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Autore: Il cactus infelice    12/02/2023    0 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L’INTERVISTA

 

Albus non si era esattamente aspettato… Quello. Be’, non si era aspettato chissà cosa, ma non quello. 

Inizialmente non era nemmeno sicuro di andare. E se fosse qualcuno che voleva condurlo in una trappola? E se qualcun altro gli volesse di nuovo fare del male? E se era tutto uno scherzo? Queste e migliaia di altre gli erano balenate nella testa nei giorni che lo separavano dal Sabato e dall’appuntamento che gli aveva dato Mia. Si era sentito per un attimo paranoico, ma dopo quello che gli era successo non era così strano. 

Tuttavia, era andato. Non sapeva esattamente cosa lo avesse convinto, forse la curiosità, forse il fatto che Mia non sembrava avere cattive intenzioni, pentendosi poi di non aver detto a nessuno dove andava.
Ma aveva bisogno dei suoi spazi, aveva bisogno di staccarsi per un po’ da Scorpius per il quale aveva una cotta micidiale e stare sempre attaccato a lui non gli faceva così bene ai nervi, e sicuramente lui voleva trascorrere del tempo con la sua ragazza. E anche James e Lily avevano le loro vite, i loro amici.
Albus… Anche lui voleva qualcosa per sé. E non era esattamente sicuro che lo avrebbe ottenuto quel sabato sera nella Stanza delle Necessità, però da qualche parte doveva pur cominciare. 

Perciò era passato davanti al muro tre volte pensando alla parola segreta e una porta era comparsa, aprendogli la strada su una stanza decorata a festa, con diverse bandiere arcobaleno appese in giro, e anche di altri colori con abbinamenti un po’ particolari, palloncini e musica.
Albus riconobbe subito Radio Gaga che usciva da una radio in fondo alla stanza. 

“Albus!” esclamò Mia, correndogli subito incontro con un sorriso. 

Il ragazzo riuscì a catturare la presenza di diversi compagni di scuola, alcuni volti familiari e altri un po’ meno, tutti piuttosto in tiro, qualcuno truccato - anche qualche ragazzo - e qualcuno con delle zeppe talmente alte che Al si chiese come facessero a stare in piedi. Lui si sentì improvvisamente fuori luogo coi suoi semplici jeans e la camicia a quadri. 

“Ti stavamo aspettando!” esclamò un ragazzo che gli venne incontro insieme a Mia. 

Albus inarcò un sopracciglio nella sua direzione, perplesso. 

“Uh?”
“Miles! Comportati bene”, lo rimproverò Mia in finto tono da mamma chioccia. Poi, girandosi verso Albus: “Ha la brutta abitudine di spaventare quelli nuovi”.

“Io sono Miles comunque. E non ascoltare quello che dice Mia”. 

“Albus. Ehm… Posso chiedere… Cos’è questo posto?”

Mia e Miles fecero due sorrisi identici. “Questo è il Queer Club. Un gruppo segreto per tutti gli studenti non etero e non cis normativi della scuola. E per gli alleati ovviamente”, rispose Mia con entusiasmo.

“Oh”. 

Oh, davvero. 

“Vieni, forza. Ti presentiamo gli altri”.

“Hai sicuramente bisogno di un drink”.

Miles e Mia lo presero per ciascun lato e lo portarono dentro la stanza, nel cuore della festa. 



 

L’intervista di Teddy uscì e fu immediatamente un successo. Si trattava di una rivista mensile che parlava solo di scienza e medicina nel Mondo Magico e che ogni tanto intervistava qualche medimago o Pozionista che faceva qualche scoperta importante e Teddy, dopo aver vinto il premio Hartan, aveva destato la loro attenzione.
La rivista era molto famosa tra chi era del mestiere e molti che lavoravano nel campo scentifico desideravano finirci, ma in generale non veniva letta dalla maggior parte dei maghi e delle streghe; tuttavia la presenza di Teddy nella rivista aveva invertito un po’ la rotta e anche persone che non l’avevano mai letta si erano affrettate a comprarla. Quel mese aveva sicuramente superato un record di incassi.
La questione era che Teddy Lupin non era un medimago qualsiasi che aveva vinto un premio di cui non tutti erano a conoscenza. Teddy Lupin era il figlio di due eroi della guerra magica, tragicamente morti e ritornati in vita; era il figlio di un Auror e di in Ministro, il primo Lupo Mannaro a diventare Ministro per essere precisi. Era anche figlioccio dell’Eroe del Mondo Magico e marito di una cantante che stava diventando famosa sia tra i Babbani che tra i maghi. 

