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Autore: Stillathogwarts    05/02/2023    5 recensioni
Cinque anni dopo la fine della guerra, il Wizengamot scavalca il Ministro Shacklebolt e fa approvare una Legge sui Matrimoni, nonostante lo scontento generale.
Hermione si ritrova così a dover sposare un Draco Malfoy che mostra fin da subito uno strano e incomprensibile comportamento, mentre una serie di segreti e omissioni iniziano pian piano a venire a galla.
• Marriage Law trope, ma a modo mio (per favore, leggete il primo n.d.a.).
• DRAMIONE
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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The Weight of Us



CAPITOLO 16
Kingsley's Victory


 






POV HERMIONE



Era una rara giornata di sole e caldo afoso. Hermione si era infilata il suo bikini, - aveva dovuto ingrandirlo leggermente con la magia -, il suo prendisole e aveva trascinato Draco e Sirius nella grande piscina che avevano in giardino. Si era messa comoda su uno dei lettini a due piazze e dopo averli impomatati tutti di crema solare, si era dedicata alla sua nuova lettura.
Era il primo giorno della maternità imposta dal Ministero ed era fermamente intenzionata a godersela.
Avevano inviato le loro ricerche a Kingsley la settimana prima e il Ministro stava costruendo il suo caso contro il Wizengamot per ottenere la revoca della Marriage Law, aduno che sarebbe stato accompagnato dalle proteste organizzate all’esterno dal Golden Trio.
Con Nott arrestato di recente e la vicenda di Ariadne divenuta pubblica, il malcontento nella popolazione verso l’operato del Wizengamot era cresciuto esponenzialmente, il che aveva portato a manifestazioni ricorrenti e a denunce aperte contro il consiglio di maghi pubblicate sui giornali indipendenti dal Ministero; Kingsley aveva finalmente ottenuto un’occasione concreta per mettere fine a quella faccenda dei matrimoni combinati forzati e il Wizengamot era sul punto di venire messo alle strette. La loro proposta di far annullare solo i matrimoni problematici non aveva soddisfatto la gente, che chiedeva a gran voce la revoca totale della Legge e il volume delle loro proteste era divenuto così alto che il Wizengamot non poteva più tapparsi le orecchie per non sentirle.
Draco uscì dall’acqua e la raggiunse, schizzandola quando si passò l’asciugamano sui capelli bagnati.
Lei si accigliò, cosa che lo fece ridere e lo incoraggiò a distendersi accanto a lei e abbracciarla.
«Draco! Sei tutto bagnato!» trillò indignata, rabbrividendo quando la pelle imperlata d’acqua di lui entrò a contatto con il proprio corpo riscaldato dalla luce solare. Lui rise più forte e quel suono genuino la scaldò dall’interno; amava sentirlo ridere o vederlo sorridere in quel modo spontaneo e, purtroppo, incredibilmente raro.
Hermione odiava dover rovinare il suo umore. «Senti», iniziò esitante e lui sospirò in anticipo, avvertendo già il sentore di qualche problematica che stava per essere affrontata. «Te lo dico solo perché se non lo facessi ti arrabbieresti. Ho ricevuto una lettera da parte di tuo padre questa mattina.»
Draco arricciò le labbra. «Cosa voleva questa volta?»
Con un Incantesimo di Appello, Hermione chiamò a sé la missiva e gliela consegnò affinché potesse leggerla egli stesso, ma lui si limitò a dargli una scrollata veloce. «Non mi importa cosa pensa» grugnì irritato. «Fa solo finta di non credere al risultato del test del DNA, sa perfettamente che Sirius è mio figlio.»
«Non capisco il senso di mandarmi questa lettera» disse lei, perplessa. «Io non ho mai chiesto niente.»
«Deve aver saputo che ho indicato Sirius come mio erede sui documenti ufficiali di famiglia.»
«Tu hai fatto cosa
Draco la guardò come se fosse impazzita tutto di colpo. «Davvero non ti aspettavi che sistemassi le carte?»
