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Autore: RedMarauder    09/02/2023    1 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO 33

Fili d'Erba e Rivelazioni

 

 

- Vuoi ritornare a Hogwarts?- chiese Lee esterrefatto.

- Stiamo parlando della Granger, Lee! Che cosa ti aspettavi? - ghignò George.

Hermione alzò gli occhi al cielo. La sua decisione di tornare a scuola aveva scatenato una serie di reazioni perfettamente compatibili con i soggetti chiamati in causa. Ron aveva borbottato qualcosa di molto simile a "Secchiona", aggiungendo poi, a voce più alta, che se c'era una persona folle abbastanza da tornare e completare un anno lungo, difficile ed estenuante come quello dei M.A.G.O. quella era Hermione. Harry si era detto d'accordo con Ron, e aveva aggiunto che, se non fosse stato così impegnato con l'Ufficio Auror e con Kingsley, nuovo Ministro della Magia, sarebbe stato tentato di tornare. Ginny, ovviamente, aveva festeggiato: la Professoressa McGranitt, ora Preside, aveva proposto a Ginny di passare comunque al settimo anno, senza ripetere il sesto; Ginny e molti altri studenti che avevano preso parte alla Battaglia di Hogwarts, a detta della McGranitt e di tutto il corpo insegnanti, avevano dimostrato di essere all'altezza come maghi. Sarebbe stato poco sensato far ripetere loro l'anno, nonostante fosse piuttosto evidente che, quello appena trascorso, dal punto di vista accademico poteva essere considerato "inesistente" o, per citare la McGranitt stessa "Utile come la classe di Divinazione". Questa notizia aveva portato a una felice conseguenza: Ginny e Hermione avrebbero frequentato assieme il settimo anno.

La reazione dei gemelli, ovviamente, era stata di puro risentimento. Percy, dal canto suo, aveva elogiato Hermione per quella decisione, guadagnandosi così il grande ritorno come prima vittima degli scherzi dei gemelli. Ron aveva festeggiato, lontano dalle orecchie, Oblunghe e non di Fred e George..per sicurezza.

- La più grande consolazione di questo settimo anno è sapere che non ci sarete voi a seminare terrore – sbottò Hermione.

Fred le sorrise – Ma sarà pieno di studenti che frequenteranno i Tiri Vispi -

- Non ricordarmelo..- borbottò lei.

Tutti scoppiarono a ridere. Erano rintanati nel negozio di Diagon Alley, dopo l'ora di chiusura, per aiutare Fred e George a riaprire quel lato di negozio che, durante un assalto al quartiere da parte dei Ghermidori, era stato distrutto. Nonostante i lavori di riparazione, il negozio aveva ripreso la sua normale attività, con la sola ed unica fastidiosa necessità di stipare quel mare di persone in una zona molto più ristretta. Fortunatamente, i lavori si erano conclusi il giorno prima, e i ragazzi ora erano tutti impegnati a sistemare scaffalature e merci. Hermione ringraziò mentalmente la Legge Magica per averle risparmiato lo scenario in cui, unici minorenni, lei, Ron, Harry e Ginny avrebbero dovuto lavorare senza una bacchetta. Con un incantesimo, Hermione sistemò cinquanta scatole di Cappelli Decapitati sugli scaffali. Si voltò e vide Fred che le sorrideva. Ricambiò il sorriso e svoltò l'angolo per dedicarsi a un altro scaffale.

Erano passati due mesi dalla Battaglia. Hogwarts era stata lentamente ricostruita. Tutti si erano dedicati al restauro della scuola, ragion per cui i gemelli avevano tenuto chiuso il negozio ed erano tornati a riaprire solo due settimane prima. Sotto i colpi di centinaia di bacchette, Hogwarts era tornata a risorgere. Maestota, forte, eterna. Come la comunità Magica.

Poco prima di dedicarsi alla ricostruzione di Hogwarts, Hermione era partita. Assieme a Fred. Saltando con brevi Materializzazioni da un Paese all'altro, erano arrivati in Australia. Hermione aveva trovato i suoi genitori, li aveva "curati" e seduta sulla sabbia, davanti a due volti esterrefatti, aveva vuotato il sacco, raccontanto tutto, ma proprio tutto, quello che era successo. Entrambi i suoi genitori l'avevano rimproverata irritati per essersi messa in pericolo, per avergli impedito di proteggerla e per essersi sposata senza che loro nemmeno fossero consapevoli che lei fosse innamorata. Alla fine, però, l'avevano abbracciata, dicendole che erano fieri di lei e che esistevano poche ragazze al mondo che sarebbero state in grado di fare ciò che lei aveva compiuto. Avevano conosciuto Fred, adorandolo dal primo istante, e insieme se ne erano tornati in Inghilterra.

Durante la ricostruzione di Hogwarts, tutti i maghi erano stati ospiti del castello. Per Hermione e gli altri fu come tornare a scuola, ma con molti più adulti e nessuna lezione. Ripensando a quei giorni, Hermione sorrise.

- Perché quell'aria sognante, Granger? – chiese Fred, abbracciandola da dietro e sfiorando la sua tempia con la bocca.

- Pensavo ai nostri ultimi momenti a Hogwarts insieme. Sarà diverso, senza di te- rispose lei, sincera.

