Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |       
Autore: ValeAlcazar    28/02/2023    2 recensioni
Una long che ho scritto con Manu Roja sulla visione del ballo del Generale
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Madame Jarjayes, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Perdonami capitolo 1

Capitolo 1


Versailles, Gennaio


Un tripudio di lanterne illuminavano a giorno la Reggia, quando un gentiluomo in uniforme varcò il cancello principale del Castello.

Il Generale Jarjayes, era rientrato inaspettatamente da una campagna militare in Belgio, in quanto la situazione ai confini che doveva presidiare con il suo Reggimento era notevolmente migliorata.

Si era recato direttamente a Versailles, senza neppure passare da Palazzo Jarjayes per cambiarsi, voleva trascorrere quella serata in compagnia della sua adorata sposa Madame Marguerite, impegnata come sempre nel ruolo che la vedeva come dama di compagnia della Sovrana, tenendola per lunghi periodi lontano da casa.

Girovagando tra le varie anticamere della Reggia e non riuscendo nell’immediato a trovare la consorte attirato dalla moltitudine di cortigiani che affollavano i soloni, il Generale decise di fermarsi al sontuoso ballo di gala che si teneva ogni anno per celebrare la Dea dell’inverno, si teneva nella magnifica ed imponente sala di Diana.

Entrato, dopo varie riverenze e convenevoli rivolte come usanza tra nobili, si diresse verso l’immenso banchetto, che non era stato del tutto saccheggiato, conservava ancora rimasugli di cibo e calici di buon vino.

Jarjayes si versò da bere, mentre ascoltava senza pretesa le ciarle di cortigiane che da dietro i ventagli indicavano una dama che fin dal suo ingresso aveva attirato la loro attenzione.

Il Generale sorrise, in fondo Versailles era il regno di pettegolezzi oltre che degli intrighi e delle congiure, distrattamente sorseggiando la coppa di vino dolce della Borgogna, attratto da quelle frivole chiacchiere salottiere, alzò gli occhi verso il centro della sala notando una scena che lo lasciò letteralmente esterrefatto.

Il Conte di Fersen stava trattenendo una donna avvolta in un candido abito bianco, che appariva smarrita e nervosa quasi a volersi sottrarre da una situazione incresciosa.

Colei che velocemente alzando le gonne gli passò accanto quasi travolgendolo nell’impeto della sua fuga, aveva una parvenza familiare attirando l’attenzione del Generale.

Spinto da un filo invisibile, seguì la fanciulla che si allontanava in tutta fretta fra la sorpresa degli invitati lasciando attonito in mezzo alla sala uno sbalordito Conte di Fersen.

La dama si precipitò verso lo scalone maggiore, e fu alla luce di quegli immensi lampadari che troneggiavano sui vasti soffitti, che il Generale non riuscendo a ricacciare la strana sensazione che lo aveva investito fin dal primo istante, lasciò il ricevimento e rimanendo a debita distanza s’incamminò dietro quella figura, mentre il tremulo luccicare di mille candele che danzavano imprimendo e fluttuando nell’aria il loro bagliore lo riscosse, ponendo in evidenza nella scollatura che si apriva sul retro dell’abito, tra le scapole, il marchio indelebile di una cicatrice, ricordo dell’attentato perpetrato dagli scagnozzi della Polignac ai danni di sua figlia Oscar.

Il Generale non poteva credere che quella figura che si muoveva leggiadra fosse proprio Oscar, per questo non volendo che lo sorprendesse e tanto meno si accorgesse della sua presenza, restò nascosto nella penombra del ballatoio dello scalone di marmo.

Un vento gelido penetrava dagli spiragli delle finestre mentre Oscar senza badare alla fredda brina d’inverno imboccò il corridoio che conduceva all’uscita del palazzo, rabbrividendo non per quella sferzante nottata, ma per ciò che era appena avvenuto, sparendo alla vista nel dedalo di saloni, che conducevano alla porta della Reggia.

Il Generale incredulo, strinse forte il lungo bicchiere decorato di fine cristalleria che aveva ancora mezzo pieno tra le mani frantumandolo, stravolto, folgorato da quella visione fece ritorno all’interno della sala, alzando il capo, gli occhi stralunati, poggiarono la vista su uno degli innumerevoli specchi che decoravano le pareti, l’immagine riflessa era quella di un uomo ansante, allucinato, scosso da un tremendo turbamento interiore che non riusciva a contenere, mentre alcune gocce di vino si erano riversate spargendosi in infiniti rigagnoli investendo il colletto e la giacca della sua uniforme.

In quell’attimo aveva compreso ogni cosa, la consapevolezza di quella sua assurda pretesa di aver cresciuto sua figlia come un maschio, costringendola a vestire l’uniforme, era stata un’egoistica follia, un mero ed assurdo capriccio.

Aveva piegato quel bellissimo corpo di donna alla ferrea disciplina militare, l’aveva vessata infliggendole dure punizioni affinché celasse emozioni e debolezze spezzando quella natura che in quei frangenti gli si era palesata in tutta la sua innata essenza, lasciandolo terribilmente sconvolto.

Perché Oscar era a quel ballo indossando quelle preziose vesti che lui gli aveva interdetto?