«Beh, mi aspettavo che ne parlassimo prima, magari», replicò lei in tono asciutto.
«Cosa c’è da discutere?» domandò il biondino, accigliandosi. «È un dato di fatto, la cosa sarebbe stata automatica se non… ci fossero stati gli inconvenienti che abbiamo avuto. È il mio primo figlio ed è il mio erede, punto. Ma ho deciso che cambierò la suddivisione alla nascita di Lyra e di altri eventuali figli.»
Hermione sospirò. «Scusa, è che non sono abituata a questo genere di cose.»
Arrossì leggermente nel realizzare che Draco le aveva praticamente detto di desiderare altri figli da lei; decise di non approfondire la questione, perché una volta nata Lyra, il biondino avrebbe compreso cosa volesse dire vivere con un infante e c’erano buone possibilità che cambiasse idea, soprattutto visto che con Lyra sarebbero stati già a quota due. Ammesso che Kingsley avesse avuto successo e loro avessero avuto, di fatti, una scelta in merito.
«Tranquilla, ma devi comprendere che anche se a te non importa un accidente dei miei soldi, io devo tenere in ordine questi aspetti della mia vita e i nostri figli ne fanno parte.»
Lei si limitò ad annuire brevemente. «Sì, scusami, io… non ci avevo riflettuto.»
In tutta onestà, Hermione pensava che il lascito dei Malfoy portasse più guai che altro e che fosse stato per lei i suoi figli non sarebbero mai stati coinvolti, ma era alquanto scontato che Draco l’avrebbe pensata diversamente e avrebbe agito di conseguenza. Se c’era una cosa che aveva capito del mondo Purosangue era che tenevano particolarmente alla questione “eredi e continuità del nome di famiglia”, le era solo andata bene perché il biondino vedeva il figlio prima dell’erede, a differenza di quanto era accaduto con lui e suo padre. E questo non voleva dire assolutamente che non avrebbe designato Sirius in quanto suo successore.
«Draco, stavo pensando di iscrivere Sirius a una scuola primaria babbana a settembre, in modo che possa studiare le materie utili prima di Hogwarts…»
Il biondino valutò l’idea per qualche istante. «Pensavo che ti stesse bene educarlo in casa…»
«Sì, ma… Vorrei che iniziasse a crearsi delle amicizie e non sarò in maternità per sempre, non mi va di sprecare tutto il tempo libero con lui studiando» considerò. «E poi quando Lyra sarà qui, credimi, non ne avremo molto, di tempo libero.»
«My, siamo in due questa volta», la rassicurò lui. «Ma se ci tieni per me va bene.»
Hermione sorrise. «C’era anche un’altra cosa di cui volevo parlarti.»
«Dimmi.»
«Non so se lo sai, ma Harry ed io gestiamo un ente benefico per aiutare la gente in difficoltà dopo la guerra e per assistere i Nati Babbani nel loro ingresso nel mondo magico», spiegò brevemente. «Organizziamo sempre una raccolta fondi ad agosto, un ballo. Ernie è il tesoriere e in genere è lui che gestisce budget, location e cose del genere, ma ha appena avuto il suo primo figlio e non vorrei disturbarlo quest’anno. Potresti occupartene tu? Non devi sentirti obbligato, però, posso sempre chiedere a qualcun altro in caso.»
Draco sorrise. «La Marauder’s Foundation» disse lui. «Me ne occuperò io, lo sai che ti aiuto volentieri.»
«Aspetta, tu… sapevi della Fondazione?» chiese sorpresa.
«Ma certo» rise lui. «Hermione non ti ho mai persa di vista in questi anni. Avevo bisogno di avere tue notizie, setacciavo ogni giornale in cerca anche solo di una tua foto per vedere come stavi…»
Lei deglutì. «Aspetta un secondo», le venne improvvisamente in mente una cosa. «Ogni anno, il giorno del mio compleanno, un donatore anonimo faceva delle generose donazioni all’ente. Eri… eri tu?»
