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Autore: Khailea    10/02/2023    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
Wyen
 
 
 
 
 
 
 
 
Rispetto all’altro giorno i ragazzi si erano svegliati di buona lena. L’intero pomeriggio in spiaggia aveva risucchiato tutte le loro energie, ed erano andati a dormire più presto del solito.
Sfruttando l’occasione per lavorare di più Jack aveva trascorso la serata al bar, servendo i clienti e dando una mano con le pulizie di chiusura, inoltre il signor Allister gli aveva chiesto un piccolo favore, ovvero di mettere sotto le porte di ciascuno dei suoi amici un biglietto.
Quando si svegliarono, tutti loro lo trovarono in bella vista sul pavimento:
 
Ai nostri gentili ospiti, questo è un biglietto omaccio per una lezione di kitesurf. Gli istruttori vi aspetteranno in spiaggia.”
 
Da oltre le porte del resort si sentì un coro esultare all’idea di quelle lezioni, ben altra reazione invece ebbe Grace, nella sua vecchia camera da letto all’edificio dove il padre abitava con la moglie.
Appena finì di leggerlo la ragazza lo strappò in minuscoli frammenti, buttandolo a terra.
-Se crede di rabbonirmi si sbaglia…-
Già non l’aveva fatta stare a dormire al resort con i suoi amici, ed ora pretendeva di organizzare le loro giornate.
Una parte di lei era stata felice di rivedere la sua stanza, con tutti i vecchi poster delle sue band preferite e la coperta con i delfini che la madre le aveva regalato per i suoi dieci anni, ma stare lì le ricordava anche di tutte le discussioni, e delle volte in cui, furiosa, aveva sbattuto la porta della sua camera desiderando di andarsene da lì.
Dormire in quel posto era una sensazione agrodolce, che al mattino la lasciava sfinita.
Un bussare alla porta attirò la sua attenzione.
-Sorellina? Sei pronta per andare?- Nate aprì la porta, coprendogli gli occhi con una mano. -Posso guardare?-
Grace scosse la testa, tirandogli un cuscino addosso. -Non fare lo scemo.-
Il fratello rise, vedendo però il broncio della sorella entrò chiudendosi la porta alle spalle.
Presto notò anche il biglietto strappato.
-Pensavo ti piacesse il kitesurf.-
-Non mi piace che gli altri scelgano per me…- ribatté lei, sedendosi sul bordo del letto.
Nate la raggiunse, accarezzandole la schiena. -Papà voleva solo fare un gesto carino.-
-No, vuole ammorbidirmi, e così avrà l’occasione di farmi la ramanzina su come sto sprecando la mia vita.-
Stavolta il fratello rimase per un po’ in silenzio, sapendo che già altre volte una cosa simile era capitata.
-Forse vuole cambiare, ma non sa come dimostrartelo. E fare questi regali a te ed ai tuoi amici è un tentativo di farlo.-
-Già, vedremo quanto durerà…- mormorò la ragazza, alzandosi e tirando Nate per il braccio spingendolo verso la porta. -Dai, esci che mi cambio. Cinque minuti e sarò pronta.-
-Va bene, ti aspetto per fare colazione?-
In cucina probabilmente c’erano Angela ed i gemelli, mentre il padre a quell’ora era già andato al lavoro.
Non le sarebbe dispiaciuto fare una colazione con calma…
-D’accordo. Arrivo subito.-
 
 
 
 
 
 
 
 
-Andiamo andiamo andiamo andiamo andiamo andiamo andiamo andiamo! Voglio essere la prima a volare, e mi guarderete tutti!-
-Cirno giuro su dio che toglierò il caffè dalla tua dieta!- sbraitò Nadeshiko mentre l’amica correva per tutta la lunghezza del corridoio, in attesa che gli altri scendessero.
-Non ha ancora bevuto il caffè…- rispose Ryujin tentato di mettersi dei tappi per le orecchie.
