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Autore: desigra2005    07/03/2023    0 recensioni
Ci sono amori che nascono per magia quando gli sguardi si accarezzano e le pelli si sfiorano, che non conoscono limiti, distanze e religioni, amori incondizionati, puri. Questa è la storia di Loredana, giovane fisioterapista, che tra amori, drammi, spensieratezza e speranze colorerà la campagna romana.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Devo ammettere che in tutta la mia vita non ero stata una gran viaggiatrice, anzi, escludendo le gite scolastiche le poche volte che mi ero recata in visita da qualche parte potevano contarsi sulle dita di una mano: il viaggio di maturità e la vacanza post-laurea. Entrambi erano stati organizzati da Rosa e per ovvie ragioni non riuscii a sottrarmi dall’accompagnarla; il primo fu un bellissimo tour delle isole greche mentre nel secondo visitammo la spagna, sia chiaro che conoscere una nuova cultura, scoprire posti nuovi ed ammirare le bellezze del passato mi ha sempre affascinato, quello che contesto è la concezione diversa di svago che avevamo entrambe. Rosa è una persona molto energica sempre pronta a cogliere l’attimo per divertirsi, la sua giornata ideale non dovrebbe iniziare prima di mezzogiorno ed ovviamente terminare ballando fino a notte fonda nelle più rinomate discoteche; ecco, io sono l’opposto: una mattiniera che spesso prima del sorgere del sole è già pronta ed elettrizzata per iniziare la giornata, trascorrerei gran parte del tempo tra cultura e avventura e relegherei il divertimento ad una cena ristoratrice per terminare la serata vedendo tramontare il sole. Il viaggio con Andrea era una completa incognita, si sarebbe rivelato più simile a me o a Rosa? Presto lo avrei capito. “Tesoro, ti vedo nervosa? Tutto bene?”. Il mio silenzio era stato notato. “Si, si. Stavo giusto ricordando le poche volte che mi sono allontanata da casa. Saper di dover andar via lasciando la mia famiglia in quella precaria situazione mi angoscia”. Andrea mi prese la mano tra le sue. “Staranno tutti bene, è solo per un weekend. Questa chiocciolina prima o dopo deve imparare ad uscire dal guscio nel quale troppo spesso vi si rifugia ed osservare il mondo con i suoi occhi. E pensare che ero convinto che tu avessi paura dell’aereo”. Gli diedi un buffetto sulla spalla ed insieme superammo i controlli aeroportuali. “Hai pensato a come giustificare la nostra visita alla cara cugina di campagna? A proposito, non mi hai ancora detto il suo nome”. Andrea mi guardò pensieroso. “Ci ho riflettuto a lungo e sono giunto alla conclusione che sia meglio vedere come si imposterà la conversazione in modo da rimanere il più naturali possibili e non destare sospetti, ho paura che un discorso pre-impostato risulti troppo fittizio e che poi sorgano innumerevoli domande. Si chiama Sandy, non è sposata, vive a Londra, lavora come insegnante ed ha accudito sua madre fino a che quest’ultima non è deceduta. Conduce una vita piuttosto tranquilla, al termine delle lezioni la maggior parte delle volte torna diretta a casa tranne il mercoledì e il venerdì che si reca in un club di lettura; poche amicizie note. Speriamo che non sia un tipo diffidente e si sbottoni un po' con noi”. Il mio sguardo allibito fissava il suo volto. “Non pensavo che i tuoi investigatori riuscissero a ricavare tutte queste notizie”. Andrea rise. “Li paghiamo profumatamente per questo e per tenere tutto all’oscuro dei miei genitori questa volta ho dovuto sborsare il doppio! Se non ne sarà valsa la pena sappi che è solo colpa tua se finirò sul lastrico. Ora goditi il volo e cerca di riposare”. Il buon umore di Andrea rilassò i miei nervi, sprofondai nel sedile ed ammirai dall’oblò il panorama. “Qual è la prima tappa del nostro tour?”