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Autore: Sleepesleep    21/02/2023    1 recensioni
Alexander Lightwood è un coglione, un vero idiota, in tutti i suoi 25 anni si è sempre vantato di essere quello ragionevole in famiglia, il tipico bravo ragazzo un po’ nerd che preferisce le biblioteche polverose ai pub. Lui è sempre stato così, noioso...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alec sbadigliò archiviando l’ennesimo ricorso, il computer segnava ancora le nove del mattino, non erano neppure a metà mattinata e già gli mancavano le forze, doveva essere in deficit di caffeina. La porta del piccolo ufficio si aprì rivelando la figura statuaria di Maryce, la madre gli sorrise radiosa, vederla così felice era un evento raro, ma ben accetto. La donna si accomodò nella sedia di fronte alla scrivania rivelando << Ho sentito il Signor Bane >>. Oh, ancora lui. << Mi ha decantato le tue doti, dice che ha passato un ottimo pranzo con te, che apprezza la nostra competenza e non vede l’ora di vincere questo caso >> riprese Maryce orgogliosa. Alec stese un sorriso di plastica, di quale competenza parlava Magnus? Non avevano parlato di lavoro, solo di possibili stupidi viaggi e chiacchiere superflue. << Ho revisionato l’intero materiale del caso, dovremmo poter vincere senza problema >> disse poggiando un plico e aggiunse << La ex moglie di Bane non può avanzare pretese sul patrimonio che Bane ha ottenuto dopo il loro divorzio, questo è evidente, nessun avvocato con un minimo di professionalità l’avrebbe consigliata ad agire in questo modo, questo avvocato è un incompetente. Tu cosa faresti, Alexander? >>. Alec raccolse i fogli incartati e inizio a sfogliare le carte, anche a lui l’intera storia non appariva chiara, l’intera proceduta intenta dalla donna aveva pretese folli, non c’era modo che potesse vincere, Magnus li aveva assunti per una causa davvero sciocca, sospettava che l’uomo ne fosse consapevole. << Non credo sarà difficile, io propongo di andare avanti con la procedura, se arriviamo in tribunale, lei cederà non c’è modo che vinca, avremo la casa e qualsiasi altra cosa voglia il nostro cliente >> disse Alec pacato. << Corretto, è ciò che faremo, figliolo, mi sembra la mossa migliore, la riferirò al cliente >> riprese Maryce compiaciuta. Alec si morse l’interno guancia per evitare di sorridere ancora, ricevere un complimento da sua madre era una rarità, a quanto pare aveva superato il piccolo test a pieni voti. << Alexander a proposito, hai da fare per questa sera? >> chiese la donna vagamente nervosa. Il moro osservò confuso le mani bianche torturate della madre, questo si che era strano << No >>. << Bene, vorrei invitarti a cena >> continuò Maryce e aggiunse << Ci saranno anche Max e Isabel, vorrei passare un po’ di tempi con tutti i miei figli >>. Questo era ancora più strano, non fraintendete sua madre non era una cattiva persona solo era davvero pessima a gestire le relazioni con gli altri, soprattutto se queste persone era i suoi figli, lei e Isabel erano come gatto e topo mentre Max era nella fase adolescenziale in cui odiava ogni forma di ‘controllo materno’. Per questo di solito sua madre preferiva affrontare i due figli da soli, insieme quei due si coalizzavano meglio dividere e conquistare. << Succede qualcosa in particolare? >> chiese Alec posando tutta la sua attenzione sulla sua interlocutrice. La madre scosse leggermente la testa irrequieta << Nulla, caro, una madre non può voler vedere i suoi figli? >>. Il moro finse di crederle << Certo, sarò felce di esserci, mamma >>. Maryce tirò un sospiro di sollievo rialzandosi elegante e lasciò l’ufficio a passi veloci, il figlio seguì con gli occhi la sua fuga strategica, che stava succedendo? Riposò lo sguardo sulle carte ancora da compilare, doveva finire di lavora per ora, qualsiasi cosa preoccupasse sua madre lo avrebbe scoperto quella sera. Non passò