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Autore: Lartisteconfuse    07/03/2023    0 recensioni
Dal testo perchè non so fare i capitoli:
"Quando Katsuki vide il villain pronto a sferrare un altro attacco con il suo gigantesco braccio ghignò. Si mise in posizione, pronto ad andargli contro, sicuro che quello che aveva pensato di fare sarebbe andato a buon fine. Aspettò un altro secondo, proprio per ottenere l’occasione ideale e poi si librò in aria grazie al suo quirk.
Ebbe il tempo di sentire il braccio gigante impattare con il suo corpo, provocandogli un dolore lancinante e poi più nulla."
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Beta Izuku/Omega Katsuki
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Omegaverse | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Nuovo personaggio, Tenya Iida
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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Note: Salveeee
Allora mentre ho My Path Back To You in corso di pubblicazione ho scritto questo questa oneshot in questi giorni. è la prima volta che scrivo davvero un'omegaverse dato che la prima era un mini thread fic aibaku su twitter scritto tanto per. Non sono molto ferrata nello scrivere cose relative all'omegaverse e nonostante ne legga tante da tanto tempo certe cose mi mettono pure a disagio e in italiano ancora di più hahahah infatti non ci sono scene sessuali o elementi che indugiano più di tampo su cose tipiche dell'omegaverse e le regole del mondo sono mie, abbastanza random. Detto questo buona lettura! Se vi va poi di dirmi cosa ne pensate a me fa sempre piacere <3

Ps. piccolo warning: si parla di aborto e relazione abusiva 



Quando Katsuki vide il villain pronto a sferrare un altro attacco con il suo gigantesco braccio ghignò. Si mise in posizione, pronto ad andargli contro, sicuro che quello che aveva pensato di fare sarebbe andato a buon fine. Aspettò un altro secondo, proprio per ottenere l’occasione ideale e poi si librò in aria grazie al suo quirk.
Ebbe il tempo di sentire il braccio gigante impattare con il suo corpo, provocandogli un dolore lancinante e poi più nulla.
 
***

Katsuki aprì gli occhi e vide solo bianco. Conosceva bene quel posto, lo aveva visto tante volte sia per se stesso che per altri, per Deku soprattutto. 
Ospedale. 
Si mosse appena, ma una fitta di dolore scaturita dal basso ventre lo bloccò nel movimento e un gemito di dolore gli sfuggì dalle labbra, attirando l’attenzione dell’uomo seduto su una poltrona nella stanza.
“Oh, Kat, sei sveglio!”
Katsuki si girò e vide Ryo, il suo alpha, colui a cui Katsuki aveva deciso di donare se stesso e lasciare che la sua pelle all’altezza del collo venisse marchiata per stringere un legame profondo con lui. Provò a sorridere, ma non era sicuro di esserci riuscito.
“Come ti senti?”
Katsuki prese un profondo respiro ed espirò pesantemente. “Uno schifo. Mi fa male tutto.”
Ryo lo accarezzò sulla testa per poi far scendere le sue dita all’altezza del marchio sul collo, ma Katsuki, sentendo un senso di nausea avvolgerlo, gli fece cenno di scostarsi. 
“Avverto che ti sei svegliato.”
“Ok.”
Quando Ryo tornò con un infermiere e un dottore, Katsuki fece in tempo a vedere una massa di ricci verdi fuori dalla porta prima che questa si chiudesse. Oh, Deku era lì fuori. Katsuki si immaginò che stesse morendo per l’ansia. 
“Signor Bakugou?”
“Mh?” Katsuki spostò la sua attenzione sul dottore che lo guardava con un’espressione afflitta. Anche Ryo sembrava mostrare la stessa tristezza.
“Mi dispiace molto per la sua perdita” mormorò il dottore, “però è stato molto incosciente da parte sua.”
“Katsuki non lo sapeva sicuramente!” esclamò Ryo con rabbia, rivolto al dottore. “Non è uno stupido e non sarebbe mai andato sul campo di battaglia se lo avesse saputo.”
“Potrei sapere di cosa state parlando?”
“Lei era incinta, di poche settimane e a causa del colpo ricevuto ha perso il bambino.”
Katsuki non rispose. Rimase in silenzio, immobile.
