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Autore: Roseline_    02/03/2023    2 recensioni
Perché il mio corpo reagisce così? È forse il modo in cui combatte?
La mia bocca sta diventando secca, e comincio a dubitare della mia intelligenza.
Adesso solo la letteratura riesce davvero a leggermi dentro.
«Che 'ntender no la può chi no la prova»
Genere: Angst, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Purin Fon/Paddy
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Lo scalo dell'astronave è scivoloso, di un luminoso blu elettrico.
La mano di Ghish continua a stringermi con prepotenza il polso, fecendomi diminuire pian piano la  circolazione sanguigna.
La mia frangetta è attaccata alla fronte dal sudore ,e la forte neve che cade imperterrita sul paesaggio offusca l'orizzonte.

Seguo con lo sguardo anche la vicina scia di un sentiero roccioso, illuminato da esserini che sembrano brillare di luce propria.

Occhi curiosi e indagatori ci osservano da una folta folla; sono presenti sia anziani ,che alieni molto piccoli, alcuni dei quali in braccio a quelle che sembrano essere donne aliene, etere e dalla pelle liscia, i più piccoli sembrano così adorabili: con i loro occhioni, i volti tondeggianti, e le lunghe orecchie a punta; altri più grandi invece sono divisi in piccoli gruppetti ,mentre additano e sorridono perfidamente.

Un alieno dall'aria severa e imbronciata si avvicina a noi, seguito dal suo lungo mantello piumato nero, e da una schiera di cyniclons divisi in file, rigidi e dagli sguardi duri.
Sono presenti sia uomini che donne.

Alzo lo sguardo al cielo, e non vedo un solo uccello, o alcun albero.
Solo neve ,e stalagmiti di ghiaccio attaccate al terreno.

«Signore , queste sono le umane per cui è stato avviato il progetto Mew ,che uccise nostra nonna durante l'operazione "Over There", avviata all'inizio degli anni quaranta del novecento , secondo la cronologia temporale terrestre.» dice Tart mantenendo una presa stretta sulle braccia di Puddy

Cronologia temporale terrestre?

Ragionandoci su un attimo, è logico che gli alieni calcolino un tempo diverso dal nostro, probabilmente anche le ore del giorno qui non sono ventiquattro...

Un'aliena dallo sguardo freddo e calcolatore, facente parte della squadra dietro l'alieno col mantello, si avvicina per sussurrare qualcosa all'orecchio del suo capo con fare da cospiratrice, dopodiché torna indietro, mentre mi perdo a guardare di sfuggita il suo fisico magro e atletico , e i suoi lunghissimi capelli lisci dello stesso colore dei miei, ma molto più spenti; l'anziano alieno parla di nuovo:

«Prima di portarle al cospetto della regina Kassandra , dovranno subire degli esami medici per certificare che non siano portatrici sane di qualche patologia terrestre, o di qualche batterio infettivo»

Non riesco neanche a muovermi o a reagire, ma in un attimo di lucidità penso a come poter sfruttare i miei poteri di mew berry, dato che sono ancora trasformata.

Guardo attentamente l'aria circostante, e oltre alla neve e gli spettatori alieni, noto un buco in pietra scavato nel terreno innevato, sembra quasi un pozzo storico, con una specie di canna da pesca sospesa sopra di esso, ma senza alcun secchio nelle vicinanze; poi più avanti è presente uno strano macchinario con delle ruote ,costruito con un materiale che non riesco a indentificare, la cosa più vicina a cui assomiglia è una catapulta ,con un coltello al posto del cucchiaio, il suo scopo sarà sicuramente bellico.

Vedo dei nuovi tizi in uniforme bianco sporco arrivarci vicino; mi si rizzano le orecchie da gatto nel costatare che hanno intenzione di esaminarci.

«Ascoltatemi bene, avete commesso un grave torto voi e i vostri simili, e la colpa che subbirete verrà decisa dalla stessa persona a cui avete fatto tanto male.» dice sempre lo stesso alieno dall'aria severa 

Nel frattempo scendono dall'astronave anche gli altri quattro alieni , e con una specie di telecomando chiudono il ponte levatoio.

