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Autore: aki_penn    06/02/2023    3 recensioni
[IwaOi - Superheros!AU]
Oikawa è un avvocato che sta cercando il nipote scomparso misteriosamente. Iwaizumi è l'unico supereroe che Oikawa possa permettersi.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Takeru Oikawa, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ah, eccomi con un altro capitolo e finalmente posso annunciare di aver finito di scrivere la storia: d’ora in poi dovrò solo revisionare. Yeeee!! 

Questo capitolo ha un andamento un po’ strano, alcune scene sono veramente stupide, ma io mi diverto così, spero che vi facciate due risate anche voi. 

Come sempre vi ringrazio per aver dato una possibilità a questa storia e per tutto il supporto dei commenti! <3

How to hire a superhero on a tight budget

Diciottesimo capitolo

Oikawa

 

“Quindi?”

Kenma addentò la banana “È stato un supplizio, ma ho trovato il cartellone che dicevi. Ho cercato tutte le aziende che potessero avere un nome che iniziasse per Fumi: Fumiaki, Fumihiko, Fumihiro, Fumimaro, e controllato negli archivi pubblicitari, a quanto pare c’è un negozio di toelettatura per cani ad Arakawa che si chiama Fumihiro, che ha pagato per questo cartellone” sullo schermo apparve l’immagine a sfondo fucsia con un cane bianco in bella vista.

“E’ quello!” trillò Oikawa dal basso del suo sgabello. 

Kenma continuò, con voce piatta e bocca piena “Il titolare ha pagato per occupare duecentocinquantatre spazi pubblicitari” Oikawa e Iwaizumi si guardarono preoccupati “li ho visionati tutti”, Oikawa e Iwaizumi tirarono un sospiro di sollievo “Duecentotrentaquattro si trovano in aree urbane, sedici in aree rurali lungo strade a scorrimento veloce senza edifici attorno, due hanno vicino delle abitazioni e poi c’è l’ultimo” si aprì un’altra foto sullo schermo. 

Oikawa la guardò intensamente “Mi sembra proprio quello che visto della testa di quel tizio”. Kenma si strinse nelle spalle “Questa è l’immagine migliore che sono riuscito a trovare dai satelliti, l’ascensore è di nuovo rotto, non sono potuto andare a controllare di persona”.

“Purtroppo mi sono accorto da solo che l’ascensore fosse rotto e comunque non ci saresti davvero mai andato da solo!”

Kenma annuì “Vero”. Fece partire la stampante e passò il foglio a Oikawa “Questo è l’indirizzo. Adesso sono libero o vuoi altro?”

“Devi ritornare alle tue magie da hacker?”

Kenma rispose in primis alzando il volume dell’inno nazionale nella propria mente, poi aggiunse “Ce l’hai il mio IBAN, vero?”

Oikawa gli fece una linguaccia “Me lo sono fatto tatuare su una chiappa per paura di perderlo!”

Kenma emise un lunghissimo sospiro “Adesso uscite da casa mia, per favore” e si mise a pregustare il ramen istantaneo che avrebbe mangiato per cena. 

Kenma non li accompagnò neanche alla porta e i due se ne andarono salutando mentre dalla stanza del computer saliva sempre di più il volume di uno sparatutto contro gli zombie. 

Appena Iwaizumi ebbe fatto schioccare la serratura Oikawa gli rivolse un sorriso emozionatissimo “Ci siamo quasi!” esclamò sventolandogli il foglietto sotto il naso. 

Iwaizumi, che stava pensando che avrebbe voluto baciarlo, fece un passo indietro per non farsi colpire dalla carta. Oikawa lo raggiunse e gli schioccò un bacio sulla guancia. 

“Dopo te ne do uno vero. Adesso devo chiamare Ushijima!”

Iwaizumi si mise le mani in tasca, arreso “Vuoi che ti porti in braccio fino a giù?”