-Allora le darò dei tranquillanti!-
Probabilmente non sarebbe stato comunque sufficiente a calmarla, ma non era certo l’unica a non stare più nella pelle dalla notizia, anche Lacie infatti stava saltando eccitata sul posto, muovendo la coda frenetica pronta a trascinare Astral di peso fino alla spiaggia se non si fosse dato una mossa.
-Ragazze, gli istruttori non andranno da nessuna parte, potete anche respirare un attimo.- disse Seraph con già un bel mal di testa.
-Fallo tu nya, io farò kitesurf nya!-
-A me non dispiacerebbe stare a guardare, sapete… io e l’altezza non andiamo a braccetto.- commentò Jack.
Era un trauma rimastogli dalla sua prima… dipartita, per così dire, e per quanto avesse affrontato varie situazioni spiacevoli da quanto aveva recuperato la memoria gli era difficile trattenere i capogiri quando era troppo in alto. -Te Wyen sei con me?- chiese sperando qualcuno gli tenesse compagnia, altrimenti rischiava di farsi trascinare.
-In realtà, anche io sono ansiosa di provare. Non ho particolari problemi con le altezze, ma è interessante come gli umani formulino simili attività per provare adrenalina.-
-Ah, beh sì certamente ti dà una bella scarica di adrenalina stare a metri e metri appeso ad un paio di fili.- annuì l’altro, leggermente teso.
Daimonas dispiaciuto la cosa lo mettesse in difficoltà gli mise una mano sulla spalla. -Posso tenerti io compagnia. Non sei costretto a farlo se non ti va.-
Jack sorrise, desiderando stringergli la mano, trattenendosi per non invadere troppo i suoi spazzi. -Tranquillo… è un’esperienza unica, non vedo perché non dovresti farla solo per me.-
L’altro stava per rispondere, fermandosi all’ultimo secondo.
Farlo non gli avrebbe cambiato la giornata, ma Jack aveva ragione quando diceva che era un’esperienza unica, e quella situazione era forse simile, alla lontana, a tutte le volte in cui aveva deciso di sacrificarsi per gli altri.
Non era certo la stessa cosa rispetto all’affrontare delle difficoltà o dei mostri da solo, ma poteva essere il suo primo tentativo di fare qualcosa di “egoistico”, di divertirsi e lasciarsi andare senza dover pensare a qualcun altro. Forse se a poco a poco avesse superato queste piccole sfide un giorno sarebbe riuscito anche a non ripetere più i suoi sbagli.
-D’accordo. Grazie.-
Quelle parole gli suonarono così sbagliate in bocca, ed avrebbe voluto rimangiarsele, ma il sorriso di Jack non faceva trasparire alcun rancore nei suoi confronti, perciò rimase in silenzio.
Ormai quasi tutti erano usciti dalle loro camere, anche Yume ed Ayame, entrambe sbucate oltre la porta di quest’ultima, che rispetto agli altri giorni aveva optato per un trucco non troppo marcato, quasi naturale.
-Stai molto bene così.- le disse Annabelle, accennando un sorriso.
-… grazie.-
Dopo la giornata con Yume Ayame si era sentita meglio, svuotata in parte dalla tristezza che l’aveva assalita, ma ora che era assieme a tutti non poteva evitare di sentirsi a disagio.
Loro potevano anche non sapere i dettagli, ma non erano stupidi, ed avevano la tendenza ad impicciarsi negli affari altrui, perciò l’idea che avessero potuto parlare di lei, o che la guardassero ipotizzando chissà quale cosa sul suo conto e su Lighneers, la metteva in difficoltà.
Forse erano solo paranoie, ma incrociò le braccia infastidita, come se avesse dell’orticaria sotto pelle.
-Bene, ora che ci siamo tutti possiamo andare?- chiese Ailea con già qualche passo di distanza dagli altri.
La maggior parte di loro annuì, e fecero per seguirla, quando di fronte la ragazza anche la porta di Lighneers si aprì.
Il ragazzo indossava un costume ed una camicia verde, e non sembrava volersi portare dietro un telo per la spiaggia o altro.
Stava anche lui andando a fare kitesurf?
-Buongiorno.- disse con voce roca, guardandoli uno ad uno.
