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Autore: ineffable    11/02/2023    1 recensioni
Piccola raccolta di shottine, momenti di tenerezza e coccole per Edward e Stede che se li meritano piccini.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nei miei sogni ora sei


"In piedi su quel molo maledetto ad aspettarlo con il cuore gonfio di speranza, un rumore alle sue spalle, si voltava e lo vedeva allontanarsi su quella piccola imbarcazione che aveva rubato per loro due, lo chiamava a gran voce ma non c'era mai niente da fare, Stede remava lontano da lui, a volte sollevando lo sguardo sprezzante nella sua direzione e si allontanava sempre di più fino a diventare un puntino invisibile, a niente servivano le sue urla che lo supplicavano di rimanere e dargli quella possibilità che fino a poche ore prima era sembrata così reale."
Ogni notte da quel giorno faceva sempre lo stesso terribile incubo, la sua mente non gli dava mai tregua riportandogli a galla quel tremendo dolore che di giorno tentava di soffocare con alcol e cattiveria sperando così di convincere se stesso di aver dimenticato chi era quel biondo che gli aveva strappato via il cuore dal petto e ricordato chi era lui veramente.
Ma non c'era verso di ingannare il suo cervello, e così nel mondo onirico si presentavano situazioni diverse con un'unica costante, Stede se ne andava ogni volta o lo tradiva, spesso lo pugnalava al cuore con un coltello dorato e lui si svegliava urlando per la disperazione, allungava il braccio in uno stupido desiderio di trovare qualcuno che lo abbracciasse ma rimaneva deluso, non importava dove si addormentasse, il lato accanto a sé era freddo e vuoto.
Non c'era mai nessuno ad asciugare le lacrime che prendevano a scendergli copiose, si rannicchiava e singhiozzava tutto il suo dolore sentendo il petto stringersi in una morsa soffocante, si odiava in quei momenti e odiava Stede il cui viso in quegli incubi era stato sostituito da una macchia scura, nemmeno lì gli era concesso vederlo, era troppo prezioso per uno come lui, una volta aveva pianto così tanto che le lacrime avevano formato una piccola pozzanghera sul pavimento e lui l'aveva asciugata via con la manica della vestaglia rossa che indossava solo di notte, quando nessuno poteva scoprire quanto ancora fosse fragile.
E quella notte non era diversa, si era addormentato sfinito dopo aver combattuto a lungo, aveva fatto un bagno insaponandosi con l'unica stupida saponetta alla lavanda che era rimasta, si era asciugato avvolgendosi poi in quel tessuto che amava tanto indossare in segreto e il sonno lo aveva preso da subito, ma la stanchezza non era sufficiente ad impedire a quelle immagini terribili di presentarsi, questa volta Stede camminava verso di lui su quel piccolo ponte di legno, si fermava ma prima che potesse dire qualcosa uno sparo glielo portava via facendolo stramazzare ai suoi piedi, ed ecco che Edward si tirava su a sedere, squarciando il buio con un grido di terrore, gli occhi sgranati con già le lacrime pronte ad uscire e una mano che gli artigliava il petto nel vano tentativo di calmare il cuore che batteva all'impazzata, respirava a fatica preso dal panico di essere solo, ma questa volta...
Questa volta un fruscio accanto a lui, una mano delicata che si posava dietro alla sua schiena e un'altra che gli spostava una ciocca di capelli dal viso, quel profumo che ormai da sere era diventato famigliare, una costante dei suoi risvegli e quella voce gentile che lo riportava dolcemente alla realtà.
<< Ed? >>
<< Un altro incubo tesoro? >> domandò scostandogli i capelli dietro l'orecchio e cercando il suo viso.
Edward annuì solamente con gli occhi ancora puntati verso l'ignoto, come se ancora non credesse di averlo lì accanto e temesse di voltarsi per paura di trovare quel vuoto che lo aveva soffocato per mesi interi, le lacrime scendevano senza tregua, Stede come ogni sera gli accarezzò la guancia asciugandole via, facendo attenzione a non fare movimenti bruschi, la prima volta che era successo si era beccato un pugno ed era finito giù dal letto.
Per questo aveva imparato ad andare piano, il suo Edward era ancora molto scosso, il fatto che lui fosse tornato ormai da più di due mesi non significava che il trauma che gli aveva lasciato sarebbe sparito con il perdono e la loro appena cominciata relazione, al pirata biondo si spezzava il cuore ogni volta che la serenità del suo compagno veniva spezzata così, c'erano giorni in cui sembrava vicino a guarire ma alla notte i mostri tornavano, lui c'era e ci sarebbe stato sempre, lo aveva promesso.
