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Autore: desigra2005    02/03/2023    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La grande tavola imbandita, il calore delle risate, le tante chiacchiere e noi tutti riuniti per il solo piacere di trascorrere un meraviglioso pranzo in famiglia mi fecero dimenticare per qualche ora tutti i problemi che nell’ultimo periodo si erano riversati su di noi con la stessa forza ed imprevedibilità di una valanga. “Questa mattina ho scambiato quattro chiacchiere con tutte le persone che erano in servizio ieri. Nessuna ha visto il pacco entrare e per di più finire nella stanza di Beatrice; ho visionato anche i filmati delle telecamere ma sinceramente non ho trovato nulla di interessante. Ho saputo da tuo padre che vogliono archiviare sia l’incidente di Caterina che quello di Loredana per mancanza di prove”. La forchetta mi cadde dalle mani provocando un suono sinistro nel momento in cui toccò il piatto, mia nonna mi rivolse uno sguardo molto preoccupato. “Non possono farlo! Lasciano che un potenziale omicida se ne stia a piede libero? Come possono pensare che torneremo alla nostra quotidianità se non trovano chi ci sta privando della nostra libertà?”. Il tono della mia voce dovette sembrare disperato perché Andrea, al mio fianco, mi prese la mano e cercò di tranquillizzarmi. “Tesoro, le indagini sono giunte ad un punto morto. Non credo ci siano molte possibilità che si vada avanti nonostante la nostra opposizione, dovremmo imparare a convivere con la realtà che ci circonda”. Mio padre sembrava demoralizzato, anche lui, come tutti, sentiva questa pressione metterlo a dura prova. “Ovvio, stanno cercando in modo errato e per questo non hanno trovato ancora nulla”. La nostra attenzione si rivolse tutta su Aurora che candidamente continuava a scarabocchiare sul suo piccolo quadernino. “Cosa vorresti dire? C’è qualcosa che non ci hai detto?”. Ecco che di nuovo mio padre si mise sulla difensiva, non riuscivo proprio a capire perché tra quei due ogni minima parola doveva essere considerata un affronto dall’altro. “Quello che ho detto. Le indagini sono state portate avanti per tentato suicidio per quanto riguarda Caterina ed invece per Loredana si è cercato un pirata della strada. Io credo che dietro i due episodi ed ora anche quello di Beatrice ci sia lo stesso mandante; è evidente che qualcuno ha preso di mira la famiglia. Chi può voler far del male a Giada, Loredana e Beatrice? Perché io non sono stata presa di mira?”. Anastasia che meglio di tutti noi conosceva la più giovane di casa tentò di smorzare il suo spirito investigativo. “Tesoro, non siamo in Venezuela. Conosco la vita che hai fatto, le persone che ti circondavano; qui è diverso, dovrai imparare ad essere meno sospettosa e a pensare che non tutti quelli che ti circondano vogliono farti del male”. Edoardo che fino ad ora aveva taciuto chiese ad Aurora di proseguire nella sua teoria. “E’ vero quello che dici Anastasia ma è anche vero che non credo a tutte queste coincidenze. Agli interrogativi che ho posto prima io mi sarei anche già risposta; non mi verrà fatto del male perché il mandante non sa della mia esistenza! Non mi guardate con quella faccia sconvolta, possibile che a nessuno venga in mente un nome?”. Fu Beatrice la prima a mettere in ordine il puzzle. “David! Ti riferivi a lui vero?”