Fred si immobilizzò. - Ti senti male?-

Hermione aggrottò la fronte. - Cosa?-

Con un sospiro divertito Fred alzò una mano e contò sulle dita: - Mi confessi subito quello che ti passa per la testa e ammetti che sentirai la mia mancanza. Alla prossima stranezza scappo! -

Alzando gli occhi al cielo Hermione lo colpì su una spalla. - Io ti dico sempre quello che mi passa per la testa e, ci tengo a specificarlo, ho detto che sarà strano. Non che mi mancherai -

- Se ne sei convinta..-

- Molto convinta!-

La verità, come sempre, era un tantino diversa. Le sarebbe mancato. Eccome. Ma sarebbe anche stato diverso dall'altra volta. Molto diverso. Non c'era nessuna guerra alle porte. Nessun senso di morte. Nessun bisogno di scappare. Sarebbero stati lontani per dei mesi, consapevoli di avere tutto il tempo del mondo, consapevoli che, a prescindere dalla distanza, erano legati da qualcosa di molto più forte.

Un'ora dopo, uscirono tutti dal negozio e si Smaterializzarono, diretti alla Tana. L'alta e dinoccolata casa era ormai invasa dagli ospiti. Molly cucinava giorno e notte, improvvisando cene, feste, compleanni, eventi di qualsiasi tipo. Dopo Hogwarts, il signor Weasley si era dedicato alla costruzione di un piccolo annesso in cui ospitare chi necessitava di un letto dopo i pasti sazianti di Molly e gli attacchi alle scorte, ereditate da Arthur stesso, di Idromele e Whisky Incendiario che Malocchio aveva segretamente nascosto in casa sua.

Ted Lupin viveva alla Tana. O meglio viveva con i signori Tonks, ma era quasi sempre alla Tana, tanto che ormai il suo letto non veniva più spostato dalla stanza di Ron. Il quale, ovviamente, divideva già la stanza con Lavanda. Quando Ted si fermava, Lavanda andava a dormire con Ginny, Harry tornava in camera di Ron, e lungo le scale scorrevano fiumi di vestiti ed effetti personali che venivano Appellati dai propri padroni nella stanza giusta. Percy, che aveva riallacciato una stretta "amicizia" con la sua ex Penelope, era tornato nella sua stanza, lasciando il suo appartamento a Londra. Charlie, probabilmente ancora bisognoso di stare con la sua famiglia dopo la Guerra, aveva preso una pausa definitiva dal suo lavoro in Romania e, sorprendendo tutti, aveva annunciato di essere stato assunto a Hogwarts come insegnante di Cura delle Creature Magiche. Hagrid, a detta dello stesso che ne aveva parlato con Harry, Ron e Hermione, sarebbe tornato ai suoi doveri di Guardiacaccia e Responsabile delle Relazioni con i Giganti (nomina dietro la quale c'era lo zampino di Kingsley). Hermione dormiva nella stanza di Fred, George e Angelina nella vecchia camera di Bill, dato che entrambi avevano deciso di lasciare l'appartamento sopra ai Tiri Vispi a Lee, che lo condivideva con Katie. Ogni sera, la Tana ospitava a cena un mix sempre vario di persone: Kingsley, Aberforth, che veniva una volta o due alla settimana, i genitori di Tonks, i Lovegood insieme a Neville e sua nonna, Seamus e le gemelle Patil, Dean e Alicia, e svariati membri dell'Ordine e dell'ES.

Quando atterrarono davanti alla Tana, Fred sospirò. - Chi saranno i membri della cena di questa sera? -

Hermione rise. - Non lo so, ma quando sono uscita tua madre stava cuocendo un tacchino di 10kg -

Raggiunsero la cucina e Molly, che li accolse con un sorriso. - Si cena in giardino, siamo un po' troppi -

Fred fece un occhiolino a Hermione, che scosse la testa divertita.

La cena fu incredibile e chiassosa come sempre. Quando cominciarono a salutare i primi fuggitivi, era quasi mezzanotte. Sbadigliando, Hermione diede la buonanotte a Ginny e si avviò verso le scale, ma Fred la afferrò per un polso.

- Non così in fretta, Granger, dobbiamo fare un'ultima cosa! - esclamò allegro.

- Non possiamo farla domani? - mormorò Hermione.

- Dobbiamo farla adesso, perciò svegliati – ordinò lui, colpendo la sua fronte con l'indice.

Hermione scacciò la sua mano con un cipiglio infastidito. - Se non mi avessi fatta lavorare tutto il pomeriggio, forse ora sarei più sveglia -

- Il tuo ragionamento ha senso, ma ci sono cose più importanti di una banale e inutile dormita -

- Mi chiedo quali..- borbottò Hermione.

Onestamente, l'improvviso ghigno malizioso di Fred contribuì a riattivare il suo cervello addormentato. Hermione rimase immobile, come una cerva davanti a un Gallese Verde. Forse erano quelli i pani di Fred. O forse aveva in mente tutt'altro, ma aveva appena deciso di deviare i piani iniziali. Questo non l'avrebbe sorpresa più di tanto. Il loro gioco era iniziato così. Passione, fiamme, tentazioni, sfide. Si erano provocati e sfidati talmente tante volte che Hermione aveva perso il conto da tempo. In quei due mesi dopo la Battaglia, però, ogni gioco era stato messo da parte. Forse la paura vissuta, la sensazione di essere stati a un passo dalla morte, aveva imposto su di loro la necessità di aversi, di amarsi, di recuperare tutto il tempo che gli era stato sottratto. Hermione ironizzava sul fatto che passassero quasi metà della loro giornata senza vestiti, e Fred per tutta risposta glieli toglieva di nuovo. La Guerra aveva cambiato anche questo, il bisogno bruciante di aversi di nuovo aveva scavalcato il loro modo di giocare senza troppe cerimonie.

Quella sera, qualcosa nello sguardo di Fred, le fece capire che forse era tornato il momento di giocare. Forse la Guerra non faceva più paura. Erano liberi.