. Il volo era durato poco più di due ore. “Il programma è questo: stasera cena in un bel posticino, domani mattina visiteremo Londra e nel pomeriggio faremo visita a Sandy; per domenica mattina non ho ancora organizzato nulla, anzi, se hai suggerimenti sono ben accetti. Dovrò fare visita anche ad alcuni amici ma cercherò di organizzarmi senza togliere del tempo a noi”. Sebbene non avessi avuto voce in capitolo annui accondiscendendo, infondo non aveva parlato di intrattenersi fino all’alba in un piccolo e chiassoso locale agitando tutto il proprio corpo e inspirando fumo e sudore! Dopo una breve tappa in hotel, con una vista mozzafiato sul Tower Bridge, ci recammo al ristorante per la cena. “Spero ti piaccia, ho pensato che avresti voluto degustare qualcosa di tipico. Purtroppo, siamo in ritardo per il thè ma spero che il resto sia di tuo gradimento”. Un punto per Andrea, aveva intuito la mia smania di conoscenza e si era assicurato di farmi immergere nella vita londinese; il posto scelto era molto piccolo ma veramente accogliente, i tavoli al suo interno, curati nel minimo dettaglio, erano disposti in modo da poter concedere intimità alle persone che vi si sedevano. “E’ veramente magnifico, l’illuminazione con le candele poi credo sia quel tocco in più che renda l’atmosfera ospitale e magica. Credo che anche tua mamma approverebbe la tua scelta, forse suggerirebbe una modifica alla disposizione floreale ma non credo che a noi interessi”. Ridemmo entrambi e ci accomodammo al nostro posto, il lungo vestito nero con profondo spacco sulla schiena, che avevo deciso di indossare per la serata, mi provocò un lungo brivido. “Andrea, sei proprio tu? Che sorpresa! Quando sei arrivato?”. Un uomo affascinante dagli occhi color nocciola si avvicinò e lo salutò calorosamente. “Mattia, che piacere vederti! E’ passata un’eternità dall’ultima volta che ci siamo incontrati, noi siamo arrivati questo pomeriggio e ci fermeremo fino a domenica; sto cercando di conciliare lavoro e cuore in un weekend”. L’uomo mi squadrò e mi sorrise. “Non ci presenti?”. I suoi occhi continuavano a guardarmi come se volessero trovare qualcosa. “Hai ragione, Mattia questa è la mia fidanzata Loredana”. A quelle parole il mio corpo sussultò, non avevamo ancora capito cosa eravamo in realtà o almeno era quello che pensavo fino a quel momento. Mattia porse la mano ed io avvicinai la mia, prima che riuscii a rendermene conto al posto della classica stretta di mano l’uomo si piegò in avanti e sfiorò il dorso con le labbra. “Incantato. Avrei scommesso su tutto ma non che Andrea trovasse una ragazza da presentare come la sua compagna”. Entrambi risero anche se mi accorsi di una leggera nota di disagio sul volto di Andrea. “Piacere mio. Se non sono troppo indiscreta, come mai?”. Credo sia oggettivo che la curiosità sia donna. “Siamo stati compagni universitari, di dottorato ed infine anche di master. Credevo di conoscerlo bene questo ragazzo ed invece stasera mi ha stupito. Credo tu sappia quanto si sia divertito in passato soprattutto dopo la rocambolesca chiusura della storia con Rebecca! Ecco non avrei mai sognato di rivedere quegli occhioni da pesce lesso”. Mattia diede una pacca sulla spalla ad Andrea, la situazione, a mio avviso, si stava facendo imbarazzante. Mi considerava la sua ragazza tanto da dirlo ai suoi amici ma allo stesso tempo non aveva mai fatto accenno al suo passato, della sua gioventù non conoscevo nulla. “Mio caro amico, i tempi passano e le persone cambiano. Rimarresti stupido dallo scoprire quanto io sia diventato serio e noioso. E tu invece cosa mi racconti? Hai trovato qualcuno che ti metta in riga?”