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Autore: TsukikageShawn    10/02/2023    0 recensioni
Fase 1 - Ambientato dopo la sconfitta di Faker, non tiene contro degli avvenimenti successivi.
Cosa sarebbe successo se Rio si fosse svegliata dal coma come Merag, dimenticandosi la sua vita umana?
Tre anni fa mi sono posta questa domanda, da cui è nata questa fanfiction.
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, per Yuma e Astral sembra ci sia il via libera per recuperare le carte numero restanti. Ma i bariani tramano nell'ombra per ottenere il loro potere, e il destino ha giocato loro un brutto scherzo facendo ritornare Merag dalla parte opposta. Cosa farà l'ex bariana, tornerà alle sue origini o troverà negli umani la sua nuova famiglia? E soprattutto, come affronteranno questa nuova minaccia Yuma e Astral?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Il segreto della Luna Rossa'
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Capitolo 48

 

Astral tornò pimpante al fianco di Yuma, raccontandogli di aver ricordato l'architettura del mondo astrale dopo la conversazione con Rio. La ragazza li osservava parlare allegramente da lontano, venendo affiancata da un Thomas demoralizzato.

«Allora ci vediamo in giro» le disse, allontanandosi a passi lenti e pesanti.

«Aspetta, perché sei giù di morale?» domandò preoccupata.

«È solo che non ti capisco. Mi riempi di speranze poi ritiri tutto, e poi di nuovo speranze. Cosa vuoi da me, un amico o qualcosa di più? Questo tira e molla non ci fa bene.»

«Ma non stiamo insieme.»

«Appunto per questo è peggio. I nostri incontri casuali finiscono sempre con tu che mi coccoli e poi mi respingi. Se vuoi qualcuno con cui avere rapporti occasionali, non sono quello giusto. Al mio fianco voglio qualcuno con le idee ferme e decise, e tu non le hai.»

«Mi dispiace, non voglio illuderti. È solo che…»

«Scusami tu, forse è meglio se mi faccio da parte, visto che alla fine ti piaccio solo perché ti ricordo il tuo ex.»

Four corse via senza voltarsi, neanche quando Merag gli urlava di fermarsi mentre lo seguiva. Si asciugò le lacrime con la manica della sua camicia di lino, urtando le persone che passeggiavano per le strade. Fece perdere le sue tracce e si fermò al suo locale, crollando sul divanetto. Aveva ancora il braccio fasciato, la firma di Rio con i cuoricini spiccava sulle altre scritte. Voltò la testa per rimuoverla dal campo visivo, e iniziò a dirsi tante frasi poco belle sul come si fosse illuso che la ragazza provasse qualcosa per lui.

«Sono un deficiente!»

«Non lo sei, ragazzone» gli disse Jeiha, stringendolo in un abbraccio.

Dopo essersi rivelata a Four nelle sue vere sembianze, il loro rapporto di padrone ed animale domestico si evolse in una bella amicizia. E la donna sapeva benissimo cosa stesse provando in quel momento, perché in precedenza Merag le aveva spezzato il cuore allo stesso modo.

«Si, invece, mi sono illuso che continuando a provarci alla fine lei… Lei… Sono un idiota.»

«Non lo sei. Forse è proprio questo il problema, sai. Hai forzato le cose e si è chiusa a riccio, come fa sempre.»

«Parli come se la conoscessi.»

«Oh si, la conosco da più tempo di quanto immagini. È fatta così, appena si fa avanti un possibile interesse romantico, scappa via perché ha paura.»

«Con me è diverso, mi pensa solo perché le ricordo il suo ex.»

«No, no. Questo è quello che pensi tu. Lei ha paura di non raggiungere le tue aspettative, me l'ha detto.»

Thomas la guardò stupito, ormai aveva terminato le lacrime e i singhiozzi. Ascoltò attentamente la bariana, che le raccontò di una conversazione avuta il giorno prima.

Quella sera, verso mezzanotte, Merag continuava a rigirarsi nel letto, non riuscendo a prendere sonno. Allora si alzò ed indosso una giacca sopra la sua tutina da notte in seta, si allacciò le scarpe ed uscì di nascosto con Brumi. Fece un giro intorno al complesso, poi si allontanò sempre di più, vagando senza una meta. I suoi piedi la portarono sul lungomare, dove si trovava lo Shining's, il locale di Thomas. All'interno la luce era accesa, Jeiha stava leggendo un libro di storia preso in prestito dalla libreria di Michael senza chiedere. L'ancella la fece accomodare, sorpresa di vedere un cane al suo seguito. Rio le parlò di come avesse trovato il cucciolo e del collegamento con la sua predizione, che si rivelò totalmente corretta. In seguito confidò le sue paure sulla possibilità di avere una relazione con Thomas.

«Credevo di tirarmi indietro perché pensavo di essere condizionata dal mio ex, ma in realtà ho paura di non essere all'altezza delle sue aspettative.»

«Ma come ti vengono in mente certe cose?»

«Lo vedo nei suoi occhi quando mi guarda, e da quel che mi dice. Pensa che io sia perfetta, ma sono solo un disastro. Anche gli altri, mi guardano come se fossi la principessa da salvare nelle fiabe e mi stanno sempre più addosso. Solo zia Mariko, Ryoga e Jessica mi trattano come una persona normale.»