Sorridendo, Fred la attirò a sé e con movimento così rapido che le fece girare la testa, la trascinò contro la parete del salotto. La sua bocca scese sul suo collo e la sua lingua cominciò a giocare sulla sua pelle, le sue mani salirono sotto la maglietta sottile e percorsero la schiena. Hermione rabbrividì. Mentre una forza a lei fin troppo nota cominciava a trascinarla verso il vuoto dell'oblio, un angolo del suo cervello rimase aggrappato saldamente alla realtà.

- Fred – mormorò.

- Shh..-

Hermione sospirò, non seppe neppure lei se fosse un sospiro esasperato o di piacere, perché Fred le aveva morso il collo e i suoi pensieri si erano accartocciati in un gomitolo impossibile da sbrogliare.

- Fred.. -

- Dopo – sussurrò lui sulla sua pelle.

Sbuffando, stavolta per davvero, Hermione spinse con le mani sulle sue spalle. - No, adesso! -

Fred alzò gli occhi al cielo. - Perché ti ostini a resistermi? Me lo chiedo ormai da due anni -

- Certi misteri è meglio lasciarli irrisolti – sbottò lei sarcastica. - Non vorrei fare la guastafeste, ma siamo nel salotto di una casa traboccante di parenti e amici. Pensi di poterti trattenere per il tempo necessario a cercare un posto più isolato? - chiese, con il suo storico cipiglio saccente.

Fred si morse il labbro. Cattivo segno. Hermione aprì la bocca per parlare, tremando, ma lui fu più veloce. La rapì in un bacio così languido e passionale che la terra sembrò svanire sotto i suoi piedi. Al diavolo il salotto. Al diavolo la possibilità di essere visti.

- Amo quando lo fai – sussurrò Fred sulle sue labbra.

Hermione aprì gli occhi e si perse in quello sguardo ardente. - Faccio c-cosa? -

Sorridendo, Fred avvicinò le labbra al suo orecchio. - Quando sfoderi il tuo pietrificante sguardo da saccente, irritante e altezzoso Prefetto -

Ridendo, Hermione si avvicinò a lui, strisciando volutamente il corpo contro il suo e fremendo lei stessa quando lo sentì contrarre i muscoli.

- Pensavo mi trovassi solo saccente e noiosa - mormorò al suo orecchio.

- Ti trovo molto saccente – sussurrò lui, immergendo le mani nei suoi ricci.

- E noiosa? - lo provocò lei.

Ridendo Fred le alzò la testa e ricominciò a baciarla. E l'oblio mincacciò di trascinarla ancora più giù. Dove non esisteva nulla di reale, solo fuoco, brivido e passione. Si aggrappò alle sue spalle, i corpi vicini, ma separati da troppi vestiti. Fred mosse un passo avanti e la schiacciò nuovamente contro la parete. Istintivamente, Hermione spiccò un breve salto e avvolse le gambe intorno alla sua vita. Fred le abbracciò i fianchi per sostenerla e si spinse ancora più vicino. Quel contatto le strappò un gemito, che svanì sulla lingua di Fred. Preda di quella passione bruciante, Hermione gli morse il labbro, consapevole di essere appena caduta in un baratro dal quale difficilmente sarebbe riemersa. Non le importava più di dove fossero. Voleva lui. Subito.

Rispondendo a quella brama, la mano di Fred scivolò sotto la sua maglia e le accarezzò un seno. Lento. Troppo lento. Hermione gli strinse i capelli fra le dita e mosse il bacino verso il suo. Il brivido che lo percorse le strappò un sorriso e un sospiro. Ormai incapace di fermarsi, Hermione sciolse la presa dai suoi capelli e scese ad afferrare il bordo della sua maglia, del tutto intenzionata a sfilargliela. Quello che la sorprese fu che Fred non tentò nemmeno di fermarla. Era scivolato anche lui fino al punto di non ritorno. Hermione aveva imparato tanto su di lui. Ogni volta che facevano l'amore era una lezione in più. Per quanto tentasse di mostrarsi sempre padrone della situzione, Fred Weasley perdeva il controllo più rapidamente di quanto fosse disposto ad ammettere. E, dettaglio più importante, Hermione sapeva esattamente cosa fare per strapparglielo via. Nel tempo, i ruoli si erano invertiti. E il ragazzo che si era preso gioco di lei in una nicchia buia del castello, trascinandola sull'orlo della follia, aveva ceduto una parte del suo potere a lei.

C'erano poche cose che avrebbero potuto fermarli. Ironia della sorte, accaddero tutte contemporaneamente. Non capirono mai la sequenza cronologica degli eventi, accaddero e basta. Uno scoppio tremendo risuonò dall'esterno. Un frastuono simile a una ventina di motori in cortocircuito. Si separarono bruscamente, ansimanti, ma ancora pericolosamente allacciati.

- Che cosa.. - iniziò Fred.

Ma fu interrotto da delle grida. Un litigio.

- Credo che .. - tentò Hermione.

Ma anche lei fu interrotta. Un sonoro crac risuonò nell'aria e dalla cucina provennero suoni smorzati di un batteria di pentole che cadeva al suolo.

- Miseriaccia – esclamò Ron, la voce dolorante e lamentosa.

- Che stai combinando? - chiese la voce di Charlie.

- Io..- mormorò Ron, ma né Hermione né Fred riuscirono a sentire il resto della frase. Perché, in quell'istante, dalla soffitta provenne un rombo e uno scoppio, seguito da un lamento inarticolato.

- Oh, il fantasma è sveglio! - esclamò Fred divertito, fissando il soffitto.

Alzando gli occhi al cielo, Hermione fece leva con le mani sulle spalle di Fred e sciolse le gambe. Richiamato dal suo gesto Fred abbassò lo sguardo e, senza tante cerimonie, la afferrò per la vita e la strinse a sé.

