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Autore: Alchimista    12/09/2009    8 recensioni
Un nuovo anno si apre di fronte agli uomini del X Tuscolano e con esso nuove avventure che metteranno alla prova la loro bravura. Tra sparatorie, sopralluoghi ed amori ecco la mia prima ff... ed un'ombra oscura si avvicina... un'ombra che viene dal passato.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                             LA VERITÀ DEL PASSATO

 

CAPITOLO 1°_ L’INIZIO DEL PASSATO

Un uomo con un capotto nero guarda da lontano una donna uscire dalla sua automobile. Il sole è alto nel cielo e la donna ha appena fatto la spesa: regge due buste nella mano destra e con la sinistra mantiene la manina di un bambino di circa tre anni. Sul suo volto ci sono delle piccole rughe che testimoniano il suo dolore, ma la sua bocca accenna un sorriso e sussurra amorevoli parole al figlio. Dall’ingresso del palazzo esce correndo un uomo anziano; prende la buste dalla mano della donna, le sorride e si avvia con lei ed il nipotino verso casa. Quante volte l’uomo in nero ha desiderato aiutarli, ma ora è impossibile. Un triste sorriso affiora lieve sul suo volto poi l’uomo scopare tra la gente di un caldo lunedì mattina.

«’Giorno Luca!»

«Buongiorno a te Raffè! Tutto ok?»

«Si…»

«Ancora nulla da Ale?».

L’ispettore scosse la testa: era da tempo che nessuno sentiva Alessandro; da quando era partito per quel viaggio coast to coast che aveva intenzione di fare con Irene.

 Irene. Luca e Raffaele pensarono a quell’amica che avevano perduto e il loro cuore fu preso dal dolore.

Mentre pensavano al passato Anna entrò nell’ufficio.

«È stato ritrovato il cadavere di un uomo nel suo negozio. È stato ucciso con una calibro 9»

«Andate tu ed Elena, ok?»

«Si… È tutto a posto ragazzi?».

I due annuirono, ma Anna uscì dalla stanza poco convinta.

«Raffè appena hai notizie di Ale informami!».

Il telefono squillò.

«Si? Si! Mmh… Si ho capito. Arriviamo subito!»

«Che succede?»

«È stata rapita una 17enne: dobbiamo andare dalla famiglia».

I due uscirono dal commissariato e salirono in macchina. Arrivarono a casa Diana in pochi minuti. La madre della ragazza con il volto contratto in una smorfia di dolore, accennò un falso sorriso e li fece accomodare su un divano di pelle chiaro; il marito le massaggiava delicatamente le spalle come a confortarla, ma anche il suo volto era scosso dal dolore.    

«Allora, signora…»

«Angela, Angela Diana…»

«Signora Diana, ci racconti tutto dall’inizio…»

«Ci siamo accorti della sparizione di Rita verso le 3 di questa notte quando non è rientrata. Era andata ad una festa di 18 di un suo compagno di classe, ma ci aveva promesso che sarebbe rientrata verso l’una… invece non l’ha fatto…»

La donna fu scossa da un fremito e cominciò a piangere tra le braccia del marito. Questo la strinse a se e guardando i poliziotti continuò il racconto.

«Abbiamo chiamato dei compagni di Rita, ma ci hanno solo detto di averla vista allontanarsi verso l’una…»

«Capisco… lei sa chi era il festeggiato?»

«Si: Giulio Motta; abita in corso Giulio Cesare n.55»

«La ringrazio… non preoccupatevi… vi terremo aggiornati…».

I coniugi annuirono e l’uomo li accompagnò alla porta. Luca era sovrappensiero.

«A cosa pensi?»

«Se fosse stato un rapimento per chiedere un riscatto avrebbero dovuto già chiamare…»

«Già, ma se non è così allora perché l’hanno rapita?»

«È quello che dobbiamo capire… per prima cosa dobbiamo andare da Motta…» 

Giunsero in poco tempo. Luca voleva vederci chiaro ed era particolarmente nervoso.

Quel sogno, ancora una volta quelle figure sfocate in lontananza… come se la vita gli stesse sfuggendo dalle mani… ma perché proprio ora? Dopo tutto quel tempo perché il dolore lo stava prendendo proprio ora? Sospirò e cercò di ritrovare quella calma e quel sorriso che non dovevano destare sospetti, perché ci sono dolori che non riusciva o, più semplicemente, non voleva confessare a nessuno, neanche ad Anna.

Scesero dalla macchina e bussarono al campanello della piccola casa. Dall’interno sentirono una voce che li invitava ad attendere e pochi istanti dopo un giovane aprì la porta.

«Buongiorno… posso esservi utile?» chiese gentilmente.

«Commissario Benvenuto»

«Ispettore Marchetti… dovremmo farle qualche domanda…».

Il ragazzo li fece entrare gentilmente, ma con un pizzico di inquietudine nascosto nel sorriso. I due si accomodarono e lo stesso fece Giulio.

«Sappiamo che ieri lei ha festeggiato i suoi 18 anni…» cominciò Luca e Giulio annuì

«… ed ha dato una festa invitando un po’ di amici, giusto?» continuò Raffaele ed il giovane annuì ancora.