Ayame evitò accuratamente il suo sguardo quando fu il suo turno. Non fu certo l’unica a reagire in una maniera simile, Ailea lo fissò truce per qualche secondo, prima di allontanarsi senza rispondergli.
Khal alzò una mano muovendola in un saluto, sorridendogli in faccia divertito, mentre Yume incrociò le braccia offesa della sua presenza.
Ecco, per Lighneers questa era la prova che uscire e decidere di andare con loro in spiaggia era stato un errore. Stava già per richiudere la porta, quando Annabelle si avvicinò.
-Buongiorno, vieni anche tu in spiaggia?-
Il ragazzo rimase in silenzio, mordendosi la lingua.
“Con questa gente, manco morto”, “Volevo, ma mi avete fatto passare la voglia”.
Erano queste le risposte che avrebbe voluto dare, tuttavia si contenne.
-Sì.-
Annabelle sorrise di nuovo, gentile. -Ottimo, allora adesso che ci siamo tutti sarà meglio andare!-
Era felice della presenza del ragazzo, e se lui si stava sforzando di reintegrarsi al gruppo allora avrebbe fatto il possibile per aiutarlo. Annabelle li aveva conosciuti relativamente tardi, ma essendo stata fin dall’inizio una loro compagna di classe, anche se da lontano, aveva comunque potuto vedere il cambiamento nell’atteggiamento di Lighneers: da quando lui era un semplice avaro alla ricerca di ogni scusa per far soldi, al suo crollo causato dalla perdita della casa, a quanto dicevano i mormorii in seguito alla rivelazione delle professoresse Mustang, ed ora, se quello che stava succedendo con Zero, sentiva il bisogno di aprirsi nuovamente al mondo, non intendeva lasciarlo solo.
All’orfanotrofio aveva visto tanti ragazzi cambiare come era cambiato lui, per rabbia e risentimento, ed alcuni purtroppo avevano seguito strade spiacevoli… forse anche per questo lei si era così attaccata a Lighneers, perché sapeva che era buono, e non voleva che qualche batosta data dalla vita gli impedisse di risollevarsi.
Era sempre stata troppo buona, troppo altruista per Rookbow, ma se poteva aiutare qualcuno ad avere una vita migliore, ne era solo che felice.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il tempo quel giorno era assolutamente perfetto. Cielo limpido con giusto qualche nuvola bianca, un po’ di vento e delle onde fantastiche.
I due istruttori, due uomini, uno dai capelli castani legati in una coda e l’altro completamente calvo, li riconobbero e fecero loro gesto di avvicinarsi.
Indossavano entrambi dei costumi neri interi, con il loro del resort sul petto.
-Buongiorno ragazzi! Pronti per una lezione di kitesurf?- li salutò il primo uomo. -Io sono Ettore, e lui è Antonio.-
-Ciao a tutti.- sorrise l’altro gentilmente. -Prima di cominciare, vorremmo fare due appunti. Il kitesurf è un’esperienza spettacolare, ma bisogna comunque prestare le dovute attenzioni. Andremo in un punto dove c’è poca gente, questo però non significa che non bisogna prestare attenzione, c’è sempre il rischio di farsi male, ed è l’ultima cosa che vogliamo.-
-Certo.- annuirono i ragazzi impazienti.
-La parte più difficile è l’inizio, fatto quello diventa tutto più semplice. La prima partenza va effettuata molto di lasco. Mantenendo il peso sulla gamba avanti. È per questo che inizialmente noi proponiamo di montare solo la fascia davanti in maniera centrale.- spiegò mostrando loro la tavola, con due grossi lacci alla base. -Mantenete un lasco traverso. Più riuscite a stare a traverso e più riuscite a sentire come agisce il piantone al di sotto della tavola. La prima cosa da fare è cercare di mantenere la tavola il più possibile in acqua, e non fare uscire il piantone, in maniera che si senta comunque la resistenza del piantone, però si ha un buon equilibrio perché il nostro peso è distribuito su tutta la tavola. Più sposterete il piede verso la poppa e più facile sarà l’uscita del piantone. Quindi inizialmente cercate di mantenere il piede posteriore non molto verso la poppa ma centrale, e non gestite la tavola con le mani, ma usate le gambe per spostarla dal vostro corpo, e non tenetele piegate, perché altrimenti cadrete in avanti.-
In verità le spiegazioni non interessavano molto al gruppo, ma capivano che erano necessarie, ed aspettarono, chi prestando più attenzione e chi meno, che terminassero.