- Dove scappi, Granger?- mormorò, lo sguardo lucido e ardente, come se non fossero stati interrotti.

Hermione stava per rispondere, ma la porta si spalancò. Spinse via Fred così forte che finì al tappeto, con un tonfo e un lamento. I signori Weasley entrarono dalla porta che dava sul cortile, Molly era rossa come un peperone, così arrabbiata che Hermione si aspettò di vedere del fumo uscire dai suoi capelli. Arthur camminava a capo chino, gesticolando e mormorando delle scuse, mentre lei sbraitava. Erano così concentrati che non li videro nemmeno. Continuarono a discutere, attraversando il salotto, Molly a passo di marcia, Arthur trascinando i piedi, e li superarono senza nemmeno notarli. Hermione, immobile come una statua di ghiaccio, li seguì con lo sguardo e sobbalzò quando Molly richiuse con violenza la porta della cucina alle spalle del marito. Si girò a guardare Fred che si stava alzando.

- Granger la prossima volta sii meno violenta – borbottò.

Hermione sbuffò. - Complimenti per la stabilità. E tu saresti un Battitore..-

- Ero un Battitore – puntualizzò lui alzando un dito. - La mia carriera è sfumata con la maturità -

- Quale maturità? - borbottò lei a mezza voce.

Con un movimento fulmineo, Fred la afferrò per la vita e schiacciò di nuovo contro la parete.

- Come prego? - la provocò con un sussurro.

Dalle ceneri di quelle interruzioni, il desiderio risorse, facendo tremare Hermione. Avvicinò le labbra alle sue, ma la porta delle scale si spalancò. Ginny inciampò sull'ultimo gradino e quasi rotolò a terra, ma recuperò l'equilibrio e si girò a guardarli.

- Cosa è stato? - chiese perplessa.

- Un momento, facciamo un passo indietro – rispose Fred, la voce carica di esasperata ironia. - Ti riferisci alla Materializzazione sbadata di Ron, alla furia omicida della mamma per un esperimento sicuramente andato male di papà, o all'improvvisa voglia del fantasma di distruggere la soffita? Oh no aspetta, forse ti riferisci al tuo tempismo perfetto nel ficcanasare?-

Hermione dovette mordersi il labbro per non scoppiare a ridere. Talmente preso e irritato dall'ennesima interruzione Fred si era separato da lei e si era voltato verso la sorella puntandole il dito contro. Ginny, dal canto suo, lo fissava come se gli fossero appena spuntate due braccia da Troll. Ma la piccola della famiglia era, forse, la più acuta e perversa di tutti. Impiegò solo due secondi a tradurre il discorso di Fred.

Annuendo con un ghigno divertito chiese – Ho interrotto qualcosa, vero? -

Fred aprì le braccia con un gesto eloquente. - Tu e tutti i componenti della famiglia, umani e non! -

- Per non umani intendi Ron, giusto? -

- Mi pare ovvio! -

Si guardarono e scoppiarono a ridere. Hermione si prese il viso fra le mani. Se non si fosse trattato di Ginny, probabilmente si sarebbe Smaterializzata lontano, molto lontano.

- Non riesco a tenerti il muso – ghignò Fred, poi torno serio. - Ma ora sparisci! -

Ridendo, Ginny alzò le mani e si voltò. - Divertitevi!- disse, salutandoli con la mano.

Hermione aprì la bocca per protestare, ma Fred fu più veloce. La afferrò e, questa volta, ruotò su se stesso con lei saldamente aggrappata. Un secondo dopo atterrarono su un prato morbido ed erboso, il vento caldo estivo soffiò fra i capelli di Hermione e fra le cime degli alberi. Erano nella radura oltre la collina, nascosti dagli alberi, lontano da potenziali interruzioni.

- Credo fosse giunto il momento di trovare un posto più isolato – scherzò Fred.

- Era quello che stavo cercando di spiegarti, prima che tu mi dessi della saccente, petulante, noiosa..-

Non finì mai la frase. La bocca di Fred calò rapida sulla sua e, come se nulla si fosse mai fermato, la passione tornò a infuocarli. Fred fece sparire così velocemente i suoi vestiti che Hermione fu quasi pronta a giurare che avesse usato la bacchetta. Atterrarono sull'erba soffice, i sospiri sempre più profondi, i baci sempre più caldi, le mani sempre più audaci. Fred osò quasi rallentare il ritmo delle sue mani, ma Hermione non glielo permise. I gesti frenetici con cui gli slacciò e sfilò i jeans lo fecero sorridere.

- Perché tanta fretta? - la prese in giro.

Hermione sorrise e, per tutta risposta, fece scivolare lentamente la sua mano lungo i suoi addominali e senza concedergli il tempo nemmeno di un respiro strinse le dita attorno alla sua erezione. Fred chiuse gli occhi e una scossa gli inarcò la schiena.

- D'accordo sto zitto – mormorò a occhi chiusi.

- Se solo fosse vero, Weasley..-

Ridendo, Fred la baciò e, di nuovo in parte padrone della situazione, lasciò scorrere le sue dita sulla pelle di Hermione, lentamente, sfiorandole i fianchi, la pancia, la coscia, in una danza sensuale e snervante. Hermione sospirò e lui, interpretando forse quel gesto, rispose alla sua voglia, e senza preavviso le sue dita entrarono in lei. Hermione sussultò, mentre una scarica di piacere le risaliva la schiena e la inarcava verso di lui. Fred le morse il labbro inferiore e iniziò a muoversi in lei. Lento. Troppo lento.