«Vorremmo sapere più o meno a che ora è andata via Rita Diana»

«Mmh… Rita… credo se ne sia andata verso l’una… sa: lo aveva detto ai genitori… ma perché quest’interesse? Le è forse successo qualcosa?» chiese in tono preoccupato.

Raffaele guardò Luca come a chiedergli se poteva mettere al corrente il ragazzo dell’accaduto e questo annuì.

«Vede questa notte Rita non è tornata a casa: sospettiamo che le possa essere accaduto qualcosa, per questo siamo venuti a parlarle…»

Nel vedere gli occhi del giovane persi nel vuoto, Luca si fermò.

«Si sente bene?» provò a chiedere Raffaele «Ha bisogno di un bicchiere d’acqua?».

Il giovane annuì debolmente e Raffaele si avviò verso la cucina, mentre Luca si avvicinò al giovane.

«Io… l’amo…» cominciò a dire questo in stato confusionale «Non gliel’ho mai detto, ma l’amo…»

Raffaele gli porse il bicchiere d’acqua che Giorgio mandò giù in un sol fiato. Sembrò riprendersi, ma i suoi occhi erano ancora persi nel vuoto di qualche ricordo.

«In realtà noi avremmo bisogno della lista degli invitati… sa per escludere false piste e concentrarci su quelle più probabili…»

Il ragazzo sembrò rianimarsi.

«Credete che possa essere qualcuno di noi? Ma no! Che assurdità! Qui tutti le vogliono bene: del resto Rita riusciva a farsi amare da tutti…»

«Mi sta dicendo che non ha mai avuto un litigio? Con nessuno?»

Il ragazzo annuì sorridendo tristemente.

«In più di 5 anni che la conosco non l’ho mai vista litigare con nessuno… solo poche volte con i genitori, ma sono cose che capitano spesso con noi ragazzi… comunque vi farò avere la lista il prima possibile…»

«Grazie..» Raffaele cominciò ad uscire.

«Faremo il possibile per ritrovarla» disse Luca ed uscì anch’egli lasciando il ragazzo in balia di dolci ricordi.

Faremo il possibile per ritrovarla: che frase sciocca. Luca sapeva bene che ormai era inutile usarla, ma la convenzione riusciva ancora a fargliela pronunciare.

Ormai non consola più nessuno: se la dicessero a me non sarei consolato neanch’io pensò e salendo in macchina si avviò con Raffaele al distretto.

 

La vittima si chiamava Michele Albino, 52 anni, direttore di questo negozio di articoli per la casa» spiegò il medico legale ad Anna mentre Elena esaminava l’interno del negozio.

«Chi l’a trovato?»

«La moglie, questa mattina. Non si è sorpresa non trovando il marito a casa: ha detto che a volte usciva presto, ma quando ha trovato le serrande ancora per metà abbassate ha cominciato a farsi qualche domanda. Quando è entrata ha trovato quest’orribile spettacolo…»

Anna si voltò a guardare la donna visibilmente scossa.

«Grazie… chiamaci dopo l’autopsia, ok?»

Il medico legale sorrise, annuì e se ne andò, mentre Anna si avvicinò ad Elena.

«Che ne pensi?»

«Doveva conoscere il suo assassino… credo che lo abbia fatto entrare e poi, forse per non essere disturbato, ha abbassato a metà le serrande…»

«Mm… bisognerà comunque aspettare il referto della scientifica per capirne qualcosa in più…»

Elena no sembrava ascoltarla più… era perse in un ricordo…   

«Ele? Tutto ok?»

Le sfiorò il braccio e lei sussultò.

«Scusami Anna… mi sono distratta… il bracciale che indossava la vittima mi ha fatto ricordare quello che portava sempre Ale…»

Elena sospirò pensando a lui… era partito da ormai sei mesi e non aveva mai chiamato nessuno tranne due o tre volte Raffaele solo per informarlo che andava tutto bene e che non sapeva quando sarebbe ritornato. Lo amava, ormai lo sapeva, ma non aveva il coraggio di confessarlo: sentiva una strana sensazione di soggezione per la memoria di Irene e poi non sapeva cosa avrebbe detto… se l’avrebbe perso…

«Ci conviene tornare al distretto…» accennò Anna scuotendo l’ispettrice da quella catena di pensieri

«Si…» disse lenta e si avviarono verso l’automobile.

 

 

 

 

Lo Spazio dell’Autrice

 

Salve tutti! Premetto che questa è la mia prima fan fiction un po’ d’azione… quindi siate clementi.^^ Comunque questo capitolo è stato breve ed un po’ noiosetto e mi scuso con i lettori… ma bisognava pur scrivere un inizio e spiegare un po’ la situazione  no?? L’idea mi è venuta prima che si sapessero delle news sulla nona stagione quindi questa non c’entrerà affatto con quella ora in corso… e non arriveranno neanche nuovi personaggio (non so se purtroppo o per fortuna XD).

Spero di avervi incuriositi almeno in po’… Al prossimo capitolo intitolato CADAVERE (potevo risparmiarmelo qst titolo, eh?? Ma non me ne venivano di meglio… ^^’’’) dove si comincerà a intravedere qualcosina…

Mi raccomando leggete e recensite in molti! Mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate! A presto. Baci.

 

La vostra Alchimista!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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