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Autore: Farkas    24/02/2023    2 recensioni
Per salvare la vita di sua zia Peter non ha altra scelta che fare un patto col diavolo. Non deve vendere l'anima, ma il suo matrimonio con MJ che verrà cancellato dalla storia, in modo che Mefisto possa cibarsi dell'infelicità che i due proveranno per l'amore perduto. Peter accetta e ottiene anche che tutto il mondo esclusa MJ scordi la sua identità, mentre lui e la rossa dimenticheranno di aver stipulato il patto. Ma Mefisto, vuole di più. E per ottenerlo fa leva su quello che è forse il sentimento più potente in grado di provare qualunque creatura senziente: l'amore.
Il demone dunque fa un'offerta ulteriore a Mary Jane: se entro un anno riuscirà a riconquistare Peter lui renderà loro il matrimonio, in caso contrario prenderà l'anima della rossa. Ma un uomo d'affari prudente sa che conviene diversificare gli investimenti e quindi Mefisto fa la stessa proposta anche a Felicia, permettendole di ricordare la vera identità di Peter ed eliminando tutti gli impedimenti a una sua storia con lui, garantendole una chance di successo.
Spinte dall'amore entrambe accettano. Chi vincerà questa diabolica scommessa?
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Curt Connors, Felicia Hardy, J. Jonah Jameson, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Un nuovo giorno

Capitolo 15: Ricevere guai

 
Correva l’imbrunire e lungo una squallida strada di Harlem, camminava triste triste il curato padre William.
Padre William odiava il secondo lunedì del mese perché era il giorno in cui riprendeva le opere di beneficenza, che nella prima settimana del mese interrompeva dal giovedì alla domenica con la scusa che qualcuno dei suoi fedeli volesse confessarsi per fare i nove venerdì o i cinque sabati*.
Non era propriamente una scusa, dacché il prete incoraggiava davvero i parrocchiani o anche i visitatori casuali della sua chiesa a fare le pratiche che garantivano la salvezza, ma la verità era che ogni volta che poteva astenersi dal visitare la popolazione più indigente della città, ne era contento. Quella gente gli faceva una pena tremenda.
Era mai possibile che nel terzo millennio, in quello che probabilmente era il paese più potente e avanzato del mondo, ci fosse ancora gente che viveva in simili condizioni? In case minuscole, dove per scaldarsi d’inverno il meglio era una coperta, mentre d’estate l’unico modo per cercare di stare freschi era aprire la finestra? Possibile che ci fossero ancora tante persone per cui mangiare tutti i giorni era tutt’altro che scontato? Dopo quelle visite al povero prete, la canonica pareva una reggia.
E c’era poi da meravigliarsi se tanti che crescevano in quel posto, quando i loro coetanei che avevano avuto la fortuna di nascere altrove s’impegnavano per imparare a parcheggiare, si univano a qualche gang di strada? In ogni caso quando andava da quelle parti, si portava sempre dietro una cosa che teneva provvidenzialmente nascosta in una manica, sebbene ciò lo facesse sentire sporco.
 “Che mondo è diventato questo, se un prete va a fare beneficenza ai poveri armato di pistola?” si chiedeva spesso il sacerdote. Però disarmato non avrebbe mai avuto il coraggio di inoltrarsi fra quei vicoli, popolati da gentaglia per cui Dio o la legge non significavano niente, gente in grado di pensare solo a come procurarsi il cibo che gli avrebbe permesso di tirare avanti ancora un giorno, o il vino e la droga che per un po’ avrebbero fatto dimenticare loro lo squallore della miseria. E la dottrina ammetteva pienamente il diritto all’autodifesa, come padre William si ripeteva ogni volta che toccava quell’arnese. Arnese che purtroppo non gli sarebbe servito, quando la ragazza bionda che lo pedinava da circa mezz’ora, lo avrebbe aggredito alle spalle, per condurlo alla stessa sorte dei tanti altri che aveva rapito.
 
