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Autore: Nemesis01    19/02/2023    0 recensioni
La prima cosa che suo padre gli aveva detto, appena dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione ad Hogwarts, era stata: "stai lontano dai Potter". Glielo aveva ripetuto più o meno ogni volta che era rientrato a scuola negli ultimi quattro anni, era diventato un vero e proprio mantra: "fai attenzione alle scale, non infilarti in stanze nascoste, non usare la magia al di fuori delle lezioni, gioca pulito a Quidditch e stai lontano dai Potter".
[Draco/Harry e forse un tocco di James Sirius/Scorpius, ci penso.]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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Disclaimer!
Questa fan fiction tratterà di coppie slash (Draco/Harry e anche James Sirius/Scorpius). Per cui, se non vi piace lo slash né siete fan di queste ship, vi chiedo il favore di tenere in considerazione questo dettaglio prima di iniziare a leggere.  
Grazie mille.


*




Stai lontano dai Potter







IX.


Quando Louis chiese a James com'era possibile che Grifondoro avesse perso dieci punti a causa sua, lui non rispose. Era stato un anno difficile per la loro Casa; avevano anche perso la vittoria della Coppa di Quidditch (erano arrivati secondi, dopo Tassorosso), il che non aveva fatto guadagnare loro i punti in cui speravano per vincere la Coppa delle Case.
- E poi ti sei fatto mettere in punizione dalla McGonagall, - lo rimproverò.
- Oh andiamo, non è mai morto nessuno per aver lucidato dei trofei. -
- Sì ma perché? Hai saltato anche le prove del coro e domani ci sarà la cerimonia per la Coppa delle Case... -
- Lasciami in pace Louis, - sbuffò James.
Scorpius non se la passava molto meglio. Più la fine dell'anno si avvicinava più temeva di rincontrare suo padre; era già sorpreso di non aver ricevuto una Strillettera, ma probabilmente gli sarebbe spettato qualcosa di molto peggio una volta a casa. Lui e James non erano riusciti a incontrarsi dopo la sera nella Torre dell'Orologio.
James era stato messo a pulire trofei mentre a lui era spettato il compito di riordinare la dispensa nel laboratorio di Pozioni. Era capitato si fossero incrociati in Sala Grande insieme agli altri, ma Potter aveva i G.U.F.O. quell'anno e, come tutti i maghi della sua età, era in un perenne stato d'ansia tra un consulto a "Teorie degli incantesimi, vol. 5" e l'altro. Quanto avrebbe desiderato vederlo almeno per un secondo; non avrebbe sprecato tempo col chiedergli cose su di loro, gli sarebbe bastato un altro bacio e ne sarebbe stato felice.
Per Potter, invece, la felicità sembrava essere un ricordo lontano. Dormiva mediamente due ore a notte (secondo Albus beveva litri di Pozione dell'Euforia di nascosto) per preparare esami e ottenere almeno undici G.U.F.O.

- Undici?! -
- Sì, - sbuffò Albus. - E, se ci riesce, io e Lily siamo moralmente obbligati ad emularlo o, peggio, superarlo. -
- E quali materie studia? -
- Le sette materie obbligatorie e tutte le facoltative tranne Divinazione. Avrebbe voluto seguire anche quella ma papà e zio Ron gliel'hanno caldamente sconsigliata. -
Scorpius era rimasto con la bocca spalancata dalla notizia. Come faceva a seguire tutte le lezioni, prendere voti alti, seguire il Coro, il Club di Gobbiglie, il Quidditch e... 
- È terribile, lo so, - sentenziò Albus. - Ha tutte le qualità per arrivare ovunque anche se non so cosa voglia fare dopo la scuola. -
- Beh, al posto suo non lo saprei anche io! Per me è più facile, faccio schifo quasi in tutto meno che nelle materie obbligatorie. Lì sono almeno Accettabile! -
Albus rise. - Pensa che io vorrei fare il Pozionista ma non ho mai preso più di Scadente in Erbologia... -