Ryo si precipitò al suo fianco e lo strinse a sé. Sentì l’odore di Katsuki cambiare, segnalando che fosse agitato. “Tranquillo Kat, n-non è un problema” provò a rassicurarlo. “Non lo sapevi. Quando starai meglio potremo riprovare.”
“E che si accerti di non essere incinta prima di andare di nuovo a combattere, potrebbe rischiare di compromettere il suo apparato riproduttore" intervenne il dottore. 
A quel punto Katsuki vomitò.
 
***

Dopo una settimana passata in ospedale Katsuki si stava preparando per tornare a casa. Quei giorni erano stati terribili, ma aveva avuto la compagnia di Deku, che sembrava aver scambiato la sua camera di ospedale per casa sua e ogni volta che non lavorava stava con lui. Anche gli altri erano venuti a trovarlo spesso, chi più chi meno. Nessuno aveva osato commentare quello che aveva comportato il suo ultimo scontro con un villain e solo dopo Katsuki aveva saputo fosse a causa di Ryo. Deku aveva parlato e gli aveva confidato che l’alpha aveva dato l’informazione a tutti e aveva chiesto di non parlargliene.
“Ha detto che ne sei rimasto molto scosso e non vuole che ti senta male.”
“E tu allora perchè me ne stai parlando Deku?” 
“Solo per informarti, scusa. Mi dispiace.”
"Tch." 
Katsuki provò a non pensare a quel momento, al volto triste di Deku e all'imbarazzo che sembrava star provando per la situazione. Lui ovviamente non poteva capire, era un beta, non poteva sapere cosa poteva provare un omega verso quel discorso. 
"Sei pronto?"
Ryo lo circondò da dietro poggiando le mani sulla sua pancia, accarezzandogli quel punto da sopra i vestiti. 
"Ti lascio Ryo." 
"Cosa?" 
Katsuki si liberò dall'abbraccio e si scostò dall'alpha. "Ti lascio. Non torno a casa con te." 
L'alpha spalancò gli occhi. "Sei pazzo?" Fece un passo in avanti verso l'omega, ma Katsuki fece un passo indietro. 
"Non ti avvicinare." 
"Non capisco Katsuki, perché mi stai lasciando? È il dolore per la perdita del bambino che ti fa parlare in questo modo. Katsuki stai sicuramente pensando che sia colpa tua per quello che è successo, ma non è vero. Io sono qui e ti amo. Riproveremo."
Ryo allungò una mano e sfiorò il braccio di Katsuki, che indurí lo sguardo. 
"No Ryo, ti lascio, è finita."
"Kat sei irragionevole."
"NO! So cosa hai fatto Ryo. LO SO, CAZZO!" 
 
***

Izuku era esausto. Stava seduto su quella scomoda sedia bianca dell'ospedale, in corridoio, fuori dalla camera di Kacchan. Si sentiva stupido a stare lì, dato che Kacchan a breve sarebbe stato dimesso e con lui ci stava Ryo, il suo alpha. A quel pensiero Izuku avvertì una bruciante gelosia nei confronti di colui che era riuscito a conquistare Kacchan. 
Era ovvio che il biondo prima o poi avrebbe trovato un alpha da amare e a cui dare la sua più totale fiducia. 
Izuku non aveva mai avuto speranza, era solo un beta, un inutile beta che non avrebbe mai dato a Kacchan nulla. Nemmeno una famiglia. 
Oh com'era triste pensare a quello che era successo e a come Kacchan sicuramente si fosse sentito. Quando Izuku era entrato nella sua camera il giorno in cui Kacchan si era svegliato e aveva appreso la notizia della perdita del bambino a malapena lo aveva riconosciuto. Era pallido e sembrava così debole in quel letto d'ospedale. Izuku non lo aveva mai visto così. Per quei primi giorni Kacchan era sempre stato male, arrivando anche a vomitare più volte o almeno così Ryo gli aveva detto. Quando Izuku andava a trovare Kacchan, fortunatamente lo aveva sempre trovato abbastanza bene, nonostante il colorito pallido e le occhiaie. 
Ma Izuku sapeva che Kacchan era solito nascondere il suo dolore sia fisico che mentale e magari riusciva a lasciarsi andare solo con l'uomo che amava. 
"Vedi? Che ti avevo detto? È sempre qui. Midoriya!" 
Izuku alzò la testa verso un lato del corridoio e vide Kirishima salutarlo, seguito da Iida. Entrambi erano vestiti con il loro costume da eroe. 
