[Dalle pagine non scritte del diario di Anikò.
Inchiostro blu]
"Figlia delle fate è colei che sussurra fra i mondi, piedi freddi e morti e mani ancor di più: Ràhel vicino al fuoco intreccia corone di margherite e steli di giunchiglie. Ha mani che le rose pungono fino a mostrare l’osso – sogni premonitori, non ho mai saputo leggere i segni – e quando tossisce il sangue le sporca le labbra come succo di digitale.
Julianna mi sorride e mi culla come fossi sua figlia – nonloseinonloseinonlosei che tu sia maledetta – e nel suo sorriso vedo riflessa la mia coperta di morte".
[Questa storia partecipa alla challenge "Gruppo di scrittura!" organizzata da Severa Crouch sul forum "Ferisce più la penna"]