioni? Presi una tazza di caffè e mi sedetti accanto a lei. “E’ inutile nasconderti che sono molto inquieta in questo periodo. Ci sono novità da Beatrice? Con il trambusto che c’è stato ieri non ho avuto il tempo di chiederti”. Lo sguardo della nonna si fissò su un punto indefinito fuori dalla finestra. “Non buone purtroppo. Marco ha detto che hanno monitorato i flussi e che i percentili di crescita sono molto al di sotto della media. L’unica nota positiva è che è stata scongiurata una malformazione genetica, quindi, sembra proprio che il problema sia un malfunzionamento della placenta. Puoi immaginare come si senta Beatrice: lei che ha sempre ottenuto quello che voleva si sta rendendo conto che ci sono degli avvenimenti che sfuggono al nostro controllo”. Sospirai profondamente. “I medici cosa dicono?”. Attesi con ansia che deglutisse un altro sorso di caffè. “Non sono molto ottimisti, il rallentamento di crescita è tanto precoce. Bisogna solo aspettare e vedere cosa succede, in settimana dovrebbero dimetterla”. Quando avremmo avuto un po' di serenità?
   
 
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