neppure una ventina di minuti prima che il cellulare richiedesse la sua attenzione, sorrise notando il nome di sua sorella spuntare dal display, la madre doveva aver parlato anche con lei a quanto pare. << Dimmi, Izzy >> disse. << Hai già parlato con la mamma? >> chiese con il tono di voce duro. << Si >> rispose lui. << Ti ha detto perché vuole avere questa cena? Mi ha detto che vuole rivedermi, come se non ci fossimo già viste la settimana scorsa, è impazzita per caso? >> chiese lei irrequieta e aggiunse << Di solito dopo uno dei nostri pranzi impiega una sola settimana per sbollire mentre questa volta si è ripresa presto >>. << Non ti è mai venuto in mente che forse stia cercando di trovare un equilibrio con te e Max, che forse vorrebbe istaurare un buon rapporto? >> disse il fratello razionale. << Vuoi dire che la nostra frigida madre è disposta a scendere a patti con il mio modo di vivere? >> chiese incerta Isabel << Penso che sia così >> ammise Alec sincero, all’ultimo pranzo con le due aveva avuto questa sensazione, anche la frequenza con cui sua madre gli parlava di Izzy era aumentata, forse cercava una qualche redenzione o chissà. Non era certo del perché ma non gli sarebbe dispiaciuto avere una pacifica cena con la sua famiglia qualche volta, non dover sempre rimanere teso a fare da mediatore tra sua sorella e sua madre o temere che suo fratello facesse una qualche sua alternativa protesta durante il pasto perché avevano in qualche modo offeso il suo profondo ego adolescenziale. << Capisco >> disse Isabel piano. << Dalle una possibilità almeno, sorellina >> disse il maggiore con dolcezza. << Mhh >> rispose la ragazza in un verso incomprensibile che era certo fosse un specie di lo farò ma detto contro voglia..

Alec si stiracchio sprofondando sul divano esausto, era ancora primo pomeriggio poteva concedersi un riposino prima del ritorno di sua sorella e della cena con la madre. Chiuse gli occhi placido, gli era venuta voglia di dolce, chissà se era rimasto del tiramisù in frigo, improbabile conoscendo Isabel ma potrebbe anche esserle sfuggito. Riaprì gli occhi assonato, non aveva voglia di alzarsi e andare fino alla cucina era lontana, pessima qualità la pigrizia. << ALEC >> urlò una voce familiare squillante. Il maggiore alzò gli occhi al cielo per poi posarli sulla figura del più piccolo dei suoi due fratelli, Max lo fissava crucciato con le braccia incrociate << Che intenzioni ha la mamma? >> disse. << Di che parli? >> chiese Alec posizionandosi seduto meglio. << Vuole che andiamo a cenare con lei, tutti insieme >> rispose con arroganza il ragazzo. << Quindi? >> ribatte l’altro. << Abbiamo già fatto la nostra cena di famiglia mensile >> riprese il minore e aggiunse << Sai che non riesce a sopportarci tutti insieme, per questo fa solo una cena al mese >>. << Non capisco dove sia il problema, Max >> asserì il maggiore e aggiunse << Non ti è neppure passato per la mente che forse nostra madre stia cercando di trovare un compromesso con noi? >>. Max si bloccò come se suo fratello fosse impazzito, non c’era modo che loro madre fosse diventata accomodante, Maryce era tante cose ma amava aver ragione. << Sai all’ultimo pranzo che ho avuto con lei e Izzy mi ha dato la sensazione di voler trovare un terreno comune >> gli rivelò ancora Alec. << Ne sei certo? >> disse il fratello diffidente. << Credo di si >> rispose l’altro esasperato, Max era più paranoico di Isabel, santo cielo cosa pensavano che loro madre fosse? Una specie di mostro a tre teste divora bambini? << E se stesse invece progettando qualcosa? >> ribatte l’adolescente con voce seria. << Max, non vorrei sottolineare l’ovvio ma quello che vive con la mamma sei tu, penso che se stesse complottando qualcosa te ne accorgeresti >> rispose Alec con semplicità. << Non direi, mamma è furba >> rispose l’altro con convinzione. Bene, stiamo raggiungendo un livello di paranoia