“No, sto benissimo!” La sua voce rimbombò lungo le scale che aveva già iniziato a scendere in gran fretta. 

Selezionò il numero di Ushijima e si schiacciò il cellulare sull’orecchio. Il telefono suonò a vuoto per un po’, poi finalmente l’agente rispose “Oikawa?”

“Sono io! Ti devo parlare!”

La voce di Ushijima era roca “Anche io, ti stavo per chiamare”.

“Inizio io: quello che ti devo dire è più importante! Il mio contatto ha trovato il luogo dove si trova il capannone dove è tenuto prigioniero Takeru. Si trova subito fuori dalla città, ti ho già mandato l’indirizzo per mail, organizza una squadra e io e Iwa-chan ci uniamo. Non è più importante interrogare il tizio che ha cercato di ucciderci l’altra sera!”

Dall’altra parte la risposta si fece attendere. Oikawa guardò il telefono temendo fosse caduta la linea “Ushijima?”

“Sì, ci sono” si schiarì la voce “l’uomo che avresti dovuto interrogare è morto questa notte. È stato un infarto, ma il medico suppone sia stato indotto da un extra-umano”.

La bocca di Oikawa si asciugò “Vuoi dire che l’ha ucciso qualcuno di voi?”

Ushijima sospirò “No, le telecamere sono state fatte saltare. Da quel poco che siamo riusciti a ricostruire probabilmente qualcuno è riuscito a entrare unendosi al corpo di pulizie”.

Oikawa sbuffò “Ma che razza di poliziotti siete? Quello è il trucco più vecchio del mondo!”

“Lo so” fece un’altra pausa “poi c’è un’altra cosa…” Oikawa si accigliò “Spara! Non tenermi sulle spine, che diamine!”

Sentì i pensieri preoccupati di Iwaizumi che lo stava raggiungendo.

“Abbiamo trovato una fossa comune dietro il capannone dove venivano fatti gli esperimenti. Ci sono trentatré cadaveri.”

Oikawa deglutì, ma rimase in silenzio.

“Ci vorrà un po’ per identificarli, sono in stato avanzato di decomposizione, ma circa la metà sono maschi e almeno quattro potrebbero essere adolescenti.”

Iwaizumi

Iwaizumi aprì la porta a vetri del commissariato ed entrò portandosi dietro un soffio di vento gelido. 

Aveva il viso teso di chi non dormiva da giorni e la rigidità di chi non sia a proprio agio. Avanzò lungo il corridoio e superò il banco dove una ragazza bionda e bassa stava dicendo di dover denunciare un furto d’identità. 

Iwaizumi si voltò indietro e la riconobbe come Yachi, la segretaria del Tanaka Recycling Lab. “Sono stata in ferie una settimana e quando sono tornata in ufficio ho scoperto che nessuno sapeva me ne fossi andata perché per tutto il tempo in cui sono stata assente qualcuno è andato in ufficio fingendosi me!”

L’agente Tsukishima, dall’altra parte del vetro, annuiva “Una situazione incresciosa, signorina, indagheremo su cosa sia accaduto”. 

Iwaizumi scosse la testa e continuò la sua camminata lungo il corridoio verso l’ufficio 105, svoltò a destra, salì le scale e si trovò davanti a un altro corridoio lungo che fungeva da sala d’aspetto. C’erano alcune panche e su quella in mezzo stava stravaccato Nifty Gray, vestito completamente in latex bianco; con il mantello drappeggiato sullo schienale sembrava uno scontro tra un dipinto del rinascimento italiano e un dominatore sadomaso caduto nella candeggina. 

Appena lo vide gli sorrise a bocca chiusa, Iwaizumi sapeva che lo faceva per non far vedere le zanne, ricambiò il sorriso e si sedette pesantemente accanto a lui. 

“Anche tu qui per il caso degli extra rapiti?”

Nifty Gray scosse la testa e la sua splendida chioma perlacea ondeggiò “No, sono qui per flirtare con l’ispettore”. 