Uno dei sai di Ghish è a pochi centimetri dalla mia gola , e gli alieni con lunghe tonache bianche si avvicinano trasportando dei lettini con delle piccole liane sopra.

«Consegnateci le spille» dice uno di loro prepotentemente

«Non scherzare» risponde Paddy serissima, e Tart le tira un forte calcio ,facendola inginocchiare a terra.

La sento tossire lievemente, e rialzarsi con qualche difficoltà, ma proprio nel momento in cui Tart sta per metterle una mano sulla bocca, lei gli morde forte il polso, facendolo indietreggiare leggermente dal dolore.

«Ahh, cavolo!» dice Tart stingendo i denti e toccandosi il polso , dove sono rimasti anche dei fili di capelli biondi di Paddy, strappati da uno dei suoi bracciali pieni di spuntoni.

Paddy si allontana velocemente, e riesce a fare un balzo allontanandosi dalla folla.

«Paddy! » urla Pam preoccupata

Lei atterra con grazia su una pietra sporgente innevata.
I suoi stivali gialli si scontrano totalmente con l'ambiente bianco circostante.

In realtà tutte noi sembriamo pesci fuor d'acqua, con le nostre gonne corte, e i nostri vestiti parecchio rivelatori; tutti sono vestiti con pesanti tuniche , e mantelli di pelliccia, alcuni avvolti persino da coperte.

Gli alieni qui siamo noi.

«Torna qui razza di gorilla!» urla Tart quasi intontito da ciò che è appena successo.

Provo a fare un passo verso la direzione in cui adesso si trova Paddy, ma il braccio vigoroso di Ghish mi afferra la vita.
Provo a divincolarmi ,ma mi stringe sempre di più , fino a farmi male, così guardo implorante verso di lui, il quale ricambia con uno sguardo  che mi ferma sul posto dall'autorità che trasuda.
Mi sento improvvisamente intimorita da lui, così guardo scossa per terra , senza sapere cosa fare.

«Ribbon Puring Ring Inferno»

Improvvisamente appiono due tamburelli fra le mani di Puddy, insieme ad una tradizionale melodia cinese , li batte insieme , ed esegue una capriola mortale in avanti, riuscendo così a bloccare Tart all'interno di un budino gelatinoso .

«Ascoltatemi bene! Noi non faremo assolutamente niente di nostra spontanea volontà.
Combatteremo fino alla fine!»

Spalanco gli occhi di scatto , Puddy ha ragione.

Perché non ci siamo ancora liberate?

Per un attimo mi sento avventata , e lancio un calcio dietro di me direttamente nell'inguine di Ghish, che allenta per un secondo la prasa sulle mie braccia, facendo una smorfia di dolore , e in quel preciso istante mi scosto da lui , saltando anch'io sulla stessa pietra di Puddy.

Si sentono diversi gemiti scioccati ,prima che Tart si liberi facilmente dall'attacco, facendo crescere un cactus che buca la gabbia gialla; dopodiché guarda verso Puddy accanto a me, con un'espressione gelida.

«Scendete subito di lì» dice Pai trattenendo con brutalità i polsi di Lori.

Faccio comparire all'istante la mia Strawberry ball ,tenendomi pronta per qualsiasi attacco.

Dopo qualche secondo di silenzio ,vedo correre verso di noi una strana bambina, scappata dalle braccia della madre, dal fisico secco e minuto ,con le tipiche lunghe orecchie da cyniclon, noto che ha dei semplici codini castani, con grandi occhi arancioni, è sembra essere l'inquietante versione femminile di un piccolo Tart.

«Voglio i capelli come i suoi mamma!» urla a squarciagola ,indicando col piccolo dito ossuto pallido i lunghi biondi capelli di Puddy.

Tenta di saltare sul sasso, e di  arrampicarsi sopra la mia compagna ,che puntualmente si discosta sconcertata.

«Cherry, scendi subito di lì!» la sgrida con grande calma una donna dai lineamenti raffinati, sventolando i suoi lisci capelli viola , socchiudendo gli occhi, anch'essi di un intenso color indaco.

Molto sguardi si spostano su di lei ,carchi di ammirazione.

«Madre, cosa fate qui?» dice Tart con espressione seria

«Adesso vorresti vietare qualcosa anche a tua madre, come assistere a delle semplici funzioni pubbliche?» dice con sfida.