"Che ci fate qui?" domandò confuso. 
"Oh eravamo nelle vicinanze e siamo in pausa. Abbiamo pensato di fare un salto e vedere se Bakugou è ancora qui" rispose Iida. 
"E dato che tu sei qui fuori deduco che lui sia dentro" proseguì Kirishima. 
"Sì, è con Ryo." 
In quel momento, dalla camera di Bakugou provenne un rumore come di qualcosa che andava a sbattere con qualcos'altro. 
"Tu lo hai fatto apposta! Brutto stronzo!" 
Izuku si alzò. "È Ryo."
Senza aggiungere altro e indugiare ulteriormente i tre entrarono nella stanza e spalancarono gli occhi. 
Dalla parte opposta videro Ryo seduto sopra Katsuki, una mano gli stringeva la faccia con forza e l'altra gli teneva fermo un polso. "Come cazzo ti sei permesso eh!" 
Katsuki gli sputò e Ryo lo schiaffeggiò con forza. A quel punto Izuku si lanciò su di lui con rabbia, togliendolo da sopra Kacchan. 
Iida e Kirishima si precipitarono ad aiutare Katsuki che sembrava abbastanza scosso per il colpo. 
Kirishima lo aiutò a mettersi seduto e trattenne un verso di sorpresa misto a orrore quando notò il sangue sul collo di Katsuki. "Cazzo" mormorò. Iida anche se ne accorse e rimase sconvolto. 
Entrambi erano alpha e sapevano cosa significava quello che stavano vedendo. Un qualcosa che mai avrebbero pensato fosse possibile da attuare, ma era proprio lì davanti ai loro occhi. Il punto in cui un tempo c'era stato il morso lasciato da Ryo adesso era segnato da graffi profondi, segno che l'alpha aveva voluto recidere il legame con l'omega. 
Avvertiti dal casino che stavano facendo Izuku e Ryo arrivarono dei medici e infermieri e dopo poco la sicurezza. Katsuki fu portato in un'altra stanza e visitato mentre i suoi tre amici si occupavano di rilasciare una dichiarazione per raccontare quanto avevano visto. 
Quando i tre tornarono da Katsuki lo trovarono seduto sul letto con le gambe che penzolavano. 
"Bakugou, come stai?" domandò Iida. 
Katsuki non rispose, continuò a fissare verso il basso e a far dondolare le gambe. 
"Ryo è stato preso in custodia. Non ti farà più del male" disse Kirishima. 
"È pazzesco quello che stava dicendo, ti stava accusando di aver provocato l'aborto di tua spontanea volontà. Che sapevi tutto e ti sei fatto colpire apposta!" esclamò Iida. "Quale omega lo farebbe mai."  
"Kacchan lo farebbe, vero?" Izuku aveva parlato con voce seria, lo sguardo rivolto verso Kacchan. Sia Kirishima che Iida si voltarono a guardarlo sbalorditi. 
"Ma cosa stai dicendo Midoriya" commentò Iida. "Ora anche tu ti sei impazzito come Ryo?"
"Rispondimi Kacchan. Ryo diceva la verità, giusto?" 
A quel punto Katsuki alzò la testa e stupendo chi si aspettava di vedergli addosso un'espressione di puro struggimento, ne vide una soddisfatta che mostrava un sorriso orgoglioso. "Sei sempre così perspicace, mio caro Deku." 
"Bakugou?" esclamò Kirishima senza parole.
Katsuki scrollò le spalle. "Che posso dire? Non avevo molte alternative. Ma tu come ci sei arrivato?" 
"Hai lasciato che ti colpisse, che ti ferisse. Non hai combattuto. Tu volevi che vedessimo e sentissimo per avere una scusa e liberarti di lui." 
Katsuki sorrise. "Bene! Hai ragione. Ora direi che posso tornare a casa." 
"No. Voglio sapere perché lo hai fatto, cosa ti ha portato a fare un gesto così estremo? Hai rischiato la tua stessa vita, non riesco a capacitarmene."
"Certo che non puoi, stupido di un Deku! Nessuno di voi tre idioti può capire!" urlò Katsuki, ma poi rendendosi conto di dove ancora si trovava proseguì con un tono di voce più basso. "Io non ho mai voluto figli e quel figlio di puttana non mi avrebbe mai permesso di abortire. Lo sai che un omega può abortire solo con il permesso del suo alpha, no?" 