-Ottimo! Se siamo tutti pronti, possiamo partire.- esclamò il collega battendo le mani. -Abbiamo ormeggiato una barchetta al molo, non ci allontaneremo troppo, ma andremo abbastanza in là da stare tranquilli anche con un gruppo numeroso. Naturalmente vi faremo andare uno per volta, così se ci sarà bisogno vi daremo una mano.-
-Evvaaaai! Si vola!-
Gridando Cirno corse immediatamente verso la barca in questione, e gli altri la seguirono a ruota.
Il mezzo non era molto grande, riusciva a contenerli tutti senza difficoltà, ma non c’era molto spazio per muoverli assieme alle tavole ed a tutte le altre attrezzature.
I due istruttori comunque mantennero la parola, e si spostarono giusto solo per qualche minuto prima di fermarsi. L’acqua era cristallina, sicuramente molto più profonda di quanto fosse a riva. Della spiaggia non si vedeva altro che una sottile striscia bianca, ma il resort svettava ancora senza problemi.
-Bene, chi è il primo?-
-IOIOIOIOIOIOIOIO!-
Cirno non permise a nessuno di obbiettare, saltando letteralmente in acqua precedendo l’istruttore.
-Ha una classe indiscutibile.- ridacchiò Ryujin.
Rapidamente Cirno si fece imbragare, e da quel momento dipendeva solo da lei riuscire a reggersi in piedi.
-Forza forza! Voglio raggiungere il cielo!- urlo muovendo le gambe come una forsennata, ma per via dei suoi gesti la tavola continuava ad oscillare dentro e fuori dall’acqua, facendola sembrare più un pesce impazzito.
-Con calma, non ti agitare così.- tentò di dirle uno degli istruttori.
-Voliamooo!-
Era talmente piccola che in verità qualche piccolo salto riuscì a farlo, ma doveva avere frainteso drasticamente come il kitesurf funzionava. Era più un farsi trascinare dal vento tramite il paracadute, e riuscire così a fare dei bei salti, ma per volare avrebbe dovuto farsi trascinare dalla barca mentre andava.
Perlomeno però il suo entusiasmo non ne fu intaccato.
Cirno era una vera forza della natura, e dopo qualche ondeggiamento di troppo riuscì a mantenersi in piedi, continuando a saltare eccitata urlando a squarciagola.
-Sono la regina del mondo!-
E lo fu per ben un intero quarto d’ora. Dopo fu il turno di Hope, che aveva tirato a sorte assieme agli altri per decidere il turno.
In verità sarebbe dovuto toccare a Lacie, ma la ragazza stava avendo qualche difficoltà a rilassarsi circondata da tutta quell’acqua.
-Vuoi tornare indietro?- le chiese Astral, accarezzandole una mano per aiutarla a calmarsi.
-No nya… volevo fare kitesurf… ma non voglio entrare in acqua nya…-
Un bel problema, decisamente un bel problema, ed al fratello dispiaceva vederla così triste.
-… posso provare a scendere con te, ed a tenerti a galla. Che ne dici? Poi dovrai solo stare in equilibrio.-
-Non mi farai cadere nya?- chiese lei speranzosa.
Sapeva che era chiedere tanto, Astral non avrebbe avuto nulla a cui appoggiarsi per non farla affondare, lui però annuì sicuro.
-Tutto per la mia sorellina.- disse dandole un bacio sulla fronte.
Lei lo abbracciò, ritrovando l’allegria e l’emozione di poco prima. -Grazie Astral. Nya!-
Nel mentre che parlavano, Hope aveva cercato di seguire le istruzioni dei loro accompagnatori, concentrandosi per tenere la tavola sott’acqua nella prima fase, ma non era certo un’impresa facile.
