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Autore: TsukikageShawn    06/02/2023    0 recensioni
Fase 1 - Ambientato dopo la sconfitta di Faker, non tiene contro degli avvenimenti successivi.
Cosa sarebbe successo se Rio si fosse svegliata dal coma come Merag, dimenticandosi la sua vita umana?
Tre anni fa mi sono posta questa domanda, da cui è nata questa fanfiction.
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, per Yuma e Astral sembra ci sia il via libera per recuperare le carte numero restanti. Ma i bariani tramano nell'ombra per ottenere il loro potere, e il destino ha giocato loro un brutto scherzo facendo ritornare Merag dalla parte opposta. Cosa farà l'ex bariana, tornerà alle sue origini o troverà negli umani la sua nuova famiglia? E soprattutto, come affronteranno questa nuova minaccia Yuma e Astral?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Il segreto della Luna Rossa'
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Capitolo 47

 

Durante la pausa riunione, Kaito prese da parte Jessica. Il suo sguardo cupo non presagiva nulla di buono, ma l'astrale non si fece intimidire e resse il contatto visivo.

«C'è qualcosa che non quadra, non hai detto niente a Rio riguardo le nostre riunioni private, giusto?»

«Dovrei?»

«Certo che no. Ma è fin troppo sveglia per qualcuno che ne sa poco. E quel discorso, così dettagliato, sembrava un'altra persona.»

«Le piace ascoltare ed annotare, ha un ottimo spirito di osservazione e i suoi sensi sono più sviluppati grazie ai suoi poteri. Ma questo dovresti già saperlo dopo l'interrogatorio che mi avete fatto in seguito al rapimento.»

Il giovane, insieme a Chris, Faker e Byron, si erano premurati di controllare personalmente sue condizioni e quelle di Rei in seguito all'accaduto. E la visita medica si trasformò in una specie di colloquio forzato riguardo Rio Kamishiro. Ormai era ovvio come il cielo azzurro che la stavano spiando, tanto che Jessica divenne paranoica e ispezionava il suo appartamento ogni volta che vi rientrava. Non poteva permettere a quei quattro di origliare le sue conversazioni con Merag, soprattutto quando parlavano del suo passato bariano o del mutamento genetico che stava avvenendo nel suo corpo.

«Si, è proprio questo che non quadra. Dal suo risveglio sono successe troppe cose inspiegabili, e mi era parso chiaro che le rimangono solo quattro mesi di vita. Mi puoi spiegare perché sembra star meglio di prima?»

«Perché ha un atteggiamento più ottimista e allegro? Perché concentrarsi sui bariani la distrae dalla sua condanna a morte? Perché ha un animale domestico che non dubita di ogni suo respiro come fate tutti in questa stanza tranne me, Ryoga e quel fantasma alieno che io non posso vedere? Pensi che non l'abbia notato il vostro atteggiamento sempre più appiccicoso ed apprensivo?» rispose Jessica ad alta voce, in modo da farsi sentire da tutti.

Merag non si trovava più nella stanza, come ogni volta all'inizio della pausa, per questo l'astrale si permise di alzare la voce. Non voleva che l'amica prendesse le sue difese.

Ogni volta che iniziava la pausa, si rintanava in una saletta accanto. Faker gliel'aveva fornita per pietà, dovendo assistere ogni volta al suo sguardo esausto durante l'intervallo, dato che tutti le stavano addosso. In parte lo scienziato si sentiva in colpa, lui stesso si comportava in quel modo, e infatti non si sorprese della richiesta avvenuta qualche giorno prima.

La bariana riposava la mente in una piccolo salottino allestito appositamente per lei, composto da un semplice divanetto con un tavolino, un bagno e una TV che non accendeva mai; con Brumi che sonnecchiava sul parquet.

«Che sensazione di deja-vu, io che scappo da chi dice di volermi bene perché si comporta in modo ossessivo. Si, sto pensando proprio a te, Nash. Non mi manchi per niente, tu e gli altri imperatori» disse sottovoce, lasciando scorrere le lacrime sulle guance.

Si trovava stesa, gli occhi chiusi e le braccia strette sul quaderno azzurro dove aveva iniziato ad appuntare tutto. Scrivere l'aiutava a tenere i piedi per terra e organizzare i suoi pensieri, eliminando quelli superflui. Ma vedere ogni giorno Vector e non essere riconosciuta, questo la feriva. Si domandava se anche gli altri si sarebbero comportati allo stesso modo con lei, se l'avrebbero trattata come un'estranea quando o se si sarebbero rivisti. Sapere di trovarsi a così poca distanza da loro e non poterli raggiungere le faceva pesare di più gli sguardi dei suoi amici terrestri, perché era come se stesse tradendo le sue origini bariane.

A volte si domandava se confessare tutto o continuare a mantenere il segreto. Non riusciva a trovare ancora una risposta, quella situazione di stallo non poteva durare per sempre. Di certo non poteva confessare la sua vera identità a Vector, ora che sapeva con certezza che dietro a quelle malefatte c'era proprio lui, una persona completamente diversa da quel che ricordava.