"Ma Bakugou come puoi sapere che non te lo avrebbe permesso?" provò a dire Kirishima innocentemente, come se non avesse mai potuto pensare che un alpha negasse il desiderio del suo omega. Katsuki lo fulminò con lo sguardo. "Bé sai dopo che rimani incinta nonostante tu prenda delle pillole contraccettive, il dubbio ti viene e quando scopri che quelle pillole sono state rimpiazzate con altre non ci si mette molto a capire cosa è successo e chi c'è dietro." 
A quelle parole i tre lo guardarono ancora più scioccati come se non potessero credere alle loro orecchie. 
"E tu hai messo a rischio la tua vita per questo?" domandò con timore Kirishima, poi sul suo volto sembrò apparire un'espressione di pentimento, come se si stesse pentendo di quello che aveva appena detto. 
"Scusa" si affrettò ad aggiungere. "Non sono affari miei." 
"Ma Bakugou e se ti scoprono? Se crederanno a Ryo?" Iida sembrava lievemente agitato. Katsuki lo conosceva bene ormai, sicuramente era rimasto abbastanza scosso per quello che aveva fatto. Iida, come del resto la maggior parte degli alpha, conosceva e credeva nell'idea di omega che la società aveva inculcato loro. Certo, Katsuki aveva provato fin da subito come non fossero vere tante cose, ma non poteva pretendere di essere compreso. Apprezzò comunque che non gli stessero recriminando troppo la sua scelta, ma che stessero cercando di capirlo. 
"Sono un eroe e Ryo non è nessuno. Me la caverò." 
Kirishima e Iida annuirono e lo guardarono ancora dubbiosi. "È tempo che noi andiamo, dobbiamo tornare a lavoro e pensare anche a quello che è successo qui" disse Kirishima. "Tu che fai Midoriya?" 
Katsuki portò lo sguardo su Deku, che per tutto il tempo era rimasto in silenzio, in ascolto. Non riusciva a decifrare l'espressione che aveva. 
"Porto Kacchan a casa." 
"Non ho bisogno della scorta!" 
"Non mi interessa." 
Katsuki non replicò, Deku aveva usato un tono duro, la sua era un'imposizione. Katsuki avrebbe voluto rispondergli per le rime, ma si sentiva stanco e litigare con Deku era l'ultima cosa che voleva fare in quel momento. 
Mentre i tre si salutavano, Katsuki portò una mano sul collo, dove la ferita lasciata da Ryo era stata fasciata. 
"Ora non ti vorrà più nessuno! Ti ho dato tutto di me e mi hai ripagato così! Vai a fare la puttana in giro, solo per questo ti vorranno!"
Non aveva avuto tutti i torti. Gli alpha avevano delle menti ristrette, o almeno, ancora la maggior parte di loro, e verso gli omega marchiati e rigettati da altri alpha non provavano nessuna stima. Per loro erano utili solo per una scopata, ma non avrebbero mai deciso di passare la loro vita con qualcuno che un altro alpha aveva gettato via. 
"Ti fa male?" 
Katsuki si riscosse dai pensieri e notò che Deku era davanti a lui, a pochi centimetri di distanza e lo guardava preoccupato. Erano rimasti da soli. 
"Cosa?" domandò confuso. 
"Le ferita, ti fa male? Te la stai toccando."
"Ah. No." 
"Ok. Andiamo allora." 
Katsuki vide Deku afferrare il suo borsone. "Guarda che non ho bisogno di nessun aiuto, mi stai snervando!" esclamò con tono colmo di astio. 
Izuku lasciò andare il borsone. "Va bene! Fa come ti pare, volevo solo aiutarti. Fammi sapere poi quale sarà il tuo nuovo indirizzo." 
Senza che Katsuki potesse replicare Izuku era uscito, sbattendosi la porta alle spalle. Subito dopo si sentí qualcuno rimproverarlo e le sue scuse imbarazzate.
Aveva detto nuovo indirizzo? 
Oh. Cavolo.
Non poteva vivere a casa sua, cioè casa di Ryo. Che idiota. 
Non sapeva nemmeno se quella merda era ancora dalla polizia o era già a casa, non aveva molta voglia di affrontarlo di nuovo da solo. Non in quel momento. 