Draco tirò su col naso e spostò lo sguardo su Sirius che giocava ancora in piscina. «Non dovresti indagare sull’identità dei tuoi donatori se decidono di restare anonimi, My. Non è così che funziona.»
«Draco, solo le tue donazioni negli ultimi anni mi hanno permesso di istituire un intero programma estivo pre-Hogwarts per i Nati Babbani, un programma per fornire assistenza sanitaria e psicologica a coloro profondamente colpiti dalla guerra e un istituto per accogliere gli orfani che non hanno nessuno a prendersi cura di loro», obiettò lei. «È ingiusto che la gente non sappia che sei stato tu a renderlo possibile!»
«Non mi interessa che la gente lo sappia», tagliò corto lui. «Non che me li fossi guadagnati quei soldi, comunque, li avevo solo ereditati.»
Hermione sbuffò. «Serpeverde», brontolò. «Nascondete sempre la parte migliore di voi.»
Un angolo delle labbra del biondino si incurvò.
«Grifondoro», ribatté lui. «Sempre fissati con i riconoscimenti pubblici.»
Gli scoccò un’occhiataccia e si riportò il libro sul viso, ma Draco non aveva intenzione di lasciarla leggere in santa pace, così iniziò a giocare con i suoi capelli.
«Ti dispiace? Io starei leg-»
Una gigante onda d’acqua li travolse senza alcun preavviso, inzuppando entrambi e, con orrore di Hermione, anche il libro che teneva tra le mani.
Sirius li guardava spaventato dal bordo vasca, gli occhi ricolmi di lacrime.
«Non l’ho fatto apposta!» trillò immediatamente, poi scoppiò a piangere. «Non so cos’ho fatto!»
Hermione si alzò e lasciò che Draco la sostenesse fino a raggiungere bambino, stando attenta a non scivolare sulle piastrelle bagnate. Si sedettero entrambi sul bordo vasca, accanto a lui, ognuno a un lato rispetto a Sirius.
«Va tutto bene», lo rassicurò Hermione, sorridendogli. «È solo il tuo primo episodio di magia accidentale. È normale.»
Sirius guardò Draco in cerca di ulteriori conferme e quando lo vide annuire con convinzione, tirò su col naso. «Ma io faccio le magie da quando sono nato» asserì convinto. «Cambio il mio aspetto.»
«Quello è diverso», gli spiegò il biondino. «Sei un Metamorfomagus, ed è una cosa vista come un’abilità, non come magia vera e propria. Sai, è un potere raro e in genere ereditario.»
«Ereditario?» gli fece eco il bambino confuso.
«Dal lato di nonna Narcissa», precisò Draco. «È un caso più unico che raro avere due Metamorfomagus in famiglia nella stessa generazione, ma è successo.»
«Quindi, potevi esserlo anche tu?»
«In teoria, ma era molto improbabile», rispose lui, pazientemente. «C’era già mia cugina Nymphadora e come ho già detto, di solito è un potere che non riemerge facilmente e in generazioni così ravvicinate.»
«Allora… voi non siete arrabbiati perché ho usato la magia?»
Hermione sorrise. «No. Non finché non riuscirai a controllarla, tesoro.»
Tilly e Tippy apparvero proprio in quel momento, distraendoli dal discorso. «Signori, la signora Andromeda e il signorino Teddy sono arrivati.»
«TEDDY!» strillò entusiasta Sirius e corse in casa ad accogliere gli ospiti.
Draco si scambiò un’occhiata di complice entusiasmo con Hermione, le lasciò un bacio sulla tempia e le disse che sarebbe andato lui a recuperare i tre e accompagnarli da lei.
Fu una giornata tranquilla.
Draco e Andromeda trascorsero molto tempo a parlare, mentre i bambini giocavano in acqua e Hermione si fingeva indignata quando le gettavano addosso schizzi improvvisi.
Dopo cena, Sirius si addormentò quasi subito e loro decisero di fare una passeggiata tranquilla nei giardini.
