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Autore: Farkas    26/02/2023    1 recensioni
Passano gli anni, cambiano le generazioni, ma certe cose non cambiano mai come il fatto che è la bacchetta a scegliere il mago. Gerard Olivander, figlio del leggendario Garrick Olivander ha assunto la guida dell'attività di famiglia ed è pronto a vendere le sue bacchette ai maghi e alle streghe che si preparano a cominciare la loro istruzione.
Jon, Tyrion, Daenerys, Eddard e tutti gli altri personaggi del Trono di Spade entrano nella bottega alla ricerca dell'oggetto che diverrà il loro compagno inseparabile. Se siete curiosi di vedere quali bacchette li sceglieranno (e di saperne un po' di più sulle bacchette), non vi resta che entrare in negozio con loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davos Seaworth, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando il gioco si sposta a Hogwarts'
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La scelta della bacchetta

 

Capitolo 16: Due bacchette per due guerrieri

 
La mattina del quattordici gennaio Gerard era arrivato in negozio da nemmeno dieci minuti, quando la porta venne aperta con tanta foga da traballare sui cardini.
“Accidenti qui abbiamo un cliente impaziente!” si disse Olivander un attimo prima che un ragazzino moro, e dai grandi occhi azzurri entrasse nella bottega. Era così alto che il fabbricante si chiese cosa volesse, prima che annunciasse a gran voce di essere venuto a comprare la sua bacchetta.
“Quindi ha undici anni?! Gliene davo tredici come minimo” si disse stupito l’uomo prima di prendere il metro. Tuttavia i lineamenti del ragazzo gli erano familiari, e in un lampo rammentò quando aveva venduto le bacchette ai suoi genitori.
-Stia fermo un momento signor Baratheon- annunciò, mentre il ragazzo cercava di muoversi a ritmo con il metro, forse credendo di aiutarlo.
-Visto che sono alto, pensavo potesse aver bisogno di aiuto- replicò Robert.
-Non si preoccupi: il mio metro ha misurato persone di tutte le taglie … bene, bene… mmm… aspetti un secondo signor Baratheon-.
Qualche minuto dopo essersi allontanato, Olivander tornò con in mano una mezza dozzina di scatole.
-Iniziamo da questa: ciliegio, crine di unicorno, undici pollici e tre quarti, rigida-.
Il fabbricante aveva appena finito di declamare le caratteristiche della bacchetta, quando il suo cliente gliela strappò di mano e la agitò con furia. Non accadde assolutamente nulla.
-Uffa! - sbottò il ragazzino.
-Non si preoccupi, la prima non è quasi mai quella giusta… ehi aspetti! -.
L’esclamazione derivò dal fatto che Robert dopo aver appoggiato la bacchetta sul bancone, aveva afferrato e aperto un’altra scatola di testa sua.
-Pioppo tremulo e corda del cuore di drago, tredici pollici e mezzo, flessibile. Perfetta per gli incantesimi- commentò seccato Olivander, mentre il giovane Baratheon mulinava la bacchetta per aria. L’unica cosa che ne uscì furono un paio di scintille.
-Non va bene, eh? - commentò deluso Robert.
-Non credo, no. E per favore lasci fare a me- fece l’adulto, prima di porgere al moro un’altra bacchetta: - Cipresso, corda del cuore di drago, undici pollici. Estremamente rigida-.
Il risultato fu un asfittico fil di fumo nero, stesso colore di cui stava diventando l’umore del ragazzo.
-Non si abbatta, certe persone ne impugnano decine prima di trovare la loro- lo rincuorò Gerard.
“Sarà, ma io preferirei trovarla subito!” pensò stizzito il fratello maggiore di Stannis.
Dopo altri sette tentativi falliti, il moro cominciò a sentirsi scoraggiato.
Moriva dalla voglia di avere la bacchetta, ed era riuscito a convincere suo padre a farlo andare a Diagon Alley il giorno stesso in cui compiva undici anni, invece di aspettare l’estate, però aveva creduto che avrebbe capito subito quale era lo strumento adatto a lui, invece non c’era stata nessuna differenza. Ognuna di quelli che aveva preso in mano, avrebbe potuto benissimo essere un altro di quelli presenti in negozio e per lui non avrebbe fatto alcuna differenza.
-Coraggio tenti con questa: legno di ontano, corda di cuore di drago, tredici pollici, sorprendentemente flessibile. Molto potente, adatta solo a un grande mago-.
Smanioso Robert afferrò la bacchetta, ma tutto ciò che ne uscì quando la agitò fu qualche pelo nero.
-Ne devo provare un’altra- sospirò Robert.
Una dozzina di tentativi falliti dopo si stava davvero spazientendo. Perché doveva essere la bacchetta a scegliere lui e non viceversa? Olivander si allontanò per prendere altre bacchette e Robert decise che tanto valeva provarne qualcuna scelta da lui. Prese una scatola a caso e ne tirò fuori una bacchetta decisamente corta. Non appena la agitò, l’inchiostro del calamaio poggiato sul bancone gli schizzò sulla faccia di Robert, facendo sembrare che gli fosse cresciuta una notevole barba nera.
-Proprio non riusciamo a essere pazienti eh? - commentò Olivander di ritorno. - Quella è di castagno e drago, dodici pollici e un quarto, rigida. Chiaramente inadatta. Lasci fare a me. So che può essere frustrante, ma non otterrà nulla pescando a caso-.
-Il drago. Qui ci vuole il drago- mugolò Olivander, dopo che i due ebbero scartato una bacchetta di ebano e fenice. - E misure non standard… mmm… si… si forse una di quelle due… aspetti un attimo e non tocchi niente! -.
Robert decise di obbedire e un dopo pochi minuti Olivander portò con sé due scatole una molto lunga e una molto corta.
-Cominciamo da questa: noce, otto pollici, corda del cuore di drago, rigida-.
-Come mai è così corta? -.
-Per ora limitiamoci a vedere se va bene- rispose gentilmente il fabbricante.
Appena il giovane ebbe agitato quella bacchetta una dozzina di scatole si scagliarono contro di lui come proiettili. Il neo-undicenne riuscì a scansarle solo tuffandosi di lato.
-Per la barba di Merlino! No, questa proprio non va bene! -.
Un attimo dopo porse a Robert che si era appena alzato un’altra bacchetta, molto più lunga della precedente, anzi più lunga di tutte quelle che lui avesse mai visto.
-Prugnolo, corda del cuore di drago, sedici pollici, rigida. La bacchetta più adatta a un guerriero! -.
-Questa invece è lunghissima! - fece stupito il moro prendendola in mano. La agitò rischiando di ficcarla in un occhio al proprietario del negozio che si scansò appena in tempo, per evitare il getto d’acqua che ne uscì.
-È questa la mia bacchetta! - esultò Robert.
-Già. Abbiano dovuto provarne trentasette, ma alla fine gliel’ho trovata-.
Il giovane Baratheon se la fece ruotare in mano, poi chiese: -Scusi, ma è così lunga perché io sono molto alto? -.
-Be’ un po’ l’altezza centra sempre, ma la lunghezza della bacchetta è determinata da molti altri fattori. Credo che se questa l’ha voluta come padrone, sia perché lei ha una grande personalità-.
Robert sorrise, pagò e afferrò la scatola non appena fu incartata. Non vedeva l’ora di farla vedere a Ned! Sperava solo che l’amico si sbrigasse a prendere la sua.
 