Iwaizumi strinse le labbra e annuì, di sicuro non si poteva dire che Nifty Gray non fosse un tipo onesto.

“Sugawara!” tuonò una voce alle loro spalle. Iwaizumi vide gli occhi di Nifty Gray illuminarsi mentre si voltava verso la voce. 

Dall’altra parte del corridoio stava arrivando di gran carriera l’ispettor Sawamura, seguito dagli agenti Yamaguchi e Ushijima che quasi faticavano a tenere il passo. 

"Oh, comandante Sawamura! Cosa ci fa qui?" chiese Nifty Gray tutto sorrisi e battiti di ciglia. 

"Ci lavoro!" L'ispettore Sawamura indossava la divisa della polizia e il più truce dei suoi sguardi.

Nifty Gray alzò le spalle e iniziò a dire, ignorando le occhiatacce "Che coinciden..." ma l’altro lo interruppe "Hai staccato il braccio di Yamaguchi con un morso! Di nuovo!"

Nifty Gray si allungò per scompigliare i capelli di Yamaguchi come se fosse stato un bambino, nonostante fosse più alto di lui di parecchi centimetri, e l'agente si irrigidì un poco "Non l’ho mica fatto apposta e comunque gli è già ricresciuto!"

"Non è questo il punto! Se non la finisci dovrò fare rapporto al Commissario Generale Ukai!"

Nifty Gray rispose con un altro sorriso e questa volta non si impegnò a nascondere le zanne. Iwaizumi si sentì percorrere da un brivido e, a giudicare dall'espressione che assunsero, Ushijima e Yamaguchi provarono esattamente la stessa cosa, mentre l'ispettore Sawamura non parve minimamente toccato dalla visione. "Ero solo venuto per dirti che ti sei dimenticato le manette a casa mia" fece Nifty Gray con aria innocente e questa volta a venir colto da un brivido fu certamente l'ispettore Sawamura. 

Si schiarì la voce "Ehm, va bene, Sugawara. Dopo...dopo il turno passerò a riprenderle" e poi, di nuovo il tono autoritario "ora ho da fare!". L'ispettore aprì la porta della sala 105 e guardò l'agente Yamaguchi "Vai a sostituire Tsukishima al banco dell'accoglienza e mandamelo qui, ho bisogno di lui".

"Signorsì!" rispose Yamaguchi mettendosi sull'attenti con fin troppo zelo. Yamaguchi prese il corridoio dal quale Iwaizumi era venuto pochi minuti prima e Sawamura entrò nella stanza numero 105 senza guardarsi indietro. 

In corridoio erano rimasti solo lui, Ushijima e Nifty Gray, che fece un altro sorriso da squalo e disse con voce melliflua "Gli piace fingere che non mi possa liberare" gli fece un occhiolino e se ne andò con il mantello che svolazzava. 

Iwaizumi si strinse la radice del naso tra le dita, a volte Nifty Gray era ‘troppo’.

Ushijima gli si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla "Dentro ci aspettano, dov'è Oikawa?".

Iwaizumi strinse le labbra e tirò su col naso "Non mi risponde da giorni. Sono andato a cercarlo sotto casa e nel suo studio".

Ushijima si accigliò "Ieri sua sorella ci ha portato i referti dentari di Takeru e credo che mi avrebbe detto se Tooru fosse morto..."

Iwaizumi si passò la mano sulla faccia "Lo so che non è morto, mi sta solo evitando, per qualche motivo. La sua segretaria mi ha detto che era impegnato in tribunale, immagino che dall'aldilà avrebbe fatto fatica a presenziare". 

Ushijima annuì, pensieroso "Quindi non segue più il caso?"

Iwaizumi alzò le spalle, sconsolato e Ushijima gli strinse il braccio "Proverò a chiamarlo io questa sera, adesso andiamo dentro Sawamura è già abbastanza su di giri".