«Sei troppo dura con te stessa.»

«Sono realista. Credevo che questa fosse la mia rinascita, ma la storia si sta ripetendo ed è più dolorosa di prima.»

«Allora interrompi il circolo, non stare qui a piangerti addosso ed aspettare il cavaliere in armatura - riferimenti casuali voluti su Durbe - che viene a salvarti.»

«Non sono venuta qui per sentire la tua predica.»

«Se vuoi qualcuno che ti dia sempre ragione, fai parlare il cane e non me. Sei cambiata, ora lo vedo chiaramente, sei più fifona e piagnucolona. La Merag che conosco non si comporterebbe così.»

Quelle parole, invece di scuotere qualcosa di positivo nella ragazza, la fecero piangere. Rio uscì dal locale con Brumi e corse verso il complesso, con un umore peggiore di prima. Jeiha poggiò una mano sulla fronte, sospirando. Non riusciva più a capirla come un tempo, e il suo umore altalenante peggiorava tutto. Pensò di essere stata troppo dura, in fondo stava vivendo una situazione davvero stressante e senza senso. Non aveva bisogno di un'altra persona che le creava dei problemi, alla fine inesistenti. La sua psiche stava subendo delle situazioni inimmaginabili e, non sapendo come reagire, faceva quel che faceva sempre: cercare di proteggersi. Così, chiudendo la porta, nulla che potesse farle del male poteva passarci. D'altro canto, però, la stessa Merag aveva perso la sua forza da leopardo di diamante e la sua fin troppa autostima. Ma questa sottospecie di autodistruzione non riusciva a capire chi o cosa l'avesse causata. Non potendo fare altro, Jeiha riprese il libro di storia sperando che qualcuno di più qualificato potesse aiutare la sua amica di vecchia data.

Alla fine del racconto, Thomas e Jeiha si guardarono ammutoliti. La donna aveva evitato tutti i riferimenti ai bariani, ma il discorso fu chiaro ad entrambi, si erano comportati male nei confronti della ragazza. Invece di aiutarla, le loro parole l'avevano solamente ferita. Ma se in quel caso Merag scappò via dalla sua ancella, con Thomas aveva provato a spiegarsi in modo impacciato e poco chiaro.

«Siamo entrambi deficienti» concluse Jeiha, ritrasformandosi in gatto.

Qualcuno bussò alla porta del locale. Thomas urlò svogliatamente che la porta era aperta, diventando un tutt'uno con il divanetto. Rio entrò timidamente con il suo cane, rimanendo a debita distanza dal giovane. Stava lì in piedi, senza proferire parola.

«Come fai a sapere?» iniziò la domanda Four, venendo interrotto.

«Vieni sempre qui quando qualcosa non va. Lo so che sei arrabbiato, ma…»

«Hai paura di non essere all'altezza, me l'ha detto Jeiha.»

«Si, credo. Ho perso la fiducia in me stessa, per questo ho bisogno di allontanarmi per un po'. Spero di tornare con le idee chiare.»

Merag salutò Thomas, e ritornata al complesso andò in camera sua per schiacciare il più lungo pisolino che potesse.

 

«È ora di cena dormigliona» urlò Mariko dalla cucina.

Rio si svegliò controvoglia e mezza addormentata si diresse al suo posto per mangiare. Ryoga masticava rumorosamente mentre fissava il suo telefono, venendo parecchie volte richiamato dalla zia con dei colpetti sulle mani con le bacchette.

«Posa quell'affare e chiudi la bocca quando mangi. Siamo in famiglia, mi piace conversare a tavola.»

«Allora parla con la zombie.»

«Si, si. Me ne hanno dette di peggio» rispose la sorella sbadigliando.

«Rio ha proposto di andare in vacanza in Hokkaido, tu dove vorresti andare?»

«Ai Caraibi a nuotare con gli squali» rispose sarcastico.

«Sei proprio fissato» dissero in coro zia e nipote.

Ryoga le ignorò, troppo concentrato sul messaggio che gli aveva spedito Yuma qualche minuto prima.

Astral e Rio hanno fatto amicizia, dice che Jessica ha ragione e dovremmo lasciarle più spazio. Io e i ragazzi non volevamo starle così addosso, siamo solo preoccupati per lei. Tu che ne pensi?

Shark non aveva la più pallida idea di come rispondere. Da quando Rio era uscita dall'ospedale, il loro legame si rafforzava giorno dopo giorno, ma a volte lui stesso non la capiva. Aveva dei dubbi che non riferiva a nessuno, per timore di essere preso per pazzo.

Sua sorella le sembrava due persone diverse in lotta tra loro su chi dovesse dominare sull'altra. Ma questo era impossibile, o forse no? Non sapeva proprio come comportarsi, così rispose distrattamente alla zia che una vacanza non gli dispiaceva.

Se la sua adorata sorella ne aveva bisogno, era più che felice di esserci. Ma questo pensiero lo tenne per sé, ne gravava la sua reputazione di tipo tosto.

 

 

 

 

 

Capitolo 48 - Merag e Astral best friends

   
 
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