Era frequente, durante l'ultima settimana di giugno, vedere studenti che provavano Incantesimi in cortile o correvano in lacrime nei corridoi. Scorpius sperava sempre di incrociare James ma non capitava mai, così passava i pomeriggi in biblioteca a studiare con i suoi due amici per studiare per gli esami di fine anno.
Il penultimo giorno di scuola, però, Scorpius aveva fatto tardi all'appuntamento con i suoi amici; correva lungo scale senza prestare attenzione e aveva finito con lo scontrarsi con un altro studente. Batté forte il naso contro la spalla dell'altro ragazzo e strinse gli occhi per il dolore.
- Merlino, scusa, non stavo g... James? -
- Scorpius, tutto bene? -
- Io... sì, tutto bene! - Malfoy aveva alzato gli occhi: finalmente poteva vederlo!
- Scusa, è che penso di aver fallito a Babbanologia... mio nonno non ne sarà contento, - si lamentò Potter.
Scorpius gli sorrise con dolcezza e strinse i libri al petto. - È un esame che ti serve per i tuoi piani di carriera? -
- Ehm... - James sospirò sconfortato. - Io non ho ancora deciso cosa fare, - confessò.
Il Serpeverde lo guardò allibito. - Come no? -
- È che... cioè... - Potter sospirò di nuovo e si accomodò su un gradino. - Ci sono tante cose che mi piacerebbe fare e non so cosa scegliere. -
Malfoy assunse un'espressione intenerita e si sedette accanto all'altro, ignorando gli studenti che facevano fatica a passare.
- Cosa vorresti fare davvero? - 
- Te l'ho detto: non lo so! Durante i primi anni pensavo che l'Auror potesse essere una buona strada ma non mi va. Sai, per tutta la faccenda di mio padre... se diventassi Auror la gente direbbe che lo sarei diventato solo perché sono il figlio di Harry Potter. -
- Lo Spezzaincantesimi? -
- Zio Bill! -
- Sei bravo con le creature magiche? - 
- Zio Charlie addestra draghi... -
- Uhm, scrivere per una rivista? -
- Mia mamma è una giornalista sportiva. -
- Però sei bravo al Quidditch! -
- Sì ma mamma e papà, e anche mio nonno a quanto pare, hanno già lasciato il segno... -
- Oh, ehm, allora potresti lavorare al Ministero, ci sono un sacco di uffici interessanti! Oppure potresti fare il Guaritore, scegliere la tua specialistica... -
- Ci avevo pensato, - ammise James. - Ma credo di essere troppo impulsivo per una carriera del genere. -
Malfoy restò in silenzio per qualche attimo, poi scrollò le spalle e gli rivolse un altro sorriso.
- Ti capisco, sai? Credo tu voglia essere riconosciuto come James e non come "il figlio di"... probabilmente riesco a comprendere questa sensazione più di qualunque altro, - disse. - Le carriere di noi maghi sono abbastanza limitate e, in ogni caso, non credo tu voglia lavorare in un negozio a Diagon Alley. Sarebbe poco avventuroso! Ma... in ogni caso, credo tu debba seguire la tua indole, anche se tuo padre è un Auror o tuo zio è uno Spezzaincantesimi. Scegli una carriera e impegnati per renderla davvero tua, così sarai solo James. -
Il Grifondoro lo guardò sbalordito. Non sapeva cosa rispondere e restò in silenzio. Scorpius si rimise in piedi; era sicuro che Albus e Amycus avessero già iniziato senza di lui, e strinse le spalle.
- Io vorrei diventare un Guaritore. So che sarà difficile e che dovrò studiare tanto... e so che nessuno si fiderà di me, perché sono un Malfoy, no? Però so che quando avranno bisogno di un mago che gli salvi la vita non avranno tempo per i loro pregiudizi. E io sarò solo Scorpius. -
Potter annuì; Malfoy aveva ragione sotto ogni punto di vista.
- Ora vado in biblioteca... Albus e Amycus mi stanno aspettando. Domani abbiamo l'ultimo esame, quello di Incantesimi. -
James rimase seduto sulle scale e lo guardò ancora incerto. - Grazie, Scorpius! -
Il Serpeverde gli sorrise affabile e corse dai suoi amici. Era felice di aver rivisto James anche se avrebbe preferito un altro tipo di incontro.

