Fanfic su artisti musicali > Marilyn Manson
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Autore: Moira2020    04/02/2023    0 recensioni
Un amore perduto improvvisamente. Dieci anni insieme per poi vederla andare via nel momento più felice della sua vita. Brian conosceva bene il profondo dolore che si prova ad essere abbandonati in quel modo.
Cosa avrà spinto Jessica, ad abbandonare l'uomo che ama?
[NB: I personaggi, seppur realmente esistenti, avranno delle modifiche ai fini della trama. Se troverete delle inesattezze sono volute]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, John 5, Johnny Depp, Marilyn Manson, Twiggy Ramirez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Il silenzio. Era per il silenzio che amava quel momento della sera. Nella penombra della cucina poteva gustare un calice di vino rosso e fumare una sigaretta in totale solitudine. Victor, suo marito, non sarebbe tornato prima di due ore e sua figlia era al lago con i nonni. La pace dei sensi secondo Jessica Moore. 
Mentre sorseggiava il suo vino le venne in mente che avrebbe potuto farsi un bagno caldo. Da quando avevano installato la vasca idromassaggio la usava ogni sera. Suo marito era così premuroso e attento ad ogni sua richiesta. Era fortunata ad averlo incontrato. Sorrise pensando alla sua nuova vita. Lei e Victor si erano sposati quattro anni prima, quando sua figlia ne aveva appena uno. Lui non  si era mai preoccupato del fatto che fosse una ragazza madre. Anzi, era sempre stato molto dolce con la piccola e questo la fece innamorare ancora di più. Dopo l'ultimo sorso di vino posò il calice nel lavabo della cucina decisa ad andare al piano di sopra, ma il suono del campanello la fece quasi sobbalzare. Chi poteva essere a quell'ora? Victor avrebbe usato le chiavi e di certo non aspettava ospiti alle nove di sera. Con calma si avviciò alla porta e attivò il videocitofono. 
Capelli lunghi e neri, un colorito da cadavre. Un occhio color del ghiaccio e l'altro nero come la notte. Chiunque si sarebbe spaventato a vedere un uomo del genere alla porta di casa a quell'ora della sera, ma a lei venne solo un impeto di rabbia. Aprì la porta di scatto, ritrovandosi davanti Brian. Cinque lunghi anni senza vederlo e adesso era lì, avvolto nel suo cappotto nero con le mani ben affondate all'interno delle tasche. 
-Che diavolo ci fai qui?- sibilò lei a denti stretti.
Brian senza scomporsi, la fissò dritto negli occhi, sfoderando uno dei suoi sorrisi sarcastici.
-Grazie, Bunny. Anch'io sono felice di vederti.- 
Jessica strinse i pugni fino a conficarsi le unghie nel palmo. 
- Come mi hai trovata? Non puoi piombare così a casa mia! - 
- Beh, hai qualcosa che in parte è anche mia, giusto? Abbiamo una figlia. - 
"Abbiamo una figlia". Era vero, assolutamente vero, ma l'idea di sentire quella frase uscire dalla bocca di Brian la fece sussultare.
Jessica sospirò, cercando di raccogliere le idee. Quella notte di cinque anni prima era fuggita lasciando soltanto una lettera. Scoprire di essere incinta le aveva fatto scattare qualcosa, qualcosa che non aveva mai provato. Forse istinto materno, o semplicemente istinto di sopravvivenza. Sapeva bene che lei e Brian in quelle condizioni non avrebbero mai potuto crescere un bambino. Che vita le avrebbero offerto? 
- Si, abbiamo una figlia. Ma come ti scrissi nella lettera... - Jessica non potè finire la frase. 
- Già! La fottuta lettera! Dopo dieci anni insieme scopri di essere incinta e invece di parlarmene fuggi nella notte. Hai idea di come io mi sia sentito?- 
Jessica deglutì lentamente. Aveva immaginato milioni di volte il momento in cui lui avrebbe trovato la lettera. Aveva anche immaginato come avrebbe potuto sentirsi e in ogni immaginario lei continuava a sentirsi una merda. 
- No, non posso saperlo, ma ho provato ad immaginarlo. Ma cosa avrei potuto fare? Cristo, eri sempre strafatto e felice per il nuovo contratto. Cosa avrei dovuto dirti? "Ehi Brian, ho qui per te un figlio che ti constringerà a cambiare vita".- 
Brian la fissò per qualche secondo, prendendo l'ultimo tirò di sigaretta per poi gettare il mozzicone nel giardino. - Sarei cambiato. Se tu me l'avessi chiesto mi sarei dato una calmata. - 
- Facile parlare ora, Brian.- 
Brian alzò gli occhi al cielo e poi scrollò le spalle.
 - Ho passato qualche mese in riabilitazione. Non mi drogo più e non bevo più. L'unica cosa che voglio è conoscere mia figlia. Ne ho tutto il diritto... - 
I finali di una macchina lungo il vialetto li abbagliarono. Dopo una manciata di secondi Victor salì i gradini del porticato. Inizialmente non capì, ma poi, mettendo a fuoco l'uomo di fronte a sua moglie, tutto fu chiaro. - Eccoci qua, sapevo sarebbe arrivato questo momento - esordì Victor passando oltre Brian per andare di fianco a sua moglie. 
- Victor Wood, molto piacere- aggiunse poi porgendo la mano all'altro. 
- Tanto piacere. Il mio avvocato la conosce, mi aveva detto di averla avvertita. Tra colleghi siete più gentili, vero? - 
Jessica sbattè gli occhi più volte, convinta di essere in un incubo. Che diavolo stava succedendo? - Tu sapevi e non mi hai detto niente?- proruppe rivolta verso il marito. 
- L'ho saputo questa mattina, preferivo dirtelo di persona, ma a quanto pare il signor Warner mi ha preceduto. Il suo legale mi ha informato cordialmente che il signore qui presente, nonchè padre di Penny, vuole vedere sua figlia e noi non possiamo negarglielo. - 
Jessica si sentì scivolare. Scivolare in un enorme buco nero. La vita perfetta che si era costriuta con tanta fatica si stava per stravolgere completamente.
- Sei un bastardo!- urlò puntando il dito indice contro Brian. 