Alexander dalla barca la teneva d’occhio per assicurarsi che non arrivasse qualcosa da sott’acqua e che gli istruttori non allungassero troppo le mani, inoltre era già pronto a colpire chiunque si fosse azzardato a prenderla in giro.
Hope riuscì a sollevarsi una manciata di volte verso la fine, traballando ma sempre con un grande sorriso sulle labbra. -È fantastico!- urlò alla fine, finendo così per cadere.
-Hope!-
Alexander stava per tuffarsi, quando la ragazza riemerse ridendo.
-Sto bene!-
Il ragazzo le sorrise sollevato, aiutandola a tornare sulla barca.
-Devi assolutamente provare Alexander!-
-Tranquilla, so già com’è. Sono felice che tu ti sia divertita.-
-Ma come, non vuoi veramente farlo?- gli chiese sorpresa, ed in parte dispiaciuta, lui però scosse il capo, prendendo un asciugamano e mettendoglielo sulle spalle.
-Non preoccuparti. Mi sto divertendo.- aggiunse dandole un bacio sulla guancia.
Dopo di lei fu il turno di Seraph, che dimostrò tutta la sua concentrazione stando in rigoroso silenzio per tutto il tempo in cui rimase sul pelo dell’acqua, ma alla fine farlo diede i suoi risultati perché in un paio di tentativi stava già saltando sulle onde.
-Vai piccola!- gridò Astral colpito.
Il nomignolo affettivo fece arrossire la ragazza da sotto la maschera, e bastò a deconcentrarla quel poco che bastava per farla cadere.
Anche da sott’acqua Seraph riuscì a sentire la risata di Ailea.
Astral prontamente si nascose dal bordo della barca. -Ops.-
Fortunatamente per lui c’erano troppi testimoni, e tornando a galla la ragazza trascorse i successivi dieci minuti ad esibirsi in dei salti acrobatici, per rifarsi dell’imbarazzo.
Ailea naturalmente non dimenticò la caduta. -Bel tuffo.- ridacchiò appena l’amica tornò sulla barca.
Seraph la spinse con un calcio in acqua. -Anche il tuo.-
L’altra riemerse con molta poca grazia, sollevando l’acqua cercando di schizzarla. -Stronza!-
-Già che sei lì perché non mi fai vedere come si annega?- la punzecchiò l’altra.
-Ti annego io Seraph…-
Ailea però seguì felicemente il suo consiglio, rimanendo in acqua e tentando di fare un’esibizione migliore di quella dell’amica, ma per quanto avesse un ottimo equilibrio sulla terra ferma fare lo stesso tra le onde non era esattamente così immediato.
Anche lei ondeggiò parecchio, e rischiò di cadere varie volte, finendo per farlo proprio negli ultimi minuti.
Appena tornata sulla barca sapeva già cosa Seraph stava per dirle.
-Bel tuffo.-
Irritata Ailea provò a spingerla per farla cadere in acqua, ma l’altra fu più veloce e la evitò, facendola scivolare al posto suo. -Stronza!-
Gentilmente gli istruttori non dissero nulla a riguardo, aiutando stavolta Vladimir a prepararsi.
-Oddio… potrebbe finire malissimo…- borbottò il ragazzo, ancora nel pieno dei postumi dalla sera precedente.
In verità la cameriera aveva mantenuto la parola, riempiendogli il bicchiere ogni volta che voleva, perfino prima che arrivasse in spiaggia, solo che non poteva certo bere anche quando dormiva, nonostante ci avesse provato, quindi ogni mattina finiva per stare malissimo e buttare fuori ogni goccio di alcol si era messo in corpo la sera prima.
Svolazzare e ballonzolare tra le onde del mare poteva avere seri effetti sul suo stomaco.
-Mmmh… potrebbe andare mooolto male…- continuò a borbottare, mentre galleggiava tenendo la faccia fuori dall’acqua. -Maale male male male…-
-Ehi, se non ti senti bene possiamo anche fermarci.- gli disse uno degli istruttori.
