Tu credi forse nella vita oltre,
Tu pavido di fronte al grosso nulla?
Temi l’oblio e l’ignota coltre
E lo sonno eterno non ti trastulla?
Mira la vespa, unità dello sciame,
Unita in un’unica universale unione,
Nulla lei stima, dolore o fame
Né si lascia a un pietoso istrione.
Un mese e niente poi più respira
Questa formica dall’ali taglienti
Ma lo suo cuore brucia di pira
E lo suo battito disperde li venti
Tanto lei vive con sì gran passione
Nel servir l’unitario suo amore
Ch’è poligamo con tutto il rione
E ogni antenna per lei se more.
Nel breve frammento di storia terrestre
Ch’è la sua vita, arde più forte
D’ogni uomo che mai fu pedestre
Sul globo terracqueo e teme la morte.