Iwaizumi annuì e lo seguì oltre la porta a testa bassa. 

La sala 105 era piccola e sovrappopolata, le pareti erano spoglie e l'unico arredo consisteva in un tavolo bianco e sette sedie pieghevoli.

"Buonasera Ace" lo salutò l'ispettore Sawamura, come se non si fossero visti un minuto prima in corridoio. Sul tavolo c'era un fascicolo logoro, qualche penna e un mucchietto di graffette. 

Appena Iwaizumi ebbe chiuso la porta alle proprie spalle l'ispettore gli indicò con un gesto della mano i due individui seduti in un angolo, uno dei quali sfoggiava, ripiegate sulla schiena, un paio di enormi ali marroncine screziate di giallo "Conosci già..."

L'ispettore non fece in tempo a finire la domanda che l'uomo alato saltò in piedi alzando  le braccia "Iwaizumi!".

"Bokuto!" Se non ci fossero stato il suo assistente e la sua sedia ad ostruire il passaggio, probabilmente Accidental Owl gli sarebbe volato in braccio. 

L'ispettore Sawamura si passò un dito tra il collo e il colletto della camicia e annuì "Vedo che vi conoscete già, bene. Adesso sedetevi" e diede l'esempio, sistemandosi dall'altra parte del tavolo. 

I due supereroi ubbidirono, Bokuto rimettendosi sulla sedia dalla quale si era alzato, accanto al suo assistente, e Iwaizumi vicino a Ushijima, che spostò la sedia per aiutarlo a sedersi.

Quando tutti si furono messi comodi, Sawamura si schiarì la voce per cominciare a parlare, ma la porta si riaprì e spuntò la testa dell'agente Tsukishima "Yamaguchi mi ha detto che mi aveva mandato a chiamare". 

"Esatto, vieni qui!" Sawamura batté un paio di volte la mano sulla sedia in plastica accanto a sé. 

Iwaizumi, l'assistente e Bokuto si alzarono e si appiattirono contro la parete per farlo passare, mentre Tsukishima si esibiva in uno di quegli inutili balletti di cortesia facendo finta di cercare di non sbattere contro nessuno, nonostante fosse ovvio fosse inevitabile. 

Quando finalmente anche l'agente Tsukishima si fu seduto, l'ispettore Sawamura si schiarì di nuovo la voce "Come tutti voi sapete, ci sono state delle sparizioni tra gli extra della città, sia di tipo fisico che psichico". I presenti annuirono e l'assistente di Bokuto prese appunti sul suo blocco note. 

“E dopo la sconsiderata scorribanda del signor Ace e dell’avvocato Oikawa, che oggi non si è nemmeno degnato di presentarsi…”

Ushijima si schiarì la voce.

“Qualcosa da dire a discolpa dell’avvocato?” chiese Sawamura lanciandogli un’occhiata. Ushijima scosse la testa. “Dicevo, dopo questa bella idea che tu hai coperto” Ushijima annuì, sotto lo sguardo accusatore dell’ispettore “è venuto alla luce uno scenario ancora più inquietante. A quanto pare qualcuno sta facendo esperimenti sugli extra”.

Bokuto sgranò gli occhi e spiegò le ali per lo stupore. Le piume accarezzarono dolcemente il suo assistente, colpirono in testa Iwaizumi e fermarono la loro corsa contro il muro, non riuscendo a spiegarsi completamente. Tsukishima, dall’altra parte, le schivò per un pelo abbassando la testa. “Che esperimenti?”

L’ispettore Sawamura fremette “Accidental Owl ti prego di chiudere le ali, siamo già stretti!”.

“Il decreto 197 del 1998 dichiara vietato spiegare, nei locali chiusi, ali con un’apertura di più di un metro e venti centimetri. Vogliamo misurarle?” tirò fuori, come per magia, un metro estensibile dalla tasca.

