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Autore: LorasWeasley    23/02/2023    2 recensioni
AU|Modern [kuroken]
"Fu tra una proposta di andare al cinema a vedere il nuovo film marvel e quella di andare a mangiare cinese che chiese piano -Andiamo a ballare?
Non ebbe l’effetto tranquillo e disinteressato che aveva sperato. Yamamoto si voltò di scatto verso di lui e spalancò gli occhi incredulo, sbottando poi -Cosa?! Stai bene?"
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Andiamo a ballare?
 

Kenma aveva pensato tantissimo a come dire quella frase e farla sembrare normale, senza che nessuno gli facesse troppe domande, senza che nessuno gli chiedesse “perché?”.
Era sabato pomeriggio e lui e i suoi coinquilini Yaku Morisuke, Kai Nobuyuki e Yamamoto Taketora erano nel piccolo soggiorno cercando di capire cosa fare quella sera.
Tutti e quattro stavano facendo cose differenti: c’era Yamamoto che guardava una partita di pallavolo in tv, Kai era seduto al tavolo a sistemare degli appunti dell’esame che stava preparando, Yaku stava stirando i vestiti di tutti (perché gli altri erano troppo pigri per stirare i loro e Yaku “non poteva vivere in quel porcile”) mentre Kenma era semplicemente sdraiato sul divano a giocare alla switch portatile.
In realtà, il mezzo biondo non era troppo concentrato sul gioco, faceva solo finta di essere disinteressato a tutto il resto per capire quando intromettersi e proporre la sua idea.
Fu tra una proposta di andare al cinema a vedere il nuovo film marvel e quella di andare a mangiare cinese che chiese piano -Andiamo a ballare?
Non ebbe l’effetto tranquillo e disinteressato che aveva sperato. Yamamoto si voltò di scatto verso di lui e spalancò gli occhi incredulo, sbottando poi -Cosa?! Stai bene?
-Sto bene.
-Impossibile! Il nostro Kenma non direbbe mai una cosa del genere. Chi diavolo sei tu? 
Kai si alzò di scatto mentre informava Yaku con urgenza -Stai bruciando i pantaloni di Yamamoto!
Scoppiò il caos e Kenma poteva anche capirlo, se qualcuno gli avesse detto solo otto giorni prima che sarebbe stato lui stesso a proporre di andare a ballare, avrebbe riso incredulo affermando che anche in un universo alternativo sarebbe stato improbabile, figurarsi nel loro. Ma adesso… beh, adesso Kenma aveva un motivo per proporre.
Tutto era iniziato una settimana prima…
 