Perché era fuggita con il volto solcato di lacrime dalle braccia di Fersen?

Il suo intuito lo portava a chiedersi se Fersen, con i suoi modi affabili e cordiali avesse tentato un qualsivoglia approccio con Oscar, facendone con le sue pretenziose moine di impenitente libertino una della sue innumerevoli conquiste.

Era risaputo che il Conte, seppur innamorato della Regina non si sottraeva ad avventure galanti, non glielo avrebbe permesso.

Avrebbe piuttosto voluto correre verso la figlia, offrirle la sua spalla di padre dove poter piangere e trovare conforto.

Il Generale si torceva le mani, mentre un rivolo di sangue, provocato da uno dei frammenti di vetro del calice che poco prima si era sgretolato nella sua stretta, gli scorreva copioso bagnando le dita, mentre svasato, confuso, udiva una voce dolce e suadente come un lieve accordo di musica che avrebbe riconosciuto fra mille, lo riportò alla realtà.

Augustin, sono stata avvertita adesso. So che sei venuto a cercarmi fino agli appartamenti Reali, che sorpresa!

Sua Maestà mi ha trattenuta più del dovuto, non credevo che tu saresti rientrato così presto, ti attendevo tra qualche settimana.”

Il Generale girò lo sguardo, a Madame Marguerite non sfuggì il pallore disegnato sul volto dello sposo, era avvenuto o aveva assistito a qualcosa che gli aveva fatto perdere il suo consueto sangue freddo.

Madame Marguerite vedendo il suo sposo così turbato chiese il permesso alla Regina di potersi congedare da lei per quella sera, sarebbe tornata ai suoi obblighi il giorno dopo.

Saliti sulla carrozza che li avrebbe portati a Palazzo Jarjayes, Madame Marguerite voleva capire cosa fosse successo al marito.

Cos’era accaduto in quel lasso di tempo intercorso tra quando era andato a cercarla negli appartamenti Reali e il loro incontro?

Lo aveva trovato sconvolto e con una mano sanguinante che gli aveva prontamente medicato il medico di Corte chiamato nei suoi alloggi alla Reggia, ora voleva sapere il perché del suo turbamento, quindi non esitò un’istante di più e con voce dolce e pacata chiese:

Augustin, per l’amor del cielo mi dici che cos’hai? Che ti succede?”

Il Generale sembrava con la mente lontano, gli occhi fissi a guardare nel vuoto.

Augustin, allora vuoi dirmi qualcosa per favore?”

Il Generale all’ennesima richiesta della sua sposa si ravvide, la guardò con gli occhi lucidi

Oh Marguerite, mia adorata. Sono stato un pazzo a fare di lei quello che non era, avresti dovuto vederla. Era bellissima, una visione celestiale.”

Madame Marguerite non capiva a chi il marito si riferisse.

Mi dici di chi parli? Non capisco a chi ti riferisci.”

Di Oscar, sto parlando di nostra figlia.”

Di Oscar?” chiese stupita Madame

Cosa c’entra nostra figlia in tutto questo!”

L’ho vista. Era qui al ballo in abito da sera e danzava con il Conte di Fersen.”

Cosa? Oscar era al ballo in abita da sera? Ma che vai farneticando. È impossibile. Ha mandato a dire che stava poco bene a causa di un leggero malore e che non avrebbe presenziato al ballo lasciando il comando a Girodelle. E tu ora mi dici che era al ballo e in abito da sera?”

Era lei ti dico? Era al centro della sala che danzava con il Conte di Fersen ma subito dopo è fuggita passandomi accanto e quasi travolgendomi senza accorgersene, era sconvolta.

Al suo passaggio ho avuto una sensazione, mi è sembrato di conoscere quella dama che poco prima danzava e dopo fuggiva via dal Conte.

L’ho seguita prima che sparisse dalla mia vista alle ultime luci che illuminavano lo scalone centrale, il mio sguardo è andato su qualcosa di familiare sulle sue spalle scoperte dalla vistosa scollatura dell’abito, una cicatrice posta proprio lì, tra le scapole.

È quella che le hanno inferto durante l’agguato qualche anno fa e dove proprio il Conte di Fersen l’ha salvata da morte certa se non fosse provvidenzialmente passato di lì quella sera.

Ne sono certo, era Oscar quella dama, ma non voglio sappia che l’ho vista e riconosciuta, sarebbe troppo per lei.

Giuro che se Fersen l’ha offesa in qualche modo se la dovrà vedere con me.”

Adesso era Madame Marguerite stupita e incredula alle parole del Generale.

Oh santo cielo Augustin. Se quello che asserisci è vero dobbiamo capire cos’è accaduto. Come faremo con Oscar?”

Non lo so mio adorata. Dovremo essere discreti con lei, troverò un modo. Tu stalle accanto.”

Il Generale non riusciva a togliersi dalla mente quella figura elegante e leggiadra di quella figlia bella come una dea a cui aveva proibito di essere la splendida donna che quella sera le si era palesata in tutto il suo essere.

Non smetterò mai, di chiederti perdono per ciò che ti ho fatto in tutti questi anni figlia mia.”

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: ValeAlcazar