Scorpius aveva sempre atteso con ansia il rientro a casa ma quell'anno era stato veramente diverso. Aveva degli amici e gli sarebbero mancati molto, soprattutto perché sarebbe stato molto difficile nascondere a suo padre la corrispondenza con i Potter-Weasley. Lo spettacolo del coro era stato superbo: James aveva una gran bella voce, oltre che tutto il resto. Malfoy caricò il baule sul treno e prese posto.
Il viaggio era stato complesso come sempre. Quando lasciavano la scuola gli studenti non sapevano mai se essere felici per le vacanze o tristi per il cambio d'ambiente, quindi si sentivano risa o lamenti in tutte le carrozze. 
James era stato nello scompartimento con i suoi compagni di squadra; avevano mangiato qualche Gommabolla Bollente acquistata in treno e poi ripassato alcune formazioni per l’anno successivo. Era stato l'ultimo anno per il loro Capitano e ne avevano approfittato per ottenere il massimo delle strategie per poter portare Grifondoro alla vittoria l'anno successivo.
Per Scorpius, invece, era stato più rilassante. Aveva trascorso il tempo a chiacchierare con Lily e Amycus e avevano spaziato su diversi argomenti: cosa aveva suggerito "Il Mensile delle Streghe" sulla moda, per esempio, l'esito dell'ultima partita dei Montrose Magpies, la reazione di Gazza all'ultimo scherzo di Peeves... tutte cose che gli avevano lasciato una sensazione di spensieratezza e che, per alcuni attimi, l'avevano aiutato a dimenticare di dover parlare con suo padre di come si sarebbe svolta la loro estate.
Già immaginava la reazione di Draco: "Ti avevo detto di stare alla larga dai Potter, Scorpius! Invece vuoi passare l'estate con il primogenito di quello scapestrato?" e al solo pensiero iniziò ad agitarsi e smise di rispondere ai due amici.
- Tutto bene, Scorpius? - 
- Sì, tutto bene... -
- Sei diventato silenzioso all'improvviso! -
- Stavo pensando a mio padre, - sbuffò Scorpius. - Ha detto che doveva parlarmi di una cosa importante. -
- Io non so se vedrò mio padre quest'estate, - s'incupì Lily. - Lui e la mamma hanno divorziato. Mamma vuole andare in vacanza in Egitto, dice di aver già preso il Wizard Passport anche per me e Albus e che l'Egitto è una sorta di tradizione per i Weasley... -
- E James? - domandò Amycus incuriosito.
- Lui vive con papà, quindi ha avuto modo di scegliere. Dice che resterà a Londra tutto il mese di agosto. -
- L'Egitto è affascinante, - spiegò Amycus. - Ci sono stato l'estate scorsa con la mia famiglia, abbiamo scoperto un sacco di cose interessanti! -
- Vorrei tanto ci fosse anche papà, però, - sospirò la ragazza. - È la prima volta che passerò tutta l'estate senza vederlo... -

Amycus si fiondò ad abbracciare la piccola Potter e Scorpius arricciò le labbra pensieroso. Almeno Lily avrebbe rivisto suo padre mentre lui non avrebbe avuto più l'opportunità di abbracciare la sua mamma.