Sentí gli occhi pizzicare, ma no, si rifiutava di piangere. Non lo aveva fatto quando aveva scoperto di essere incinta e nemmeno quando aveva scoperto che cosa aveva fatto Ryo. Non aveva pianto nemmeno quando l'alpha che aveva amato gli si era ritorto contro poche ore fa. 
Ma adesso che doveva fare? No, non poteva tornare da Ryo, non voleva vederlo. Solo il pensiero di risentire il suo odore intorno a lui gli faceva venire i conati di vomito. Era stata dura sopportarlo per tutto il periodo della sua permanenza in ospedale, se fosse tornato a casa ne sarebbe stato ancora più avvolto. 
"Oh. Sei ancora qui?" un infermiere aveva aperto la porta e lo guardava stupito. "Stai male?" 
Katsuki si ricompose e mostró un'espressione indifferente. Prese il suo borsone e si avviò alla porta. "No. Stavo andando via." 
Bene, ora che aveva lasciato l'ospedale dove sarebbe andato? 
La casa dei suoi genitori era lontana e avrebbe dovuto controllare a che ora passava il treno, prendere i biglietti…cazzo la ferita gli faceva ancora male. 
Si sedette su una panchina, poco lontana dall'entrata dell'ospedale. Che doveva fare? 
Era solo e come al solito aveva trattato male Deku senza ragione. 
Da quando si era presentato come omega Katsuki aveva sempre fatto difficoltà a comprendere quando qualcuno era genuinamente preoccupato per lui e quando invece lo era solo perché lo vedeva come un omega indifeso, così aveva iniziato a trattare male chiunque, ad urlare sempre di più fino a risultare sgradevole. 
Ryo, però, aveva trovato il suo atteggiamento affascinante, eccitante e si era sempre messo da parte, lasciando a Katsuki ogni tipo di libertà. Katsuki aveva pensato di aver trovato l'alpha perfetto, la persona perfetta. Ryo non aveva nemmeno protestato quando Katsuki aveva messo in chiaro che non avrebbe mai voluto avere figli, che voleva concentrarsi solo e unicamente sulla sua carriera. Ryo aveva semplicemente detto che non gli importava, che lo amava e avrebbe fatto di tutto per renderlo felice. Katsuki ci era cascato e gli aveva permesso di marchiarlo. Aveva pensato che in una società così fortemente legata alle dinamiche del secondo genere non avrebbe mai potuto trovare qualcuno di meglio. 
Si era sbagliato. 
E ora bé, nessun alpha lo avrebbe voluto, ma il sentimento era reciproco. Il pensiero di dover di nuovo avere a che fare con qualcuno di loro nell'intimità lo faceva solo che incazzare, per non parlare del pensiero di essere di nuovo avvolto da quei feromoni così preponderanti. Ew, disgustosi. 
Ok. Katsuki non avrebbe mai più avvicinato un alpha che non fosse un suo amico, ma il suo problema rimaneva. Dove cazzo andava a dormire? Inoltre, doveva assolutamente prendere le sue cose dall'appartamento che condivideva con Ryo, soprattutto le sue medicine sia per il calore che i contraccettivi nuovi che aveva già comprato e nascosto per bene. Con quello che costavano non aveva nessuna intenzione di comprarli di nuovo solo perché era un codardo e non riusciva a mettere piede dentro casa sua. 
Però, davvero non voleva tornare in quella casa. 
No, Katsuki, non piangere. 
 
***

Izuku era incazzato, prima con Kacchan e poi con se stesso. 
Perché se ne era andato? Aveva abbandonato Kacchan per mero principio. Era ovvio che l'altro non stesse bene e Izuku lo conosceva fin troppo per sapere che l'atteggiamento che aveva mostrato nei suoi confronti era stato uno scudo per proteggersi. Kacchan faceva così da sempre. 
Però Izuku era anche frustrato. Frustrato per come erano andate le cose in passato e per come la loro società avesse ferito Kacchan nuovamente. Per non parlare poi di quello stronzo di Ryo. 
Come si era permesso di attaccare Kacchan e di ingannarlo. Non sapeva quanto era stato fortunato ad avere l'amore di Kacchan e adesso lo aveva gettato via come niente fosse. 
Solo perché Kacchan aveva reagito all'inganno che gli aveva teso l'alpha. 