D'accordo, Weasley, facciamo a modo tuo

Provocandolo, Hermione ricambiò con la stessa, lenta carezza. Il gemito di Fred si perse nel bacio che accompagnava i loro movimenti, anch'esso lento e suadente, eccitante e passionale. Hermione si accorse di essere talmente scottata da quel piacere profondo, da non essere in grado di fermarsi. Più il tempo scorreva, più la carezza continua, e più il fuoco la bruciava. Sapeva di volere di più, sapeva di non poter resistere alla tentazione di aumentare il ritmo, ma allo stesso tempo non poteva farne a meno. E come sempre, fu Fred a cambiare il gioco. Lentamente le sue dita tornarono sulla sua pelle, accarezzandola. Sollevò il bacino, avvicinandosi a lei, e sfiorandole le labbra con le sue scivolò in lei. La passione vinse sulla calma. Il fuoco bruciò ogni gesto. Hermione strinse i suoi capelli fra le dita e si aggrappò a lui. Si arrese al suo corpo, si arrese al piacere. Si arrese a lui, come sempre.

 

 

Fred giocherellava con i suoi ricci, passandoseli fra le dita. Il respiro di Hermione gli solleticava il collo. Sotto la sua schiena, i fili d'erba pizzicavano, e da qualche parte sotto la sua coscia doveva esserci un sasso che si stava piano piano conficcando nella sua carne. Spostarsi però era impossibile. Voleva rimanere steso lì, con lei, a farsi accarezzare e a giocare con i suoi capelli.

- Come farai senza di me per un altro anno? - le chiese, un po' serio e un po' divertito.

- E pensa che quest'anno non ci sarà nemmeno McLaggen con cui distrarsi – rispose lei, fingendosi preoccupata.

Fred scoppiò a ridere. - Oh io non mi preoccuperei di lui, avrai problemi peggiori -

Hermione sollevò la testa e lo fissò corrucciata. - Che intendi? -

Lui alzò gli occhi al cielo. - E tu saresti intelligente..ahi! - esclamò, quando lei gli pizzicò il fianco. - Granger, sei famosa! La strega che a soli 17 anni ha distrutto un Horcrux, ha rapinato la Gringott, ha combattuto la Battaglia di Hogwarts e ha salvato il mondo. Faranno la fila fuori dal dormitorio dei Grifondoro – decretò, senza riuscire a trattenere una smorfia di..gelosia?

Hermione fissò un punto indistinto sul prato e parve riflettere su quelle parole. - Tu dici? - chiese dubbiosa.

- Sei incredibilmente lenta su certe cose..-

- In ogni caso, è l'anno dei M.A.G.O. Dubito che ci sia qualcosa che possa distrarmi. Non avere te sarà un vantaggioso passo avanti -

- Ciò non toglie che saranno in molti a "puntare su di te"- aggiunse lui, mimando delle virgolette in aria.

Il sorriso di Hermione lo fece pentire di aver avviato l'argomento. - Paura, Weasley? -

Fred sbuffò. - Di che cosa? Di leggere sulla Gazzetta del Profeta sezione gossip che mi lascerai per il nuovo Portiere dei Grifondoro o che sposerai il Caposcuola dei Tassorosso? -

- Sarà sicuramente Ernie – commentò lei, fingendosi pensierosa.

- Sareste una bella coppia. Un tantino pomposo per te, ma è un bravo ragazzo -

Ridendo, Hermione gli prese il viso fra le mani e lo baciò. - Mi mancavano le tue battute gelose -

Lui sorrise. - Io non sono geloso -

- Certo.. -

- Dico sul serio! Lo ammetto, ci sono alcuni..soggetti, che alterano il mio solido equilibrio. Non perché io abbia qualcosa da temere, insomma – ghignò, e con un dito indicò il suo viso – Potresti davvero chiedere di meglio? -

Hermione alzò gli occhi al cielo e fece per ribattere, ma Fred fu più veloce. - Hai me, posso vivere tranquillo. È la loro presenza a indispormi, il fatto che condividano la tua stessa aria lo trovo ripugnante. -

- Parli di McLaggen? -

- E di Krum – ammise Fred.

- Ma se vive in Bulgaria! -

- Questo non gli ha impedito di ballare con te al Ballo del Ceppo -

- Fred sono passati secoli..-

- Eri giovane, possiamo perdonarti!-

Sbuffando, Hermione si scostò da lui. - Crescere non mi è servito a molto – borbottò.

Ridendo Fred la attirò a se di nuovo. - D'accordo Granger, adesso sarò serio..-

Fra le sue braccia, Fred sentì il corpo di Hermione irrigidirsi. Sorrise a quella reazione istintiva. Lentamente le accarezzò una guancia, gli occhi incatenati a quelli di lei, che lo fissavano immobili.

- Non so cosa ho fatto di così giusto nella mia vita per meritarmi tutto questo. Non avrei mai scommesso su me stesso: se un Fred Weasley armato di Giratempo fosse venuto da me a dirmi di mettermi in gioco perché avrebbe funzionato, io gli avrei semplicemente riso in faccia. Ero pronto a mollare, ero pronto a rinunciare a tutto quello che provavo e starmene in disparte. Ma non l'ho fatto -

Hermione sorrise, mentre le sue guance si coloravano. Era incredibile: nonostante tutto quello che era successo fra loro, quella luce di stupore e passione non lasciava mai i suoi occhi, soprattutto se era Fred a mostrarle sentimenti che lei, comunque, conosceva già bene.

- Perché? - chiese lei in un sussurro.

Fred sorrise. - Perché hai mandato in fumo i miei piani. -

Hermione rise e appoggiò la fronte alla sua.

- Hai cambiato le regole del gioco – continuò Fred. - Mi sono detto "Se ci fosse anche una sola, minuscola, invisibile possibilità.." -

- E così, hai messo un bicchiere di Whisky accanto sul pavimento..- mormorò lei.

