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Autore: Paul Kramer    22/02/2023    0 recensioni
Quando moglie e marito discutono a proposito dei nomi dei figli, se siete il marito è consigliabile non acconsentire ciecamente alle proposte sui nomi - altrimenti potreste ritrovarvi come Tritone.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Eric, Re Tritone
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Mia moglie ed io abbiamo avuto una vita magnifica fino all’arrivo di Melody. Non fraintendetemi, avere una figlia è stata la cosa più bella della mia vita, dopo l’aver incontrato sua madre, ma avete mai provato ad avere a che fare con una neonata mezza sirena? Fin da piccola qualunque cosa blu, azzurra, morbida, dai riflessi cangianti, in una parola che ricordasse l’acqua l’attraeva in modo estremo. Bastava darle una pezza di stoffa blu e lei ci si avvoltolava tutta contenta (da allora tengo i miei abiti nei ripiani più alti che trovo), oppure darle un pupazzetto con una coda e lei ci giocava e guai allo sventurato che osasse portarglielo via! Urla, pianti, litigi…. Ho avuto tanti di quei giorni neri allora che avrei voluto darle solo foglie di cardo con cui giocare; poi interveniva la mamma, cantava qualcosa e io mi addormentavo insieme a Melody. Meglio di tutti i carillon e le ninnenanne che mi inventavo alle tre del mattino mentre Ariel dormiva perché il turno delle undici era toccato a lei. Rimpiansi di non aver preso una balia come facevano tutti, ma Ariel era così affascinata da Melody che me lo proibì categoricamente. Ed eccomi lì, sulla sedia a dondolo, con un neonato urlante e la prospettiva di alzarsi tra due ore con un regno da governare ad inventarsi qualcosa per far dormire la marmocchia che proprio di addormentarsi non ne voleva sapere. Il tutto mentre sua madre dorme saporitamente nel letto, ben avvolta nelle coperte e tu magari sei pure sul balcone perché alla bambina piace l’aria fresca di mare, e non vogliamo farle dimenticare le sue origini, vero Eric?
 Istinti omicidi e rimpianti di non averla mollata sull’altare (o almeno di aver preso una cameriera - balia) a parte, adoravo mia moglie e mia figlia, davvero.
 Poi venne il giorno in cui scoprì l’acqua.
E fu un disastro già nell’incipit.
 
Tanto per cambiare, quella mattina Ariel si stava lavando e per una volta Carlotta cullava Melody mentre io mi spremevo le meningi per trovare il modo di acquietare il vecchio Grimsby e contemporaneamente assumere un aiuto maggiordomo. Un lato per certi verdi strategico del mio matrimonio consisteva nei bagni: un lungo bagno aiutava sempre Ariel a rilassarsi, tanto che durante la gravidanza lei stava a mollo tutto il suo tempo libero, vuoi nella vasca da bagno (con un delicato profumo di gelsomino che lei adorava) oppure, quando anch’io aveva un paio di orette libere, al mare, possibilmente appena fuori dalla zona in cui si tocca. E io sulla spiaggia a leggere, scrivere, contemplare il mare, mia moglie e quel pancione che ogni tanto toccava delicatamente come a dire ‘ehi, sei davvero qui?’ Quel giorno Grimsby mi stava portando il necessario per radermi, peccato che inciampò in uno dei giochi di Melody, per la precisione nel granchio rosso che ogni volta faceva sorridere Ariel. Granchio che aveva delle zampe molto lunghe, così che Grimsby fece cadere il bacile con l’acqua tiepida e il rasoio un filo troppo vicino ai miei piedi per i miei gusti. Intanto Carlotta aveva dovuto richiamare una cameriera per qualcosa e aveva posato un attimo Melody sul suo letto. E mentre controllavo il pavimento per vedere che non vi fossero frammenti di porcellana, mi trovai faccia a faccia con Melody che tuffava allegra le mani nella pozza di acqua ridendo. Ora, il bagnetto cercavamo di non farlo troppo lungo per i motivi di cui sopra: un paio di minuti e via, anche perché Ariel bastava ed avanzava.
 Ma quel giorno la vicinanza con i frammenti era troppa e senza pensarci tanto la presi in braccio e la allontanai posandola sul mio letto. Melody cominciò a piangere, divincolandosi al punto che temetti di cadere per terra e a questo punto chiamai Ariel che era appena uscita dal bagno. Mi guardò e scosse le spalle, prese Melody e la tuffò nella vasca da bagno. Non appena toccò l’acqua, Melody si trasformò: rise e meravigliata sbatté le mani nell’acqua. Nel mentre Ariel mi guardava come a dire ‘suvvia, è solo un po’ d’acqua!’
Per quel giorno non mi rasi e bevvi solo limonata. Con tanto limone. Alla sera avevo financo le orbite degli occhi più strette alla fine.
E mi ritrovai con la mia famiglia perennemente in acqua. Da una parte avevo trovato un modo per far cessare ogni pianto, dall’altra le mie ansie si erano triplicate e sovente mi risvegliavo da orrendi incubi in cui vedevo qualcuno annegare.
Non escludo tuttavia che un possibile desiderio inconscio fosse all’origine di questi incubi
 
   
 
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