Erano seduti sul dondolo, Hermione con il capo posato sulla spalla di Draco, quando una lince argentea gli planò davanti, parlando con la voce bassa e chiara di Kingsley.
«È fatta», annunciò il Patronus. «La Legge è stata revocata e domani verrà fatto un annuncio pubblico. Ci tenevo a ringraziarvi a voce.»
La lince sparì, lasciandoli leggermente frastornati.
Hermione lo guardò con occhi luminosi e un sorriso contento. «Ce l’abbiamo fatta!»
Draco ricambiò il sorriso e annuì, ma il mutamento nell’atmosfera tra di loro era palpabile.
Avvertendo l’improvvisa e tagliente tensione, la giovane sospirò. «Cosa c’è?»
Lui esitò per un istante, così Hermione gli sventolò davanti alla faccia la mano sul cui anulare brillava l’anello di fidanzamento. «Ho già accettato di risposarti, ricordi?»
«Se il nostro matrimonio viene annullato», le disse con voce triste, «la magia degli anelli verrà infranta e non è possibile ripristinarla una volta che il legame si spezza. Oltre al fatto che lo scioglimento di un matrimonio magico è estremamente doloroso per le parti coinvolte e tu sei al settimo mese di gravidanza.»
«Oh», esclamò lei, accigliandosi. «Questo non lo avevano detto quando ci hanno costretti a sposarci con la promessa di lasciarci una scelta dopo cinque anni.»
«I più lo sanno già, My», affermò Draco. «E credo che sperassero che dopo cinque anni sarebbero stati in pochi a richiedere l’annullamento.»
Hermione si morse il labbro inferiore. «Magari decideranno di non annullarli tutti in automatico, ma solo quelli di coloro che ne faranno richiesta.»
Il biondino annuì. «Ma se non sarà così, possiamo rinnovarli prima? È più sicuro per te e in questo modo preserveremmo la magia degli anelli» le chiese. «Ci tengo particolarmente.»
Hermione gli sorrise. «Certo.» 
Posò nuovamente il capo sul petto di Draco e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalle sue mani, una che le accarezzava il ventre, l’altra i capelli. Pensò che avrebbe tranquillamente potuto addormentarsi lì, in quella posizione.
«My, pensi di poter prendere ogni anno le ferie a marzo?» le chiese all’improvviso.
«Perché marzo?» domandò a sua volta lei.
Non avevano alcuna occasione speciale a marzo; nessuno dei loro compleanni, nessun anniversario, niente di niente.
Draco annuì. «Potremmo andare allo Chalet, io, te e i bambini.  Stare insieme, da soli, per tutto il mese…»
«Un mese tutto insieme?» fece Hermione. «Le sprecherei tutte in una volta!»
«Non importa, sarebbe possibile?»
«Draco?»
Il biondino sospirò. «Rischio sempre di perderti a marzo.»
Hermione sbatté le palpebre, perplessa. «Draco, cosa stai dicendo adesso?»
A volte le era impossibile comprenderlo, come in quel momento; poteva fare delle strane deduzioni, o avere idee discutibili, o assurde uscite in generale. Battute estremamente sarcastiche, che Hermione doveva distinguere dalle frecciatine, ed ancora momenti in cui, dal bello e buono, le faceva cupe e tristi confidenze sulla sua persona. Quelle le accoglieva di buon grado, perché le permettevano di conoscerlo meglio, - non poteva dire di aver conosciuto veramente il Draco di Hogwarts, non fino al sesto anno e anche quello, lei non lo ricordava -, e perché le faceva piacere che le permettesse di stargli accanto, che si fidasse del suo consiglio e della sua persona al punto da condividere con lei tutto ciò che custodiva gelosamente dentro di sé. Ma c’era anche qualcosa di destabilizzante e di angosciante in quello che le diceva, che a volte le faceva pensare di non averlo mai visto veramente a scuola, che le faceva pensare di essere stata estremamente superficiale, quasi quanto lui nei suoi confronti, nel giudicarlo in passato. Laddove lei aveva visto solo un ragazzino viziato e snob, in realtà c’era stato un bambino insicuro che cercava solo di vivere secondo le aspettative e le ambizioni del padre, senza neanche essere consapevole appieno di quello che diceva o faceva. Non in tutte le occasioni, certo, ma almeno parte di esse erano imputabili a quel suo desiderio di rendere Lucius fiero di lui.