-No… no… comincia ad essere piacevole questo dondolio… oppure no… sì, no… sì… nuooooo…-
Alla fine trascorse tutto il suo quarto d’ora in quel modo, e gli istruttori gli diedero una pastiglia contro il vomito per evitare che si sentisse male.
Dopo di lui Khal fece una figura cento volte migliore, dimostrando fin da subito grande abilità nel manovrare la tavola, senza cadere nemmeno una singola volta.
Di fronte ai suoi eclatanti sorrisi e pavoneggiamenti, Lighneers avrebbe voluto vomitare.
-Wow, è proprio bravo.- disse colpita Milton.
-Già, ti fa preoccupare di fare brutta figura…- sospirò Johanna.
-È solo uno spaccone.-
Al commentò del ragazzo le due si voltarono a guardarlo, ma non dissero nulla. Per fortuna Ailea non aveva sentito, e si evitò una brutta litigata.
-Bene, è il mio turno adesso.- disse Zell sfregandosi le mani.
Da appassionato dello sport ogni occasione simile era ben accetta, ed ascoltò con molta attenzione i consigli degli istruttori.
Non fece dei salti particolarmente alti, ma dimostrò un grande talento nel mantenere l’equilibrio, muovendosi senza fare bruschi movimenti.
Dopo di lui sarebbe toccato a Daimonas, ma il ragazzo si stava prendendo qualche minuto per rilassarsi accanto a Jack e Sammy. Anche la piccola, visto l’età, non poteva salire sulla tavola, e Jack stava valutando se farlo o meno.
-Dici che cadrò?- chiese ironicamente Daimonas.
-Nah, tu sei perfetto.- Jack si rese conto solo dopo qualche attimo di ciò che aveva detto, ed entrambi ormai erano rossi. -Voglio dire… sei una forza della natura. Andrai alla grande. Grande grandissima.-
-Grazie…-
Daimonas sorrise felice del complimento, alzandosi non appena Zell tornò a bordo. Effettivamente, grazie agli allenamenti nel castello, non fu difficile per il ragazzo trovare subito l’equilibrio per reggersi in piedi, e mentre saltava sul pelo dell’acqua sentì l’adrenalina riempirgli il petto.
Il suo sorriso era più luminoso del sole, e Jack non poté staccargli gli occhi di dosso nemmeno per un istante.
Quando dopo di lui fu il turno di Grace l’atmosfera attorno alla ragazza era decisamente diversa.
Voleva divertirsi, adorava fare kitesurf, ma il fatto centrasse il padre la portava ad importi di non farlo, perciò anche mentre fu in acqua continuò a mordersi la lingua per non sorridere neanche una volta.
-Dai Grace, fammi un sorriso!- le urlò Nate dalla nave, tenendo sollevato un cellulare.
Voleva farle una foto?
Per loro, o per il padre?
In ogni caso non poteva tenere il muso al fratello, e si sforzò per questo motivo di sorridere.
Almeno da quella distanza non si sarebbe vista troppo la differenza.
A seguire toccò a Milton provare quell’esperienza, e per quanto fossero più le volte in cui cadde che quelle dove riuscì ad uscire dall’acqua, anche lei si godette ogni singolo istante, ridendo di gusto.
Nonostante tutte le preoccupazioni anche Johanna riuscì a fare altrettanto, e gli istruttori furono tanto gentili da farle un video da mandare a Mattia.
Arrivati ormai al turno di Lacie, Astral si prese qualche secondo per aiutare la sorella ad entrare in acqua, o meglio, ad evitare di dover entrare in acqua.
La parte più lunga certamente fu il dovere convincere gli istruttori, visto l’idea che aveva in mente sembrava pericolosa, ma alla fine non riuscirono a fargli cambiare idea e dovettero arrendersi di fronte alla sua testardaggine.
Il piano di Astral, in maniera molto semplice, era quello di far sì che Lacie fosse già sistemata sulla tavola, e lui con entrambe le braccia l’avrebbe tenuta sollevata. Riuscirci non fu affatto facile, soprattutto quando dovette affidarsi solo sulle gambe per non affondare, ma per Lacie avrebbe fatto questo ed altro.