Bokuto richiuse subito le ali dietro di sé, colpendo di nuovo Iwaizumi sulla testa nel ritrarle “Non ce n’è bisogno” disse piano l’assistente sistemandosi gli occhiali sul naso. 

“Sono più lunghe di un metro e venti” pigolò Bokuto guardando in basso, prima che Sawamura battesse con forza la mano aperta sul tavolo “Silenzio! E concentriamoci!”

Tutti si guardarono i piedi, contriti, a parte Tsukishima che si limitò a fissare Ushijima e a scuotere la testa. 

“Dicevo: qualcuno sta rapendo degli extra per fare esperimenti su di loro” Bokuto aprì la bocca per fare domande, ma Sawamura lo zittì “No, Accidental Owl, non sappiamo ancora di che esperimenti si trattino. Tutte le persone coinvolte sono morte o latitanti. L’unica pista che abbiamo è un capannone nella zona rurale poco fuori dalla città. L’indirizzo ci è arrivato in modo…” si voltò a guardare Ushijima con sguardo accusatore “insolito. Ma non ci soffermeremo su questo punto!”

Ushijima non mosse un muscolo, come se il discorso non lo coinvolgesse nemmeno.

“Abbiamo trovato una fossa comune nella zona adiacente al laboratorio dove si tenevano gli esperimenti” il labbro inferiore di Bokuto tremò “e un cadavere con ferite simili a quelle delle vittime del laboratorio è stato trovato al Tanaka Recycling Lab. Sospettiamo ce ne siano stati altri prima d’ora ma che sia passati inosservati, essendo una struttura ampia”. Fece una pausa, una ruga di preoccupazione gli attraversava la fronte “Ho chiesto al sergente Aone di controllare le altre strutture di riciclaggio della città e abbiamo ritrovato altri resti umani”.

Bokuto tirò su con il naso, mentre il suo assistente, impassibile, continuava a prendere appunti.

“Purtroppo i corpi erano in stato di decomposizione avanzato e per ora non è stato possibile capire se avessero ricevuto le stesse torture degli altri, ma non escludiamo che si tratti della stessa organizzazione.”

Fece una pausa guardando uno per uno tutti i presenti, per poi soffermarsi su Bokuto “E veniamo al motivo per il quale ho voluto voi due qui, oggi: sospettiamo si tratti della Mano di Onice”.

Ci fu un attimo di silenzio, poi uno mucchietto di graffette levitò dal tavolo e volò in faccia all’assistente di Bokuto, come uno sciame di moscerini incattiviti. 

“Akaashi non ti agitare, se no ti volano addosso le cose!” urlò Bokuto, agitandosi a propria volta e fermando con una manata la lampada da scrivania che dopo aver tremato leggermente stava per staccarsi dal tavolo e volare addosso all’assistente.

“Va tutto bene, tutto bene” sussurrò Akaashi con il tono di chi non lo pensasse affatto, togliendosi dalla faccia le graffette con la mano, nonostante queste tentassero di volargli di nuovo addosso.

Iwaizumi batté le palpebre indeciso su come interpretare quello che stava vedendo. Akaashi si voltò lentamente verso di lui e lo guardò sottecchi, sentendosi evidentemente in dovere di dare una spiegazione “Il mio corpo è magnetico, ma non so gestire il magnetismo molto bene, di solito. Gli oggetti metallici iniziano a volarmi addosso quando mi agito”.

“Questo è quasi peggio di quella volta che…” iniziò Bokuto, schiaffeggiando di nuovo la lampada che non voleva stare al proprio posto.

“Ti prego, non dirlo!” Akaashi sembrava ancora più esasperato.

Ushijima si sporse in avanti “E’ una cosa sessuale?” 

L’ispettore Sawamura lanciò a Ushijima un’occhiataccia esasperata, che l’agente non notò nemmeno.

“No” rispose Akaashi; “Sì” disse Bokuto, all’unisono con l’assistente.