Draco sospirò. «Sai, c’è stato un momento, al sesto anno, in cui ho avuto paura di aver rovinato tutto, di averti persa.»
La giovane sollevò la testa per guardarlo e attese che elaborasse.
«L’idromele» disse, rispondendo alla sua muta domanda. «Quando Weasley è quasi morto e ho pensato che non mi avresti mai perdonato.»
Hermione si irrigidì. «Cos’è successo con l’Idromele?» gli domandò, cauta. «Nel diario non ne parlavi.»
«Stavo troppo male anche per sfogarmi in quelle pagine», ammise. «Mi… mi avevi lasciato, ti rifiutavi di ascoltarmi. Stavo letteralmente impazzendo, ero certo di aver rovinato tutto.»
«Perché hai mandato l’Idromele a Lumacorno se avevi già preso accordi con Silente?»
«Lo avevo mandato prima di farlo, quando la collana aveva fallito», ammise. «Dopo, quando sono andato da lui, io… ho pensato di poter risolvere la cosa senza mettermi nei guai. Mi sono introdotto nell’ufficio di Lumacorno e mi sono ripreso la bottiglia, l’ho fatta sparire», le rivelò, poi sospirò, rammaricato. «Solo che era quella sbagliata.»
«Oh.»
Quantomeno, spiegava l’assenza di quasi due settimane di marzo nel diario.
«E ci è capitato proprio Weasley… ci ho messo una settimana per riuscire a convincerti ad ascoltare la mia versione dei fatti, un’altra per convincerti a darmi un’altra possibilità per dimostrarti che non ti eri sbagliata sul mio conto. Era a marzo anche quello.»
Hermione faticava a seguire il suo discorso.
«L’anno dopo, siete stati catturati e portati al Manor», continuò, con voce assente. «E di nuovo ho rischiato di perderti, questa volta in maniera permanente. Sempre a marzo.»
Hermione sapeva che non era l’unica ad avere incubi su quella notte, tra loro due; c’erano giorni in cui quello che si svegliava urlando il suo nome era lui.
«E quest’anno, la lettera di mio padre e l’impulsiva trovata di mia madre a mia insaputa… ho temuto che mi avresti lasciato.»
«Marzo non è maledetto, Draco» mormorò dolcemente lei. «Sono solo coincidenze. E comunque, ero già innamorata di te, non ti avrei lasciato. Ero solo arrabbiata perché mi avevi tenuto nascosto la verità e confusa perché c’erano troppe cose che non capivo o non mi tornavano.»
«Sarei comunque più tranquillo se fossimo lontani dal resto del mondo, a marzo», insisté il biondino, risoluto.
«Sai, a volte mi chiedo se il bambino in famiglia sia Sirius o tu.»
Draco rise nervosamente. «Perdonami, se non me la sento di rischiare.»
Hermione scosse il capo, poi si morse un labbro, improvvisamente impensierita. «C’è un’altra cosa che non capisco.»
Lui le rivolse un cenno del capo per esortarla ad articolare i suoi pensieri.
«Beh… Silente. Lo hai disarmato», disse lei. «Ma se eravate d’accordo, la sua bacchetta non avrebbe dovuto divenire di tua proprietà, sarebbe stata ceduta, non vinta.»
Draco sospirò. «Chi può saperlo? Potrebbe anche essere possibile, d’altronde l’arte delle bacchette non è interamente nota neanche ai fabbricanti stessi», considerò. «Ma, in realtà, io… credo di averla vinta. Nel senso, non avrei dovuto disarmarlo. Ero arrabbiato con lui, in quel momento volevo attaccarlo.»