Fred rise. - E tu lo hai preso..-

- Il resto è storia! - concluse lei, prima di baciarlo.

Fred si lasciò cullare da quel bacio, perdendosi nel vuoto che lei gli regalava. Assaporò le sue labbra, stringendola a sé, godendosi il contatto con la sua pelle. Non sarebbe mai stato in grado di abituarsi a quel contatto, al vortice di emozioni che provava ogni volta che Hermione lo baciava, lo accarezzava o lo toccava. Era come ascoltare i suoi pensieri, come entrare nella sua mente. Attraverso quel contatto, Hermione riusciva a trasmettergli tutto quello che provava. Ci era sempre riuscita.

Lentamente si separò dalle sue labbra. - Parlando di piani che vanno in fumo...prima in salotto stavo per portarti in un posto -

- Che non era questo? - chiese lei, accigliandosi.

Fred scosse il capo divertito e, spostandola, si alzò. - Vestiti -

Hermione sbuffò. - Strano sentirtelo dire! -

- Era solo un suggerimento pratico, in realtà. Per quanto mi riguarda puoi rimanere così!-

Alzando gli occhi al cielo, Hermione scattò in piedi, afferrò la bacchetta e, dopo un rapido schiocco della stessa..era vestita.

Senza riuscire a controllarsi, Fred spalancò la bocca. - Perché lo hai fatto?-

Ridendo, lei si avvicinò e gli strappò la maglietta dalle mani. - Mi hai chiesto tu di vestirmi -

- Ma così mi hai privato del mio divertimento preferito, che sarebbe .. -

- Impedirmi di vestirmi, spogliandomi continuamente: sì, lo so! - esclamò lei, e con un gesto rapido gli infilò a forza la maglietta. Lentamente, le sue mani risalirono lungo i fianchi di Fred, gli occhi fissi nei suoi, il sorriso canzonatorio ancora al suo posto. - Adoro mandare in fumo i tuoi piani – mormorò.

Ridendo, Fred le accarezzò i capelli. - Ho creato un mostro..-

- E non ne vai fiero -

- Certo che ne vado fiero! -

- Tranne quando ti accorgi che ti ho superato -

- Non mi hai superato -

- Lo so, la verità fa male -

Fred decise di porre fine a quello scambio con un bacio profondo e decisamente poco innocente.

- Weasley, non dovevamo andare in un posto? - mormorò lei sulle sue labbra, senza però staccare le mani dalla sua schiena.

Borbottando, Fred raccolse i jeans e si li infilò bruscamente. Hermione rise e incrociò le braccia, battendo scherzosamente il piede sull'erba.

Vediamo se avrai ancora voglia di scherzare fra poco..

Con un ghigno, Fred allungò la mano verso di lei. - Sicura di voler scoprire i miei piani? -

Alzando il mento, Hermione sfoderò un cipiglio spavaldo. - Non mi fai paura -

- E se il mio piano non ti piace? -

- Posso sempre mandarlo in fumo -

- Non credo che tu possa farcela, questa volta -

Nonostante la sua maschera di austera sicurezza, qualcosa nello sguardo di Hermione vacillò. Fred sorrise mentalmente. Non si sarebbe mai stancato di metterla in difficoltà. Proprio mai. L'esitazione di Hermione durò solo pochi secondi, il lampo nei suoi occhi scomparve e un sorriso spavaldo prese il fiero posto sulle sue labbra.

- Cosa stiamo aspettando? - sbottò, fingendosi disinteressata.

Senza aggiungere altro, Fred la afferrò e con un rapido scatto girò su se stesso. La mente ben concentrata sulla destinazione. Atterrarono pochi secondi dopo. Una brezza molto simile a quella della radura soffiò su di loro. Una nuvola in cielo attraverò la luna piena e, dopo qualche istante di buio, la sua luce irradiò la campagna attorno a loro, trasformando quella quiete estiva in un paesaggio quasi surreale. Le ombre che la luce della luna proiettavano sui campi coltivati sembravano allungarsi con il movimento del vento. Fred respirò a fondo, godendosi per un istante la tranquillità che quella natura riusciva a dargli. Era il profumo di casa. Lo era sempre stato. Con la coda dell'occhio osservò Hermione guardarsi intorno.

- Dove siamo?- chiese perplessa.

- Vicino alla Tana – indicò un punto verso Nord. - Vedi quella collina? Ecco, dietro quella collina c'è un'altra collina. E dopo ce n'è un'altra. E dopo quella collina..-

- Fammi indovinare: c'è un'altra collina? - lo prese in giro lei, con un sopracciglio alzato.

- No, c'è la Tana – rispose lui, scrollando le spalle.

Hermione alzò gli occhi al cielo e cominciò a camminare.

- Dove vai? - chiese lui, inseguendola. Trattenne una risata al pensiero che, inconsapevolmente, Hermione aveva preso la strada giusta.

- Scappo da te – borbottò lei.

- Mi sembra un piano azzardato, non sai nemmeno dove stiamo andando -

- Mi inventerò qualcosa -

Sorridendo, Fred le prese la mano, ma non aggiunse altro. Hermione si girò a guardarlo e rallentò il passo. Sempre senza parlare, Fred continuò a camminare e lei lo seguì senza fare domande, ma continuando a studiarlo come se fosse un esemplare particolarmente strano portato da Hagrid a Cura delle Creature Magiche. Passarono quasi cinque minuti, e loro continuarono a camminare in totale silenzio, mentre la brezza soffiava dalle colline, spostando continuamente i capelli di Hermione.

- Posso sapere..- iniziò lei.

- No – la interruppe Fred.

- Non l'avrei mai detto – borbottò irritata.