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Anton Gregorovitch era ormai nel pieno della sua giornata lavorativa quando si vide entrare in negozio un ragazzo dalla pelle color rame, con capelli neri e occhi dello stesso colore, alto e muscoloso per la sua età.
-Sono venuto per comprare la mia bacchetta- sentenziò quello in tono deciso.
-Stia fermo mentre prendo le misure- si limitò a dire Anton, mentre batteva le mani per far avvicinare il metro al cliente.
-Mmm… ci potrebbe volere del tempo- borbottò dopo aver visto i dati.
-Sambuco, crine di Thestral, flessibile trentuno centimetri e settantacinque -.
Drogo agitò la bacchetta senza che accadesse nulla.
-No. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso. Provi questa: tasso, trenta centimetri e quarantotto, crine di Thestral, rigida-.
Drogo la puntò contro il metro che poco prima gli aveva preso le misure e lo ingrandì, ma scosse il capo e riconsegnò la bacchetta.
-Non va bene-.
-No-convenne Gregorovitch.- Forse, quella giusta è questa: frassino, piuma di fenice, trentotto centimetri e un millimetro-.
Drogo ne cavò un paio di scintille, ma sia lui che il fabbricante capirono che anche quella bacchetta non andava bene. E nemmeno una di canna e fenice si rivelò adatta. Le quattro bacchette successive invece furono di drago e anche se da esse non ne uscirono che scintille, Gregorovitch parve piuttosto soddisfatto.
-Ritengo sia meglio concentrarsi col drago. Lei sembra avere una certa affinità per quel nucleo, signor Drogo-.
-Come fa a sapere chi sono?
-Ho venduto la bacchetta anche a suo padre Bharbo. La somiglianza è evidente- rispose Anton.
-Prugnolo, trentaquattro centimetri e ventinove, corda del cuore di drago, rigida. Uno strumento semplicemente eccelso per i duelli-.
Non appena la prese in pugno Drogo, capì di aver trovato la sua bacchetta; la puntò verso l’alto e la scatola che l’aveva contenuta fece una rapida ascesa, fermandosi all’altezza degli occhi del ragazzo.
-La prendo- si limitò a dire quest’ultimo, senza neppure guardare le monete, mentre le poggiava sul bancone.
Anton fissò il giovane e capì che aveva compreso la solennità del momento e per non sciuparla, non gli disse che in realtà era stata la bacchetta a prendere lui. Lo avrebbe capito da solo col tempo.
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Ultimamente pare proprio che sia fissato con bacchette simili, eh? In verità quelle di Robert e Drogo mentre le elaboravo mi sono venute fuori così uguali, che ho pensato che non valesse la pena di dedicare loro due capitoli separati.
Le loro bacchette sono costituite dagli stessi elementi, anche se di lunghezza diversa. Daenerys non sottoscriverebbe, ma io credo che i due si somiglino molto. Il prugnolo è perfetto per i guerrieri e Drogo e Robert sono per l’appunto dei guerrieri. Dei grandissimi guerrieri.
Dato che in Bulgaria si usano i centimetri la misura della bacchetta di Drogo è espressa in essi, comunque sarebbe di tredici pollici e mezzo. Quella di Robert è più lunga perché lui è un grande leader che ama lo sfarzo e i gesti teatrali direi, mentre Drogo anche se è a sua volta un leader forte non è uno che perda tempo con la teatralità per quanto mi riguarda a parte con l’esecuzione di Viserys, che però se l’è proprio cercata.
Grazie per aver letto fino a qui e alla prossima.
  
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