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Norman giocherellava con una cornice che conteneva una foto di Gwen. Quella vista fece sì che la sorpresa e la paura di Peter, venissero sostituite dal desiderio di dare un pugno in faccia alla sua nemesi.
-Allora Peter, come va il lavoro? Immagino che al Bugle sia diverso senza Jameson- esordì l’uomo.
Il giovane Parker rilevò che c’era almeno una dozzina di agenti delle forze speciali dentro casa, ma che almeno Osborn non si era portato dietro i suoi super scagnozzi. Non ricordava niente e non aveva pensato fosse necessario sfoderare i grossi calibri.
Sforzandosi di comportarsi come una persona normale, Peter boccheggiò: -Signor Osborn… che… che cosa ci fa qui? -.
-Sospetto che tu nasconda informazioni su un pericoloso latitante. Uno che hai fotografato per anni-.
-Sono passato al gossip. Bennett preferisce quello-.
-Lo so. Ma scommetto che puoi ancora trasmettere questo messaggio all’Arrampicamuri-.
Un attimo dopo due degli agenti immobilizzarono Peter mentre tre loro colleghi si lanciarono su di lui effettuando un pestaggio tremendo… per una persona normale. Su Peter quei colpi ebbero più o meno l’effetto di sassate su un carro armato. Non che non facessero male, ma non gli procurarono danni.
-Basta così, è pur sempre un amico di mio figlio. A presto Peter. E di all’altro tuo amico di prepararsi alle sbarre alla finestra- sentenziò Osborn prima di alzarsi e avvicinarsi alla porta con nonchalance. Poco dopo i cosiddetti tutori della legge lo seguirono, lasciando il fotografo sdraiato a bocconi sul pavimento.
Peter avrebbe potuto rialzarsi subito, ma era certissimo che Osborn avesse lasciato qualcuno a sorvegliare l’appartamento da fuori e sarebbe stato sospetto rialzarsi subito, quindi rimase con la faccia sul pavimento per cinque minuti buoni, chiedendosi come uscire da quel pasticcio. La cosa migliore sarebbe stato appendere il costume al chiodo fino a che Norman non se ne fosse tornato a Washington, ma sarebbe stato come darla vinta a quel pazzo criminale, senza contare che c’era bisogno dell’Uomo Ragno.
Sentendo bussare alla porta, il castano si rialzò e andò a riaprire pensando:“Fa che non sia Felicia che ha saputo di non dover andare a lavoro e ha deciso di venire a farmi un’improvvisata. Ci manca solo questa”.
Fuori dalla porta c’era Harry.
-Da giornalista, immagino tu sappia già chi è appena ritornato nella grande mela. Be’ darò un ricevimento per lui questa sera con tutti i miei amici e ne approfitterò per presentargli Lily. Ci terrei venissi anche tu- annunciò mentre entrava.
Peter avrebbe preferito farsi un round con i Sinistri Sei, ma purtroppo non poté far altro che dire: -Certo. A che ora? -.
-Otto e mezza. Ah, ovviamente ci sarà anche MJ, spero non sia un problema-.
-No, certo che no. Non devi smettere di esserle amico, perché ci siamo lasciati- sospirò Peter.
Norman sosteneva Crowne. Avrebbe potuto non gradire che suo figlio frequentasse la figlia di Hollister. E sarebbe stato tutta la sera vicino a lui e MJ. Peter ripensò alla settimana precedente, quando lui e Felicia avevano rischiato di farsi divorare da un’orda di topi e si disse che avrebbe preferito mille volte essere di nuovo in quella situazione, che andare a quel galà.
“Be’ questo la dice lunga su come funziona la mia vita mi pare” si disse amaro il castano, mentre chiedeva all’amico di aiutarlo a scegliere l’abito.
 
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I pensieri di MJ erano stati più o meno paralleli a quelli di Peter una volta che Harry l’aveva invitata alla serata. Avrebbe tanto voluto rifiutare, ma si era detta che se Osborn senior si fosse messo a criticare il figlio per la sua relazione o per la catena di bar, a Harry avrebbe fatto bene un po’ di supporto. E Peter sinceramente doveva avere già abbastanza carne al fuoco di suo, nel vedere il suo peggior nemico celebrato come un eroe nazionale. Non si poteva pretendere che cercasse pure di rimediare alle mancanze di Norman come genitore, oltre a quelle che commetteva nei confronti del codice penale.
“Sono sopravvissuta a esperienze peggiori legate a Norman Osborn che una serata in cui tutti gli faranno i complimenti” si era detta, cercandosi di convincere che teneva più a consolare Harry in caso di bisogno che sollevare Peter dall’obbligo di farlo.
Almeno ora solo lei sapeva che Peter era Spider-Man. Osborn non aveva più alcun motivo di farle del male. Non rischiava di fare la fine di Gwen. Non più.
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L’ampio salone in cui si teneva il ricevimento era bello e ben decorato, e ogni ingresso dell’edificio in cui era locato era sorvegliato da agenti federali, ma era più che probabile che in agguato da qualche parte ci fossero alcuni dei Vendicatori di Osborn. Peter non riuscì a non pensare a quanto sarebbe stato bello se Felicia fosse stata ingaggiata dalla sicurezza. Era vero che l’avrebbe voluta a un miliardo di chilometri da Osborn, ma la sua presenza sarebbe stata una consolazione.
Già… ma per quale motivo? Avere un’alleata in più in caso di bisogno… o semplicemente avere lei vicino? Una domanda a cui Peter preferì non cercare di rispondere. Aveva già troppa carne al fuoco.
Capendo che era il momento della presentazione ufficiale, Peter fu costretto ad avvicinarsi al folle. Almeno il suo senso di ragno non segnalava nulla… eppure provava una sensazione alquanto simile a quella di quando scattava.
-Papà voglio presentarti la mia nuova ragazza, Lily Hollister-.
-È un piacere conoscerla- fece educatamente la bionda, stringendo la mano di Norman.
-Anche per me. Lei è la figlia di Bill Hollister, giusto? -.
-Spero non sia un problema-.
-No, certo che no. Ma francamente sono certo di aver puntato sul cavallo giusto. Una volta che avremo catturato l’assassino delle ragno-spie, o come lo definiscono più comunemente Spider-Man…-.
-Spider-Man? Mi pareva che Crowne le avesse chiesto di venire in città per catturare Minaccia-s’ inserì in tono tagliente MJ.
-Certo, certo. Ma quegli efferati crimini mi hanno sconvolto così tanto, che…-.
-Perché sono state ritrovate delle ragno-spie su un paio di cadaveri? – sbuffò Peter.
-Un paio? Credevo che un giornalista fosse più informato. La mancanza di Jonah si fa proprio sentire- rispose sprezzante Osborn.- Sono state trovate ragno-spie su dodici cadaveri. Il killer si è scatenato. Sono stati riferiti solo pochi casi per non provocare il panico-.
“Ah, bene. Di sicuro a Bennett non sarà parso importante parlarne, quanto adulare Crowne e screditare Hollister” si disse amaro Peter. “Dodici omicididovrò davvero dedicare un po’ di tempo a questa faccenda. Lo posso aggiungere al milione di cose di cui preoccuparmi”.
-Andiamo papà, questa è una serata speciale. Non sprechiamola per parlare dell’Uomo Ragno- sbuffò Harry.
-Hai ragione Tesoro- convenne languida Lily.-Evitiamo anche l’argomento “Elezioni” per stasera-.
-Tenterò, ma anche Crowne presenzierà. Spero tu capisca Lily-.
 