Kenma odiava i compleanni. Ma se c’era una cosa che odiava più dei compleanni erano i luoghi affollati e rumorosi. Di conseguenza, un compleanno in una discoteca sarebbe stato un enorme NO per lui. Peccato che il compleanno fosse di Shoyo e a lui non poteva mai dire di no.
Così, quel giorno, era stato trascinato in quel luogo che era peggio dell’inferno.
All’inizio non era stato così brutto, aveva sorseggiato un drink estremamente dolce seduto vicino a Shoyo in uno dei tanti divanetti che avevano occupato e avevano iniziato a chiacchierare. Ma quel momento finì presto poiché il suo amico fu trascinato in pista per ballare e provarci con lo “scorbutico Kageyama che odio assolutamente”.
Kenma li perse nel giro di pochi secondi e dovette lasciare i divanetti quando degli sconosciuti gli si sedettero un po’ troppo vicino.
Meditò di tornare a casa, anche perché Shoyo non se ne sarebbe mai accorto. Ma a piedi erano più di quaranta minuti e sapeva che sarebbe morto prima (per la stanchezza o investito da qualche ubriaco non faceva differenza), quindi capì di dover solo aspettare che si facesse un orario abbastanza decente per convincere i suoi amici a lasciare il luogo.
Andò fuori, la sua idea era quella di trovare un luogo appartato dove poter giocare a un qualche videogioco sul suo cellulare per passare il tempo.
Essendo giugno non faceva freddo e la musica era molto attutita, ma Kenma non aveva messo in conto la puzza di fumo, il vomito a chiazze sul marciapiede e la gente che limonava come se fossero nella privacy della loro camera da letto.
Il mezzo biondo non poté fare null’altro se non rientrare nel locale e cercare un posto lì.
Nei bagni neanche ci provò, sarebbe stato peggio di fuori, e si stava perdendo nella sua frustrazione e disperazione quando notò un piccolo spazio vicino alla postazione del DJ.
Era un luogo sopraelevato, in mezzo a tutti i fili della console, se si fosse rannicchiato in quell’angolino nessuno avrebbe dovuto dargli fastidio.
Il suo piano funzionò all'inizio, peccato che non aveva messo in conto il DJ stesso, il quale si ritrovò steso a terra di faccia dopo essere inciampato sui piedi di Kenma.
Kenma strabuzzò gli occhi nel panico, il suo cuore che accelerava per la paura di quello che aveva combinato. L'avrebbero buttato fuori di lì senza se e senza ma. 
Il ragazzo (che poteva avere la sua età) si voltò di scatto a fissarlo con uno sguardo furioso in volto, aveva anche aperto la bocca pronto a urlargli qualche maledizione, ma si bloccò di scatto. 
Kenma non aveva idea di cosa l'avesse fatto bloccare, di cosa avesse visto sul suo viso. 
Quello che seppe era che continuava a non muovere alcun muscolo mentre il corvino si rimetteva in piedi, si spostava sulla destra verso la sua postazione e poi tornava da lui con qualcosa in mano.
Erano delle cuffie. Delle cuffie che porse allo stesso Kenma. 
Il biondo non le prese subito, non capendo cosa diavolo stesse succedendo e per la prima volta sentì la voce del ragazzo che gli urlò al di sopra della musica -Puoi mettere queste se ti da fastidio il rumore.
Kenma aveva sentito le sue guance farsi rosse, la sua ansia aumentare e la sorpresa fargli sussultare il suo battito cardiaco. 
Le accettò senza dire nulla e per il resto della serata non ebbe più alcun tipo di contatto con quel ragazzo. 
Quando andò via non gli restituì le cuffie.
 