All'improvviso ho come la sensazione di essere a casa, con le stesse dinamiche fra normali esseri umani.

Si sente uno strano stridio ,ed è Ghish che striscia i suoi sai l'uno con l'altro, affilandoli.
Sento una strana attrazione guardandolo mentre giocherella con i suoi due coltelli preferiti, non so descrivere il perché, non sono mai stata affascinata da qualcuno che sembra essere il cattivo della situazione.

«Potremmo smetterla con questa stupida commedia?» dice annoiato, appoggiandosi con la schiena ad una pietra dietro di lui.

«Ghish!» urla la bambina aliena, correndo sfrenata verso di lui.
Noto aprirsi sul suo viso un mezzo sorrisetto compiaciuto, e abbassarsi gradualmente per prenderla in braccio.

«Ehi, Cherry! Devi diventare un po' più alta prima di prendere anche tu a calci i nemici , o rasargli i capelli come pegno» 

Rimango interdetta alle parole così crude , e al malefico sorriso che spunta sulla bocca della piccola aliena, che sembra guardare Ghish con uno sguardo che non saprei definire, se non come adorante e ammiratore.

«Ok, Ghish!» dice con uno stridolio 

Dopodiché la rimette a terra , e si alza con un rinnovato sguardo di determinazione, stringendo astutamente i brillantini occhi gialli, e afferrando con più forza i due coltelli.

L'aliena dai lunghi capelli viola prende per mano la bambina, e insieme raggiungono con passo lento e misurato Pai, arrivatagli di fronte si sporge leggarmente verso sinistra, gli poggia una mano sulla spalla, e si alza in punta di piedi, avvicinandosi al suo zigomo, dandogli un dolce bacio , e sussurandogli qualcosa all'orecchio; dopodiché anche la piccola gli stringe leggermente la gamba, e gli dice teneramente: «Torna presto Pai! Così mi aiuti a fare i compiti.»

Pai le sorride dolcemente, dopo aver fulminato sul posto Lori, che stava tentando di allontanarsi silenziosamente.

Tart guarda sconfitto le due scenette vicino a lui, e dopo qualche minuto sussurra con distacco : «Attaccate».

In un attimo, anche alcuni alieni non facenti parte della spedizione cominciano ad attaccare me e Puddy ,ma riusciamo velocemente a divincolarci.

«Tempesta ventosa!» urla una delle guardie con indosso l'uniforme scura; scivolo su piccole gocce d'acqua, e perdo la Strawberry ball; Paddy prova a venirmi in soccorso , ma un altro alieno l'attacca ,ghiacciandole metà gamba.

«Aiuto!»
Ci voltiamo velocemente verso un piccolo varco, con rampicanti ghiacciati, sotto di esso c'è Mina, le stanno puntando un coltello alla gola.

«Se non vi ritrasformate, la uccido.» dice l'aliena con i capelli simili ai miei, guardando con fredda superiorità me e Puddy.

«Ok, ok. Va bene, metti giù il coltello, per favore.» dico terrorizzata 

Lei continua a studiarmi con area assente , come se non fosse affatto convinta delle mie parole.

«Mew Puddy, ritrasformazione!»
Puddy getta subito via la spilla, rimanendo col vestito rosso del suo compleanno, immacolato e bellissimo, con il rossetto un po' sbavato.
Vedo gli alieni più piccoli additarle le gambe, per la grande quantità di pelle esposta, e uno di loro, probabilmente il coraggioso del gruppo, le lancia un sasso ghiacciato, che le prende di striscio il ginocchio, provocandole un rantolo di dolore.
Comincia a tremare leggermente dal freddo, e una magra aliena un po' sciupata sogghigna sottilmente, poi si avvicina e le afferra il mento: «potremmo davvero rasarli questi capelli, che ne dite?»

Puddy strabuzza gli occhi, guardandola scioccata; fortunatamente viene verso di noi un'altra cyniclon un po' più giovane della precedente,  che fa passare sulle spalle di Puddy un mantellino verde, di un tessuto che trasuda calore.

«Vorrei ricordarti che ci servono vive Orfea.» dice con voce tagliente , e disprezzo sul suo viso pallido.

