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Autore: xwaterice    28/02/2023    6 recensioni
Missing moment o meglio missing thoughts appartenenti all’episodio 37, da collocarsi subito dopo lo scambio di parole con il Colonnello d’Agoult nella giornata del 12 luglio.
Ho voluto analizzare i pensieri e i sentimenti di Oscar, sola nel suo ufficio, nello scoprire la verità sullo stato della vista di André ma anche della sua stessa infausta condizione. La decisione da prendere non è semplice ma non potrebbe fare altrimenti e nemmeno vorrebbe. Grazie per la lettura!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le parole del Dr. Lassonne riecheggiavano incessantemente nel perimetro del suo ufficio spezzando un silenzio che non avrebbe, comunque, terminato di essere assordante.
Oscar portò alle labbra il quinto fazzoletto di quella giornata fin troppo importante per essere così quieta, anche se, francamente, quei pensieri che dalla notte l’avevano seguita fino in caserma erano abbastanza da riempire quella falsa tregua e quell’ancora più menzognera attesa.
Si sentiva ingannata. Si era fatta ingannare, in verità.
Lui che era sempre stato accanto a lei e con lei, lui che aveva passato una vita intera a sostenerla con quei confortanti silenzi e quelle parole talvolta ben dosate quanto taglienti, lui con quella presenza così costante tale da renderle impossibile, nonostante ci avesse provato, immaginare che potessero camminare su due sentieri diversi ma paralleli, di quelli che si inseguono ma non si incrociano mai. Non lo aveva mai pensato distante e nemmeno indietro, non quell’uomo che ai suoi occhi era l’emblema di quella nobiltà che non si misurava in livre e proprietà, e nemmeno in titoli o appellativi importanti.
Ma lei dov’era stata? Era colpevole di averlo lasciato da solo.
Per quanto tempo lo hai tenuto segreto?
Di fatto qualche dubbio in lei si era ingenuamente instillato: i piccoli frammenti del vetro del bicchiere dimenticati, la presa mancata della bottiglia per le strade di Parigi, lo sguardo assente e talvolta fisso all’orizzonte, il pugnale di famiglia che gli aveva scagliato a prova dell’impensabile e che una volta ancora era riuscito a dissimulare con la sua solita ed irritante discrezione.
Davvero non si era accorta di nulla o più vigliaccamente non voleva ammettere quella profonda disgrazia a sé stessa? Ne era responsabile per l’esatta metà del resto… e non c’era stata comunque.
Lei stessa lo aveva liquidato nella ferocia della ricerca del vero uomo dal sangue blu, e ora stava alzando chissà quale velata e magari risentita pretesa nei confronti della disinformazione in cui si era ritrovata.
La pretesa della padrona che non era mai voluta essere e che suo orgoglioso malgrado aveva disegnato e poi subito cancellato in un istante di quella rovinosa sera. Se lo avesse saputo, forse…
Che cosa avresti potuto fare?
Un lungo sospiro risuonò nella stanza.
Oscar si rese conto che, nonostante il voluto e necessario allontanamento, lei e André avevano smesso di parlare da fin troppo tempo e fin troppo facilmente avevano smesso di condividersi e di viversi.
Eppure entrambi avevano portato lo stesso identico fardello di amare per non essere amati piangendo una uguale e straziante agonia che, amaramente, non avrebbe potuto fare altrimenti se non dividerli; e forse era stata proprio la sua fortuna perché ora di quell’insopportabile oblio ne avrebbe fatto volentieri a meno, lo avrebbe scambiato di buon grado con quella verità che le era stata legittimamente negata.
Certa di doversi arrendere alla sua ingiusta assenza in quelle settimane, ora aveva la possibilità di agire come la Oscar che voleva essere, come la donna che aveva negato con tanta veemenza ma che come quel fiore sulle pendici del vulcano non solo è sempre stata presente ma ha sempre saputo dell’esistenza di quell’inevitabile amore che forse era troppo, troppo bello e prezioso per essere rivelato persino a sé stessa… ma ora era qui! Voleva essere qui e in nessun altro posto al mondo.
In fondo la vera non vedente era stata proprio lei: paradossalmente cieca all’amore che invece André, privato di non uno ma di entrambi gli occhi, aveva visto benissimo.
Deglutì bruscamente inorridendo all’ancora presente sapore metallico nelle sue fauci, come a rigettare quegli aggettivi che da estranei si volevano prepotentemente sentire parte della loro vita.
Il senso che guida l’essere umano, la vista che guida i suoi movimenti e i suoi gesti nonché il suo dialogo con il mondo… Era questo il prezzo che la vita gli stava chiedendo? L’equivalente di quell’assurda generosità che solo lui avrebbe potuto custodire, lui che fuori era involucro di ghiaccio mentre dentro bruciava di fiamme ardenti e vive che lei, acqua, non desiderava altro che spegnere.
Un istante solo, uno soltanto, in quel presente che da ferro ora le sapeva di dolce futuro che più soave e fugace non poteva essere immaginato.
Il futuro…
Una sposa vestita di rosso e dalla pelle lunare si presentò improvvisamente in quelle carte che ormai fissava immobile da immemorabile tempo. Legittimamente lo stava ingannando a sua volta.
Sussultò nell’intento di allontanarsi dal vivido di quella visione raccapricciante ma egoisticamente veritiera: avrebbe reso ancora più miserabile l’uomo che diceva di amare, lo avrebbe lasciato ancora una volta solo dopo essersi appena promessa di non farlo, gli avrebbe donato infine non più sé stessa ma il suo sonno eterno. Non era giusto. Sapeva di non averne il diritto ed era consapevole di essere, per l’appunto, un’egoista.
D’altro canto sapeva anche che il suo mal sottile non le faceva poi così paura se condiviso con le tenebre di André. Lui le avrebbe dato il respiro che le mancava e forse le leggi della Medicina sarebbero state clementi e misericordiose nella certezza che nessuno dei due avrebbe mai potuto perdonare l’aver messo a tacere quel cuore fibrillante ormai stanco di vivere da solo la sua guerra.
...il nostro futuro.
Non aveva bisogno di sapere nient’altro.
Oscar prese tra le mani le missive che aveva dipinto di rosso scarlatto e, dopo averle accuratamente nascoste nella tasca interna della sua giubba, iniziò a scrivere brevi parole sul bianco immacolato della lettera che avrebbe consegnato a Nanny qualche ora più tardi una volta rientrata a casa come suggeritole dal Colonnello d’Agoult.
Ormai arrestatosi quel fiume in piena di inquietudini, con le tarde luci del pomeriggio iniziò il 12 luglio di Oscar François, arancio come il crepuscolo all’orizzonte che di blu non si sarebbe più sporcato.
   
 
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