<< Sono qui piccolo, puoi voltarti. >>
<< No >> mugugnò Barbanera stringendo gli occhi e afferrandosi i capelli, allora Stede appoggiò la testa su quella spalla grande e forte che tremava, con l'indice seguiva i contorni della vestaglia fino ad arrivare alla mano tatuata, tracciava dei piccoli segni sentendola rilassarsi e poi tornava verso l'alto, nel mentre con la voce lo guidava tentando di riportarlo indietro da lui, cantandogli una piccola canzone inventata sul momento, che era diventata presto la loro canzone.
<< Segui quella stella e non scordarti mai... >>
<< Che nel cielo brillerà per te... >>
<< Segui quella stella e ricordati che... >>
<< Ci sarò sempre io accanto a... >>
Edward si morse le labbra, Stede lo scosse appena sorridendo.
<< A... >> ripeté.
<< Te >> gemette Ed mandando giù l'ultimo singhiozzo, il pirata biondo sorrise spostandosi di fronte a lui, gli prese i polsi scostandoli appena, voleva vedere il suo viso e lo trovò, un paio di occhi scuri e lucidi lo cercarono trovando quelli nocciola, proprio come diceva la canzone.
<< Accanto a te. Bravo Ed ce l'hai fatta visto? >>
L'altro deglutì poi si fiondò tra le sue braccia stringendolo e singhiozzando, Stede lo strinse a sua volta accogliendolo in un abbraccio pieno di calore, sapeva quanto quei mesi di solitudine lo avessero distrutto, Edward si era aperto con lui poco alla volta, raccontandogli degli incubi e della solitudine che provava ogni volta quando si svegliava in una stanza fredda e vuota, lui gli aveva promesso che mai più sarebbe andata così.
Ogni sera accendeva il camino assicurandosi che la stanza fosse calda prima che il suo fidanzato entrasse, gli preparava un bagno caldo che a volte condividevano, mentre altre si prendeva cura di lui lavandolo e asciugandolo per bene, Barbanera col passare del tempo aveva tentato di dirgli che non c'era bisogno di tutta quella preoccupazione credendo lo facesse solo per l'enorme senso di colpa che sentiva, invece Stede ogni volta gli diceva che gli faceva piacere prendersi cura di lui e allora lo lasciava fare, godendosi quei momenti fatti di tocchi delicati e gentili.
<< Ti stancherai prima o poi di svegliarti nel cuore della notte per colpa mia. >>
Stede scosse la testa accarezzandolo dolcemente sul viso, gli baciò la fronte asciugando le ultime righe di lacrime che gli bagnavano le guance.
<< L'unica cosa che voglio è che tu stia bene, non mi importa se dovrò svegliarmi ogni notte. Vorrei sapere come aiutarti perché mi si spezza il cuore vederti così spaventato, ma ti prego di non pensare che mi pesi, io ti amo Ed e ci sarò ogni minuto di ogni secondo fino a che non mi manderai al diavolo quando non mi sopporterai più >> ridacchiò appoggiando la fronte su quella del compagno, anche lui sorrise appena e sospirò.
<< Resta >> disse solo, con la voce talmente sottile e difficile anche da udire, come se fosse una preghiera silenziosa che andava sussurrata per non perderne l'effetto, Stede lo riprese tra le braccia appoggiando la guancia sulla sua tesa e chiudendo gli occhi.
<< Te lo prometto, sarò sempre accanto a te. >>
<< Ogni volta che ti volterai è lì che mi troverai amore. >>
Quella era la promessa che gli faceva ogni notte dopo che le lacrime erano state spente e l'animo in subbuglio di Barbanera si era calmato, poi si addormentavano stretti l'uno all'altro, solitamente era il biondo a stringerlo a sé, come se fosse un cucciolo da proteggere e non un uomo adulto, inoltre si erano detti che tutte le volte che Stede aveva bisogno di alzarsi durante la notte lo avrebbe svegliato avvisandolo del suo spostamento.
Al giorno era più facile gestire la lontananza del fidanzato, anche se il senso di costrizione al petto lo prendeva comunque se non lo rivedeva nel giro di mezz'ora, ma riusciva in qualche modo a distrarsi e dare fiducia alle parole che l'altro gli rivolgeva in continuazione,  la notte invece ancora era troppo dura da affrontare da solo, troppi i fantasmi che lo tormentavano e nulla a cui aggrapparsi se si svegliava in un letto vuoto, aveva provato a farsi forza anche in quella situazione ma gli ci voleva solo più tempo.
Stede era bravo e paziente, tutte le volte che capitava di doversi alzare, anche se gli si stringeva il cuore gli accarezzava dolcemente i capelli, poi il viso e lo chiamava fino a che quei grandi occhioni scuri non si puntavano su di lui, quella notte però era stata preceduta da una giornata terribilmente faticosa.