Il treno fischiò appena raggiunse la stazione di King's Cross. Erano le 11:30 quando le porte dei vagoni si aprirono e gli studenti iniziarono a lanciarsi giù a frotte, troppo felici di poter riabbracciare genitori e parenti.
Scorpius e James, invece, se la presero comoda. S'incontrarono sul ballatoio di fronte agli sportelli aperti.
- Ciao James! -
- Ciao Scorpius! Com'è andato il viaggio? -
- Mh. Okay. Ho scoperto che quest'anno va di moda il verde, - ridacchiò. - A te? -
- Ho mangiato così tante schifezze che mi viene da vomitare, - ammise per poi caricare sulla spalla la sua Firebolt 2017g. - Per fortuna quest'estate conto di allenarmi, altrimenti Peeves mi chiamerà "il Signore Grasso". –
- A proposito di Peeves, hai visto cosa ha combinato a Gazza? - ridacchiò Malfoy scendendo dal treno. 
James lo seguì a ruota e scosse la testa. - No! Cosa mi sono perso? -
- Gli ha fatto esplodere una Caccabomba sotto al piede, Gazza si è spaventato tantissimo e ha iniziato a correre lungo tutto il corridoio dell'ala ovest gridando cose non meglio definite... -
- Qualche imprecazione tipo "maledetti studenti, ai miei tempi vi avrebbero già preso a frustate dopo avervi legato su un letto di chiodi", - scherzò Potter imitando la voce del custode così bene che perfino qualche altro ragazzino, nell'udirlo, iniziò a ridere.
- Eri uguale, - si complimentò Scorpius. Era davvero strano, gli era bastato chiacchierare un secondo con lui per spazzare via tutta la negatività del momento. I Potter erano davvero eccellenti con le imitazioni.
I due camminarono fianco a fianco; James continuava ad imitare Gazza mentre Scorpius non riusciva a smettere di ridere per la somiglianza. Quando raggiunsero metà banchina si resero conto che i loro genitori li aspettavano ai due lati opposti, così furono costretti a salutarsi.
- Se non dovessimo vederci, James, posso scriverti? -
- Certo! Se non dovesse arrivarti risposta non arrabbiarti, è che il mio gufo è un po'... come dire... tonto, - si giustificò il ragazzo. - Papà voleva prenderne uno nuovo ma io gli voglio troppo bene per mandarlo in pensione. –
- Va bene, - annuì Malfoy. Nella sua testa aveva già deciso che avrebbe imposto al proprio gufo di attendere la risposta di James per riportargliela, qualora gli avesse scritto per davvero. - Allora ti auguro buone vacanze, Potter. -
- Buone vacanze anche a te, Malfoy. -
I due si scambiarono un sorriso e batterono il pugno in segno d'affetto, poi ognuno raggiunse la propria famiglia.
Scorpius si avvicinò a Draco che lo salutò con un abbraccio appena accennato.
- Ciao papà, - disse il ragazzo.
- Ciao Scorpius, - salutò il genitore. - Come stai? Com'è andato il viaggio? -
- Io sto bene, ho solo molto sonno. Il viaggio è stato normale... -
- Ho visto che salutavi il tuo nuovo amico, - ironizzò Draco.
Il giovane Malfoy arrossì violentemente e abbassò lo sguardo. - Sì, James. -
- Sbaglio o è il figlio di Potter? -
- Non sbagli, - disse, tra i denti, Scorpius. Suo padre non rispose in alcun modo; niente "ti avevo chiesto di stare lontano dai Potter", nessun "per la barba di Merlino, ti avevo detto di non frequentare Grifondoro", niente di niente. Il ragazzo restò allibito e lo fissò con la bocca leggermente aperta.
- Andiamo a casa? - 
- Sì, ma… c’è qualcosa di cui devo parlarti prima. -

Per James, invece, fu diverso. I suoi genitori, sebbene fossero separati, avevano aspettato tutta la prole insieme sulla banchina. Albus e Lily, che non vedevano Harry da mesi, non riuscivano a staccarsi dal loro papà mentre Ginny, appena notò l'avvicinarsi del primogenito, si tuffò ad abbracciarlo.
- Jamie, tesoro, come sei cresciuto! Sei più alto! Sei più magro, ma mangi, sì? -
- Ciao mamma, - rise il ragazzo. - Mangio come un maiale, ho finito dieci Cioccorane solo stamattina. -
Ginny, pur non credendogli davvero, lo tenne stretto per una grossa manciata di minuti prima di lasciarlo andare. - Devi tagliarti i capelli, - suggerì, infine.
- Non lo farò mai, li voglio più lunghi dei tuoi, - la prese in giro lui con una linguaccia per poi salutare il padre con un cenno.
- Jamie, sei sicuro che non vuoi venire in Egitto con noi? - chiese Ginny. - Ne ho parlato con tuo padre, per lui va bene se ti aggiungi... -
Il ragazzo lanciò uno sguardo a suo padre che si sforzò di sorridergli affabile. Per Harry davvero non sarebbe stato un problema anche se ci teneva a passare l'estate con almeno una parte della famiglia. Senza considerare che voleva davvero parlare con suo figlio di una questione che gli stava molto a cuore.
- Se vuoi andare, Jamie, vai pure, - disse Harry.
- No, starò bene a Londra, - rispose James. - Non mi va di vedere altre mummie, basta il professor Binns. –
- Ne sei sicuro? - domandò Harry anche se, in realtà, faticò a trattenere la gioia.
- Sicurissimo, - rispose il ragazzo.
- E poi il professor Binns è un fantasma ad onor del vero, - sancì Albus.
- È sempre qualcosa di morto che non è morto, - obiettò James stringendo le spalle.
- Ora non litigate, ragazzi. Prendete le valige, salutate papà e andiamo, su! - li esortò Ginny.
- Va bene, - risposero i figli minori in coro. 
Albus abbracciò Harry, senza aggiungere altro, e diede una spallata al fratello prima di prendere la valigia; Lily, invece, non riuscì a staccarsi dal genitore.
- Lily! - chiamò Ginny.
Harry le fece cenno di aspettare un attimo; strinse forte la figlia tra le braccia e le diede un bacio sulla testa.
- Papà... -
- Tesoro, ci vedremo alla Tana appena tornerete dall'Egitto, va bene? Così mi racconterai tutto quello che hai visto! -
- Va bene, - rispose sconsolata Lily, staccandosi.
L'uomo le sorrise ancora e poi salutò il resto della famiglia sventolando la mano fino a quando furono visibili. James, invece, infilò le mani in tasca e poi guardò il padre.
- Andiamo, pa'? -
- Ehm, James, io, vedi, devo... devo dirti una cosa... -
Per l'Auror fu veramente difficile cercare di spiegare a suo figlio che non solo era diventato amico di Draco, ma che la sua nemesi, il bullo che a scuola gli aveva reso le giornate più pesanti, il mago del quale proprio non si doveva parlare per evitare scatti d'ira, sarebbe rimasto a casa loro per un lasso di tempo indefinito a causa del problema con il Manor. Per fortuna aveva deciso, insieme a Malfoy, di non raccontare nulla ai loro figli sull'evolversi della loro relazione. James aveva ascoltato con attenzione e non l'aveva mai interrotto, anche se di tanto in tanto lanciava qualche occhiata a Scorpius e suo padre che sembravano discutere animatamente.
Quando Harry finì di raccontare e spiegarsi, guardò il figlio in cerca di una reazione.
- Allora... che ne pensi? -
Il ragazzo scrollò le spalle come se la cosa lo sfiorasse a malapena. - Tranquillo papà, a me va bene. -
- Davvero? -
- Sì... voglio dire, starà da noi per un po', no? Per me hai fatto bene, anche se prima non andavate d'accordo ora siete amici e un amico in difficoltà va aiutato. E se lui ha aiutato te, sai, per quella cosa con mamma... cioè... hai fatto bene, - concluse.
- Sono contento! - L'uomo abbracciò il figlio con affetto, si sistemò gli occhiali e si voltò verso i Malfoy.
- Dobbiamo aspettare che finiscano di litigare per tornare a casa, pa'? -
- Credo proprio di sì. -

