Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Fe_    14/02/2023    0 recensioni
Fanfiction semi-interattiva: leggere il capitolo 21 per ulteriori informazioni
Raccolta || Multi-rating || Slice of Life
Raccolta disomogenea ambientata in una Hogwarts contemporanea, con adolescenti che hanno sulle spalle solo il peso della loro età e non della salvezza del mondo.
Questo non vuol dire che le loro vite siano più facili, però: le nuove, travolgenti emozioni che provano una volta affacciati oltre l’infanzia sono abbastanza potenti da sconvolgerli.
-
[I capitoli 1-20 fanno parte del Calendario dell'Avvento, con prompt relativi al natale]
21.Luna- [Angelika Hunt; Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli]
[...]
28. Litigio- [Murphy Spencer Lightwood; Lilith Eve Marie Beaumont; Royal de Vries]
29. Posta del cuore- [Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli; sorpresa]
30. Festa segreta- [Timòn Sandro Ramirez; Leslie Keith Hamilton; Enéas Alistair Morgenstein Silva; Mikhail Ivankov]
Genere: Azione, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Filius Vitious, Maghi fanfiction interattive, Minerva McGranitt, Mirtilla Malcontenta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Voci di corridoio
Titolo del capitolo: Posta del cuore
Personaggi: Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli; sorpresa
Rating: Verde
Note: Slice of Life | Romantico | Comico | 1350 parole
Special di San Valentino?
Special di San Valentino.
Con Lorina, che è palesemente l’unica che mi può far scrivere di amore e zucchero senza farvi venire il diabete. Siete curiosi di sapere quali coppie verranno nominate e, soprattutto, come?
Unica nota necessaria per poter leggere: le agony aunt sono fondamentalmente quelle che in Inghilterra scrivono la posta del cuore, la “zietta” citata nel testo si riferisce a questo. Volantino fatto dalle mie (in)abili manine.
Intanto che leggete, vi lascio i nuovi nomi che potete votare per il prossimo capitolo. N’altra sagra dello zucchero.
Alexander Bjørn Lindgren per Corvonero
Isaac Visser per Grifondoro
Timòn Sandro Ramirez per Serpeverde
Leslie Keith Hamilton per Tassorosso


«Lei non dovrebbe essere qui, signorina.» La voce appartiene ad un delizioso puttino di corvonero che si differenzia dalle decorazioni solo per una parvenza di pensiero intelligente. Si è appena chiuso il portone alle spalle e non sa se proseguire verso la scalinata che lo porterà alla sua sala comune, da cui si sente il vociare dei compagni di casa di cui la ragazza, con la sua cravatta rosso e oro, non fa parte.
         Lorina si volta, lo scruta con un sorriso e poi gli patta i ricci biondi. «Bravissimo, qualcuno sa giocare a trova l’intruso. Ora va’ ad essere carino da qualche altra parte, ok?» Dice, e vede le sue guanciotte paffute prendere una sfumatura rosata non dissimile dalle rose del volantino che ha in mano. La ragazza si porta dietro l’orecchio una ciocca di corti capelli castani, che sfugge subito alla sua posizione per tornare a sfiorarle lo zigomo tondo.
         Lorina I primi annunci, apparsi nella bacheca della sala di serpeverde, si sono ormai sparsi come macchie d’olio su tappeti nuovi- più alto il valore, più rapida e incancellabile la macchia- e nessuno si è salvato dal sospetto di essere la zietta; prima gli studenti in argento e verde, ovviamente, ma una volta scartate proposte banali come il pianista uscito direttamente da un romanzetto trash tipo il vampiro che mi amava e la biondina che pareva conoscere i pettegolezzi prima che uscissero, gli studenti si sono fatti sempre più fantasiosi con le accuse. Lorina guarda e gira il volantino più volte con scarso interesse.
         «Guardi che se non va via subito dovrò chiamare un prefetto….!»
«Ma perché, sei ancora qui?» C’è sincera sorpresa nella sua voce, cosa che porta il ragazzino a sussultare alla periferia del suo campo visivo. Pur dal suo metro e sessanta lo può guardare dall’alto a basso, se non «Mamma non ti ha detto che quelli più grandi li devi rispettare? E poi, ho risolto l’indovinello e la porta si è aperta.» Lorina muove la mano libera come a scacciare una mosca invisibile, senza davvero prestargli attenzione.
         Non deve nemmeno leggerlo, sa cosa troverà: una semplice foto sfocata di rose che annuncia una posta del cuore speciale di San Valentino, e poi voltandolo le indicazioni su come lasciare le lettere e il pagamento; ha beccato persino dei suoi compagni di casa nelle lunghe sere in sala comune chiocciare non attorno ai libri ma a quel foglietto, penne e buste in mano insieme. Sette zellini per le risposte pubbliche, in una specie di giornaletto quotidiano che poteva essere trovato nei luoghi più improbabili della scuola, e quindici per quelle private.
         «Vanno via bene, eh?» Chiede Lorina, quando l’angioletto fa per parlare di nuovo. È palese ormai che non avrà davvero il coraggio di andare a chiamare qualcuno, sposta il peso da una gamba all’altra con aria imbarazzata mentre si stringe contro il muro in legno, quasi sperasse di finirci dentro; lancia un’occhiata verso la scalinata, ma nessun corvonero sta arrivando a salvarlo, quindi si limita ad annuire rapidamente. «La sera in sala comune ci sono gruppetti che chiocciano attorno a questi volantini, e scrivono le loro lettere.»
         «Sembrano piuttosto popolari, però hanno anche dei detrattori. Lo… prende?»
«Detrattori è una parola difficile, bravo bimbo.» Il ragazzino si scosta di scatto quando Lorina si avvicina, e tira un sospiro di sollievo nel vederla allungare una mano solo per passargli il foglietto. «Lo vuoi tu? Hai una cottarella che non sai come confessare?»
         Vede le punte delle orecchie del bimbo avvampare sotto i ricci biondi mentre scuote con veemenza la testa, ma prende ugualmente il volantino. Borbotta una scusa che Lorina non sente nemmeno e poi corre via: al rumore dei suoi passetti rapidi sulle scale, la grifondoro si lascia andare ad un sorriso ampio e divertito.

