La lettera di nonna Augusta
Prompt:
Bere
Era
già una settimana che
si erano rifugiati nella stanza delle necessità senza
più uscirne. Hannah aveva
accompagnato personalmente i ragazzini dei primi anni da Neville per
farli
curare dalle maledizioni che i Serpeverde avevano lanciato loro e aveva
notato
i cambiamenti: la stanza si era allargata man mano che erano aumentati
gli
occupanti e apparivano amache appese ai pali di legno ogni volta che
arrivava
la sera.
Ma stare in
tanti chiusi
dentro una stanza, per quanto grande, era devastante per tutti: si
erano creati
malumori e dissapori e il malcontento si sentiva un po' ovunque.
Hannah si
alzò da terra,
dove si era accovacciata a consolare Janine, una ragazzina Corvonero
che
piangeva disperata, guardandosi intorno per capire se ci fosse bisogno
del suo
intervento da qualche parte.
Vide Neville
entrare dal
passaggio con il pub 'Il piede di porco', portando dei grossi vassoi, e
gli
sorrise: si era creata una bella amicizia fra di loro e avevano passato
parecchie notti a parlare insieme.
Molti ragazzini
si
avventurarono velocemente verso la parte della stanza che serviva da
refettorio: era ora di cena e tutti sapevano che Abeforth tentava di
tener su
loro il morale cucinando manicaretti. Beh, manicaretti con quello che
riusciva
a trovare in giro; ma i pasti erano sempre puntuali e servivano da
svago per
tutti.
Dopo pochi
minuti, altri
ragazzi dell'ultimo anno varcarono la porta del passaggio segreto e
quando
Ernie tirò fuori, da sotto il maglione, una bottiglia di
liquore, si
sollevarono gridolini eccitati intorno a lui. Subito l'attenzione di
tutti fu
catturata dal gruppetto di ragazzi: dopo il Tassorosso, anche gli altri
avevano
scoperto i loro tesori, ed erano tutti alcolici.
Hannah
guardò subito verso
Neville, per capire se anche lui avesse rubato ad Abeforth qualcosa
dalla
cantina, ma dall'espressione sul suo viso, capì che ne era
all'oscuro. Lui
scosse la testa, ma non disse niente, mentre la stanza delle
necessità faceva
apparire tavoli puliti e posate per tutti.
Durante la cena,
molto più
chiassosa del solito, perché tutti avevano da dire la loro
su chi potesse
assaggiare o meno i liquori, Neville fu stranamente silenzioso; molto
più del
solito.
"Tutto bene?"
gli chiese Hannah, in un sussurro, mentre gli posava la mano sul
braccio.
Il ragazzo scosse le
spalle e annuì distrattamente: lei si fece bastare quel
gesto e non disse più
niente, cercando di tenere sotto controllo i ragazzi più
piccoli che erano
stati presi da una strana agitazione, mentre gli studenti dell'ultimo
anno si
esaltavano vivacemente.
"Ti va di uscire
da
qui?" le chiese Neville dopo cena, sussurrando la sua proposta come se
stesse formulando un voto infrangibile.
"E dove andiamo? Se usciamo,
i Carrow…" Ma il ragazzo non la fece finire di parlare.
"Ho scoperto che la
stanza ti fa uscire in un punto in cui non c'è nessuno. Se
siamo fortunati
potremmo riuscire ad arrivare alla stanza di divinazione o alla torre
di
Astronomia…" propose ancora lui.
A Hannah, a dir la verità,
non è che interessasse tanto dove sarebbero andati: per lei
stare con Neville
era la cosa più importante e se
lui voleva andare da qualche parte con lei, lci sarebbe andata.
"Va bene"
acconsentì.
Passarono in
mezzo alle
amache e ai ragazzini già addormentati, mentre il gruppetto
che si era dato
all'alcol, era in un angolo del salone, che ridacchiava e diceva
stramberie.
Hannah li guardò mentre
passavano loro davanti. "Dici che staranno bene?"
"Sì. Anzi, sono convinto
che questa distrazione porterà un po' di scompiglio, ma
tirerà su il morale.