Insomma, era qualcuno che detestava l’interesse dei giornalisti e del pubblico da ben prima di questo, per quanto sia sua nonna che Harry avessero sempre cercato di proteggerlo da questo tipo di cose, ma ormai era adulto e responsabile di sé stesso. A Teddy non interessava la fama e non gli interessava apparire sui social o i gionali; gli interessava fare il suo lavoro, aiutare le persone e trovare cure a malattie apparentemente incurabili.
Per fortuna alla rivista non interessavano questioni legate al gossip o alla vita personale dei propri intervistati.

Alcune domande e risposte erano così: 

Domanda: sei riuscito a trovare una cura al cancro, molto più efficace e meno invasiva delle normali cure a cui le persone col cancro si devono sottoporre. Questo aiuterà certamente tante persone. 

Teddy: era quello lo scopo. Purtroppo conosciamo molto bene gli effetti delle chemioterapie e dei medicinali più classici che molto spesso portano ad altre conseguenze non ignorabili che possono perseverare anche dopo che il paziente è guarito. In questo caso, si tratta di prendere una pozione che non ha effetti collaterali e funziona sia sui Babbani che sui Maghi. Ovviamente, non è la soluzione definitiva per tutti. Purtroppo, non tutti gli organismi reagiscono allo stesso modo e la pozione non è efficace su tutti i tipi di cancro, specie se sono a uno stadio molto avanzato. Ma fino ad ora abbiamo confermato l’efficacia sulla maggior parte dei tuori e il successo è stato di 7 pazienti oncologici su 10. 

 

Domanda: questo è un altro punto che volevo toccare: non sei il primo medimago a mischiare la medicina Babbana con quella magica, ma sei il primo che l’ha portata a fare un passo in avanti importante e con molto successo. Secondo te dovrebbero provarci altri medici e secondo te potrebbe aiutare ancora di più?
Teddy: assolutamente. I medimaghi, ma anche i medici Babbani che sanno dell’esistenza della magia sarebbero stupidi a non provarci. Io spero che in futuro ci saranno forti collaborazioni su questo. Alla fine, quello che conta, è aiutare e salvare la vita delle persone.
La mia pozione verrà molto presto consigliata anche ai pazienti Babbabi, naturalmente in maniera tale da non infrangere lo Statuto. Ma chissà, forse questo ci porterà ad essere più uniti con i Babbani e un giorno la Magia diventerà una cosa naturale. 

 

Domanda: speriamo. Potresti essere un pioniere in questo campo. 

Teddy (ridacchiando): non lo so, non credo che i progressi vengano fatti da una persona soltanto. Sono un insieme di persone, eventi e cosa che fanno sì che il mondo migliori. 

 

Domanda: perdonami se entro nel merito di una cosa personale, ma questa è una domanda che credo tutti sono un po’ curiosi di farti: hai mai pensato di provare a trovare una cura per la Licantropia. Considerando che è un tema che interessa una persona vicino a te… 

Teddy: uhm, be’... Se ti dicessi che non ci ho mai pensato ti mentirei. Assolutamente. Ci sto ancora pensando. Il problema è che la Licantropia… Be’, non è come il cancro e non è come tutte le altre malattie che si originano da qualcosa di fisico, da una cellula modificata o da un organo che si è rovinato. In quesi casi c’è qualcosa su cui puoi mettere le mani e ripararlo, un po’ come si fa con il motore di un auto. La Licantropia, be’...  è una maledizione e le maledizioni non sono qualcosa di concreto, qualcosa che puoi semplciemente estrarre o metterci una pezza sopra. E’ molto complesso. C’è un motivo se esistono delle maledizioni incurabili. Ciò non vuol dire che non si possa tentare o che sia impossibile. A me non è mai piaciuto credere nell’impossibile. Dopotutto abbiamo assistito al ritorno di persone che erano decedute molti anni fa, quindi… Ci sarà molta ricerca da fare, sicuramente. Probabilmente non è qualcosa che potrei fare da solo, ma chiunque abbia dei punti di partenza da offrirmi, accetto più che volentieri. 