-Pronta?- le chiese, respirando ritmicamente.
-Pronta nya!-
-Allora… vai!-
Con un enorme sforzo la lanciò via, e preso lo slancio Lacie si riassettò sulla tavola mantenendo un perfetto equilibrio. Il vento le scompigliava i capelli, e la sua risata cristallina echeggiò per tutto il mare.
Astral rimase in acqua, massaggiandosi le braccia, godendosi il risultato, ed alla fine Lacie riuscì ad atterrare sulla barca senza nemmeno che fosse necessario aiutarla.
In tutto questo, tranne che per qualche schizzo, era rimasta perfettamente asciutta.
-Grazie Astry nya! È stato bellissimo!-
-Non c’è di che…-
Già che era in acqua il ragazzo si prese la libertà di saltare qualche turno, per provare a sua volta il kitesurf. Era decisamente affaticato dopo lo sforzo di prima, e cadde parecchie volte per questo, ma per i pochi minuti in cui riuscì a mantenere l’equilibrio capì perché tutti avevano l’aria di divertirsi un mondo.
Magari un’altra volta avrebbe potuto dare il massimo.
-Fate largo gente, adesso è il mio turno.- sorrise Nadeshiko, tuffandosi sicura di sé.
Aveva guardato gli altri per tutto il tempo, e si era convinta che questo bastasse a renderla un’esperta, ma si sbagliava di grosso. La sua agilità sicuramente l’aiutò, ma non la risparmiò certo dal fare qualche brutta caduta, e dopo ciascuna puntualmente se la prendeva con la tavola, affermando un’onda di troppo le avesse fatto perdere l’equilibrio.
-Sempre colpa degli altri eh?- la punzecchiò amichevolmente Hope.
-Ovvio, che credi che sia colpa mia?- annuì l’altra, tenendo il naso all’insù mentre tornava sulla barca.
-Ma certo che no Nadeshiko, non potrebbe assolutamente essere colpa tua.- rispose Ryujin, preparandosi per il suo turno.
-Ecco, prendete esempio da lui. Così si parla ad una ragazza.- sorrise Nadeshiko, andandosi a sedere.
Ryujin se la cavò egregiamente, barcollò un po’, cadde, ma sempre con stile, e mai in maniera troppo spanciata. Ad ogni caduta imparava qualcosa di più, e se avesse avuto più tempo probabilmente avrebbe smesso di fare errori.
Il quarto d’ora però ormai era alla fine, ed arrivava il turno di Ayame, la ragazza però non sembrava convinta di volerlo fare.
Aveva i nervi a fior di pelle, e si sentiva tremendamente a disagio.
Lighneers era lì, a pochi metri da lei. Non la stava guardando, eppure sentiva il suo sguardo su di sé.
Sicuramente ricordava il modo in cui l’aveva abbandonato. Non l’avrebbe biasimato se ne fosse rimasto deluso.
-Allora, sei pronta Ayame?- la spronò Yume.
L’altra non riuscì a dirle che non se la sentiva di farlo, ed annuì.
Era giusto che si divertisse? Anche se non provava più niente per Lighneers?
Non glielo aveva nemmeno detto, ed era lì con lui a fare kitesurf… questo cosa la rendeva?
Forse un’ipocrita, visto alla fine salì sulla tavola, e si sforzò quantomeno di sorridere.
Sapeva che Lighneers la stava guardando, avrebbe dovuto parlargli prima o poi… non era più qualcosa che poteva tenere solo per sé.
Mentre era in acqua desiderò di potervi rimanere di più, e che il tempo si fermasse dandole modo di abituarsi all’idea.
Dopo di lei naturalmente toccò proprio a Lighneers, che si comportò in maniera simile ad Ayame. Era a disagio, tremendamente, ma perché non era più abituato a fare simili attività con il gruppo, ed ora si sentiva quasi uno stupido.
Anzi, si sentiva un imbecille.
Si chiese cosa pensassero di lui ora, dopo che aveva fatto tanto il gradasso per allontanarli, e adesso si trovava lì.
