Haikyu!!, 'Un cupido insapettato' di Risa

Un Cupido inaspettato

[fanfiction partecipante al carnival/valentine challenge- come as you are not | sfida di febbraio del gruppo fb “Non Solo Sherlock]

Tobio Kageyama guardò la cucina ridotta in condizioni pietose, la cena che cercava di preparare, era, a dir poco, immaginabile.
Le braciole alla scamorza e prosciutto erano una massa informe bruciacchiata e puzzolente, il tortino di cioccolato era esploso nel forno.
“Niente panico,” si disse, unì le mani in un gesto che lo aiutava a pensare.
Tobio valutò le varie possibilità: poteva ricominciare da capo, ripiegando sull’unico piatto di cui era capace di preparare. In questo caso avrebbe perso la scommessa, la stessa che lo aveva portato a quel disastro. Tobio era in grado di cucinare qualcosa di più complesso del riso al curry?
Tobio la escluse a priori, lui non perdeva mai.
La seconda possibilità era di ordinare una cena e fingere di essere stato lui a preparare, escluse anche questa; era incapace di mentire e in ogni caso, Shoyo lo avrebbe sgamato subito.
La terza possibilità era…
«Che diavolo è accaduto alla nostra cucina?»
Tobio si voltò alla suono della voce: era Oikawa Tōru un suo sempai dell’università con cui condivideva l’appartamento insieme ad altri ragazzi.
«Ah, ma sei tu?»
Tōru s’imbronciò: «Chi avresti voluto che fosse scusa?!»
Tobio alzò le spalle. «Non lo so, forse uno chef stellato per esempio, è qualcosa di cui avrei bisogno…»
«Lo vedo…»
Tobio si morse le labbra per non ribattere, rimordendo a sistemare il suo disastro, sperando che suo sempai lasciasse perdere. Cosa di per sé assurda quando sapeva benissimo che Tōru non avrebbe mai lasciato perdere.
«Cosa stavi cercando di fare?»
Silenzio.
«Allora?» ripeté Tōru seguendo Tobio, facendo in modo di essere d’intralcio ad ogni sua mossa, giusto per infastidirlo ed ottenere la sua risposta.
«Niente di niente!» sbottò Kageyama esasperato.
«Come vuoi,» disse allora Tōru allargando le braccia, «e pensare che mi sentivo tanto magnanimo da volerti aiutare…»
Le orecchie di Kageyama guizzarono: «Vorresti aiutarmi?», non era troppo convito della improvvisa offerta; Oikawa non era un tipo semplice da gestire, e sicuramente avrebbe voluto qualcosa in cambio.
«Volevi uno chef stellato,» cominciò Oikawa ma Tobio lo interruppe: «Sei uno chef stellato?»
«No scemo ma si dial a caso che sono bravo in cucina.»
«Cosa vuoi in cambio?»
Oikawa si picchiettò l’indice sulle labbra: «Vediamo un po', un mese farai anche il mio turno di pulizie.»
Kageyama era disperato, così accettò lo scambio. Si sedettero sull’enorme tavolo rotondo della cucina.
«C’è questo mio compagnia di corso, Hinata Shoyo…» cominciò Tobio prendendola alla larga.
«Ti piace?»
«No! È solo un idiota!»
Silenzio.
«Ti piace,» decretò Tōru, e non importò con quanta convinzione Tobio cercasse di convincerlo del contrario. Aveva capito, solo a guardarlo dagli occhi, che gli piaceva e pure parecchio. Alla fine, Kageyama dovette cedere e ammettere: «Sì, mi piace, ok? Ma non è questo il problema. E’ scappata fuori una stupida scommessa per cui, io sarei stato in grado di cucinare una cena gourmet, e ora quel cretino si aspetta di essere invitato per una cena romantica a San Valentino.»
Oikawa incrociò le dita e disse: «Sai Tobio-chan, questo tipo mi piace parecchio, non fartelo scappare.»
Tobio non era un tipo sveglio, e non capì certo a cosa il suo sempai si stesse riferendo nonostante fosse palese. Kageyama e questo ragazzo Hinata si piacevano: probabilmente era dall’inizio dell’anno che filtravano con litigi e battute stupide senza fare un passo avanti. Chiunque avesse conosciuto il suo geniale Kohai, sapeva quanto fosse impossibile fargli fare la prima mossa in una qualsiasi tipo di relazione, figurarsi in una romantica. Questo tipo con la scusa della scommessa, era riuscito a portare la loro relazione alla fase successiva, senza che Tobio se ne rendesse conto. Semplicemente geniale.
Tōru contemplò, per un attimo, il viso preoccupato e scontroso di Tobio e s’intenerì: conosceva i cuori puri come lui, e anche se lo detestava per la sua bravura nella pallavolo, non poteva non volergli bene.
«Qual era la tua idea?»
«Volevo fare queste braciole al prosciutto e scamorza,» iniziò a spiegare Kageyama, «e un tortino al cioccolato.»
«Non sono piatti impossibili ma ci vuole più tempo per impararli; ti consiglio di provare con qualcosa di più semplice e ad effetto.»

Circa un’ora dopo, Kageyama aveva una profila in frigo con dentro una torta mattonella di ricotta al cioccolato, e una teglia ripiena di maccheroni al formaggio appena usciti dal forno, nelle mani.
Il giorno di San Valentino avrebbe dovuto rifarli ma, avendo capito il procedimento non avrebbe avuto problemi a cucinarli da solo.
Alzò la terrina che teneva nelle mani: «Ti va di mangiarli insieme a me, Oikawa-san?»
«Perché no? Ormai è ora di pranzo!»
«Fatti dare un ultimo consiglio, Tobio-chan,» disse Tōru mentre dava una forchettata alla sua porzione, «Hinata non è davvero interessato alla stupida scommessa, ma a te.»
Kageyama arrossì: «Io, non…»
«Non capisco il perché, ma è così, quindi vedi da darti una smossa!»
Tobio sembrò afferrare il concetto, sorrise: «Sissignore!»
Shoyo Hinata era la persona che stava aspettando da anni, e di certo non se lo sarebbe mai lasciato scappare.