Molti si voltano, guardando con sdegno entrambe le aliene, come se fossero delle estrane che stanno dando spettacolo.

L'altra aliena ricambia lo stesso sguardo; dopo esserci ritrasformate tutte, Mina viene liberata; circa dieci alieni, due per ognuna di noi , si mettono ai lati di ciascuna , e ci aiutano a infilare una specie di tuta bianca termica; in un attimo sento il mio corpo rabbrividire per il rinnovato calore che si diffonde con velocità in tutto il mio corpo.
Mi appoggiano sul petto una strana croce di colore blu e verde, emette piccole onde elettromagnetiche, e trasmette un leggero brivido nella zona del midollo spinale.
Non mi sono mai accorta di quanto alcune aree del mio corpo fossero così sensibili.

«Apri la bocca» mi dice squadrandomi severamente un alieno con capelli blu scuro, e dalla bassa statura.

Decido di aprire lievemente le labbra, sentendo conficcarmi nella lingua una specie di ago.

«Aaahh! Cos'è?!» urlo spaventata 

Non mi risponde ,lanciandomi uno sguardo indifferente.

Dopo qualche minuto rimuove l'ago, lasciando l'area un po' insensibile.
Vedo che rilasciano degli strani liquidi prelevati dalle nostre lingue su una piccola capsula portatile.

«Non sono presenti batteri potenzialmente nocivi in nessuna di loro, solo quella coi capelli verdi ha i rimasugli di un tipico raffreddore umano, ma niente di grave» ripete uno degli addetti roboticamente, senza emozioni.

Guardo Lori abbassare lievemente il capo con le guance un po' arrossate.

«Bene, allora portatele nella camera operativa di controllo» comunica l'alieno che aveva prelevato la sostanza dalla mia lingua un minuto prima.

Tart, Pai e Ghish vengono richiamati dall'alieno più anziano, si riuniscono   alla madre e alla sorella minore, e insieme a un folto gruppo di alieni in divisa si dirigono verso degli strani mini razzi , sospesi a pochi metri dal terreno.

Sempre lo stesso alieno dai capelli blu scuro ci urla di muoverci, e dopo qualche metro fatto a piedi, spunta dinanzi a noi  un'alta struttura, prima coperta dalla nebbia ,creata attraverso : alberi, piante , e lo stesso materiale indecifrabile della catapulta; in alto porta una specie di bandiera, bianca, col medesimo simbolo del drago, contornato di rosso e nero, e il soffitto si chiude a cupola.

«Sú, entrate!» dicono in coro alcuni alieni più giovani, anch'essi con indosso la tunica bianco sporco.

Digitano un codice, e aprono la serratura della porta; improvvisamente ci troviamo di fronte ad una clinica ospedaliera a tutti gli effetti, con tante barre di ricerca aperte, lettini con lo stesso tessuto della bandiera, e scatole di farmaci e siringhe.

«Scegliete un lettino, e sedetevi su di esso» 

A turno andiamo a posizionarci sopra un materasso, e l'alieno dai capelli blu scuro bassino comincia a visitarci.

«Alza le braccia» dice rivolgendosi a Lori, guardandola socchiudendo gli occhi.

Osservandolo attentamente potrebbe essere considerato come qualcuno di  bell'aspetto, con gli occhi cerulei, e occhiali neri quadrati posati sulla punta del naso, che gli danno un'area da intellettuale; sembra della stessa età di Kile più o meno, con delle mani eleganti, e dita affussolate.

Si volta leggermente verso di me ,sentendosi probabilmente osservato, così distolgo velocemente lo sguardo super imbarazzata.

«Ho finito» 

Così dicendo Lori abbassa le braccia , le rivolge un ultimo sguardo attento, prima di voltarsi verso Paddy.

«Tira fuori la lingua»

Guardo immediatamente verso la sua  direzione, pregando che Paddy non faccia neinte di azzardato, ma prima ancora che finisca di formulare questo pensiero, la sento emettere una pernacchia.
Lui non dice una parola ,guardandola con uno sguardo fra l'oltraggiato e il ribrezzo.
Le mette uno strano termometro in gola ,e dopo aver digitato dei dati, in una specia di aggeggio con la forma di un orologio da taschino, si avvicina al suo lobo , dicendole con voce suadente: «Sono davvero curioso di scoprire cosa farà il comandante Ikisatashi con la tua piccola lingua una volta che gli racconterò questo» 

Il volto di Puddy sbianca, e sposta lo sguardo in un angolo della stanza ,coprendo la vista con la frangetta.