Hermione trasalì.
«Ho detto attaccarlo, non ucciderlo!» si accigliò lui. «Non assumere sempre il peggio!»
«Perché volevi attaccarlo?»
«Se n’è andato… loro avevano deciso di anticipare l’attacco al castello senza alcun preavviso, tu stavi male e io non potevo contattarti… credo di essermi sentito abbandonato da lui nel momento del bisogno, dopo aver fatto tutto ciò che mi aveva chiesto, persino tenerti all’oscuro del fatto che sarei dovuto andar via con i Mangiamorte e restare tra le loro fila fino alla fine, a fare da spia per Piton e l’Ordine.»
«Era nello stile di Silente non mentire, ma al contempo dire solo mezze verità per garantire la riuscita di un piano cruciale per il bene comune» sospirò Hermione. «Ha fatto lo stesso con Harry, in fondo, no?»
Draco annuì distrattamente.
«Draco…» fece di nuovo, dopo un attimo di pausa. «Perché ci hai attaccato nella Stanza delle Necessità?»
Il biondino sbuffò. «Non volevo veramente catturarvi, pensavo lo avessi capito», le disse. «Era solo una scusa per vederti, per verificare… ecco, io speravo che non avesse funzionato. Che il semplice fatto che la bacchetta che aveva usato per obliviarti non fosse sua fosse stato sufficiente a far fallire l’Oblivion. Ma spesso la bacchetta del coniuge risponde perfettamente ai comandi. Immagino di aver peccato troppo di ingenua speranza e non mi aspettavo che Tiger e Goyle tentassero di uccidervi, sinceramente.»
«Capisco.»
«Qualche altro dubbio?» le domandò pazientemente.
Hermione scosse la testa. «No, per ora no.»
*
«Insomma, se volete annullare il matrimonio, basta inviare richiesta all’Ufficio anagrafe entro il 31 agosto» spiegò loro Harry, pragmaticamente. «Altrimenti resterete sposati. C’è chi sta decidendo di rinnovare i voti, comunque, perché non ha un buon ricordo del matrimonio e al contempo ora ha cambiato opinione in merito e vorrebbe averne uno piacevole. E questo si può fare anche senza previo annullamento.»
Ron afferrò subito il modulo da consegnare per richiedere l’annullamento e cominciò a compilarlo. «Glielo faccio firmare oggi stesso a quella vipera.»
Hermione sorrise contenta per il suo entusiasmo: era felice che il suo amico non fosse costretto a passare un giorno in più con la Parkinson; da quello che le aveva raccontato in quei mesi, gli aveva reso la vita un inferno e ci era riuscita nonostante si vedessero una sola volta a settimana giusto per prendere in giro il Ministero.
«E per chi vorrebbe rinnovare i voti come funziona?» domandò timidamente.
Lo sguardo del rosso saettò su di lei, facendole imporporare le guance, ma non le disse nulla.
«Beh, basta inviare una richiesta all’Ufficio con la data in cui vorreste farlo», rispose Harry, sorridendole. «Tieni il modulo.»
«Grazie», sussurrò lei, accettandolo. «Lo compilerò insieme a Draco.»
Ron posò la piuma e la guardò. «Quindi è vero», mormorò in tono a metà tra il sorpreso e il l’incredulo. «Tu e Malfoy resterete insieme?»
«Ron, credi sul serio che se non fossi stata sicura di lui non avrei aspettato un altro anno prima di questo?» gli chiese, indicando con l’indice il suo pancione. «Avrei aspettato di arrivare al limite di tempo, no?»
«Oh, sì, giusto. Ne avevamo parlato» balbettò lui, rosso in viso. «È che fa ancora tanto strano. Voglio dire, ha persino riconosciuto Sirius…»
Harry e Hermione si scambiarono uno sguardo colpevole; nessuno dei due aveva avvisato Ron della questione ed erano tutti stati così presi dai propri dilemmi da non pensarci.