supremo. Per fortuna il cellulare lo salvo dal continuare quella conversazione dai tratti assurda, veloce rispose << Mamma? >>. Max sgranò leggermente gli occhi poi si fissò attorno confuso quasi avesse paura di essere controllato, da cosa poi? << Ho parlato con il Signor Bane >> disse la donna con voce infastidita e aggiunse << Si rifiuta di andare in tribunale, dice che vuole che stiliamo un accordo con gli avvocati della sua ex moglie, di dargli ciò che vuole in cambio della casa >>. << Gli hai spiegato che non ha motivo di farlo, possiamo andare in tribunale e vincere >> ribatte Alec stringendo i denti. << Credimi, figliolo, ci ho provato ma non voleva sentire ragioni, non capirò mai i tipi come lui >> ammise la donna irritata, doveva averla fatta arrabbiare parecchio il caro Magnus. << Vuoi che provi a parlarci io? >> chiese Alec incerto. << Certo, prova pure, sembra che tu gli stia simpatico, forse sarà disposto ad ascoltarti >> disse la donna rinunciando, non era convinta che suo figlio potesse far qualcosa ma infondo Alec doveva imparare anche a capire il rifiuto e assecondare le folli richieste dei loro clienti, doveva sbatterci contro come era toccato a lei. << Ci sentiamo dopo mamma >> disse veloce Alec. << Che succede? >> chiese incerto Max mentre Alec si apprestava a cercare il nome di Magnus nella sua rubrica << Nulla solo lavoro, ci rivediamo a cena, cerca di dare una possibilità alla mamma, va bene? >>. Mentre pronunciava l’ultima parola alzò lo sguardo sul fratello in attesa, l’adolescente si limitò ad annuire e lasciare la stanza.

Magnus lasciò andare una buona boccata di fumo e pigramente accarezzo il suo amato gatto. Era certo di aver tralasciato qualcosa quel giorno ma il cosa non gli era ben chiaro, i fogli per Raphael li aveva firmati e riempito alcune formalità nelle email. Il cellulare vibrò mostrando il contatto del suo caro fiorellino, questo sì che era inatteso, Alexander non lo aveva mai chiamato prima. << Alexander a cosa devo questo dolce regalo? >> chiese rispondendo. << Perché vuoi fare un accordo? >> ribatte a bruciapelo l’altro. A quanto pare il suo pasticcino non amava le formalità, neanche a Magnus piacevano un granché in realtà. << Non voglio problemi, caro, un processo è lungo e logorante, vorrei liberarmi il prima possibile di questo fastidio >> ammise. << Non ha senso, potresti vincere non solo la casa ma anche richiedere un risarcimento, mentre con un accordo ammetteresti che lei ha ragione, le daresti un precedente, la possibilità in futuro di usare la stessa scusa per spillarti denaro >>. << Ti stai preoccupando per me, fiorellino? >> gli chiese sincero Magnus. << Non cambiare discorso, voglio che tu ragioni prima di fare una scelta avventata >> disse l’altro. << Molto dolce da parte tua >> ammise il più grande e aggiunse << Se desideri così tanto farmi cambiare idea, vieni da me >>. << Come? >> asserì Alec sorpreso. << Voglio che tu venga da me di persona a spiegarmi il perché sto facendo una pessima scelta >> spiegò pacato Magnus. << Perché? >> gli chiese Alec diffidente. << Mi mancano i tuoi occhi blu, vorrei solo poter avere una scusa per rivederli >> rispose senza far troppa resistenza Magnus, mentire richieda una fatica esagerata per i suoi gusti. << Mi pare di averti già detto che non mescolo il lavoro con il piacere. >> gli ricordo Alec placido. << Sarei il tuo peccato proibito, Alexander? >> chiese divertito l’altro. << Sai che non era quello che intendevo >> lo riprese il più giovane. << Conosci la strada, ti aspettò, fiorellino >> disse Magnus terminando la conversazione. << Aspetta, Magnus >> peccato che nessuno ascolto i suoi richiami, l’altro uomo aveva già terminato la chiamata, Alec fissò per qualche secondo lo schermo con il contatto prima di infilarsi il cappotto e dirigersi verso l’abitazione dell’eccentrico cliente.
   
 
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