Il malessere di Merag non passò inosservato agli occhi attenti di Astral, che negli ultimi tempi si avvicinò alla ragazza. Spesso obbligava Yuma a restare nella torre dopo le riunioni, così da poter conversare con la ragazza. Da quando Rio gli aveva esposto la sua teoria sui ricordi, lo spirito le aveva chiesto aiuto per testarla. In quei momenti che trascorrevano insieme, l'aveva conosciuta meglio di quanto credessero di conoscerla gli altri. Per questo, ora che tutti erano distratti dai rimproveri di Jessica, uscì dalla stanza per visitare da solo la sua amica. Da fuori la porta la sentì singhiozzare, così le chiese se potesse entrare per farle compagnia. La bariana lo fece accomodare senza mascherare il volto segnato dalle lacrime.

«Jessica sta rimproverando gli altri per il modo in cui ti stanno trattando, avrei voluto farlo io ma lei è più brava in queste cose.»

«Mi ha detto che l'avrebbe fatto, ma non è per questo che sto uno schifo. Tutta questa situazione, non so se riuscirò a reggerla ancora. Vorrei tanto scappare via dove nessuno mi conosce, per esperienza so che non servirà a niente, ma mi chiedo se ora sarà diverso.»

«Una vacanza ti farebbe bene, magari un week-end fuori porta, come dice la sorella di Yuma, si sta organizzando per andare a Tokyo con le sue amiche.»

«Forse hai ragione, potrei chiedere a zia Mariko. Mia madre mi ha lasciato in eredità uno chalet in Hokkaido, viveva lì prima di sposare mio padre.»

«Di sicuro acconsentirà, soprattutto se ti vede in questo stato.»

«Sono così orribile?»

«No, ma hai proprio bisogno di una pausa lontano da tutto e tutti.»

«Grazie Astral, mi sento meglio.»

Merag andò in bagno per sciacquarsi il viso e, guardandosi allo specchio, non potè non concordare sull'osservazione dello spirito.

"Gli astrali sono proprio portati per consolare le persone in modo utile, una vacanza tutta per me non la faccio da secoli. E così potrò vedere quanto fantastico è questo chalet con terme private che zia Mariko mi invidia."

Ritornarono nel salotto per riprendere la riunione e Rio notò subito una diversa aria viaggiare nella stanza. Appena varcò la soglia, nessuno osò rivolgerle uno sguardo, neanche di sfuggita. Erano tutti seduti ai loro posti, con il volto chino sul pavimento. Jessica li guardava perplessa, non si aspettava una reazione del genere alla sua ramanzina. La bariana prese posto accanto all'amica, che aprì una nuova discussione che riguardava i luoghi misteriosi rilevati dal radar in precedenza.

«Spero che non li abbiate dimenticati» iniziò cercando di ravvivare la situazione.

«Certo che no, mentre voi ci tenete esclusi noi ci divertiamo a ristrutturare il mio locale. Almeno così risparmio sulle spese» rispose Thomas.

«Si, non ci interessa. Allora io e i non baldi giovani abbiamo deciso di aspettare ancora, prima di parlarvene. Come osservato da Rio, i bariani staranno di sicuro aspettando un nostro passo avanti e condurli dritti dalle carte numero è fuori discussione. Inoltre, abbiamo deciso di interrompere momentaneamente le riunioni per darvi le ferie. Quindi cacciate fuori i costumi da bagno e andate ad arrostirvi al sole, voi che potete.»

«Quindi ci snobbate nuovamente, grazie tante» rispose il giovane sfregiato, incrociando le braccia al petto.

«Si, figliolo, noi ce ne staremo qui chiusi a lavorare mentre voi siete liberi di fare baldoria in discoteca fino all'alba. Con questo la riunione è ufficialmente chiusa» concluse Byron.

I ragazzi uscirono dalla torre a scaglioni e si separarono in vari gruppi. Il Club dei Numeri ritornò nelle rispettive abitazioni; Chris e Kaito si preparano a raggiungere il bunker nella scogliera per continuare le loro ricerche sul piano inferiore e Natasha Evans; Byron e Faker continuarono ad indagare con Jessica sulle misteriose rovine; Shark raggiunse la sua band per suonare a una festa; e Michael accompagnò Fuya agli studios della sua serie televisiva per registrare le ultime scene, che decreteranno il finale.

Thomas, Merag, Yuma ed Astral rimasero insieme fuori la torre. Lo spirito voleva scambiare due parole con la ragazza, prima di andare via con il partner. Così i due campioni di duello si allontanarono per dar loro privacy.

«Allora hanno fatto amicizia?» domandò curioso Four.

«Si, Astral crede che Rio possa aiutarlo con la sua memoria. Però non è la stessa cosa.»

«È una ragazza piena di sorprese, e bella, intelligente, allegra…»

«Ti piace Rio, in quel senso?»

Thomas annui arrossendo, nascondendosi il volto con una mano. Conoscendolo, Yuma avrebbe spifferato i suoi sentimenti a tutti, nessuno escluso. La sua ingenuità gli impediva di mantenere un segreto, non che lo facesse di proposito. Fu proprio così che Rei divenne membro del gruppo e messo al corrente della situazione completa sui numeri. Non che al giovane sfregiato interessasse di ciò, ma c'era qualcosa in quel pel di carota che lo inquietava.

«Lei lo sa?»

«No, no, no. Insomma ci ho provato, ma lei non ne vuole sapere. Mi ha già friendzonato.»

«Però tu le piaci, ho sentito Shark parlarne con Jessica. Non è molto contento, ma ha detto che non si sarebbe messo in mezzo nel caso.»

«Saperlo è peggio di esserne all'oscuro, se le piaccio perché non mi vuole?»

 

 

 

 

 

Capitolo 47 - Yuma che non si fa gli affari suoi

   
 
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