. Aurora applaudì e guardò l’ora. “Non male, visto le premesse pensavo di dover aspettare la mezzanotte prima che qualcuno arrivasse a lui. Credo sia ovvio no? Lui è partito poco prima che io arrivassi e a quanto mi è stato riferito ha minacciato di vendicarsi, i mezzi li ha e la malvagità anche”. Come una fitta nebbia che improvvisamente si dissolve ci rendemmo conto che il ragionamento della piccola Aurora poteva essere una pista più che concreta, Beatrice iniziò a piangere e Marco cercò subito di calmarla ma non ottenne altro che ulteriore isteria. “Mio Dio! E’ tutta colpa mia! Non solo sto mettendo in pericolo la vita di mio figlio ma ora anche la vostra. Devo pagare per tutti gli errori e le leggerezze che ho commesso in passato ma ciò non doveva ricadere anche su di voi, non so come scusarmi. Mi dispiace così tanto”. Il dolore di mia sorella era il nostro, sapevamo benissimo che lei non era colpevole ma allo stesso tempo nessuno riuscì a formulare una frase per consolarla o allievare il peso che minacciava di schiacciarla; con molta compostezza si scusò e si diresse verso la sua camera seguita da Marco che sembrava desolato per non riuscirle a dare ristoro. “Brava! Hai raggiunto il tuo scopo? Non potevi tenere le tue teorie per te e condividerle con me in un altro momento?”. La reazione di mio padre mi lasciò allibita, invece di prendersela con quel farabutto aggredì Aurora che altro non aveva fatto se non illuminarci con il suo brillante ingegno. Si alzò in piedi e strinse i pugni, lo sguardo di ghiaccio lo inchiodò alla sedia. “Dovresti ringraziarmi, se non fosse per loro probabilmente ti avrei lasciato vittima di quel delinquente! Non vedi l’ora di chiamare il medico e di farmi imbottire di farmaci come la mamma, vero? Sappi che ti combatterò fino alla fine”. Detto ciò, anche lei lasciò la tavola tra le proteste di Anastasia, che rivolto un ultimo sguardo inceneritore a mio padre, la rincorse. “Qual è il vostro problema? Perché non riuscite a trovare un punto di incontro? Sono giorni che vi osservo e papà non ti riconosco, ogni scusa è buona per darle contro”. Mio padre provato per la discussione decise di evitare di darmi spiegazioni, con il tovagliolo si pulì la bocca ed anche lui si ritirò nel suo studio con la scusa di una questione di lavoro dimenticata. “Nonna, ti prego, almeno tu dimmi cosa sta succedendo in questa casa”. La nonna era stranamente silenziosa. “Bambina mia, non sarò io a parlarne. E’ un momento molto difficile per tutti noi ma vedrai che ne usciremo più forti che mai. Ora continuate a mangiare almeno voi e rimanete a fare compagnia ad una povera vecchietta”. Il resto del pranzo proseguì velocemente, Edoardo si mise a parlare fitto fitto con suo fratello mentre io rimasi a scambiare quattro chiacchiere con Giada. “Ora che siamo rimasti soli, cosa andate a fare a Londra? Non raccontatemi la bugia del lavoro perché parlando con papà ho saputo che non c’è nessun impegno lì. I segreti stanno sgretolando le nostre famiglie, ve ne rendete conto?”. Edoardo era intenzionato a scoperchiare il vaso di pandora mentre io ed Andrea non eravamo ancora pronti a condividere i nostri dubbi. “Grazie fratello! Hai rovinato la sorpresa che volevo fare a Loredana!”. Arrossimmo entrambi, io perché consapevole della menzogna ed Edoardo perché si sentiva in colpa. “Che bello! Dai, anche se ora mia sorella ha compreso che non sarà un viaggio di lavoro non sa cosa l’aspetta per cui non è tutto rovinato. Sono sicura che non stia più nella pelle dalla felicità, non è vero Loredana?”. Questo fu il primo momento in cui mi resi davvero conto di essere molto cambiata, la vecchia Loredana non sarebbe mai riuscita a mentire, sarebbe arrossita, avrebbe balbettato e le mie sorelle avrebbero capito subito; oggi invece la mia voce risultò sicura, a tratti emozionata e nessuno ebbe da obiettare sulla veridicità del racconto. Salita in auto mi soffermai a guardare dal finestrino, in poche settimane erano cambiate così tante cose che era difficile ricordarsi chi eravamo prima; le difficoltà fortificano o disintegrano ed io non ero più così certa che la nostra casa fosse una fortezza inespugnabile.
   
 
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