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Autore: lmpaoli94    17/02/2023    1 recensioni
Un castello maestoso. Una scuola di magia dove alcuni di loro combatteranno per i loro ideali e cercheranno di essere i più forti agli occhi degli altri.
Alcuni di loro cercheranno di trovare l'amore.
Ma trovare il fatidico “E vissero per sempre felici e contenti”, non sarà facile.
Che cosa succederebbe se alcuni dei loro professori potessero togliere di mezzo i loro stessi alunni nel mistero più profondo dove il senso della magia verrà messo a dura prova.
Ci saranno molti protagonisti ma anche tanti antagonisti.
Un unico universo dove il destino verrà sancito grazie ad un diploma.
Chi diventerà il cavaliere della magia tra gli uomini?
E chi sarà tra le donne la principessa della magia?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Frollo vedeva il suo futuro ancora lontano dalle sue reali prospettive.
Rimanere nascosto nell'ombra dove Merlino non sarebbe mai giunto a lui, rendeva l'attesa snervante e bruciante:
Frollo si guardava intorno e in preda a ricordi incancellabili, non era riuscito a sottomettere una sola persona in particolare.
“Aveva gli occhi azzurri e quel volteggiare con quegli stracci in mezzo alla povera gente... Lei doveva essere mia e doveva amarmi più di qualsiasi altra cosa. Dovevo solo riuscire a sottometterla, ma invece...”
La rabbia era troppo grande e la furia troppo devastante.
Gli urli e gli strepiti di quel luogo risuonarono incessantemente nella sua mente.
Ma Frollo non poteva più aspettare.
“Rimanere nascosto non fa parte del mio essere. Io devo agire. Anche da solo. Il mio unico amore per Esmeralda non può rimanere incompiuto e dimenticato.”

 

 

Studiando i suoi appunti insieme alle sue amiche, Esmeralda si sentiva sola, come se un senso di nostalgia lo dividesse dalla città Parigina.
Agrap, anche se in un'altra dimensione, non era così lontana da Parigi.
Ma rimanere in quel mondo magico lontano dalle creature non umane, rendeva quel soggiorno nel castello un vuoto che non poteva essere colmato.
< Esmeralda, va tutto bene? >
La sua amica Pocahontas era la più raggiante tra quel gruppetto e tali sguardi non potevano che essere così diversi.
< Io veramente... >
< Lascia stare la nostra amica, Pocahontas. Altrimenti rischi di distrarla. >
Meg, dal canto suo, era la più serie delle altre tre.
Il suo modo di rimanere nell'ombra veniva lasciato in disparte dal quel suo atteggiamento strafottente e da quella voglia di essere la prima donna tra le tre.
Esmeralda e Pocahontas avevano imparato a conviverci, senza dargli alcuna importanza.
< Non ho più voglia di studiare. Ho bisogno di prendere una boccata d'aria. >
< Meg, i corsi sono ricominciati proprio oggi e siamo sommersi dai compiti. Come puoi non avere più voglia di studiare? >
< La vita non è solo libri. Io voglio divertirmi un po'! E in questo castello non c'è possibilità di farlo. >
< Vuoi che ti ricordi che siamo stati in pericolo fino a qualche settimana fa'? >
< Pocahontas, perchè vuoi rovinare sempre tutto? >
< Perchè è quello che riesco a fare meglio > rispose la ragazza sorridente.
< Comunque mi dispiace dirtelo Pocahontas, ma Meg ha ragione: ho bisogno di una boccata d'aria. Ormai sono ore che siamo chiusi qua dentro in mezzo a questi libri e a questo silenzio. >
< Oh, meno male qualcuno mi capisce! >
< Sapete che vi dico, fate come volete. Io rimango ancora un po' qui. >
< Ci vediamo a cena, allora? Sempre che tu venga. >
< Ah ah ah. Spiritosa, Meg. Andatevene pure. Via. >
Ridendo sommessamente sotto i baffi, alla fine anche Meg ed Esmeralda si separarono.
La prima per aggregarsi ad alcuni compagni della sua stessa casata che non facevano niente per tutto il giorno, mentre la giovane zingara si stava dirigendo verso l'ufficio di Quasimodo.
Il professore per lei era un ricordo lontano da quel giorno in cui si erano visti per la prima volta nella piazza davanti a Notre – Dame.
Per Quasimodo era stato un colpo di fulmine, ma per la ragazza un'amicizia sincera.
Per questo per il giovane professore non era facile intravedere quello sguardo dopo tanto tempo.
< Professore, la disturbo? >

 

 