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Dopo un’ora in cui aveva dovuto sopportare gente che lisciava il pelo a Goblin, quando Crowne lo elogiò per le sue azioni in difesa della giustizia, Peter pensò il pensiero che aveva sempre pensato che non avrebbe mai potuto pensare
“Quanto vorrei star combattendo i Sinistri Sei in questo momento”.
La cosa lo fece rabbrividire.
-Seratina pesante, eh? - commentò una voce familiare.
Un attimo dopo MJ si sedette sullo stesso divanetto su cui si era accomodato il suo ex.
Peter annuì.
-Tieni duro, Tigrotto. Il momento per intervenire arriverà- sussurrò la rossa, mettendogli una mano sulla spalla. Il contatto lo fece sentire rinfrancato per un istante… ma in quello dopo gli venne in mente Felicia e di colpo stare così vicino alla rossa parve sbagliato.
Però… era non voleva che Mary Jane sparisse dalla sua vita per sempre.
-Senti Peter… lo so che non potrà più essere come prima- cominciò MJ. -Ma ci tengo a farti sapere che…-.
Che?” si chiese Peter, sperando di sentire qualcosa che potesse farlo sentire un po’ meglio o almeno un po’ meno in colpa. Quando era tornato a casa e l’aveva trovata vuota, ovviamente ci era rimasto male, ma una parte di lui non ne era rimasta sorpresa. Una parte di lui se l’era sempre aspettato. E come poteva essere altrimenti? Era già tanto che MJ avesse sopportato per tanto tempo. In quel preciso istante, con tempistica perfetta si udì un urlo lacerante.
-HARRY! - fecero i due balzando nella direzione da cui proveniva la voce del loro amico.
 
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La distruzione del F.E.A.S.T. era stata un duro colpo per Eddie Brock. Più per il fatto che non avesse dove dormire, perché così non aveva scopo da dedicare ai suoi ultimi giorni. In quel momento si trovava dal medico che lo aveva in osservazione. Almeno quella mattina i suoi dolori erano meno forti.
Il termine delle analisi, avrebbe determinato i dosaggi da applicare alle sue medicine. Con un sospiro si disse che presto sarebbe tutto finito, ma malgrado fosse in stato di grazia non trovò molto conforto in quel pensiero.
 
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Lily giaceva svenuta vicino all’entrata di una toilette, con un coltello piantato in una gamba e i frammenti di un grosso vaso attorno al capo. Sul petto aveva un foglietto con su scritto “RITIRATI HOLLISTER O LA PROSSIMA VOLTA NON CI ANDRO’ COSI’ PIANO”. La grossa “M” rossa scritta proprio col sangue di Lily, lasciava pochi dubbi sull’identità dell’autore del messaggio.
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Pratiche religiose che danno la certezza di evitare l’inferno, che richiedono di fare la comunione in determinati giorni.
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
E rieccomi. Poca azione qui, ma mi serviva per poterla presentare in futuro. Questa storia richiede una certa introspezione e quindi non posso descrivere scazzottate in ogni capitolo.
Spero di riuscire a dare a MJ un ruolo un po’ più importante nei prossimi capitoli grazie alla presenza di Norman.
Felicia ha avuto il suo momento al fianco di Peter già da un po’, ma con lei è molto più facile considerando che quando Peter si mette a fare a botte, lo può aiutare. Mary Jane invece no. Per carità per essere coraggiosa è coraggiosa, ma semplicemente non è in grado di stare al fianco di Peter in certe situazioni.
Ringrazio tutti quelli che seguono/preferiscono/recensiscono e spero che la storia continui ad appassionarvi.
 
 
 
 
  
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