E ora Izuku era a casa sua, a rodersi l'anima perché forse aveva esagerato e doveva assolutamente chiamare Kacchan. Dove sarebbe potuto andare. E se fosse tornato a casa sua? Sarebbe stato davvero così ingenuo da provare ad andarci da solo? 
Se fosse stato un altro momento Izuku era certo che Kacchan non avrebbe avuto problemi ad affrontare Ryo, ma non quel giorno. Non dopo aver affrontato un aborto dovuto a un trauma fisico, per non parlare dell'attacco subito da Ryo quel giorno stesso. 
"Al diavolo!" Izuku chiamò Kacchan e dopo poco lui rispose. 
"Aprimi la porta." gli disse solo. 
"Eh?" 
"Sono qui fuori idiota, aprimi."
Izuku corse verso la porta d'ingresso e la spalancò, trovandosi Kacchan in piedi davanti a lui con le braccia incrociate e un broncio quasi infantile in volto. 
"Kacc-" 
"Non dire nulla! Sono incazzato già abbastanza." Katsuki scostò Izuku dalla porta ed entrò prepotentemente. 
"C-con me? Scusa per prim-"
"Non con te idiota! Con me stesso. Come un coglione me ne sono andato in giro senza coprirmi il volto e con questa bellissima benda in vista perché fa un caldo assurdo! Nel giro di qualche minuto usciranno tutte notizie sul perché Dynamight ha una cazzo di benda proprio dove ci sta il marchio del suo alpha. Fanculo!"
Izuku rimase in silenzio. Se avesse detto anche una sola parola avrebbe stressato Kacchan ancora di più. Lasciò che si accomodasse da solo sul divano, sospirando esausto. 
"Voglio solo pace. Per un po'."
"E sei qui perché non puoi tornare a casa tua." Izuku si morse la lingua, cosa si era detto qualche secondo fa? Ma perché non collegava mai il cervello alla bocca. Si preparò alla sfuriata di Kacchan, che però non arrivò. 
Katsuki sospirò. "Già. Sono patetico vero?" 
Izuku spalancò gli occhi e si sentí come se Kacchan avesse insultato lui e non se stesso. 
"Kacchan! Assolutamente no! Adesso devi solo riposare e restare il più lontano possibile da Ryo." 
"Guarda che-" 
"Sì sai difenderti ma sei anche umano e hai dei sentimenti, il che è strano a tutti, quindi sta lontano da Ryo. Puoi stare qui tutto il tempo che vuoi" disse Izuku. "Anche a lungo termine" aggiunse a voce bassa, ma Kacchan sentì lo stesso. Ghignò. "E poi cosa, sarò l'omega che tu e un'altra eventuale persona deciderete di adottare? O mi butterai fuori di casa non appena avrai trovato qualcuno?" 
"Ma sei scemo?" 
Katsuki si imbronciò di nuovo e Izuku sospirò e si sedette per terra davanti a lui, guardandolo dal basso. 
"Capisco che ora pensi che chiunque potrebbe trattarti male, ingannarti e gettarti via come niente, ma Kacchan, stai parlando con me."
Katsuki alzò gli occhi al cielo e sbuffò. "Sì, certo e sicuramente non vedi l'ora di darmi il ben servito per vendicarti di quello che feci io." 
Dopo un momento di stupore Izuku gemette frustrato. "Tu credi davvero che dopo quasi sette anni io voglia vendicarmi? Non l'ho mai voluto." 
"Tch." 
"Kacchan, ok siamo stati a letto insieme e poi tu il giorno dopo hai iniziato a uscire con Ryo. Ci rimasi male? Ovviamente. Ti ho portato rancore? Sì, molto. Ma pensi davvero che adesso ti proporrei di rimanere qui da me per poi buttarti fuori di casa? Mi ferisci."
Izuku poggiò la testa sulle ginocchia di Katsuki e gli abbracciò le gambe. "Non potrei mai. Sei speciale per me" mormorò senza però avere il coraggio di guardare l'altro. 
"Nonostante so che non sono quello che vuoi, io-" 
"Sta zitto." Katsuki gli afferrò la testa e l'alzò dalle sue ginocchia per poi lasciarla andare e dargli un colpetto sulla fronte. "Tu non sai niente!" 
"Certo, Kacchan, non mi parli mai chiaramente" protestó Izuku, massaggiandosi il punto colpito. 