Una ciurma di pirati assetati di sangue li aveva attaccati, avevano rischiato di perdere uomini e ferirsi tutti gravemente, ci era mancato poco che Stede non finisse con una pallottola nel cuore ed Edward dopo che erano riusciti a vincere era caduto nel panico, era rimasto tutta la giornata con i nervi tesi e nemmeno il bagno caldo lo aveva aiutato a calmarsi, era riuscito a prendere sonno per miracolo e anche il biondo era crollato poco dopo.
Mentre dormivano un suono fece aprire gli occhi nocciola che vagarono nell'oscurità alla ricerca del potenziale pericolo, una volta accertato che non c'era nulla da temere si tranquillizzò ma si accorse di avere una gran sete, si alzò accendendo la candela e si avvicinò al giaciglio dove Edward si era rannicchiato tirando a sé tutte le coperte, aveva le sopracciglia corrugate ma sembrava starsi godendo quel sonno che con fatica aveva raggiunto.
Gli si strinse il cuore all'idea di chiamarlo, credendo che la veglia avrebbe riportato quelle ansie del giorno impedendogli di riaddormentarsi, e Barbanera anche se non voleva ammetterlo aveva un disperato bisogno di dormire come si deve, così decise di sbrigarsi, uscì silenziosamente dalla stanza dirigendosi verso la cucina, nemmeno avesse l'istinto di un gatto Edward si svegliò, allungò la mano come sempre faceva e trovò il lato del letto vuoto, panico.
Iniziò a tremare come una foglia sedendosi sul materasso e accartocciandosi su se stesso, possibile che tutti quei giorni fossero stati solo una finzione partorita dalla sua mente distrutta dall'alcol e dal dolore? Sembrava così vero, lui sembrava reale quando lo consolava, i baci, le carezze, il suo profumo, prese il cuscino e ispirò a pieni polmoni, gli sembrava di sentirlo ma forse se lo stava solo immaginando, cacciò un urlo di totale frustrazione lanciando il cuscino verso la porta.
In quel momento entrò il pirata gentiluomo che con chissà quali riflessi riuscì a schivare il proiettile morbido evitando anche che finisse sulla fiamma accesa.
Edward lo fissò ad occhi sgranati, con le lacrime agli angoli e il respiro affannoso.
<< Ed! >> squittì il biondo posando la candela su un tavolino lì vicino.
<< Dove diavolo sei stato Stede!? >> gridò balzando in piedi e raggiungendolo in pochi passi, i pugni chiusi e stretti, e il volto digrignato in una smorfia di rabbia e dolore, Stede si sentì morire dentro, aveva lasciato che accadesse, si pentì subito di non averlo svegliato ma ormai era troppo tardi.
<< Sono solo andato a prendere un bicchiere d'acqua >> rispose scusandosi con lo sguardo.
<< Dormivi così bene e io non...- >>
<< Lo avevi promesso Stede! >>
<< Cazzo me  lo avevi promesso >> piagnucolò abbassando il viso con le lacrime che lo rigavano, il suo fidanzato allungò il braccio per sfiorarlo ma Barbanera lo respinse con un gesto della mano.
<< Edward... >>
<< Ti avevo chiesto una cosa sola >> singhiozzò.
<< Una cazzo di cosa e tu nemmeno quella sei riuscito a fare! >>
<< Lo faccio ogni notte Ed >> rispose con voce pacata, crogiolarsi nel senso di colpa non faceva bene né a lui né al suo fidanzato, doveva imparare a reagire altrimenti sarebbero rimasti imbrogliati in quella matassa di autocommiserazione che li avrebbe portati soltanto a distruggersi.
<< Ma non questa! >> strillò Barbanera sollevando il volto, immaginò che l'altro si sarebbe ritratto ma ciò non accadde, Stede non aveva paura di lui.
<< Lo so e mi dispiace che tu ti sia svegliato non trovandomi, ma se...- >>
<< NON VOGLIO ASCOLTARTI! >>
<< Scuse, scuse le tue sono sempre cazzo di scuse come se fossero sufficienti a...- >>
Stede stufo di quelle grida e recriminazioni lo prese per i polsi spingendolo contro la parete e fissandolo dritto negli occhi, non c'era rabbia nei suoi, mentre in quelli di Edward c'era una tacita domanda, un pizzico di dolore e tanta confusione.
