Il ronzare sommesso della televisione è un rumore bianco che non senti neanche più, ormai.
6, verticale.
E' l'unica parola mancante. Ma non vuoi barare questa volta, non volterai pagina per rubare il risultato. Ti guardi intorno, in cerca di un'ispirazione, un appiglio. Oppure, di qualcuno.
Anche oggi, però, ti scopri da sola, rifugiata nella tua poltrona. Ti aggrappi a lei come un naufrago all'ultimo pezzo di barca, mentre il resto si frantuma contro le onde. In fondo, sei stanca di tutto questo. Il dolore non ti lascia in pace: ti tormenta senza posa, suggerendoti maligno che c'è altro oltre a quello che provi. Intuisci che qualcosa, nel tuo corpo appesantito da una vita spesa a compiacere il prossimo, non funziona più. Ma lo ignori: devi trovare quella parola. Il resto può attendere.
"Nonna"
Alzi lo sguardo, sorpresa: è lei. Ti osserva con una luce calda negli occhi. Si siede accanto a te e ti parla con dolcezza, accoglie la tua mano fredda e gonfia tra le sue. Lo sai che si sente in colpa perché non si fa vedere da un po'. Ma non fa niente: ora è qui. Abbandoni le parole crociate, le sorridi, parlate. Il resto può attendere.
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Guardo la tua poltrona vuota. La luce dorata del pomeriggio avvolge la stanza cupa, il pulviscolo che brilla fra le trame dello spazio fra me e lei. In un'altra dimensione, forse, in un altro mondo sei ancora seduta lì. Questo pensiero mi conforta. Mi avvicino ed è tutto come lo hai lasciato: il tavolinetto con le effigi di Santa Rita, il borsello rosso in cui tenevi traccia di tutti i conti da pagare e delle medicine di nonno. La rivista delle parole crociate giace placida al posto tuo.
La prendo, sfogliandola fin dove ti eri interrotta. La tua calligrafia da bambina mi strappa un sorriso: hai sempre barato alle parole crociate. Lo facevamo insieme, la sera, dopo le nostre giornate ordinarie, noiose.
6, verticale
Non è difficile. Recupero la tua penna, mi accingo a riempire di decisi tratti neri quelle caselle vuote, ma è proprio quel nulla intorno a un mare di parole a bloccarmi. Rumori dalla stanza attigua. Ripiego le pagine con cura, nascondendole nel primo scaffale del mobile accanto a te, dove conservavi i tuoi libri. So che dopo stasera questa stanza cambierà: la poltrona non sarà più al suo posto, il tuo borsello verrà spostato chissà dove, la lista delle medicine del nonno sostituita con qualcosa di più pratico. Tutto cambierà, sta già cambiando, ma non questo. Non quella parola.
6, verticale
Il mio amuleto per catturare un po' di tempo insieme a te. Ancora.
Il resto può attendere.