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Autore: mat46    15/02/2023    0 recensioni
Eravamo tanti in casa, forse pure troppi, una volta sentii mia madre ringraziare i genitori da poco passati all'altra via per aver liberato spazio nella casuccia.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In casa eravamo tanti, probabilmente troppi. Una volta sentii mia madre ringraziare i suoi genitori passati all’altra via poco dopo la nascita della mia quinta sorella : “Sinnò pur loro dovivamo tenire in questa casuccia”. A queste parole mio padre si limitò a un insensibile cenno con la testa, come per dire “Elda, non dovresti dire queste cose dei tuoi parenti, ma non posso che essere d’accordo; certamente non disponiamo di risorse sufficienti per sostenere un gran numero di persone in questo ridotto e angusto spazio”. Ma no, mio padre non avrebbe mai detto una cosa del genere, mio padre non parlava proprio. Nel Paesello era conosciuto come “ ‘U pesci” per un fatto che accadde pochi anni prima. Una sera tornava dalla casa della nonna Filomena e non si sa come questo povero cristiano cade in un pertugio in mezzo alla via del ritorno. È vero, avrebbe detto dopo la signora Filomena, si era ingollato qualche bicchierino di nocino fatto con le sue mani, ma la colpa non era da addebitare completamente a questo, tant’è che quel pertugio, in mezzo alla terra buia non l’avrebbe scorto neanche un arciere di Sua Maestà. Insomma la storia finisce che questo povero cristiano lo recuperarono dopo tre giorni dal pozzo artesiano. Ma non era più lo stesso, avevano salvato un cristiano che aveva vista l’altra via a due palmi di distanza. Smagrito, pallido, completamente ricoperto di fango, non spiccicava una parola e poco dopo gli trovarono nella tasca destra dei pantaloni un ghiozzo, un brutto pesce che vive nel fango. Così, il suo nomignolo divenne inevitabile. Nel pertugio uomo era entrato e pesce ne usciva.

Poi c’erano i miei cinque fratelli. Ugo, Francesco, Filomena e Mattia, il mio gemello. In realtà ve n’era un’altra di sorella, disgraziatamente passata all’altra via in tenerissima età. Chissà se la mamma ringraziava anche lei per aver liberato spazio nella casuccia. Ma mia madre non parlava mai di lei.

“Quello è Giove” Guardavo il dito di Mattia puntato verso le tenebre del cielo immenso, puntellato di piccole lucette intermittenti. “E poi” il dito di mio fratello si spostò leggermente “quelli sono i piccoli pianeti che ci ronzano intorno” . Sorrisi “e perché ci ronzano ”?

Si voltò verso di me “e che ne so” ?

“Io sono Giove” mi disse, quieto, all’improvviso.

“Sei una stella” ? Gli chiesi io, divertito

“Ma che dici” mi buttò una manata in testa “Prima di tutto Giove non è una stella, ma un pianeta” divenne serio “e poi Giove è il nome che deriva dal Dio degli Dei”

“ E tu sei Giove”. Risi.

   
 
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