La vergogna lo assalì, ma riuscì a contenerla abbastanza da evitare di cadere.
Ci sarebbe mancata solo quella figuraccia.
-… divertente…- si sforzò di dire a denti stretti, una volta tornato da loro.
Tutti lo guardarono in un misto di confusione ed imbarazzo, non era certo sembrato che si stesse divertendo.
-Bene, allora non vedo l’ora di provare.- sorrise Annabelle, facendo del proprio meglio per smorzare la tensione.
Ayame la guardò con una punta di invidia.
Se solo avesse visto quello che aveva visto lei… si sarebbe comportata diversamente?
Probabilmente sì. La feriva ammetterlo, ma Annabelle non aveva mai guardato a Lighneers come qualcosa di diverso da quello che era.
Quando lo guardava vedeva solo il vero lui.
Forse semplicemente aveva sbagliato tutto, avrebbe dovuto guardarlo allo stesso modo fin dall’inizio, e magari non sarebbe mai arrivata a questo punto…
Annabelle non aveva tutti questi pensieri, ed era evidente mentre cavalcava le onde e cadeva in acqua con dei tuffi da contorsionista. Per tutto il tempo non pensò altro che a sé, godendosi il momento e vivendolo appieno.
Un altro motivo per cui l’invidia di Ayame aumentò fino a bruciarle nello stomaco.
-Wyen, sei pronta ad andare?- chiese nel frattempo Daimonas alla sorella.
-Sì. Sono positiva dell’esperienza.- annuì la ragazza, tuffandosi elegantemente in mare.
-Dieci e lode solo per il primo tuffo.- scherzò Vladimir, intanto che la ragazza si preparava.
Wyen non aveva la stessa preparazione atletica di Daimonas, e per questo traballava leggermente di più, ma dopo qualche accorgimento riuscì ad individuare il proprio centro.
Non fece nulla di entusiasmante, nessun salto da acrobata o cose simile, ma nei suoi occhi si leggeva lo stupore e la meraviglia di fronte al modo in cui il mare si stagliava sotto di lei, ed il vento si infrangeva sul suo viso.
Per gli altri poteva essere tutto piuttosto normale, per lei invece furono sensazioni del tutto nuovo, ma meravigliose.
Non si era mai sentita così libera.
Quando tornò dagli altri non riusciva nemmeno a smettere di sorridere.
-Ow, piccolo pulcino.- disse intenerita Yume, pizzicandole la guancia.
La ragazza si tuffò, godendosi la freschezza dell’acqua prima di cercare di salire sulla tavola.
Sorprendentemente, rispetto a tutti, fu quella che fece più fatica. Era elastica, ma scivolò soprattutto a causa della sua tendenza a tenere le gambe piegate. Alla fine rinunciò all’idea di cercare di mantenere la propria eleganza, e galleggiò in acqua a peso morto per gli ultimi minuti.
Avevano tutti concluso il loro giro di prova, o quasi.
Jack era ancora indeciso sul da farsi. Da un lato sarebbe stato felice di tornare indietro, ma dall’altra sapeva che se ne sarebbe pentito.
Cosa fare, cosa fare.
-D’accordo, vado.- disse battendo le mani sulle gambe.
-Hai deciso?- gli chiese Ailea, convinta invece avrebbe ancora cambiato idea.
-Ma sì, che vuoi che sia. Posso sempre tenere i piedi per terra.- scherzò il ragazzo indicandosi le cuciture alle caviglie, facendo il gesto delle forbici che tagliavano. -… sì, sono sicuro, sono sicuro.-
Non era sicuro per niente, ma si tuffò comunque, e si preparò a salire sulla tavola.
-Vai Jack! Ce la puoi fare!- lo incitò Daimonas, fiero che stesse affrontando le sue parole.
Il grido del ragazzo fece pensare per un istante all’altro di poterci veramente riuscire, ma poi la tavola cominciò a muoversi, e lui si ritrovò a saltare per aria di parecchi metri, sollevato dal paracadute.
-Ho cambiato idea! HO CAMBIATO IDEA!-
   
 
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