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Autore: Keeper of Memories    13/02/2023    1 recensioni
Mini raccolta su Svezia, Finlandia e la loro adorabile famiglia del Mulino Bianco. Cosa succede quando uno di loro si ammala?
[Questa raccolta partecipa alla E’ NATO PRIMA L’UOVO O LA FYCCYNA?– REVERSE CHALLENGE! del Gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanart e Fanfiction - Gruppo Nuovo]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Finlandia/ Tino Väinämöinen, Principato di Sealand/Peter Kirkland, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Tino si era alzato presto, felice ed eccitato allo stesso tempo. Berwald sarebbe venuto a trovarlo proprio quel giorno; era un evento raro in realtà, poiché da quando aveva lasciato Russia era sempre stato lui ad andare a trovarlo.
A differenza del passato, anche la sua casa ora era bella e accogliente proprio come quella di Berwald, e lo sarebbe stata ancora di più dopo averla rassettata e riordinata. Passò la maggior parte della mattinata così, a pulire e riordinare, concedendosi solo qualche minuto alla fine per ammirare orgoglioso la sua opera.
Guardò l’orologio e, notando che c’era ancora del tempo, decise di mettersi ai fornelli per cucinare degli spuntini. Innanzitutto, preparò dei lörtsy alle mele che lasciarono un profumo meraviglioso nella sua piccola cucina; aveva appena raccolto gli ingredienti necessari per una torta ai mirtilli quando il telefono squillò.
«Pronto?»
«Tino? Sono Berwald.»
«Berwald! Che succede? Stai arrivando?»
«No.»
«No?»
«Credo di avere l’influenza.»
Tino buttò giù senza dire una parola. Gli dispiaceva non poter mostrare la sua casa a Berwald ma, data la situazione, c’era una sola cosa da fare.
 
Pochi minuti dopo, Tino si trovava davanti alla casa di Berwald con un cestino di lörtsy appena fatti. Bussò un paio di volte.
«Perché sei qui?» gli chiese Berwald, facendo capolino da dietro la porta.
«Perché oggi dovevamo vederci» rispose Tino con un sorriso smagliante «ho preparato uno spuntino.»
«Dovresti tornare a casa. Potresti ammalarti anche tu.»
«Io non mi ammalo mai. Potrei però morire di freddo se rimango qua fuori.»
Tino sentì Berwald sospirare, prima di farsi da parte e lasciarlo entrare.
 
Un piacevole tepore proveniva dal camino acceso, riscaldando a sufficienza l’intero soggiorno. Berwald si sedette su una poltrona, coprendo con un plaid il buffo pigiama blu con i cagnolini che indossava. A Tino sfuggì un sorriso.
«Come ti senti?»
«Ho la febbre… mi sento stanco.»
Berwald prese un’altra coperta dalla pila al suo fianco, sotto cui si nascose lasciando solo visibili gli occhi. Tino prese uno dei dolci dal suo cestino e glielo porse.
«Li ho appena fatti! Sono alle mele» disse, accomodandosi sulla poltrona accanto alla sua.
«Grazie.»
I due mangiarono in un confortevole silenzio, sebbene Tino avesse come la sensazione che il suo ospite stesse cercando di tenerlo a distanza.
«Cosa stavi facendo prima che arrivassi?»
«Leggevo» fu la risposta, seguita da un cenno con la testa verso un libro, posato sul tavolino al centro del soggiorno.
«Oh! Possiamo leggere insieme. O, se sei troppo stanco, posso leggere per te.»
«No, non serve. Tu cerca solo di stare lontano da me» rispose lo svedese.
Fece per alzarsi dalla poltrona, ma Tino fu più rapido: recuperò il libro e, approfittando dell’improvvisa assenza di coperte, si sedette sulle ginocchia di Berwald. Ci fu un attimo d’esitazione, poi due braccia forti gli cinsero la vita e sentì il peso familiare del suo mento sopra la spalla.
Tino risistemò le coperte, aprì il libro e iniziò a leggere.

 
“E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano?”
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina:
“Ah!” disse la volpe, “Piangerò”.
“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi”
“È vero”, disse la volpe.
“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.
“È certo”, disse la volpe.”
Ma allora che ci guadagni?”
“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.

  
Tino chiuse il libro non appena realizzò che Berwald si era addormentato. Con molta delicatezza lo spinse all’indietro, facendolo adagiare sullo schienale della poltrona. Gli tolse gli occhiali che, assieme al libro, ripose sul tavolino lì accanto.
«Buon riposo, Berwald» sussurrò, schioccandogli un bacio sulla guancia. Accoccolato tra le sue braccia, anche Tino si addormentò.
   
 
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