Fred si bloccò all'improvviso e si girò verso di lei. - Chiudi gli occhi -

Hermione sollevò un sopracciglio. - Cosa? -

- Chiudi gli occhi! -

- No -

- Perché?-

- Perché..- esitò lei. Poi sospirò e scacciò l'aria con la mano. - Ci rinuncio, facciamo a modo tuo -

Fred scoppiò a ridere. - Da quando ti arrendi così facilmente, Granger? -

- Da quando ho capito che dovrò sopportare tutto questo per il resto della mia vita! -

- Potrei quasi offendermi – le disse, puntandole un dito contro – Se solo non fossi consapevole di quanto ami sfidarmi -

- E vincere – aggiunse lei con un ghigno.

- Conclusione discutibile, ma non siamo qui per battibeccare su questo. Chiudi gli occhi e diamoci una mossa, non abbiamo tutta la notte -

Borbottando qualcosa di molto simile a un insulto, Hermione chiuse gli occhi. Fred spese qualche secondo del suo tempo a guardarla. Nonostante tentasse di rilassare la sua espressione, i muscoli del suo volto erano tesi, gli occhi corrucciati e le labbra più sottili. Respirava piano, tentando di calmarsi e a Fred ricordò tremendamente la ragazzina dai capelli cespugliosi che, con espressione nauseata, fissava il Cappello Parlante e mormorava fra sé. Per quanto fosse cresciuta, per quanto gli eventi degli ultimi anni l'avessero cambiata, Hermione Granger era sempre Hermione Granger. Intelligente, altezzosa, spavalda, coraggiosa e testarda. Aveva salvato il Mondo Magico, ma Fred Weasley aveva ancora il potere di smuoverle la terra sotto i piedi.

- Non avevi detto che avevamo fretta? - sbottò lei.

Senza rispondere, Fred si chinò verso di lei e le sfiorò le labbra con un bacio. - Scusa Granger, ti stavo contemplando – sussurrò.

Il rossore sulle guance di Hermione non vinse sul sorriso rilassato che lei sfoderò. - Sei un idiota -

Ridendo, Fred riprese a camminare. Lentamente superarono un boschetto di alberi e raggiunsero una stradina ghiaiosa che curvava verso una radura ai piedi di una collina piuttosto alta, che nascondeva il paesaggio. Fred sapeva che, sulla sommità di quella collina, si apriva una vista spettacolare sulla campagna e si intravedeva la radura dove, solo poche ore fa, erano atterrati dopo la fuga dalla Tana. Per un istante, Fred fissò la radura.

- Apri gli occhi – le mormorò all'orecchio.

Hermione li aprì, e Fred concentrò il suo sguardo su di lei, curioso della sua reazione. Hermione sgranò gli occhi, ma solo per un secondo, poi aggrottò le sopracciglia e si voltò a guardarlo.

- Che cos'è?-

Granger ti trema la voce..

- Credo che sia una casa – la prese in giro lui.

Hermione alzò gli occhi al cielo. - Molto illuminante, Weasley -

- Sta di fatto che lo è -

- Sì m-ma..- borbottò lei, smascherando la sua insicurezza. I suoi occhi tornarono verso la radura, e invece di osservarla, Fred seguì il suo sguardo. La luce della luna illuminava il legno scuro e la pietra di una casa a due piani, così immersa fra alberi, cespugli, rocce ricoperte di muschio e prato, che sembrava quasi parte della natura stessa. Come se fosse spuntata dal nulla, e si fosse unita al ritmo vivo e naturale della radura stessa. Non era grande, ma nemmeno così piccola. I comignoli di tre camini spuntavano dal tetto come funghi. Fred tornò a osservare Hermione che aveva la bocca aperta e gli occhi..sognanti?

- Fred..questa è...? -

- Casa nostra – rispose lui.

Hermione si voltò di scatto a guardarlo, gli occhi stavolta molto sgranati. - Stai scherzando, vero? -

Fred sorrise. - Strano doverlo dire ad alta voce, ma non so mai stato così serio in vita mia. Tranne quando ho detto che volevo sposarti, ma considerato che poi ti ho sposata veramente mentre tentavano di ammazzarci possiamo dire che sono più serio ora, decisamente! -

Con la bocca ancora spalancata, Hermione rimase immobile per qualche secondo a fissarlo.