“La finiamo?”

Tutti si ricomposero e Akaashi si schiarì la voce, cercando di darsi un tono nonostante le graffette “Come mai lo pensate? Io e Bokuto eravamo convinti che con il blitz avessimo sgominato quello che rimaneva della banda…”

Sawamura indicò Tsukishima “L’agente ha effettuato delle indagini diciamo…particolari” la parola che l’ispettore avrebbe voluto usare era un’altra, ma Tsukishima finse di non aver fatto niente di non autorizzato e rimase impassibile “e siamo giunti alla conclusione che a questo progetto stiano lavorando sia la Morte Silenziosa che la Mano di Onice”.

Sawamura si fregò le mani e strinse le labbra “L’attacco al Vortex e il successivo incendio sono collegati al laboratorio, a quanto pare un extra ha intontito la maggior parte dei presenti e un altro li ha caricati sul furgone, poi sono arrivati i due supereroi sconosciuti, ma a quanto pare questo modus operandi era già stato rodato. Secondo la testimonianza di Nishinoya Yuu, uno dei due superstiti del laboratorio degli orrori, è stato stordito nello stesso modo un paio di settimane fa in un altro locale della città”.

“Nishinoya era finito nella trappola? Ero convinto fosse in Italia a pescare pesce spada!” 

Sawamura annuì, grave “Sì, lo pensava anche il capo pompiere Asahi, a quanto pare quel volo Nishinoya non l’ha mai preso. Pare che comunque qualcuno l’abbia convinto a tornare a lavorare come vice nel corpo dei pompieri. Vedremo…”.

Bokuto e Akaashi annuirono. 

“Come dicevo, non è possibile che qualcuno di esterno alla Morte Silenziosa sia entrato sotto il loro raggio d’azione e abbia fatto una cosa del genere senza che la banda se ne accorgesse” l'ispettore batte il pugno sul tavolo “da questo deduciamo che le due bande collaborino e noi dobbiamo fermarle!”

Bokuto si mise dritto sulla sedia e spiegò un poco le ali, irrequieto “Quando lo facciamo?”

“Domani sera. Pensi di potertene occupare?” l’ispettore lanciò un’occhiata fugace a Iwaizumi “Data la situazione particolare chiederemo al comandante Tanji Washijo di reintegrare Ace nei collaboratori civili”. Bokuto e Iwaizumi si guardarono e annuirono.

“Inoltre ovviamente sarà presente la polizia tradizionale. Non so ancora se Wild Flame potrà partecipare al blitz, ma speravo che potesse coprirci le spalle almeno Nifty Gray, se non dovessero esserci problemi nella sua zona di competenza.”

“Sono certo che Sugawara non vedrà l’ora di aiutarla, ispettore” disse Ushijima, serissimo. 

Sawamura chiuse gli occhi esasperato “Sarà il caso che Nifty Gray invece non veda l’ora di fare il suo lavoro!”

Si voltò verso Ushijima “Il tuo prezioso avvocato ci sarà?”

Ushijima si raddrizzò “Ci sto lavorando!”.

L’ispettore strinse gli occhi, poco convinto “Bene, mi fido del tuo giudizio sull’importanza di portarlo con noi”. 

Iwaizumi sospettò che Ushijima avesse rivelato a Sawamura qualche dettaglio privato delle facoltà di Oikawa, ma a quanto pareva l’ispettore non intendeva denunciarlo, ma sfruttare la situazione al meglio nonostante la questione gli piacesse poco.

“Dovremo organizzarci perché venga protetto durante l’incursione e…”

“Ci penso io!” esclamò Iwaizumi senza lasciare che l’uomo finisse la frase. L’ispettore annuì “Va bene” poi lanciò un rapido sguardo alla sua platea e batté le mani sul tavolo “Bene, questo è tutto: Tsukishima vi spiegherà i dettagli dell’operazione”.

 
   
 
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