Si ferma di fronte a Pam, poi Mina, non commentando alcuna anomalia, e dopo aver registrato alcuni miei lividi ,presenti nella zona delle cosce, si toglie il camice verde acqua; noto distrattamente l'etichetta col nome : " Melon Suzuki".

«Potete alzarvi» dice con voce calda.

«Niente di anomalo, possono dirigersi da Kassandra» 

«Kassandra...» dico sottovoce; riflettendoci sú, poco fa l'alieno più anziano ha anche nominato la stessa persona, definendola principessa.
Sembra che sia usuale per loro chiamarla direttamente per nome, a differenza degli epiteti che in passato venivano dati ai reali; inoltre qualcosa che non mi torna è il modo in cui vengano trattate alcune donne, al confronto con altre; ad esempio inizialmente la signora con la bambina più piccola ha ricevuto sguardi di stima da parte di tutti, così come l'aliena guarriera che puntava il coltello su Paddy, mentre poco dopo ,il dialogo fra le due cynaclone è stato carico di occhiatacce e sguardi sprezzanti.

Non ho il tempo di pensare ad altro, che veniamo spinte fuori dalla camera, lancio solo un ultimo sguardo all'alieno di nome Melon, che con un sospiro esausto mette le mani all'interno dei tascomi della divisa, e allo stesso tempo guarda di sfuggita, distogliendo subito dopo lo sguardo, la schiena di Lori.

All'uscita ci sono gli stessi piccoli razzi di poco fà, dai colori scuri del rosso del blu e del verde; ci spingono violentemente sopra di essi , e finisco per sbattere il ginocchio destro sul cruscotto, probabilmente si formerà un altro livido...

                                                                                                                               PUDDY

Questa giornata non potrebbe andare peggio; in realtà non so nemmeno quanto tempo sia passato...
Siamo anche sicuri che esista il tempo qui?
Per non parlare di quella bambina aliena un po' spostata.
Qui tutto sembra, in un modo un po' inquietante, simile a casa, come quei luoghi che pensi di aver già visto nei sogni, solo che siamo delle prigioniere.

La prima cosa che ho notato è che hanno la neve, dunque dovrebbero avere di conseguenza un sistema meteorologico che funziona come il nostro.
La differenza più evidente con noi esseri umani, oltre all'aspetto fisico, è l'impressionante progresso tecnologico: sembra assurdo che questi stessi individui così intelligenti siamo stati costretti a scappare e soffrire, senza poter fare niente; adesso ad esempio, ci stanno spintonando in dei strani mini razzi fluttuanti, che sembrano usciti da un film di fantascienza: ognuno di essi ha delle targhette diverse attaccate sul davanti, i sedili sono comodi e soffici, ma i posti sono per minimo tre persone.
Adesso data la bufera il tettuccio è alzato, e le cinture inviano ondate di calore.

I due alieni a bordo del mio stesso mezzo cominciano a parlare fra di loro, non facendo troppo caso a me:

«Non hanno ancora dato nuove informazioni.»
«Già, a quanto pare la regina ha iniziato i preparativi  da pochissimo...»
«Sarà una festa in grande.»
«A me interessa solo del banchetto!»

A questo sorrido leggermente, e sento il mio stomaco emettere leggeri rumori alla prospettiva di cibo caldo, fortunatamente i due alieni sembrano non sentirlo.
Ci muoviamo velocemente, e nel frattempo scorgo un po' il paesaggio innevato dal vetro opaco.

So che dovrei rimanere immobile e in silenzio, ma non riesco a frenare la mia curiosità.

«A cosa vi servono dei razzi, se potete teletrasportarvi?» chiedo incuriosita.

Com'era prevedibile mi guardano socchiudendo gli occhi, irritati dalla domanda.