. Mattia mi rivolse un altro sguardo di fuoco. “Con me è una causa persa, credo che la ragazza che mi metta definitivamente un cappio al collo debba ancora nascere. Forse esigo troppo dalla vita, oggi sperare di trovare una persona che sia intelligente, solare, con carattere e di bella presenza è un’utopia. Nel frattempo continuo a divertirmi conservando il mio cuore intatto per il magico incontro, anzi, dovete scusarmi ma l’amica del venerdì mi sta aspettando. Spero di rivederti prima che parti, amico mio e Loredana è stato un onore conoscerti, qualora cambiassi idea e vorresti un po' di brio nella tua vita mi trovi aldilà della stanza”. Andrea lo salutò lanciandogli il tovagliolo. “Perdonami, non pensavo che qui ci avrebbe trovato qualcuno”. Dopo che Mattia si era allontanato, Andrea sembrava aver ritrovato il buon umore sbarazzandosi della nota di disagio. “Figurati. Ovviamente, ora, la tua fidanzata non potrà sorvolare sul chiederti chi sia Rebecca”. Posi l’accento sulla parola fidanzata ma Andrea sembrò non faci caso. “Immaginavo. Ci conosciamo poco io e te ma a prova della mia serietà nella nostra relazione risponderò minuziosamente ad ogni domanda che deciderai di pormi. Parlare di Rebecca non è mai stato facile per me, fino a qualche tempo fa credevo fosse stato il mio primo amore; ci siamo conosciuti a scuola, ragazza brillante, figlia di un noto imprenditore, era di una bellezza ammaliante. Sua mamma era indiana e da lei aveva ereditato dei tratti inconfondibili e rari, i suoi occhi verdi contrastavano i lunghi capelli rossi. Ovviamente era anche molto intelligente, sapeva il fatto suo e non si faceva mettere i piedi in testa ma allo stesso tempo sembrava avere una dote innata per sembrare sempre perfetta in ogni occasione. Fui immediatamente rapito da lei, la nostra relazione durò tre anni e finì in modo burrascoso. Dopo l’incidente di Edoardo mi chiusi in me stesso, iniziai a bere e a fumare, capitava sempre più spesso di risvegliarmi in luoghi nei quali non ricordavo di essere andato o con persone estranee nel mio letto. Rebecca sapeva tutto eppure decise lo stesso di starmi accanto e più lei mostrava il suo lato compassionevole nei miei confronti e più io alzavo il tiro. Quando ormai la situazione divenne insostenibile mio padre decisi di portarmi in Svizzera per curare le mie dipendenze e Rebecca mi seguì abbandonando gli studi. Un giorno guardandomi allo specchio vidi soltanto l’ombra di me stesso e mi resi conto che non avrei potuto portarla con me all’inferno, l’affrontai e le dissi che non provavo più nulla per lei e che la sua indole da crocerossina poteva impiegarla con chi voleva effettivamente essere aiutato. Rebecca incassò il colpo ma ribadì la sua intenzione di voler rimanere al mio fianco, persi la pazienza e cominciai a distruggere la stanza nella quale eravamo e solo quando ogni oggetto era stato vittima della mia rabbia le urlai di andarsene e di non farsi più vedere. Non dimenticherò mai i suoi occhi spaventati. Ci siamo rivisti all’università, lei ha sempre rappresentato una pagina del mio passato che volevo solo dimenticare e quindi quando i miei amici facevano a gara per accaparrarsi un appuntamento con lei io cercavo di starle il più lontano possibile; non fu così perché nonostante tutti i miei buoni propositi l’attrazione che ci legava era molto forte. Rebecca era molto cambiata dai tempi della scuola ed oggi non posso non sentirmi in colpa per averla resa quello che è: una donna cinica, caparbia ed egoista. Non vorrei entrare nei particolari della nostra tresca universitaria perché sarebbe solamente un accanirsi sulla sua persona, ti basti sapere che fu una frequentazione non monogama e che in quell’occasione ci facemmo del male a vicenda”. Solo in quel momento mi resi conto di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo del racconto, come potevo immaginare che l’angelo biondo che avevo davanti in passato fosse andato e tornato dall’inferno?
   
 
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