«Senti, Ron, c’è una cosa che devo dirti», fece Hermione, esitante. «Quando l’ho scoperto, tu avevi i tuoi problemi e non volevo caricarti anche del peso di questa cosa. E sul perché non te l’abbia detto prima, al sesto anno intendo, non posso darti una risposta, perché non ne ho idea io stessa.»
Ron la guardò come se non stesse capendo la metà di quello che gli stava dicendo, così lei sospirò e sputò il rospo tutto d’un fiato. «Draco è il padre biologico di Sirius.»
«Sì, ho capito che volete farlo credere alla gente, ma io…»
«No, Ron» lo corresse lei. «Draco è veramente il padre biologico di Sirius.»
 «Miseriaccia, Harry!» esclamò il rosso, comicamente preoccupato e spiazzato. «Ha battuto la testa o cosa?»
Hermione sbuffò. «Draco ed io abbiamo avuto una relazione segreta al sesto anno. E no, non so perché non te l’ho detto dal momento che Lucius Malfoy lo ha scoperto e quella notte al Manor mi ha Obliviata
Harry si inserì e raccontò il resto delle vicende all’amico che, sempre più perplesso, si distese contro lo schienale della poltrona, divenendo progressivamente pallido, come se fosse sul punto di svenire.
«Wow!» esclamò senza parole. «Questo è… onestamente sembra uscito da una fantasia di Luna.»
I tre si scambiarono un’occhiata e scoppiarono a ridere.
Come dargli torto?
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che nel mezzo della guerra, durante il loro sesto anno, Draco Malfoy e Hermione Granger si stessero amando in segreto…
«Ma il Ministero vi ha concesso il brevetto per la pozione UnObliviate», disse Ron. «Perché non la prendi?»
«Perché non posso per ora», rispose con ovvietà lei, indicando nuovamente il suo pancione.
«E comunque, finché Draco non avrà aperto la sua azienda di produzione non sarà in commercio.»
«Ha già trovato un locale?» chiese Harry, interessato all’argomento.
Hermione annuì. «Sta procedendo con l’acquisto proprio ora.»
«Come se quell’idiota avesse bisogno di più soldi» commentò sardonicamente Ron.
«Crede che Lucius lo diserediterà non appena avremo rinnovato i voti», rivelò Hermione.
«Strano che non ti abbia lasciata allora» scherzò il rosso, ma ricevette un paio di occhiate torve in risposta, invece delle risate che si aspettava. «D’accordo, non era divertente questa. Sono ancora scioccato, capitemi.»
Hermione scosse il capo. «Ora devo scappare, ma ci sentiamo nei prossimi giorni per il ballo, d’accordo?»
Harry annuì. «Venite a cena da noi sabato? Il tuo figlioccio insiste.»
Lei rise. «Puoi dire a James che lo ringraziamo e che ci saremo.»
*
«Draco, vorrei che rinnovassimo i voti quando avrò riavuto i miei ricordi», gli disse quella sera, mentre gli spiegava come aveva deciso di procedere il Ministero.
«E magari anche i miei genitori. Insomma, resteremmo sposati ugualmente, gli anelli manterrebbero la loro connessione, no?»
Draco annuì. «Qualsiasi cosa ti renda felice, My
Hermione gli rivolse un ampio e genuino sorriso, poi gli stampò un bacio sulle labbra. «Dovremmo fare una lista di persone da invitare», disse con entusiasmo. «Preferirei fosse una cosa intima.»
«Mamma, Astoria e Daphne», rispose lui, brevemente. «E Blaise. Io ho finito.»
Lei si sollevò su un gomito per guardarlo. «Non puoi essere serio.»
«Non… non sono rimasto in contatto con nessuno dai tempi della scuola», ammise il biondino. «E comunque, la maggior parte delle persone che frequentavo non ha cambiato posizione.»
Un’espressione dispiaciuta si dipinse sul viso di lei.
«No, My», la avvertì lui. «Non lo fare.»
«D’accordo, d’accordo!» concesse Hermione. «Quindi, hai riallacciato i rapporti con Blaise?»