L’aula di astronomia si trova sulla torre più alta del castello e, con le eccezioni notturne delle lezioni in cui si guardano le stelle, è vuota, perciò sono in pochi a lamentarsi dell’infinita dose di scale che talvolta decidono pure di cambiare posizione, costringendo gli studenti a rifare parte dell’infinitamente lungo percorso. Usarla come base operativa era stato allo stesso tempo geniale e una stronzata.
         Lorina si sistema la sciarpa e sbuffa, il fiato che le si condensa davanti quasi a ricordarle- come fosse possibile dimenticarlo- che il calore dei camini non arriva così lontano. Il tappeto attutisce i passi già leggeri, passa una mano lungo le pareti ma la ritrae subito: aprendo e chiudendo le dita le sente appiccicose di umidità. Non la infastidisce più del peso leggero di una decina di buste, contenenti drammi amorosi e soldi.
         «Cara zia, sono innamorata del mio migliore amico da anni. Lui mi vede solo come un’amica, e so che è gentile con tutti ma quando lo è con me mi sento strana.» Una pausa, il tono passa da impostato ad ironico. «Oh Queen, che palle. Posso dirle di non cagare il cazzo e ripiegare su altro? Best friends to lovers è un trope che ormai ha stufato.»
         Lorina non deve nemmeno aprire la porta per sapere che Royal, sdraiato sui bianchi ammucchiati , sta spulciando lettera dopo lettera prendendo in giro la maggior parte di loro e Quentin gli lancia uno zellino di rame per ogni risposta scortese. La ragazza apre la porta e li saluta con un ululato, godendo nei loro sobbalzi ed espressioni spaventate: Royal fa cadere una pila di monete con una gamba mentre si mette a sedere, premendo malamente gli occhiali che minacciano di cadergli dal viso tondo, mentre Quentin dal pavimento sui cui ha le gambe incrociate si affretta a nascondere una manciata di fogli dietro la schiena, l’espressione più innocente possibile sul viso dalle lentiggini colorate. Entrambi cambiano ad un’aria decisamente scocciata quando scoppia a ridere.
         «Sai, se sapessero che pezzo di merda sei nessuno ti darebbe un centesimo per risolvere i suoi drammi amorosi. Com’è che hai avuto questa idea?» Chiede Lorina, lanciando il pacchetto di lettere; Royal scivola oltre il bordo dei suoi banchi, le prende solo per poterne estrarre i soldi e dividerle in due mucchi. Gli occhi gli luccicano mentre con molta più cura sistema le monete in piccoli grattacieli ordinati, una piccola città che brilla di riflessi rossastri ed evidentemente attirano molto di più l’attenzione del brunetto. Nonostante la scarsa illuminazione della stanza, data principalmente dal magico soffitto stellato e dalle candele sulle pareti lontane, riescono ugualmente a catturare un lieve bagliore.
         «Business, niente paga come il desiderio di essere amati.» Non alza il viso dai conti, il sorriso sghembo che si allarga man mano. «Uno ci ha dato addirittura un galeone!» Esclama poi, alzando la moneta d’oro e sventolando il foglio allegato. Da quella distanza Lorina può solo vedere una grafia fin troppo elegante che somiglia al corsivo di certi biglietti d’auguri.
         «Ma non sono amati, è questo il punto, no? Prendi questa…» Lorina si avvicina a Quentin, sfila la lettera che ha in mano e liquida le sue proteste sventolandola piano; inizia poi a leggerla, ignorando i disegnini che il piccolo tassorosso stava facendo sui bordi, piccoli, precisi e frutti di una noia evidente. Come possano tenere insieme gli affari e rispondere a tutti è un mistero. «Cara zietta, bla bla bla, la mia squadra di quidditch ha battuto quella del ragazzo che mi piace e, per quanto fossi in panchina, ora temo che si sia arrabbiato… beh, questa forse è fortunata. Deve essere una corvonero, hanno vinto la scorsa settimana e i grifondoro se la sono presa tantissimo.»
         «Diglielo, ma non esattamente così. Già devo tenere buono Alory, se poi pure tu ti ci metti non avremo più lettori.» Quentin si alza in ginocchio, allunga la mano e Lorina gli permette di riprendersi la letterina. La guarda, poi prende un altro foglio e appunta un paio di cose prima di tornare a rivolgerle attenzione. «E tu, Lori? Perché ci aiuti? Alory vuole i soldi, io voglio che non faccia morire nessuno…»
         «Io?» La mora lo guarda sorpresa, con una falsa innocenza nella voce. «Io voglio solo mantenere il mio record di partecipazione a tutti i club della scuola.»


Agony-aunt

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Fe_