- Prima dici a me di stare lontano dai Potter e poi vai a vivere insieme a lui?! -
Draco si passò una mano sulla fronte, esausto. Suo figlio era pure più pesante di lui.
- Scorpius, andiamo. Dovresti essere felice, visto che sei finito pure in punizione con James! -
- Io... - Scorpius sospirò. Non sapeva perché stava reagendo in modo tanto aggressivo; avrebbe dovuto essere felice di poter passare tempo con James e poter scrivere ai suoi amici senza nascondersi dal padre. - Non è per James, è solo che... avrei voluto sapere di non poter tornare a casa... le mie cose... -
Draco sospirò ancora e poggiò una mano sulla spalla del figlio. Era molto stanco e affaticato; la terapia con la Pozione Corroborante era finita da un po' e accusava molto facilmente la stanchezza, soprattutto quella psicologica. Tuttavia sorrise al figlio con dolcezza.
- Hai ragione. È che preferivo parlarne da vicino... comunque, ho già portato lì un po' di cose che avevi a casa, poi ci sono queste nel baule... ma se ti manca qualcosa, qualsiasi cosa, chiederemo a Harry di accompagnarci per andarla a prendere, va bene? -
Il ragazzo annuì ancora. Gli sembrò veramente strano udire il nome di Harry pronunciato in maniera tanto dolce dal padre.
- Perfetto, allora andiamo, - lo esortò e fece per chinarsi per prendere il baule. Lanciò uno sguardo a Harry che, in men che non si dica, si avvicinò ai due insieme a suo figlio.
- Ciao Scorpius, com'è andato il viaggio? - chiese Harry. Nulla avrebbe potuto metterlo a disagio. Era molto simile a James, pensò Scorpius ammirato.
- S-s-sì, sì, signor Potter, tutto bene, sì, - farfugliò. Aveva una sua figurina che gli era uscita dalle Cioccorane che conservava nascosta, ed era veramente strano conoscere il mago più famoso del mondo e parlare con lui. - Molto bene! -
James ridacchiava mentre accarezzava il suo topo dorato che, risvegliatosi da un sonno ristoratore, aveva cominciato a mordicchiargli le dita.
- Andiamo? -

   
 
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