Appena Quasimodo alzò lo sguardo, rimase visibilmente a bocca aperta nel vedere la sua vecchia fiamma oltrepassare quella porta.
< Esmeralda, che cosa ci fai qui? >
< Stavo passeggiando per i corridoi della scuola e mi stavo domandando se lei mi potesse aiutare con alcuni compiti che la riguardano. >
Quasimodo non sapeva cosa rispondere, facendo lo sbadato e limitandosi a farla accomodare in mezzo a tutti quei libri e a quelle scartoffie.
< A-accomodati pure. Siediti qui. >
< Ti ringrazio. >
Il sorriso contagioso della ragazza fu come una luce solare in mezzo a quell'inverno, mentre Quasimodo rimase in religioso silenzio ascoltandola.
< Non capisco questi passi. Me li può rispiegare con cura? >
Ma il giovane professore non riusciva a trovare le parole adatte, dimostrandoglielo solo con un incantesimo efficace.
< Ecco, se farai in questo modo non avrai problemi nel superare questo compito. Ovviamente ti avverto che non ti ho spoilerato nulla, ma il mio è solo un piccolo aiuto. >
< Lo immaginavo, professore. Infatti se sono qui... >
< Pensavo che mi volevi parlare di altro. >
Nel sentire quelle parole, Esmeralda si bloccò di colpo.
< Ecco, io... >
< So cosa provi in questo momento: rabbia, incomprensione, tristezza... Febo avrebbe voluto... >
< Ti prego di non parlare di lui, Quasimodo. Non lo sopporterei. >
Esmeralda si alzò dalla sua sedia mentre le lacrime stavano cominciando a sgorgare sul suo viso.
< Non avrei voluto. Ma credevo che... >
< Volevo solo parlare dei compiti. Niente di che. Adesso me ne posso andare. >
Ma Quasimodo non avrebbe mai permesso che la loro conversazione si potesse interrompere in quel modo.
< Esmeralda, ti prego. Non te ne andare. >
< Ho fatto un errore nel venire qui. Sapevo bene che nel vederti... Nel vederla, mi scusi. >
< Puoi darmi benissimo del tu. Per me andiamo oltre che al rispetto della nostra professione. Anche se tu sei una mia studente, l'amicizia profonda che mi lega a te va ben oltre questo scoglio. E poi non posso nasconderti il mio passato. >
< Quasimodo, se ho scelto Febo... >
< Va bene va bene, scusami. Non ne parliamo. Non voglio continuare a soffrire. >
Qiuasimodo non riusciva minimamente a sopportare il nome del suo ex amico.
Anche dopo che Esmeralda e lui si erano legati per sempre, un'improvvisa imboscata a Febo e ai suoi compagni, hanno fatto in modo che le vite e le strade di Esmeralda e di Quasimodo, si fossero divvise per sempre.
< Non l'ho nemmeno visto morire. Non ho potuto salutarlo per un'ultima volta... Ti rendi conto cosa significa questo? >
< Mi dispiace non essere venuto al suo funerale. Ma volevo ricordarmelo da vivo. Mi comprendi, vero? >
< So che non avevate più legato come un tempo. E tutto per colpa mia. >
< Non è vero, Esmeralda. È colpa solo mia e dei miei sentimenti. >
< No. Tu mi ami sinceramente ed io... non ho corrisposto tali sentimenti. E non perchè sei diverso dagli altri, ma perchè Febo... Ancora non capisco i reali sentimenti che ho per lui. >
< Sono cose vostre che non mi riguardano. Tu eri felice insieme a lui e questo per me era l'unica cosa che contava. Fine del discorso. >
< E allora perchè te ne sei andato da Parigi senza dire niente a nessuno? >
< Perchè avevo bisogno di ritrovarmi e Agrap era il luogo più adatto nel farlo. Ho avuto la fortuna d'incontrare il preside Merlino e di convincermi della cattedra di storia della magia. A quel punto non ho avuto più dubbi: la mia strada si trovava qui in questo castello. Mi dispiace non avervi detto nulla, ma per il mio ego è stato meglio così. >
< Vorrai forse dire il tuo egoismo > continuò a dire Esmeralda adirata < Mi sono sempre convinta che era tutta colpa mia e che la tua lontananza sarebbe stata una condanna per me e per Febo. Non ho potuto fare finta di nulla e anche il mio rapporto con Febo ne stava risentendo pesantemente.
Sembravo circondata in mezzo alla nebbia senza avere una mano tesa su cui aggrapparmi. >
< Febo non ha fatto niente per consolarti? >
< Era sempre occupato a mantenere la calma durante le carestie che hanno colpito la città. Molta gente moriva di freddo e di fame e le rivolte erano all0ordine del giorno. Ed è per questo che qualcuno l'ha ucciso, senza che io potessi fare qualcosa per salvarlo. Me l'hanno portato via per sempre, Quasi. Per sempre. >
Nel vedere che le lacrime cominciarono a sgorgare con più insistenza, Quasimodo non poté fare altro che abbracciarla e di dispiacersi ancora di più per come si erano divisi,
< Scusami. Sto piangendo come una smorfiosetta. >
< No, non è vero. Hai bisogno di sfogarti dopo tutti questi anni. >
< Mi dispiace averti dato un simile ricordo, ma dovevi sapere... sapere quello che mi sono sempre portato dentro. >
< Non ti preoccupare di tutto ciò > rispose Quasimodo asciugando le lacrime di Esmeralda dopo averla visto un piccolo sorriso tirato sul suo volto < Adesso va un po' meglio? >
Gli occhi di Quasimodo erano quello che Esmeralda avrebbe dovuto leggere in tutti quegli anni.
Un amore mai sbocciato in quel momento così toccante e pieno di sofferenza-
Quasimodo aveva salvato la sua Esmeralda dalle grinfie di Frollo e anche se in quel mondo così distante dal loro tale minaccia era ancora più vivida che mai, l'insegnante di storia della magia non poteva più tirarsi indietro.
< Quasi, se lo fai... >
< Finirò in guai immensi. Ma non posso più trattenermi. >
Un legame sancito da un bacio che Quasimodo non aveva mai avuto modo di sancire con la sua forza di volontà.
Ed ora che Febo sembrava essere un lontano ricordo, Quasimodo provava con tutte le sue forze ad essere felice con la sua Esmeralda, senza dimenticarsi del presente e di tutti gli ostacoli che gli si sarebbero parati dinanzi.

 

   
 
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