Katsuki si lasciò sfuggire uno sbuffo contrariato. "Pensavo di aver fatto la scelta giusta con Ryo, va bene? Tutti mi avevano riempito la testa che necessitavo di un alpha, che un omega era destinato solo ad un alpha, perché così funziona la natura. Che soprattutto per noi omega che volevamo intraprendere la carriera da eroi avremmo necessitato di avere un alpha per avere l'approvazione pubblica. Odiavo questa cosa ma avevo visto con i miei stessi occhi cosa succede e mi sono convinto che avessero ragione.
"Quella volta insieme io ho visto il mio futuro crollare. Tu sei un beta e io volevo avere vita facile e non ce l'avremmo avuta. Così non ho perso tempo e ho accettato l'offerta che Ryo mi aveva fatto pochi giorni prima, mi è sembrato un alpha intelligente, che teneva davvero a me e mi ascoltava. Ma ho fatto una cazzata. Non solo mi sono fidato di uno stronzo ma ho davvero iniziato a provare dei sentimenti sinceri verso di lui." La voce di Katsuki si spezzò, ok era arrivato vicino al punto in cui sarebbe stato difficile trattenere ulteriormente le lacrime. Aprì la bocca per proseguire, ma solo il pensiero delle prossime parole che voleva pronunciare lo fece singhiozzare. Izuku lo raggiunse sul divano e gli massaggiò la schiena per provare a rassicurarlo. 
"È stato tutto inutile" mormorò Katsuki tra le lacrime. "Ora verrò disprezzato lo stesso." 
"Kacchan se tu hai voglia di raccontare la tua storia e l'ingiustizia subita tantissime persone ti supporteranno e combatteranno insieme a te. Al mondo ci sono tantissimi altri omega nella tua stessa situazione e-" 
"No. Non voglio diventare un simbolo. Non voglio essere questo. Voglio solo vivere la mia vita come tutti gli altri, come te o Kirishima." 
Izuku sorrise triste. Purtroppo per quello non aveva commenti da fare. "Allora Kacchan fallo. Vai avanti a testa alta come hai sempre fatto e ignora chiunque ti dia fastidio. Ricorda, non sei solo."  Gli afferrò una mano tra le sue e lo guardò completamente innamorato. A quel punto Katsuki scoppiò a piangere completamente e lo abbracciò. Izuku lo lasciò fare, rimase immobile a fargli da supporto, ogni tanto gli accarezzava la testa e la schiena. 
Ad un certo punto i due si ritrovarono distesi sul divano con Katsuki sopra Izuku. Il biondo aveva smesso di piangere e si stava beando del calore del corpo di Izuku e del suo respiro che gli solleticava la frangia. "Quindi posso davvero restare qui?"
"Mhmh" assentí Izuku. 
"E non mi caccerai nemmeno se ti fidanzi?" 
"Kacchan ma lo hai capito o no che mi piaci?" 
"Ah, eri serio?" 
"DIO!" 
Katsuki strusciò il volto sulla felpa di Izuku. "Senti sono ancora confuso per tutto quanto" disse con un lamento. "Ma va bene." 
"Cosa?" 
"Proviamo." 
Izuku sbattè le palpebre perplesso. "Eh?" 
Katsuki alzó la testa per guardarlo. "Sì, tanto per un po' il sesso è fuori discussione e pure il calore mi verrà tra un bel po', quindi perché non provare?" 
"Dici davvero Kacchan? Ma ne sei certo?" 
"Hai detto di fare quello che voglio."
"Oh uhm ok." 
"Allora baciami." 
Izuku guardò Katsuki negli occhi che ricambiò e lo fissò in attesa. Solo in quel momento Izuku si accorse che l'altro era arrossito. Gli afferrò con dolcezza la testa tra le mani e sollevò di poco la sua e lo baciò. 
Rimasero a lungo a baciarsi pigramente, stesi sul divano, e finalmente, da quando aveva scoperto dell'inganno di Ryo, Katsuki permise a se stesso di rilassarsi, il senso di nausea e disgusto che aveva provato fino a quel momento al solo pensiero dell'alpha si fece sempre meno. Gli era bastato tornare tra le braccia di Izuku per sentirsi davvero protetto come mai nessun alpha lo avrebbe mai potuto far sentire. 
   
 
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