-
 
A Kuro Tetsuro non dispiaceva lavorare come DJ, anche se sapeva che non sarebbe stato il lavoro della sua vita. 
Era iniziato tutto per puro caso, quando un giorno si trovava proprio in quella discoteca con i suoi amici a lamentarsi di aver bisogno di un lavoro e questi, scherzando, gli avevano detto di fare un provino come DJ visto l'annuncio che c'era sopra il bancone del bar. Kuro non l'aveva mai fatto prima, ma evidentemente era piaciuto al proprietario e così aveva continuato ad andarci ogni finesettimana. 
Certo, non aveva più un sabato o una domenica liberi per stare con i suoi amici, ma nel compenso guadagnava bene, poteva bere gratis, riusciva a portarsi sempre qualche ragazza a casa e poteva studiare nel resto della settimana senza problemi.
Finché non si era quasi spaccato il naso cadendo di faccia per essere inciampato su qualcuno. 
Kuro era già pronto a imprecare contro l'idiota che si era sistemato in un luogo che sicuramente era vietato, pronto a farlo sparire a calci in culo, quando aveva visto la sua faccia. 
Era un ragazzo. Un ragazzo estremamente carino con gli enormi occhioni dorati spalancati dalla paura, le guance rosse e il volto piccolo incorniciato da lunghi capelli neri con le punte bionde. Kuro era rimasto folgorato da lui e, se di solito era bravo a flirtare con qualcuno in discoteca per poi non rivederlo mai più il giorno dopo, con lui gli erano morte le parole. Ma aveva capito dal suo atteggiamento, dal suo essersi nascosto lì e dal suo tenere le spalle alte per coprire meglio le orecchie che non gli piaceva la musica. Così prese un paio delle sue cuffie antirumore e gliele porse senza pensarci due volte. 
Dovendo tornare al suo lavoro non vide più il ragazzo e, quando la serata finì, questo se n'era già andato. 
Se non fosse stato per le cuffie mancanti, Kuro avrebbe potuto credere che era stato solo frutto della sua fantasia. 
Finché, una settimana dopo, non se lo trovò di nuovo davanti. 
Fu inaspettato come incontro, poiché Kuro alzò lo sguardo e per poco non saltò sul posto nel ritrovarselo di fronte.
Il ragazzino era più basso di lui, indossava una t-shirt nera e larga con un pokemon sopra, i suoi capelli erano per metà legati in una crocchia sformata e indossava le sue cuffie al collo.
-Ciao…- fu proprio il mezzo biondo il primo a parlare mentre lo guardava con circospezione, come se stesse cercando di studiarlo e capire cosa fare.
-Ciao!- rispose Kuro un po’ troppo velocemente.
-Non so se ti ricordi di me, volevo tornarti queste- continuò il ragazzino mentre portava le sue mani al collo e gli porgeva le cuffie.
-Oh… non importa, puoi tenerle- gli sorrise Kuro. 
Il ragazzo abbassò lo sguardo e le mani imbarazzato, poi iniziò a dondolarsi sul posto, probabilmente cercando di capire cosa fare. 
Kuro fu spinto a chiedergli -I tuoi amici ti hanno di nuovo trascinato qui? 
-Come?- fu la sua risposta veloce mentre il suo collo si colorava di rosso.
-Non sembri uno a cui piacciono le discoteche- cercò di spiegare il suo ragionamento.
-Uh sì… non mi piacciono le persone. 
Kuro rise -Puoi stare di nuovo qui se ti fa sentire meglio, starò attento a dove metto i piedi questa volta. 
Il ragazzino arrossì del tutto, ma fece un passo avanti e si sistemò al suo posto. 
-Mi chiamo Kuro comunque, Kuro Tetsuro- decise di presentarsi. 
-Kozume Kenma- rispose il biondo -ma solo Kenma va bene. 
 
-
 
-Quindi sei bravo ad osservare le persone- era la quinta volta che si vedevano e, dopo le prime volte di imbarazzo, i due avevano iniziato a chiacchierare come se si conoscessero da una vita.
-Abbastanza- rispose Kenma.
-Allora facciamo un gioco.
Un guizzo d’interesse passò su quegli occhi dorati, poi chiese -di che tipo?
-Vediamo se riesci a indovinare la vita delle persone che ci sono in pista.
-Va bene- acconsentì Kenma mentre si rimetteva in piedi e si sistemava al suo fianco, pronto a guardare tutte le persone che ballavano e scambiavano liquidi corporei di vario tipo.
-Quel ragazzo- indicò Kenma -quello alto e castano che balla con tutte quelle ragazze intorno.
Kuro lo individuò e annuì, Kenma continuò -lui è totalmente gay. Si sta comportando in quel modo con quelle ragazze solo per far ingelosire quell’altro ragazzo, quello appoggiato al muro e con i capelli sparati in aria dal gel che ha lo sguardo di chi potrebbe bruciare l’intero locale.
Kuro rise -spero di no.
Kenma spostò lo sguardo -Quel ragazzo seduto al bancone invece, quello con il cappellino e la canotta, ecco lui è innamorato di quella ragazza corvina e con gli occhiali che sta ballando in pista. Mi fa un po’ pena perché ha lo sguardo di chi sa di non avere alcuna chance.
-Quale ragazza?
-Quella- Kenma si avvicinò di più a lui e spostò il suo volto verso la direzione che voleva fargli vedere -quella che sta ballando con l’amica bionda e bassa. A proposito di questa, totalmente innamorata della corvina ma anche lei sa che non potrà mai essere ricambiata.
Kuro ridacchiò per poi commentare -sei davvero bravo… che mi dici di me?
Kenma si voltò verso di lui e trattenne il fiato nel rendersi conto di quanto fossero vicini, tuttavia non fece nulla per tirarsi indietro e dopo una leggera analisi commentò -Non lo so, sei… strano.
-Sì?- Kuro alzò un sopracciglio.
-Sì. Voglio dire, metà delle persone qui dentro vorrebbero farsi scopare da te e tu stai qui a giocare con me.
Kuro ridacchiò ancora, poi rispose senza riuscire a nascondere il leggero rossore che si diffuse sulle sue guance -Le ho già provate molte di loro, nulla di che. Tu sei interessante.
Kenma gli diede un leggero pugno sul braccio borbottando a mezza voce un “idiota”. Distolse anche lo sguardo, consapevole però che l’altro avrebbe comunque notato il rossore che gli stava colorando le guance.
 