Draco annuì. «Poco dopo quella visita indesiderata l’ho incontrato fuori dal Ministero e ci siamo presi un caffè al bar lì di fronte», le raccontò. «Abbiamo parlato e poi abbiamo preso l’abitudine di pranzare insieme quando venivo convocato dal Dipartimento Auror.»
«Ti fermavi a pranzo?» fece lei, sorpresa.
«Sì», rispose il biondino. «Ma non ti ho mai detto niente perché sapevo quanto ci tenessi a pranzare con i tuoi amici.»
«Draco!» esclamò Hermione, allibita. «Potevi unirti a noi! Potevate unirvi a noi!»
Lui fece una smorfia. «Neanche Blaise si sentiva a suo agio ed era solo anche lui, insomma, sua moglie è nel vostro gruppo no?»
La giovane annuì. «Siete due scemi» sancì, poi si ridistese e si rannicchiò nuovamente contro di lui, che riprese immediatamente ad accarezzarle il pancione. Hermione si era quasi convinta che ne fosse un po’ troppo ossessionato.
«La farai venire fuori viziata» sbuffò lei, fingendo irritazione.
«Sei solo gelosa perché le do più attenzioni di quante ne do a te.»
«Oh, sta’ zitto», ribatté Hermione, ridacchiando suo malgrado.
«Che ne dici di Parigi per la Luna di Miele?» propose dopo un po’ il biondino.
«Niente Chalet questa volta?» chiese la giovane.
«No, quello era perché speravo di conoscerci un po’ meglio e legare» rivelò lui. «Anche se quando ho elaborato quel piano non sapevo di Sirius e quindi le cose tra di noi sono andate un po’ più a rilento. Mi dispiace, ma volevo conoscerlo, passare del tempo con lui. Recuperare il tempo perso.»
«Se credi che mi dispiaccia che tu abbia messo al primo posto nostro figlio ti sbagli» lo interruppe Hermione. «Anzi, tutto il contrario.»
Lo strinse un po’ più forte e lui ricambiò la stretta affettuosa.
«Mi piacerebbe passare le vacanze di Natale allo Chalet, però.»
«Ma Harry ed io trascorriamo sempre Vigilia e Natale insieme» gli ricordò lei. «Cioè, quest’anno è stata un’eccezione, ma è una tradizione a cui teniamo molto.»
«Possono unirsi a noi», rispose lui, facendo spallucce. «Lo spazio c’è. E ai bambini piacerà stare tutti insieme.»
Hermione sorrise e annuì. «Tornando al matrimonio, voglio ancora i gigli come decorazioni floreali.»
«Andata.»
«E voglio organizzarlo qui, in spiaggia», aggiunse. «Potremmo fare il rinfresco in giardino. Dragonshore è di una bellezza unica. Magari di estate e di sera, al tramonto.»
Sollevò leggermente la testa per guardarlo, perché non le rispondeva da un po’ e temeva si fosse addormentato, ma quando incrociò il suo sguardo lo trovò intento a fissarla con aria trasognata.
«Che c’è?»
«Niente», disse lui, con un piccolo sorriso a incurvargli le labbra. «Solo… è bello vederti così entusiasta.»
Hermione gli sorrise. «Dovrei essere folle a non voler risposare il mio imperfettamente perfetto marito.»
Draco rise. «La prima volta non la pensavi in questo modo.»
«La prima volta non avevo idea di quanto fossi bravo a letto.»
Il biondino sollevò le sopracciglia. «Stai con me solo per il sesso?»
Hermione fece spallucce. «E per il tuo aspetto.»
«Ah, sì?» ribatté lui, divertito.
Non gli rispose, però; si strinse di più a lui e poi sospirò. «Tu mi rendi fottutamente felice, Draco Malfoy.»
Hermione non lo sapeva, perché aveva il viso affondato nel petto di Draco, ma quando gli disse quelle parole, lui serrò gli occhi e una lacrima di gioia ricadde sulla sua guancia.

 
   
 
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