 

“Meravigliosa intervista, Teddy. Complimenti!”
Elijah diede una pacca sulla spalla all’amico, appoggiando sul tavolo della mensa dell’ospedale la rivista che aveva appena finito di leggere. Il ragazzo era tornato al lavoro da qualche giorno, dopo un periodo di riposo in cui aveva cercato di rimettersi in piedi a causa del trauma dell’attacco al San Mungo. 

Teddy gli sorrise dietro la sua tazza di tè. 

“I tuoi l’hanno già letta? Che ne pensano?”
“Penso di sì. Stasera sono a cena da loro quindi presumo mi faranno sapere”.
“Immagino che tutta la tua famiglia sia contenta”.

Teddy ridacchiò. “Mi hanno bombardato di messaggi. Vicky l’ha postata ovunque sui social. Il mio profilo Instagram ha decisamente avuto un aumento di follower. Rimarranno delusi nel vedere che il mio ultimo post risale all’anno scorso”. 

Elijah rise. “Hai un futuro da influencer”.

“L’unica cosa che posso influenzare sono quelli attorno a me se questo maledetto raffreddore non mi passa”.

“Prendi una Pozione. Sei in un ospedale”.

“Oh wow! Non me ne ero accorto”.
“E’ proprio vero che noi medici siamo orrendi nel prenderci cura di noi stessi”.

“Dai, andiamo. Ci pagano per lavorare dopotutto!”


“Hai letto, Moony?” domandò James con un certo scintillio negli occhi. “L’intervista di Teddy”. 

“Certo che l’ho letta”.
Come poteva non leggerla. L’aveva letta almeno una decina di volte sebbene fossero cinque pagine di intervista scritta in piccolo, ritornando sulle parti che gli erano piaciute di più e Dora l’aveva chiamato al telefono spaccandogli un timpano perché stava urlando dall’emozione. 

“Pads si è quasi commosso. Vero, Pads?”
“Ehi, non mettermi in mezzo così”. 

I suoi amici sembravano quasi più emozionati di lui, era come se Teddy fosse figlio loro. E un po’ lo era. I Malandrini condividevano sempre tutto. Dopotutto, lui stesso aveva e tutt’ora considerava Harry anche figlio suo. 

“Hai letto poi? Ha detto che cercherà una cura per la Licantropia”. 

“Aspetta, ha detto che ci proverà. Dopotutto, non è una cosa così semplice e non mi aspetto…”.

“Sì, sì, ma già il fatto che se ne parli. Magari qualcun altro si interesserà e gli darà una mano”. 

“Magari. In ogni caso già le cure che ci sono oggi sono abbastanza”.

“Se si può fare di più perché no?”
James e Sirius continuarono a parlare dell’intervista e a fare commenti, ma Remus smise per un attimo di ascoltarli, perdendosi tra i suoi pensieri; quando aveva letto la domanda sulla licantropia e la risposta di suo figlio, doveva ammetterlo, qualche lacrima gli era venuta. Le aveva trattenute solo perché era al lavoro, ma… Non sapeva che dire. Certo, non c’era da stupirsi che Teddy fosse interessato alla questione, riguardava anche la sua, di vita, dopotutto, ma che desse una risposta così onesta e genuina su una rivista letta da tante persone, be’... Forse era troppo vecchio per quel periodo storico, doveva ancora abituarsi a certe cose.
Dopotutto, lui stesso lavorava per il Ministero, prendeva decisioni importanti per il presente  il futuro del Mondo Magico, perché si stupiva ancora?
Ah, lui e Dora avrebbero avuto di che parlare quella sera a cena con Teddy.

*** 

Ehilà! Vi sono mancata.
Mi scuso tantissimo per il ritardo nell’aggiornamento. Speravo di riuscirci ma la vita reale purtroppo si mette sempre in mezzo :( 

Non vi disturbo troppo con le note.
Ditemi solo le vostre impressioni. 


Alla prossima,

C.

   
 
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