-
 
-Questo drink è molto più alcolico di quelli che ho sempre preso o sbaglio?- borbottó Kenma dopo una smorfia all'assaggio. 
Kuro rise -Ti svelo un segreto: il barman mi fa i cocktail meno annacquati rispetto a quelli dei clienti. 
Kenma ne prese un nuovo sorso -Lo sto notando.
Quello era il suo solito ordine, solo che invece di farlo Kenma al bar l'aveva fatto Kuro come se fosse per lui, ricevendolo gratis. 
-Se non ti piace non devi berlo per forza. 
-È fruttato. Mi piace. Mi da un pó fastidio il sapore dell'alcool ma va bene. 
Kuro lo guardò di sottecchi mentre continuava con il suo lavoro. Infine, quando il più piccolo finí il drink, domandó curioso -reggi l'alcool? 
-Abbastanza- rispose Kenma con le guance leggermente rosee e gli occhi più luminosi del solito. 
-Definisci abbastanza. 
-Non dovrai portarmi a casa in braccio, ma potrei parlare un po' più del normale. 
-Questo è molto interessante- un luccichio fin troppo divertito passò negli occhi del corvino -allora dimmi Kenma, c'è qualcosa che vuoi raccontarmi che normalmente non faresti? 
Il più piccolo ci pensò qualche secondo mentre si appoggiava contro la console -Tipo? 
-Tipo un segreto? 
-Mmmh… potrei averne uno. 
-Vuoi dirmelo o devo prima ordinare altro?
-C'era quel cocktail all'arancia e lampone che mi ispirava. 
Kuro rise, poi fece la sua ordinazione come richiesto. 
Mezz'ora e tre cocktail dopo, un Kenma non troppo stabile si appoggiò a lui e sussurrò contro il suo orecchio il suo segreto -In realtà i miei amici non mi costringono a venire qui, sono io che continuo a chiedere loro di venire da dopo la prima volta che ti ho visto. 
Kuro ebbe uno spasmo alle mani, poi cambiò canzone, urlò al microfono di divertirsi e battere le mani a ritmo di musica e, solo quando tutti furono ampiamente distratti, si girò leggermente verso Kenma e gli strinse una mano contro il fianco, adesso anche la sua bocca era contro l’orecchio del più piccolo, in questo modo riusciva a sentire il buon odore che i suoi capelli emanavano e il calore delle sue guance -magari ne parliamo meglio fuori di qui? 
-Se proprio vuoi parlare… 
 
-
 
Yaku era sul punto di picchiare il barman alto e russo che gli aveva chiesto i documenti per accertarsi che avesse l'età giusta per bere, quando Yamamoto lo raggiunse di corsa e attirò l'attenzione di lui e Kai (al suo fianco che gli stava impedendo fisicamente di uccidere il malcapitato) con urgenza. 
-Non sta morendo!! 
-Chi?- chiesero i due in contemporanea. 
-Kenma! Vi ricordate che abbiamo pensato al peggio per lui dopo che in questi quattro mesi non ha fatto altro che chiederci di venire in discoteca nel finesettimana? 
Gli altri annuirono. 
-Beh, ora si spiega tutto- e indicò un punto in mezzo alla sala della discoteca. Un punto che non fu difficile per gli altri due da individuare visto che Kenma, seduto sulla console del DJ a baciarsi direttamente con questo come se non ci fosse un domani, non passava di certo inosservato. 
-Oh, aveva solo una cotta!- sospirò sollevato Kai. 
-Tsk- commentó Yaku –che gusto di merda.
  
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