<< Adesso basta Edward! Ho subito le tue urla in silenzio per gran parte del tempo da quando sono tornato, ho accettato tutti gli insulti che mi rivolgevi, i duelli che non finivano mai senza battere ciglio, e poi quando mi hai perdonato ti ho fatto una promessa che ho continuato a mantenere ogni giorno! Quindi mi dispiace di averti lasciato solo per cinque minuti una notte su mille, e se vuoi ti chiedo scusa per aver pensato a te, che avessi bisogno di riposo! >>
<< Lasciami >> ringhiò Barbanera.
Poi abbassò il capo.
<< Stede ti prego lasciami >> e il biondo gli liberò i polsi e si allontanò di qualche centimetro, gli posò una mano sulla guancia.
<< Sono qui amore e adesso hai potuto vedere che alla notte funziona come di giorno, se mi allontano poi torno, tornerò sempre da te. Te l'ho detto l'affronteremo insieme ma dobbiamo farlo, non sai come sto in agitazione quando ti sono lontano e mi preoccupo che tu possa andare in crisi, non riesco a concentrarmi totalmente e questo finirà per metterci in pericolo entrambi, perché anche tu non sei sereno quando sono da un'altra parte. >>
<< E se dovesse accaderti qualcosa perché sei distratto sappi che ti resuscito e poi ti ammazzo con le mie mani >> sulle labbra aveva un lieve risolino che contagiò anche Edward, alzò il viso puntando i suoi occhi profondamente scuri in quelli nocciola.
<< Stede tu non riusciresti ad uccidere nemmeno una mosca >> borbottò avvicinandosi di qualche passo.
<< Chi ha parlato di omicidio? >> domandò corrugando le sopracciglia dorate, la sua espressione fece capire al suo fidanzato a cosa si riferisse.
<< Cristo non puoi sempre cavartela così! >> brontolò andandosi a buttare sul letto, il lunghi capelli sale e pepe sparsi sul suo cuscino, Stede salì sul materasso gattonando verso di lui, si sdraiò al suo fianco appoggiandogli la mano sulla pancia, Ed invece gli affondò le dita in quel groviglio biondo e morbido che amava tanto.
<< Mi spiace di aver urlato >> disse mentre gli accarezzava la testa.
<< E a me di averti spinto contro il muro. >>
<< Bè non mi hai proprio spinto, te l'ho lasciato fare >> ribatté con le guance arrossate.
<< Ma davvero? >> domandò Bonnet salendogli in grembo, Edward annuì giocando con il suo viso, fece scorrere l'indice prima lungo il naso, poi tracciò il contorno delle labbra spostandosi sulle guance fino a salire toccando la fronte e le sopracciglia, era una cosa che lo rilassava moltissimo, come se volesse imprimersi nella memoria il viso dell'uomo che amava in ogni modo possibile, il biondo chiuse gli occhi godendosi quei tocchi leggeri che però avevano l'effetto contrario, alimentavano il fuoco che aveva dentro, infatti molte volte erano finiti a fare l'amore subito dopo che Ed aveva concluso la sua esplorazione, quella notte però fu diverso, perché entrambi avevano bisogno d'altro.
Da quella volta Edward cominciò a dire sempre più spesso a Stede di non chiamarlo se si alzava per bere o andare in bagno, c'erano state volte in cui si era svegliato e non trovandolo aveva sentito salirgli il panico ma fidandosi sempre di più del suo fidanzato aveva trovato un modo meno doloroso per attenderlo, si abbracciava al suo cuscino e inspirava forte l'odore lasciato dall'uomo di cui era innamorato, spesso quando il biondo rientrava in camera gli saltava in braccio mentre altre volte riusciva ad aspettarlo sul materasso.
Stede tornava sempre proprio come aveva promesso.
I giorni cominciarono a divenire mesi e presto passò un anno, le cose tra loro migliorarono decisamente e le ansie e timori diminuirono a vista d'occhio, certo c'era qualche piccolo momento di crisi che però erano diventati bravi a gestire, in quei trecentosessantacinque giorni ne erano successe di cose, Olu e Jim si erano sposati, Pete e Lucius avevano deciso di concedersi una meritata vacanza rimanendo per un mesetto su un'isola ed era lì che stava andando la Revenge per riprenderli.
Franchie era riuscito ad accarezzare un gatto per strada, certo subito dopo si era gettato in un fontana ma almeno ci aveva provato, Izzy che dopo il ritorno di Stede aveva abbandonato la nave era tornato con delle scuse borbottate e il desiderio di ricominciare da capo, e così tutti quanti lasciati alle spalle i brutti momenti poterono finalmente godersi il viaggio in tranquillità, e chissà dopo aver recuperato i due piccioncini avrebbero potuto dirigersi davvero in Cina o altrove, l'importante era farlo insieme, come una famiglia.


Fine
   
 
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