«Non che tu sia degna di una risposta, ma è per evitare l'eccessivo spreco di energie quando si hanno diverse attività da portare avanti»

«Oh, certo, grazie!» rispondo con gentilezza

Per un attimo mi guardano un po' indagatori ,ma poi distolgono l'attenzione, concentrandosi sulla guida.

Voliamo sopra una foresta innevata, finché non atterriamo di fronte un sentiero liscio, che sembra condurre verso una montagna.
Una volta scesi dai razzi, mi afferrano il braccio, e ci teletrasportiamo esattamente alla fine del cammino, dove presto arrivano anche le altre.

Odio il teletrasporto, lascia sempre una strana sensazione di nausea allo stomaco, come essere risucchiati in un vortice.

La montagna di fronte a noi è alta, con la punta coperta di neve, e internamente ad  un'incavatura di essa, vi è un portone sbarrato coi battenti.

«Kosk Tuc Mad»

Salto leggermente sul posto, al suono anomalo di qualcuno di invisibile.

Una voce maschile arriva da un robot a forma di computer, con due circuiti che fungono da occhi.
«Sharadad sos mea ynica» dice uno degli alieni, e tira fuori un documento rilegato in pelle, lo tiene di fronte gli occhi del computer, e dopo qualche secondo ,improvvisamente, il portone si splanca.

I cyniclons ci spintonando all'interno di uno strano corridoio, il quale si conclude con una gabbia di liane, attaccate in diversi punti, uno degli alieni preme un bottone vicino l'apertura delle sbarre nere, che, come per magia, si aprono; una volta entrate tutte e cinque, solo tre alieni rimangono con noi, gli altri ritornano all'inizio del corridoio; uno dei tre chiude le sbarre, e spinge un pulsante.

«Aaaahhh!!!» urliamo tutte contemporaneamente 

«Cosa succede!?» urlo spaventata; non ricevo alcuna risposta, e rimango momentaneamente basita che i tre alieni con noi sembrino totalmente a loro agio, nonostante la grande velocità in discesa del macchinario.

Si scopre che la presunta gabbia è in realtà un'ascenzore , il quale scende a grande velocità; fortunatamente dopo qualche minuto rallenta, e tutte ricominciamo a respirare normalmente.

«Prendete questa» ci dice uno degli alieni, offrendoci una strana gomma.

«Serve per poter respirare meglio sottoterra.» ci precisa con grande flemma.

Ne prendiamo una ciascuno, e noto subito che ha uno strano sapore di menta e fragole, ed è molto gommosa.
Mi viene l'assurdo pensiero di provare a fare una bolla con la lingua, ma lo respingo subito capendo che non sarebbe per niente appropriato.

Ad un certo punto si sente un rumore stridente ,e con un fischio l'ascensore si ferma e le ante si aprono.

Di fronte a noi c'è la straordinaria vista di una vera e propria città sotterranea aliena!


 
                                                                                                                        LORI

Una città aliena sotterranea si staglia davanti a noi nella sua mannificenza.
La prima cosa visibile è una grossa cupola, con materiali disposti a lisca di pesce, e una serie di giganti sfere diamantate luccicanti, che si alternano  fra i rami di alti pini, i quali con la loro punta sfiorano l'alto soffitto in pietra, da qui non si vedono le stelle.
Più in là si intravedono alte costruzioni sempre in pietra ,ma la cosa più sorprendente è la numerosa quantità di alieni che circola tranquillamente per le strade.
Non ci sono segnali o vie, poiché i razzi probabilmente servono solo all'esterno.
La prima differenza che si nota è il clima molto più mite e confortevole, oltre che le grandi distese di verde che si stagliano in ogni angolo, cosa giustificabile dato che alcuni alieni posseggono il potere della natura, come ad esempio Tart.

Gli alieni ci fanno avanzare per le strade ,finché non siamo costretti a fermarci esattamente di fronte alla struttura con la grande cupola sopra.
Bussano tre volte, e le porte vengono aperte da due cyniclons con divise diverse e particolari, a righe rosse e blu, finora essi sono stati i colori più allegri visti sul pianeta; portano dei bizzarri capelli a punta, ed uno di loro porta lo stemma del dragone.

«La regina è pronta per ricevervi!»

 
Aggiornamento dopo tanto! Spero abbiate passato tutti giorni merevigliosi! :)))
   
 
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