L'idea di fare un bagno rilassante era ormai svanita. Jessica si era fatta una doccia veloce e poi si era infilata sotto alle coperte in cerca di conforto. Perchè Brian le stava facendo questo? 
- Tesoro? Possiamo parlare? - chiese Victor sdraiandosi accanto a lei. -Avresti dovuto chiamarmi subito!- 
- Mi dispiace, volevo parlartene appena tornato a casa. Non avevo idea che sarebbe venuto fino a qui.-
- Davvero non c'è modo di impedire questa cosa? Insomma è Marilyn Manson. Se lo vedesse un giudice non darebbe mai l'autorizzazione.-
Victor prese le mani della moglie e l'abbracciò. Poi parlò con calma; -Jess, è il padre di Penny e soprattutto, nonostante l'aspetto e la sua vita sregolata, è un uomo famoso e con abbastanza soldi per potersi permettere i migliori avvocati. Purtroppo non possiamo impedirlo, ma nessuno può impedirti di essere presente ai loro incontri. Adesso cerca di dormire, okay?- 
Quella notte non dormì neanche per un secondo. Sua figlia era la cosa più importante della sua vita e quando la vide per la prima volta le aveva fatto una promessa; lei l'avrebbe difesa sempre. Penny sapeva che Victor non era suo padre, ma in lui aveva trovato una figura paterna solida e rassicurante. E se Brian si fosse stufato? Se dopo averla conosciuta per qualche tempo poi fosse sparito? No, non avrebbe dormito ancora per molte notte.

   
 
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