Fred schioccò le dita. - Granger? Un Asticello ti ha rubato la lingua?-

Lei sobbalzò e si prese le guance fra le dita. - Hai comprato una casa? -

Scrollando le spalle e gesticolando con le mani, Fred si lanciò in un discorso infinito e contorto, vuotando completamente il sacco, senza prendere fiato fra una parola e l'altra. - Tecnicamente: no. Ho comprato il terreno. Me lo ha venduto Xenophilius Lovegood, grand'uomo a proposito! Era di sua moglie, voleva darlo a Luna, per costruirle una casa dove avrebbe cresciuto tanti bei bambini biondi e avrebbe allevato Nargilli, questi erano i piani di Xeno, ma Luna non vuole stare qui: pare, e sono notizie di prima mano, che lei e Neville stiano costruendo una casa vicino a Hogsmade perché Neville, senti questa!, diventerà Professore di Erbologia, non adesso, è ovvio, ma prenderà il posto della Sprite. Sta di fatto che dovrà frequentare un corso da insegnante al Ministero, ma passerà un sacco di tempo a Hogwarts, quindi hanno pensato di andare a vivere lì vicino. Luna coltiverà Nargilli e caccerà Ricciocorni sulle montagne e nella Foresta Proibita. Ci pensi? Comunque, il vecchio Xeno non voleva vendere il terreno, voleva trasformarlo in una palude per allevare Gorgosprizzi, ma zia Muriel ha detto che era solo un vecchio babbeo e che doveva dare il suo terreno a uno dei suoi nipoti, uno qualunque, così potevamo costruirci una bella casa per le nostre famiglie. Così siamo andati dal vecchio Lovegood, io George, Harry, che non è un Weasley ma sta con una Weasley, cosa che zia Muriel ci teneva a sottolineare, Ron e Percy. Zia Muriel si è unita a noi, non ha smesso un secondo di criticarci: i capelli di Ron, gli occhiali di Percy, "George perché giri senza un orecchio?", "Santo Merlino, Frederick, dove ti sei procurato quella cicatrice sulla fronte? Sei peggio di tuo fratello Bill" "Ronald, dì a tuo fratello Charlie che dobbiamo fare due chiacchiere!", e via discorrendo. Seduti nel salotto di Xeno abbiamo esaminato le carte della sua proprietà. Da paura, Granger! Possiede praticamente tutta Ottery St. Catchpole! Attorno alla Tana, tutta la campagna è sua. A zia Muriel è quasi venuto un colpo. Percy ha sfoderato il suo pomposo tono contrattuale da damerino del Ministero e, dopo ore di trattative – Fred batté le mani all'improvviso e Hermione sobbalzò. - Ti presento i fratelli Weasley e Harry Potter, proprietari delle colline! Il nostro impero si estende da qui alla Tana, fino a casa Lovegood, e oltre il fiume. Ogni collina è una parte di proprietà, e su ogni proprietà è nata una casa. Questa – indicò Fred. - E' la nostra. Lo so, non è esattamente Malfoy Manor, ma quella di George ci è venuta peggio, te lo garantisco! Sono due mesi che veniamo qui di nascosto, Bill e Charlie ci hanno dato una mano, anche papà si è unito. La mamma non sa niente, pensavamo non riuscisse a tenere un segreto. Oh, dimenticavo: in questo momento, tra queste colline, Ginny, Angelina, Lavanda e l'"amica di Percy" Penelope, stanno fissando il vuoto con espressione nauseata e sbigottita proprio come te! - concluse Fred, con un lungo sospiro e un sorrido soddisfatto.

Hermione boccheggiò per qualche secondo, tentando di parlare, senza emettere suoni. Fred attese con un sorriso che si riprendesse.

- Voi..voi avete comprato un terreno e costruito una casa? -

- Quattro case, per la precesione – rispose Fred, drizzando le spalle con un cipiglio soddisfatto.

Hermione lo guardò e scoppiò a ridere.

- Che ho detto di divertente?-

- Oh niente, è solo che..assomigli a Percy!-

Fred spalancò la bocca. - Granger, ritira quello che hai detto! -

Hermione sollevò le sopracciglia e incrociò le braccia, un sorriso di scherno distese le sue labbra. - Fossi in te non sarei così offeso. Insomma, mi sembra di capire che sia merito di Percy aver ottenuto questa proprietà -

- E' questo tutto quello che hai colto del mio brillante discorso?-

- Prolisso discorso, vorrai dire -

- Hai comunque estrapolato la parte meno importante – borbottò lui.

Ridendo, Hermione si avvicinò. Il suo sorriso cambiò e divenne più serio e intenso. Fred si perse nei suoi occhi e capì che, dietro lo scherzo, Hermione stavo trovando il modo per esprimere le emozioni che provava. Fred non aveva bisogno delle parole per capirle. Erano le stesse che aveva provato lui. Le prese il viso fra le mani, mentre lei appoggiava le sue sul suo petto.

- Questa..è casa nostra?- mormorò Hermione. Non suonò come una domanda, sembrava più una conferma, parole che oscillavano fra l'emozione, la necessità di una conferma e quel pizzico quasi invisibile di timore.

Fred le sorrise, lo sguardo incatenato al suo. - La casa, la radura, la collina. È il nostro posto -

Sorridendo, Hermione fece scorrere le mani abbracciandolo e appoggiando la testa sul suo petto. Fred la strinse a sé, consapevole che in quell'abbraccio c'erano tutte le parole che Hermione non riusciva a pronunciare. Sfiorò i suoi capelli con le labbra e per qualche minuto rimasero in silenzio lì, in quella radura silenziosa, mentre il vento muoveva le foglie e la notte scorreva lenta.

- Oh, dimenticavo una cosa – mormorò Fred.

Hermione sollevò il viso per guardarlo. - Cosa? -

- E' ancora vuota – rispose lui, scrollando le spalle. - Quindi non possiamo dormire qui, a meno che tu non voglia passare la notte sull'erba, o su un pavimento duro e freddo -

Hermione sfoderò un ghigno divertito. Senza dire una parola, accarezzò lentamente i suoi fianchi e risalì verso le sue spalle. Stringendo la sottile stoffa della maglietta fra le dita, lo attirò verso di sé e rapì la sua bocca in un bacio così intenso che Fred perse l'equilibrio per un momento. Sorridendo sulle sue labbra, strinse le dita fra i suoi capelli e rispose al bacio con la stessa passione. Lentamente la spinse sull'erba, si stese sopra di lei, le braccia a contatto con il manto erboso. I fili d'erba solleticavano la sua pelle. Il profumo di terra e prato invase l'aria.

- Fammi indovinare – sussurrò Fred. - Hai scelto l'erba? -

Hermione afferrò la maglia e gliela siflò. Lasciò scorrere le mani sulla sua schiena, sorridendo quando lui rabbrividì. Avvicinò le labbra al suo orecchio, accarezzò con la lingua la sua pelle e sussurrò piano – Chiudi la bocca, Weasley -

E lui lo fece davvero. Perchè vinceva lei. Vinceva sempre lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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