Domani saranno…"
"Domani avranno un
gran mal di testa!" sussurrò Hannah, però lo
disse ridendo con la mano
davanti alla bocca.
"Eh, così non
esagereranno più". Neville le regalò un sorriso
bellissimo e la ragazza
provò un tuffo al cuore.
La porta della
stanza
delle necessità si aprì in uno scivolo che
sbucò esattamente sotto alla botola
della stanza della Cooman.
"Avevi ragione!"
mormorò, sorpresa.
Neville non disse niente,
ma fece scorrere la scala che portava all'attico e poi, lasciandola
andare per
prima, per controllare il corridoio, la seguì subito dopo.
"Si sta bene. C'è
anche il camino acceso…" notò la ragazza.
Neville si
sistemò sul
tappeto davanti al camino proprio nel momento in cui lo fece lei, in un
gesto
coordinato, ma senza bisogno di dirsi niente e quando se ne accorsero,
a tutti
e due si colorarono le guance di rosso.
"Hanno cercato di
rapire di mia nonna" disse il ragazzo, dopo un po' di silenzio. Come?
Hannah si voltò di scatto verso di lui.
"Cosa?"
Neville si toccò il
maglione della divisa, che nonostante non ci fosse più
bisogno di indossare lui
non aveva ancora abbandonato, proprio all'altezza del cuore e Hannah
capì che stava
toccando qualcosa nel taschino della camicia, che portava sotto al
pullover.
Tirò fuori una pergamena
piegata che sembrava aver visto momenti migliori e la distese, con un
luccichio
negli occhi che a Hannah ricordò perché aveva
scelto di fidarsi di lui.
Lo ascoltò mentre leggeva
la lettera che sua nonna era riuscita a spedirgli, dove gli raccontava
che
alcuni ghermidori si erano presentati a casa sua, convinti che fosse
una
vecchina indifesa e che non avrebbe opposto resistenza. Ma non avevano
fatto i
conti con Augusta Paciock, che a Hogwarts era stata una Grifondoro
coraggiosa e
non si era mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno,
così non erano
preparati alla sua resistenza.
Per fortuna nonna Augusta
ora stava bene, anche se preferiva non rivelare a Neville dove si
trovasse, nel
caso che il suo gufo venisse intercettato, ma si complimentava con lui
perché
quello che aveva scoperto dai delinquenti era che volevano rapirla per
far
desistere il nipote nella sua lotta contro il potere dei Carrow e di
Piton.
Finiva la lettera con una
frase che emozionò Neville a tal punto che la sua voce si
fermò più volte e si
ruppe in gola, ma lui continuò a leggere perché
ne era orgoglioso.
"…Sei
cresciuto, mio
piccolo Neville, stai diventando un mago coraggioso e valoroso, vorrei
vederti
ora, ma aspetterò il momento giusto e quando
sarà, ti abbraccerò forte
perché porterò con me anche l'amore di Frank e
Alice, i tuoi genitori, che
sarebbero così orgogliosi di te. Non mollare, sii audace e
temerario e ricorda
che sono fiera di quello che stai facendo…"
Hannah aveva le
lacrime
agli occhi e guardava il ragazzo con uno sguardo adorante. Lei lo
sapeva che
lui era coraggioso, lo aveva sempre saputo. Ora, lo sapeva anche lui.
"È
una lettera
bellissima, Neville."
"Non volevo
bere,
stasera. Mi sarei scordato di questo momento."
"Questo
momento?" chiese, stranita, la ragazza.
"Condividere questa
cosa con te…"
Hannah sentì le guance
andare a fuoco, mentre il calore le riempiva il petto.
"Grazie, Neville. Mi
hai fatto un regalo bellissimo."
"Vantarmi di quello
che mi ha scritto mia nonna?"
La ragazza sorrise e si voltò verso di lui.
"Mi hai concesso la
tua fiducia."
E
così dicendo si sporse
verso di lui, gli prese il viso fra le mani e posò le labbra
sulle sue.