Scritta per la challenge #Springbingo del gruppo Non Solo Sherlock, https://www.facebook.com/groups/366635016782488 
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 𝐒𝐡𝐚𝐤𝐢𝐧𝐠 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐢𝐧𝐠𝐬 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞𝐢𝐫 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐛𝐥𝐞 𝐲𝐨𝐮𝐭𝐡𝐬. 
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“Luni, Luni, Luni.”  
Lo picchiettò sul naso, con la punta dell’indice. 
“Che c’è?” 
“Ho fame.” 
Il sole stava tramontando, alle loro spalle, colorando i prati di un terrificante rosso vermiglio. Le montagne andavano a fuoco, la foresta andava a fuoco e anche la superficie del lago sembrava bruciare. 
Remus si strinse nella giacca di tweed, mentre un vento gelido proveniente dal nord si scontrava coi loro corpi, mozzandogli il respiro. Il colletto della giacca gli prudeva sul collo. 
“Tra poco è ora di cena.”  
“Ho fame ora.”  
“Sembri un bambino.”  
Affondò lo stesso la mano nella tasca posteriore dei jeans, cercando qualcosa per Sirius: le sue dita sfiorarono la superficie di qualche pallina di lanuggine, una sigaretta spezzata le cui viscere si erano riversate sul fondo, tutte attorno a lei, un elastico per capelli che aveva rubato a Lils il giorno prima. 
Tirò fuori una manciata di caramelle mou, ancora impacchettate ma sporche di tabacco. Le offrì a Sirius, che lo ringraziò con un sorriso tutto denti e guance arrossate per il freddo. 
“Tutto quello che ho.”  
“E’ abbastanza.”  
Il sole stava tramontando, e la luce che giocava sul volto di Sirius faceva risaltare ancora di più la sua bellezza spietata. Remus lo guardava, mentre soffiava sulle caramelle per far volare via il tabacco, così bello, immacolato, tagliente, da sembrare irraggiungibile.  
Il tipo che bellezza che avrebbe potuto spezzarti il cuore con uno sguardo, lasciarti in ginocchio, boccheggiare in cerca d’aria.  
Ed era sua. 
Remus Lupin possedeva il privilegio di potersi avvicinare senza venir spazzato via, di poter allungare la mano verso il suo viso senza ferirsi.  
E lo fece, prendendogli il mento fra le dita, sollevando il suo sguardo verso il suo.  
Lo baciò e le sue labbra bruciarono contro le sue, gelide e umide di saliva. 
Sapore di vaniglia, di fumo, e zucchero, mentre le ombre tutte intorno a loro continuavano ad allungarsi.